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Responsabilità su Madonna di Campagna, ora si cambi passo su strategie urbanistiche.

Madonna di campagnaNella serata di ieri il gruppo del PD ha votato in Consiglio comunale la variante che interessa il piano di  rigenerazione urbana di via Madonna di Campagna che prevede l’atterraggio della metratura cubica della ex Squassoni in Via alla Bolla  e la realizzazione di alcune delle opere previste in area cimitero e campo sportivo di Suna.

Lo ha fatto per responsabilità, nell’interesse nella Città, intervenendo sulla variante in maniera migliorativa stabilendo che nulla, oltre l’attuale piattaforma per i bus, sarà destinabile a parcheggio.

Rileviamo tuttavia con forte criticità che il parcheggio dei pullman sia in tutto e per tutto  difforme rispetto all’indirizzo politico espresso dal Partito Democratico nel luglio 2015 in cui si chiedeva  di ottenere un piccolo parcheggio di auto a ridosso su via Acquetta, quindi sull’area degradata dal deposito, illegale e continuo, da parte di ditte che hanno  riversato per anni avanzi di catrame sull’area.

– Mai abbiamo desiderato i bus in quell’area, a fianco di un campo sportivo dove i bambini vanno a giocare.

– Mai abbiamo pensato ad una piastra di cemento così grande proprio  dove probabilmente serve intervenire con una vasca sotto terra per raccogliere le acque pluviali e quelle del rio Acquetta che invadono le cantine dei cittadini del quartiere e creano problemi di sicurezza significativi.

– Mai abbiamo voluto un impatto di cemento così prepotente che provoca oltre tutto aumento delle temperature in questi giorni caldi.

Riteniamo il percorso mal gestito dalla Giunta comunale.

Un percorso che doveva essere di urbanistica concertata, sul quale avevamo ritenuto si potesse giungere a risultati interessanti.      Come lo pensavamo per la farmacia comunale al Caterina Alvazzi,   o per lo spostamento di mezzi di Conser Vco da Via Perassi a Viale Azari nella proprietà privata a ridosso della sede della ex municipalizzata.

Risultati deludenti quelli a cui assistiamo.

Ci preme rilevare che il piano di rigenerazione urbana di Madonna di campagna è un intervento contenuto  se considerato all’interno di un quadro complessivo in cui risultano evidenti le necessità della città di recuperare vaste aree degradate che presentano un livello di difficoltà d’intervento certamente maggiore rispetto a questo singolo caso.  La sinergia col privato può facilitare  le possibilità di intervento e di risoluzione di numerosi problemi con effettivi vantaggi per il pubblico, a patto che le Istituzioni e gli organismi democratici della città riescano ad esprimere chiari indirizzi politici e di reale interesse generale.

Pensiamo, ad esempio, a sfide ambiziose che certamente in questa Città dovranno essere affrontante, come quella relativa all’area Acetati.

Bene, se le modalità di conduzione politica saranno analoghe a quelle adottate per il piano di rigenerazione di Madonna di Campagna, bisognerà riconoscere che la strategia dell’Assessorato all’Urbanistica non è in grado di ridisegnare e valorizzare la città nel modo più opportuno.

Segreteria Partito Democratico di Verbania

Un percorso di rigenerazione urbana

Verbania_MadonnaDiCampagnaNella serata di Consiglio Comunale di ieri si è dato inizio ad un percorso di rigenerazione urbana.

Il clima ormai troppo teso nel quale buona parte della minoranza ha deciso di concentrare i propri sforzi si è dovuto vivere anche su un aspetto importante come la riqualifica di Via Madonna di Campagna.

Un percorso nato da mesi, ampiamente condiviso in commissione urbanistica ed aperto al quartiere di Verbania Ovest, ha rischiato di essere fermato dalla volontà di quasi tutti i consiglieri di minoranza di abbandonare l’aula.

Due ore a discutere di legittimità dell’atto nonostante la piena disponibilità del segretario generale ad offrire gli elementi di certezza normativa.

Va detto che non tutta l’opposizione si è prestata al gioco facile della protesta a tutti i costi e responsabilmente alcuni consiglieri di minoranza hanno permesso il dibattito sulla futura scelta urbanistica e affrontato la votazione.

Il progetto prevede di offrire una doverosa dignità all’ingresso del cimitero di Suna, lo spostamento del sedime di Via Madonna di Campagna tra cimitero e questura e la creazione di parcheggi intorno alla questura.

Prevede inoltre quanto questa sera abbiamo approvato: la pista ciclabile tra cimitero e parcheggio del liceo Cavalieri, la riqualifica del parcheggio della scuola, la rivalorizzazione del verde di fronte al campo di calcio e, chiave di volta del progetto, l’abbattimento della casa ex-Squassoni già alla fine di luglio.

Gruppo Consiliare PD Verbania

Verbania: altra variante, altro regalo.

Altra variante, altro regalo.
E’ quanto afferma Marco Tartari, Presidente del PD provinciale e membro della Segreteria verbanese del PD in merito alla variante del Piano Regolatore n° 20, in discussione in Consiglio Comunale nelle prossime settimane:
Non posso che esprimere preoccupazione per il tentativo di trasformare in cantieri privati aree comunali e di pubblico interesse nel cuore della città.
L’impatto urbanistico ed ambientale generato dalla costruzione di altri condomìni con volumetrie ed indici di edificabilità importanti è, oltre che sconveniente per i residenti del già popoloso quartiere di Sant’Anna, controproducente per il rilancio di una città in cui molti appartamenti restano invenduti. E’ inaccettabile.

Giudizio negativo anche per l’’attività amministrativa ad oggi, un primo bilancio ormai quasi a metà del mandato amministrativo della giunta Zacchera: ”non è percepibile, né percepito dai cittadini, il cambiamento per l’interesse pubblico mentre è palese il sormontare di varianti P.R.G. per assicurare interessi privati specifici”, aggiunge Tartari.

Delle numerose istanze presentate da cittadini e Consigli di Quartiere, molte sono state ignorate; mancano risposte puntuali e formali da parte dell’Amministrazione e l’idea d’insieme della città.
Non bastano un po’ di cemento, alcune scritte sulle rotonde o qualche fontana a trasformare Verbania in una città turistica”.

Legatoria: emergenza lavoro, abbiamo richiesto un consiglio comunale aperto.

image Il silenzio sulla Legatoria di Gravellona Toce è calato troppo in fretta.
l’amministrazione comunale, in questi mesi difficili, non ha mai sentito l’esigenza di convocare una seduta pubblica per spiegare alla città il destino della storica fabbrica per la quale hanno lavorato centinaia di cittadini gravellonesi e dei comuni vicini nel corso di questi ultimi decenni.
Tutt’oggi lavorano in quella fabbrica degli operai specializzati la cui professionalità si è formata nel corso di anni di lavoro serio e silenzioso e che merita di essere difesa con la stessa serietà ma tutt’altro che in silenzio.
Il sindaco si è sempre affidato esclusivamente a comunicati stampa rassicuranti che non hanno mai permesso di fare piena luce su ciò che stava avvenendo.
Per questo motivo il Partito Democratico, per voce dei propri rappresentanti in consiglio comunale, chiede all’amministrazione di convocare un Consiglio Comunale aperto per discutere della critica situazione di decine di lavoratori della Legatoria del Verbano e altresì discutere di quanto questo fatto specifico sia un ennesimo  sintomo di una situazione generale del lavoro in Italia, e in particolare nel VCO, che sta mettendo in grosse difficoltà buona parte della popolazione.
Non è accettabile che l’amministrazione comunale svolga semplicemente il ruolo di notaio delle procedure di chiusura definitiva della fabbrica e faccia trapelare indiscrezioni su ipotesi di trasformazione urbanistica che dovrebbero essere invece materia di discussione quanto meno del Consiglio Comunale.
Sappiamo benissimo che è molto improbabile che la proprietà cambi le proprie decisioni su pressione di una amministrazione comunale, pensiamo però che si debba discutere dell’opportunità di esprimere il sostegno delle amministrazioni ai lavoratori e alle imprese che decidono di voler credere nel proprio paese e nei propri concittadini anche reinvestendo quei capitali accumulati quando le condizioni erano tali da poterlo permettere; riteniamo assolutamente inaccettabile questo atteggiamento di timida difesa strizzando l’occhio alle proposte di sfruttamento immobiliare della proprietà.

Circolo PD di Gravellona Toce
Coordinamento provinciale

PD Ufficio stampa

Dopo il no alla variante del cinema sociale, un NO ad un’area commerciale di 7mila mq a Pallanza.

image Le numerose e giuste obiezione che i cittadini, alcune forze politiche, i gruppi Consiliari di minoranza hanno in queste settimane sollevato sui contenuti dell’ormai famosa Variante Urbanistica n. 18 del “cinema Sociale” hanno portato a risultati concreti.
La Commissione Urbanistica, convocata nella serata di lunedì 25 ottobre, ha preso atto della volontà dell’Amministrazione di modificare la previsione sul cambio di destinazione d’uso dell’edificio del cinema Sociale di Pallanza: dunque, niente condominio di 5/6 piani, ma conservazione dell’attuale destinazione urbanistica (terziario per uffici, servizi e commercio) e interventi di riqualificazione e/o recupero affidati a uno specifico Strumento Urbanistico Esecutivo (Sue).
I rischi dell’approvazione di una Variante così importante erano stati sottolineati in due riunioni di Commissione Urbanistica nel mese di settembre dal Gruppo Consiliare del Pd che aveva posto il problema di alcune proposte di variante molto discutibili: il Sociale di Pallanza, il rudere di parcheggio sotto la Prefettura, l’area floricola Hillebrand in viale Azari, le nuove edificazioni a Biganzolo in via Statuto. Insomma non è solo il cinema sociale a preoccupare, ma il modo complessivo di agire sulle tematiche urbanistiche di questa amministrazione.
Quello dello stop alla variante del cinema sociale è solo un primo risultato. Sono anche altre le scelte che non possono passare sotto silenzio, che devono vedere una forte mobilitazione e consapevolezza dell’intera città.
La più importante e pericolosa è quella dell’area Hillebrand in viale azari: 7.000 mq ora inedificati e, per ora, a destinazione floricola, che potrebbero diventare – se la proposta di variante dei partiti di maggioranza PDL e Lega sarà approvata definitivamente – una nuova, imponente area ad uso commerciale.
Una scelta alla quale siamo assolutamente contrari, una scelta incoerente anche per una forza di maggioranza come la Lega Nord, che di tanto in tanto urla (senza mai combinar nulla) a difesa del piccolo commercio soffocato dai centri commerciali.
Invitiamo quindi tutti i cittadini, le forze sociali ed economiche di questa città a mobilitarsi con noi anche contro questa possibile scelta che, ancora una volta, stravolgerebbe il piano regolatore, apportando modifiche davvero inopportune.
Non vogliamo un enorme centro commerciale in centro città a Pallanza.
Corrado De Ambrogi
Coordinatore Circolo PD Verbania

PD VCO
Ufficio Stampa

Idee per Omegna e per il PD

imageIl centro destra, a Omegna, per una serie di contingenze favorevoli, ha avuto la sua possibilità ed ha fallito. Era tutto sommato ragionevole che, in un contesto nazionale deluso dal Governo Prodi bloccato e diviso, gli elettori omegnesi – nel 2007 – provassero, anche localmente, a indicare una strada diversa rispetto a quella percorsa negli ultimi decenni. Ne è venuta fuori una compagine deludente, sostanzialmente incapace di amministrare non solo in termini di obiettivi strategici per lo sviluppo della città, ma anche sulle “piccole cose” che erano state il loro cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Credo che i cittadini omegnesi, anche quelli che – in assoluta buona fede – speravano che l’alternanza di forze politiche diverse alla guida della città potesse imprimere una svolta positiva  alla città si siano resi conto che non si inventa una classe politico amministrativa dal nulla e che, invece di un auspicabile rinnovamento, si rischia di precipitare in una rovinosa caduta.
Le facili promesse, se disattese, inducono a riflettere (per chi ne ha gli strumenti) ma soprattutto possono determinare disinteresse, disimpegno, rifiuto aprioristico rispetto alla politica. (segue)
Chi allora si vuole porre l’obiettivo di ribaltare l’attuale situazione deve saper confrontarsi con questi due aspetti, uno che potremmo definire “di vantaggio”, un secondo – invece – che potremmo chiamare “di preoccupazione”:
1.    la consapevolezza diffusa che l’Amministrazione Quaretta, il PdL e la Lega non abbiano saputo cogliere l’occasione che era stata loro presentata;
2.    l’opinione altrettanto evidente che molti semplicemente non credono in alcuna alternativa e preferiscono abdicare a qualsivoglia impegno politico amministrativo, tanto “sono tutti uguali”.

Nuovi scenari

Non solo ad Omegna, ma forse soprattutto nel Cusio, lo scenario economico e sociale si è rapidamente modificato negli ultimi anni ed in maniera pesante. Tutte le crisi del passato avevano trovato una via d’uscita; la chiusura di aziende era sempre stata compensata dalla nascita di altre attività produttive ed anche quando era evidente che il lavoro manufatturiero non potesse più espandersi, era ragionevole pensare che l’economia della città e del territorio potesse essere integrata dallo sviluppo dei servizi, delle attività commerciali, turistiche e culturali. Anche le Amministrazioni che si sono succedute hanno saputo governare questo processo e migliorare la qualità della vita in città.  Finito lo sviluppo urbanistico – in parte disordinato  – degli anni sessanta e settanta, Omegna ha saputo dotarsi di infrastrutture e servizi di buona qualità come le strutture sanitarie, gli asili nido e il centro sportivo e, successivamente, ha colto l’esigenza di trasformare la città con investimenti per ampliare l’offerta scolastica, formativa e culturale, mettere in campo politiche sociali attente ai bisogni della gente, ripensare la città con importanti trasformazioni urbanistiche come il recupero del centro storico, il Forum e il resto dell’ ex area Pietra, la passeggiata a lago e lungo la Nigoglia, il rapido ed efficace riassetto idrogeologico dopo l’alluvione del 1996, il rifacimento praticamente totale della rete acquedottistica e fognaria. E’ stupefacente che in questi ultimi anni di gestione del centro destra, l’unico ricorrente e stonato ritornello fosse quello di lamentarsi degli oneri residui lasciati dalle “precedenti amministrazioni di sinistra”; sono costi legati ad investimenti che erano assolutamente necessari per lo sviluppo della città.
Ma ora lo scenario – come si diceva – è in rapida evoluzione ed è necessario, da parte del centro sinistra e di chi ambisce ad amministrare la città, non semplicemente ribattere e polemizzare in maniera tutto sommato sterile alle lamentazioni e all’immobilismo della Giunta Quaretta.
E’ indispensabile tracciare nuove vie, ripercorrendo solo in parte le intuizioni strategiche abbozzate in passato: certamente il futuro di Omegna si giocherà sull’integrazione tra il mantenimento di alcune attività produttive e lo sviluppo del terziario (nelle sue varie accezioni), ma la qualità di questa integrazione è tutta da verificare e ripensare.
Alcune linee guida, ma soprattutto esemplificazioni e concreti progetti (peraltro da verificare e approfondire):

LAVORO, INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Solo un’ industria qualificata, caratterizzata da innovazioni di prodotto e di tecnologia, avrà la possibilità di competere in un’economia globalizzata; per capire questa verità, non dobbiamo peraltro andare lontano poiché un importante esempio l’abbiamo in casa con Alessi che – praticamente unica tra le aziende del casalingo – ha saputo adeguarsi positivamente, anzi indicare la strada giusta da seguire.
Anche l’artigianato che, in passato, aveva assicurato un tessuto connettivo importantissimo per le attività industriali locali, può continuare ad avere un futuro solo se è capace di “emanciparsi” attraverso una fortissima specializzazione, oppure attraverso la costituzione di una filiera di produzione che assicuri autonomia invece che dipendenza.
In quest’ottica è possibile lavorare per l’inserimento dei giovani in nuove attività produttive, verificando anche possibili iniziative di tipo cooperativo o contratti di lavoro innovativi come quelli ipotizzati dal giuslavorista Ichino (sperimentalmente, perché non proporli nei contratti integrativi aziendali o territoriali?)
Esiste peraltro una fascia di lavoratori che lavorano o hanno lavorato in aziende in crisi, difficilmente recuperabili ad attività produttive similari, ai quali è necessario dare delle risposte concrete ai loro problemi. Le situazioni vanno viste per quelle che sono, oggettivamente diverse a seconda dei casi: per chi è relativamente giovane è indispensabile chiedere a Regione e Provincia l’attivazione di corsi di formazione e riqualificazione legati ai progetti di nuovi insediamenti che vengono prospettati da Provincia, Tecnoparco e Camera di Commercio; per gli altri, è importante non solo garantire gli ammortizzatori sociali che accompagnino alla pensione, ma individuare microprogetti, socialmente utili, che possano dare una prospettiva dignitosa e valorizzare le persone anche sul piano umano.

COMMERCIO, TURISMO E SPORT
Sono le alternative che, in realtà, non sono mai decollate. Forse è utile ricordare a noi stessi e a chi si occupa di questi settori che non si tratta di pensare a soluzioni che – da un punto quantitativo – possono sostituire il lavoro che, in passato, era quello operaio e manifatturiero. Anchi qui, probabilmente, la chiave di lettura è “la qualità”. Lamentarsi che il commercio è in crisi perché si sono aperti i supermercati non serve, bisogna invece trovare la strada per specializzarsi, lavorare per obiettivi comuni, stringere sinergie con l’ente locale.
Il turismo su cui puntare, ad Omegna, è – per forza di cose – quello “di nicchia” (ad esempio il turismo scolastico legato a Rodari e alla ludoteca, sempre che non si banalizzi e si lasci scadere anche questa opportunità), quello complementare all’offerta turistica già esistente ad Orta e sul Lago Maggiore, quello “alternativo” dell’escursionismo a piedi o in bicicletta o in camper.
Lo sport, ma anche le attività motorie fruibili da una più ampia massa di persone, possono essere – più di quanto già non sia – un’importante occasione di migliorare la qualità della vita per i residenti, ma anche attrarre una certa categoria di turisti o di utenti del territorio circostante. Il Centro Sportivo, la valorizzazione del Monte Zuoli, di percorsi sentieristici e ciclabili, l’attività sportiva giovanile sono gli aspetti su cui puntare. Questi sono anche i settori a cui indirizzare i giovani verso lavori di tipo nuovo per il nostro territorio.

OFFERTA SCOLASTICA, FORMATIVA E ATTIVITA’ CULTURALI

Si è lavorato molto, in passato, in questa direzione (Istituzione del Liceo Artistico che si è affiancato a quello Scientifico, culminato con la costruzione in corso della nuova sede,  tempo pieno e indirizzo musicale nella scuola primaria, sviluppo di attività legate alla formazione professionale, Università della III° età, nascita della Fondazione Museo Arti e Industria e della ludoteca legata a Gianni Rodari). Proseguire su questa strada, diversamente dallo scadimento di questi ultimi tempi, è assolutamente fondamentale, ma si tratta anche di lavorare per migliorare strutture e organizzazione; è auspicabile, una volta finito il nuovo Liceo (più del corso musicale sarebbe forse utile richiedere il corso linguistico), verificare le seguenti ipotesi:
•    la creazione di due Istituti Comprensivi in luogo delle due direzioni didattiche e della scuola media, con cicli elementari-medie sia a Crusinallo che a Cireggio, oltre che ad Omegna;
•    concentrare, se possibile, ITC e Dalla Chiesa nell’edificio di via Colombera (oltre a quello delle ex scuole elementari di Crusinallo);
•    dismettere l’edificio della Madonna del Popolo e pensare di trasferire le elementari di Omegna negli edifici attualmente occupati dal Dalla Chiesa e/o dalla formazione professionale;
•    utilizzare gli spazi del palazzo di via De Amicis, oltre che per la scuola media, per l’educazione degli adulti e la formazione professionale (ed eventualmente per uffici comunali).

SERVIZI SOCIALI, SANITARI E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

l’esperienza del CISS di Omegna (unico a carattere interprovinciale) ha significato che è possibile superare i municipalismi e individuare un assetto organizzativo, funzionale, finanziario accettabile e garante di un rapporto costi benefici positivo. E’ una strada da proseguire, sperabilmente senza contrapposizioni partitiche come quelle che il centro destra ha voluto forzare esautorando senza motivi e prima della scadenza naturale la gestione precedente.
l’Ospedale di Omegna (polialbulatori ASL e centro Ortopedico di Quadrante), nel contesto dato è quanto di “possibile” avere; si possono certo ipotizzare soluzioni di altro tipo come la riproposizione dell’ospedale unico, ma l’obiettivo più ragionevole per i prossimi anni è il consolidamento di questa situazione. Analogo discorso per la Casa di Riposo e per le sue convenzioni con l’Asl per le degenze post acuzie o malattie croniche.
La scelta recente dell’Amministrazione Comunale (contrastata) di concentrare il servizio degli asili nido in due strutture invece che in tre è accettabile se vengono mantenuti, in termini qualitativi e quantitativi, i servizi precedenti. E’ la linea della qualità, dell’efficienza e della compatibilità economica che non va combattuta, ma assunta con coraggio.
Le associazioni di volontariato esistenti a Omegna (numerose e attive) sono un patrimonio di valore che va preservato, seguito con attenzione e valorizzato non solo attraverso il lavoro di un assessore preposto, ma con possibili deleghe specifiche a consiglieri comunali e attraverso il coinvolgimento dei Consigli di Quartiere.

SERVIZI AMBIENTALI
In questi anni, spesso se non esclusivamente su iniziativa di amministratori del centro sinistra, alcuni servizi importanti come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la gestione del ciclo idrico integrato, oltre ai trasporti, sono diventati servizi gestiti a livello intercomunale o provinciale. E’ stata una scelta lungimirante che diventa, ora, addirittura scelta obbligata sia per le disposizione di legge, sia per oggettiva necessità in termini di efficienza e di efficacia. Bisogna proseguire su questa strada, assicurando peraltro il controllo pubblico sia delle scelte generali, sia di quelle tecnico gestionali. l’amministrazione comunale e i cittadini, anche attraverso il dibattito e il confronto di cui i partiti e le associazioni possono e debbono essere protagonisti, hanno il compito di esercitare una efficace attività di indirizzo e controllo, tesi sia a garantire i migliori standard di servizio, sia la salvaguardia ambientale. Mantenere e incrementare la raccolta differenziata e l’effettivo riciclo dei materiali, garantire i necessari investimenti per la qualità delle acque, incrementare l’uso del trasporto pubblico sono gli orizzonti strategici su cui misurarsi; l’efficiente gestione industriale di questi servizi deve porsi l’obiettivo di contenere costi e tariffe, senza però pregiudicare gli investimenti necessari.

URBANISTICA E TRASFORMAZIONE DELLA CITTA’

Il percorso da compiere, con più determinazione di prima, è quello individuato già da anni. Trasformazione delle aree industriali e artigianali dismesse o collocate in zone ormai a diversa destinazione urbanistica in aree destinate ad usi abitativi, a servizi pubblici e privati, privilegiando la qualità rispetto alla quantità; riutilizzo degli edifici esistenti evitando ulteriori consumi del suolo, ben sapendo – peraltro – che questo indirizzo non va assunto in maniera manichea poiché possono esistere aree di completamento, già urbanizzate o facilmente urbanizzabili, che consentono di soddisfare alcune esigenze che si presentassero. In questo quadro, diventano essenziali alcune aree strategiche come la ex Girmi, la ex conceria Beltrami, l’area della Fiumetta o del lungo Strona tra Crusinallo e Verta, Agrano, lo stesso Monte Zuoli e la vetta del Mottarone.

RISORSE

E’ forse il capitolo più importante di tutti. Le parole d’ordine sono ottimizzazione e razionalizzazione, ma anche integrazione, nella più assoluta trasparenza, tra pubblico e privato. Garanzia e qualità dei servizi, ma anche taglio dei costi. Una sfida difficile, ma l’unica credibile. Ne abbiamo già parlato riferendoci al capitolo dei servizi sociali, sanitari e ambientali. Si dovrà porre mano a nuove ipotesi per la gestione del centro sportivo visto che – entro il 2011 – il Comune non potrà più conservare la proprietà della Srl (e neppure ritornare ad una gestione diretta) e verificare l’assetto della Fondazione Museo Arti e Industria che, invece, potrebbe ulteriormente espandersi e consolidare le attività che svolge.
E’ però importante ipotizzare altre cose come la compartecipazione a progetti sovracomunali per attività sociali, culturali e turistiche, la possibilità di formalizzare convenzioni con società private, singoli cittadini, associazioni no profit per microgestioni di aree pubbliche o di piccoli servizi.
Tutto da vedere e da verificare, infine, l’assetto delle risorse finanziarie disponibili per l’Amministrazione Comunale ovvero trasferimenti da parte della Commissione Europea, dello Stato e della Regione, imposizione fiscale locale; sono questioni fondamentali sulle quali – peraltro – si può intervenire, localmente, solo in modo limitato. La questione “demaniale”, ma anche quella di possibili alienazioni o trasferimenti di proprietà comunali è un altro aspetto da valutare con cura, senza pregiudiziali, ma studiando bene il rapporto costi benefici. Su tutti questi aspetti c’è l’incertezza di fondo legata alla realizzazione o meno del federalismo, ma sono tutti aspetti per i quali non è accettabile il dilettantismo o addirittura il semplice disinteresse come se fossero elementi invariabili.

IL PARTITO DEMOCRATICO
I temi sopra indicati  dovranno essere quelli su cui lavorare, riflettere, ascoltare punti di vista, individuare un percorso plausibile poiché su di essi e sulla nostra capacità di farli considerare elementi essenziali per il futuro della città si gioca la nostra credibilità per tornare ad amministrare Omegna. Ma il partito ed il suo ruolo non possono esaurirsi su questi temi.
Coinvolgere soprattutto i giovani e coloro che si disinteressano alla politica o, peggio, la considerano semplicemente qualcosa da evitare o da subire presuppone una visione più ampia, la disponibilità e la capacità di affrontare altri temi come la globalizzazione, l’etica, i valori e i diritti, ma anche questioni “più leggere” come lo spettacolo, lo sport, il divertimenti, lo stare insieme in modo felice. Anche di questo il partito di Omegna dovrà occuparsi con un lavoro di squadra, coinvolgendo tutti, ma avendo un occhio di riguardo per la competenza, la disponibilità, l’impegno. Non dovrà essere trascurato anche il compito di maggiormente coinvolgere le varie anime del Partito Democratico poiché, anche nel Cusio, questo processo è rimasto a livello embrionale.
Le riunioni dovranno essere, di norma, settimanali per la segreteria e il direttivo, mensili o bimensili (su temi specifici) per l’assemblea degli iscritti. E’ opportuno che vengano convocate non solo presso la sede del Circolo Ferraris, ma anche in altri luoghi per favorire il più ampio contatto con le realtà cittadine.
E’ importante, ogni volta, fissare un ordine del giorno a cui attenersi e concludere la riunione con un verbale ed eventualmente con impegni o decisioni fissate.
E’ importante che si sviluppino commissioni o gruppi di lavoro che potranno – di volta in volta – proporre relazioni, relazioni o proposte al direttivo.
In preparazione della scadenza elettorale amministrativa (ed, eventualmete, di quella politica o di quella regionale che – peraltro – non saranno determinate da noi) è necessario un rapporto con le altre forze politiche della città (quelle del centro sinistra, ma anche interlocutori diversi, come i Consigli di Quartiere, possibili liste civiche e soggetti o gruppi non istituzionali) in modo da verificare sia contenuti programmatici, sia indicazioni di candidature non solo per il ruolo di Sindaco, ma anche di candidati a ricoprire altri ruoli amministrativi (assessori, enti di II° grado, presenze in enti e associazioni). Il compito di condurre questi incontri è della segreteria e del gruppo consiliare.
Entro il 2011 dovrà essere completato il percorso per individuare le candidature di cui sopra con l’ipotesi di procedere a primarie di coalizione.
La lista del PD per il rinnovo del Consiglio Comunale dovrà essere caratterizzata da poche figure “storiche” e da un alto tasso di rinnovamento, anche generazionale e di genere.
Il Circolo di Omegna e la sua segreteria dovrà assumere anche il ruolo di coordinamento sia politico che amministrativo con tutta la realtà cusiana, compreso i territori della Provincia di Novara gravitanti sul lago d’Orta. Il segretario del Circolo di Omegna o suo rappresentante dovrà richiedere di essere parte integrante del gruppo dirigente provinciale.

                Gianni Desanti