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Sgarbo istituzionale e risposte zero ai problemi della sanità. A Verbania Cirio ha fatta solo l’ennesima passerella

Apprendiamo dagli organi di stampa della visita effettuata dal Presidente Cirio all’Ospedale Castelli di Verbania. Meglio tardi che mai, considerato che nei suoi ultimi giri lo aveva colpevolmente dimenticato.
Accogliamo con stupore però il fatto che il Presidente della Regione Piemonte abbia accuratamente evitato di invitare all’incontro la Sindaca di Verbania, Silvia Marchionini: uno sgarbo istituzionale intollerabile e ingiustificabile, che non fa altro che confermare l’atteggiamento di Cirio e della Sua Giunta nell’incontrare sui territori soltanto i Sindaci ritenuti amici, per non doversi confrontare nel merito sulle questioni lasciate irrisolte dall’Amministrazione regionale.
Nonostante le dichiarazioni pubbliche della Regione, infatti (sostenute da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) il futuro degli ospedali nel VCO rimane estremamente incerto.
È importante ricordare che se l’appalto per il nuovo ospedale fosse stato avviato quattro anni fa, oggi sarebbe già in fase avanzata di costruzione, con un progetto sostenuto dalla maggioranza dei sindaci, medici e operatori sanitari della provincia.
Al contrario, ci troviamo solo di fronte a promesse vaghe di ristrutturazione senza azioni concrete che porteranno (nella migliore delle ipotesi) ad avere le strutture occupate da cantieri e lavori per i prossimi 8-10 .
È fondamentale sapere da quale ospedale inizieranno i lavori, quali servizi e reparti saranno disponibili (o se continueremo ad avere due ospedali a metà come ora), e se avremo personale sufficiente per entrambe le strutture, considerando il frequente ricorso ai gettonisti esterni e il sovraccarico nei confronti degli operatori strutturati.
La verità è che ci servono fatti, non un progetto vago per migliorare solo le strutture degli attuali ospedali, senza garanzie sui reparti e i servizi che saranno presenti a Verbania come a Domodossola, e nemmeno riguardo al mantenimento del DEA e all’inizio effettivo dei lavori.
Entro la fine della legislatura non vedremo dunque risultati tangibili, ma solo una prolungata campagna propagandistica: cinque anni di governo regionale di Cirio e della destra non hanno portato a fatti concreti, ma solo a slogan, utili in un contesto di campagna elettorale permanente ma assolutamente non in grado di risolvere i drammatici problemi dei servizi sanitari locali.
Tutto ciò mentre la ricerca di un medico di famiglia diventa sempre più difficile, la qualità delle cure nel settore pubblico declina a favore di quello privato, il coraggioso personale dei reparti è costretto a raddoppiare turni e impegni per far fronte alle esigenze della popolazione e prenotare una visita diventa un’impresa sempre più complessa.

Alice De Ambrogi
Segreteria Provinciale

Giacomo Molinari
Segretario circolo Verbania

Partito Democratico

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Sanità: Albertella e la destra che non si accorge del disastro dei servizi sanitari nel VCO e a Verbania

Leggiamo con piacere del “regalo” che Verbania Futura, e il suo perenne candidato sindaco Giandomenico Albertella, hanno riservato alle cittadine e ai cittadini verbanesi pubblicando il giorno della Vigilia di Natale un comunicato stampa quantomeno surreale sul tema della Sanità.

Un intervento a gamba tesa, squisitamente pre-elettorale ma che dimostra come la riflessione in atto nel centrodestra su un argomento di vitale importanza per chi vive in questo territorio sia decisamente fuori fuoco.

Nel giro di poche righe infatti il comunicato in questione rappresenta una situazione ai margini della realtà, magnificando come una “vittoria” il supposto stanziamento di risorse limitate (promesse in extremis dopo anni di totale disinteresse da parte dell’attuale Governo della Regione Piemonte) per l’Ospedale “Castelli”.

Un investimento fuori tempo massimo (se non per poter essere sbandierato nella prossima campagna elettorale) e decisamente insufficiente per affrontare le difficili questioni strutturali che impediscono a troppi nostri concittadini di vivere serenamente il rapporto con il proprio diritto alla salute: un contentino che non tiene conto della necessità di ripensare in maniera organica la relazione fra cittadini, presidi sanitari e territorio, che non tocca alcuni punti focali della questione (come la difficoltà di saper attrarre nelle nostre strutture nuovi professionisti), che non risolve le difficoltà quotidiane degli attuali dipendenti del sistema sanitario territoriale costretti a fare i salti mortali per cercare di assolvere al meglio ai propri compiti e non cita nemmeno lontanamente il problema costituito dalla diffusione su larga scala del fenomeno dei “gettonisti” (il cui costo può arrivare fino a 250 euro l’ora, contro i 45 di uno strutturato) lasciando sostanzialmente inalterata una situazione di totale difficoltà per i residenti verbanesi.

Sulla necessità di ripensare organicamente l’organizzazione della struttura della Sanità territoriale i riferimenti sono molteplici, basterebbe andare a leggerli: senza perdersi eccessivamente nei tecnicismi sarebbe sufficiente citare il documento AGENAS del 2021, che in accordo con la Mission 6 del PNRR stabilisce le linee guida per il riordino della sanità territoriale che la Regione Piemonte avrebbe dovuto realizzare con i fondi stanziati dall’Europa.

Quanto di queste indicazioni e finanziamenti è stato recepito dal Governo Regionale e destinato alla sanità del VCO? Zero.

Probabilmente è più facile riempirsi la bocca promettendo milioni (che arriveranno – se arriveranno – nei prossimi 8/10 anni) lasciando sostanzialmente inalterata una situazione di squilibrio di cui pagano tutti il conto: cittadine e cittadini, operatori sanitari, il territorio nel suo complesso.

Anche questa è una vittoria?

O forse è uno dei motivi che hanno spinto il Presidente Cirio, misteriosamente ricomparso in queste lande nelle scorse settimane, a decidere di evitare accuratamente di visitare la città di Verbania e il suo ospedale nel corso del suo ultimo giro elettorale?

Se si vuole lavorare seriamente sul tema della sanità territoriale, le cose da fare non mancano di certo: per questo motivo siamo stati – e continueremo a stare – nelle piazze per batterci assieme a cittadine e cittadini per risolvere il terribile problema delle liste di attesa che colpisce così duramente la sanità pubblica piemontese e verbanese.

Per questo motivo siamo stati – e continueremo a stare – al fianco di quei sindaci del territorio che si battono per cercare soluzioni che non siano di facciata ma strutturali: in questo un particolare plauso va rivolto all’Amministrazione di Verbania, pesantemente attaccata dal comunicato di Verbania Futura.

Per questo motivo abbiamo proposto – e continueremo a proporre – soluzioni innovative che mettano al centro il cittadino e il suo diritto alla salute, piuttosto che improbabili boutade elettorali destinate nella migliore delle ipotesi a mettere una pezza su una questione complessa che si trascina da troppo tempo.

Da ultimo, ci permettiamo di rivolgere un invito al signor Albertella e a chi ci invita a tenere un “decoroso silenzio”: più che pensare a zittire gli avversari, sarebbe meglio che il centro destra si preoccupasse di iniziare ad ascoltare le persone, proprio a partire da quei cittadini e operatori sanitari dei quali inopinatamente dice di voler prendere le posizioni.

Se lo facessero potrebbero più facilmente evitare figure barbine, come quella dell’Assessore Regionale alla Sanità Icardi, talmente amato da chi negli ospedali vive e lavora che si è visto gentilmente rifiutare la strenna natalizia con la quale pensava di accattivarsi i favori degli operatori sanitari, i quali hanno dignitosamente ricordato all’assessore che alla Sanità regionale occorrono nuove assunzioni e salari competitivi, non bollicine.

Il Partito Democratico, a differenza di questi signori, il tempo per parlare con i cittadini e gli operatori lo trova sempre, settimana dopo settimana: è da questi dialoghi che nascono le nostre idee e le nostre battaglie, anche e soprattutto su una materia come quella della Sanità, che sarebbe ore di togliere dalle rapaci mani di chi la usa solamente per fare propaganda e farla tornare al centro di un disegno complessivo di città e territorio, come i verbanesi meritano.

Giacomo Molinari
Segretario Circolo PD Verbania

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Sanità: Preioni abbandonato da Cirio e Icardi in Consiglio Regionale

Sulla sanità Preioni lasciato solo dal Presidente Cirio e dall’assessore Icardi che non hanno partecipato al voto. Il Consiglio Regionale sancisce la proposta dei due ospedali. Al VCO serve invece un nuovo e moderno ospedale.

Dopo quattro anni di immobilismo assoluto, con la caduta libera della qualità dei servizi sanitari nel VCO, il percorso deciso è quello dell’ipotetica demolizione e ricostruzione dei due presidi attuali, votata a maggioranza dal Consiglio Regionale.
Un voto al quale non hanno partecipato il Presidente del Piemonte Cirio (assordante il suo silenzio) e l’assessore regionale Icardi, a dimostrazione che non vogliono assumersi questa scelta e lasciano da solo con il cerino in mano il capogruppo leghista Alberto Preioni.
Una proposta, quella votata dei due ospedali, senza che sia minimamente chiaro (non c’è infatti uno straccio di documento in proposito) quali reparti si manterranno, oltre ai 150 posti letto per presidio genericamente indicati.
Saranno mantenuti due veri Dea con tutti i reparti che devono avere per poter funzionare? O sarà mantenuto il modello dell’ospedale unico plurisede con mezzo Dea a Verbania e mezzo a Domodossola, come sta avvenendo da anni, con tutte le difficoltà ben note? Nessuno lo sa.
Per questo ribadiamo che la scelta della destra di Cirio e Preioni, di abbandonare la strada della costruzione di un nuovo e moderno ospedale (richiesto a gran voce dalla maggioranza dei Sindaci, operatori sanitari, categorie economiche, sociali e sindacali ecc.), affiancato da una forte presenza della medicina territoriale e delle Case della Salute, per noi è un clamoroso errore.
I servizi disastrosi (nonostante il generoso impegno di chi ci lavora), le visite per cui si aspettano mesi se non anni, l’impiego massiccio e sempre più forte dei medici gettonisti sono l’allarme che ormai da anni suona forte e chiaro.

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale PD e Segreteria Provinciale

 

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Basta scherzare sulla sanità del VCO! Solo annunci e nessun fatto dopo quattro anni di governo regionale del centro destra.

Sono ormai quattro anni che in regione Piemonte si parla della sanità del VCO senza aver mai deciso nulla; quelle poche idee e ben confuse che girano nella testa degli attuali rappresentanti di centro destra, Icardi, Cirio, Preioni ecc. sono addirittura in netto contrasto con le decisioni degli amministratori locali.

A ben vedere l’unico obiettivo perpetrato nel tempo, e con abilità, è stata quella di seminare ulteriore divisione politica e sociale nel nostro territorio su di un tema, quello dell’ospedale unico, che resta la soluzione ad oggi ribadita dalla maggioranza dei Sindaci della provincia azzurra.

Dopo anni di chiacchiere inutili e proclami ad orologeria, spesso in vista di qualche appuntamento elettorale, non esiste agli atti un serio atto deliberativo circa l’assetto ospedaliero della nostra provincia e il finanziamento di nuovi lavori al Castelli e al San Biagio non è all’evidenza, e in aperto contrasto con le determinazioni dei Sindaci della conferenza in seno all’Asl VCO. Finanziamenti annunciati a parole e senza uno straccio di progetto per capire quali reparti ci sarebbero nei due ospedali, quali numeri di posti letto, quale personale, quali servizi garantiti e con il grande problema di due DEA già oggi in gravi difficoltà per mancanza di spazi e personale.

Eppure, il bisogno di una sanità di qualità è lampante e necessaria sia per la popolazione residente, sempre più anziana secondo le statistiche, che per i turisti e riteniamo che l’unica soluzione utile sia una nuova struttura ospedaliera posta in posizione baricentrica per servire agevolmente tutto il territorio provinciale, così come richiesto dalla stragrande parte degli operatori sanitari, associazioni, categorie economiche, sociali e sindacali.

Riteniamo risibili le affermazioni diffuse dal capogruppo consiliare della Lega in regione Preioni secondo cui il Partito Democratico «a seguito del protocollo votato a suo tempo dai consigli comunali di Verbania, Omegna e Domodossola, i due ospedali li aveva di fatto messi in vendita». Ma quale messa in vendita?

Bisogna guardare al futuro e attrarre personale e professionalità nuove e semmai migliori per garantire non solo i servizi necessari, ma anche puntare verso una qualche forma di eccellenza.

E invece? Invece accade che la mancanza di una strategia condivisa ci ha portato ad avere due mezzi ospedali, oltre al presidio di Omegna, non competitivi rispetto alle necessità di molti pazienti, che restano obbligati e rivolgersi a Borgomanero, Novara, Varese e Milano.

Beninteso, al personale sanitario va il massimo riconoscimento di impegno e professionalità; tuttavia, il problema è organizzativo e gli stessi dipendenti sono vittime di una gestione priva di visione prospettica per il territorio.

Concorsi per medici e primari che vanno deserti sono un segnale sconcertante per tutti e palesano come i nostri attuali nosocomi non sono attrattivi per i nuovi professionisti, spesso freschi di studi universitari e post-universitari, che hanno legittima ambizione di mettere a frutto le proprie competenze e fare carriera.

A fronte di ciò la Regione Piemonte avrebbe dovuto adoperarsi per panificare un assetto ospedaliero nuovo e in grado di affrontare le sfide del domani, ma purtroppo così non è stato e si è aperta la stagione dei medici gettonisti. Risultato: l’Asl Vco presenta un disavanzo di 40 milioni di euro e i servizi sono peggiorati. Ogni cittadino che ha avuto a che fare con questi servizi lo sa, a partire dalle prenotazioni di esami che richiedono ormai tempi smisurati.

Le voci di dissenso rispetto a questo operare ci sono e non si sono mai placate, e il Sindaco di Verbania si è sempre battuto, coerentemente, per chiedere il ripristino dei servizi all’ospedale verbanese; forse è il caso che queste voci si elevino ancor di più per evitare che vengano assunte, magari a suon di maggioranza, decisioni scellerate in danno della salute dei cittadini del Verbano Cusio Ossola.

La politica regionale ha il dovere di decidere, ma usando buon senso e rispettando i diritti dei cittadini

Roberto Gentina
Capogruppo Consiliare del Partito Democratico

Marco Magni
Segretario di Circolo del Partito Democratico

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Cirio e Preioni scappano dal confronto sul nuovo ospedale del Vco: respinta la richiesta di consiglio aperto

Cirio e icardi fanno gli struzzi sul nuovo ospedale del Vco mentre Preioni imbavaglia il territorio: respinta la richiesta di consiglio aperto

“Chi governa il Piemonte fa lo struzzo sulla rete ospedaliera del Vco. Presidente e assessore nascondono la testa sotto la sabbia per non ascoltare la protesta unanime del territorio, ma la scelta resta sbagliata, così come restano le tante voci autorevoli che chiedono l’ospedale unico”.
Il vicepresidente della Commissione Sanità di Palazzo Lascaris e segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, torna ad attaccare la maggioranza che ha proposto una Pdcr, con cui si prevede il recupero totale dei due ospedali di Domodossola e Verbania e cancella con un colpo di spugna la realizzazione dell’ospedale unico di Ornavasso, sul quale si era raggiunto un accordo ed erano stati individuati anche i fondi necessari.
“E’ proprio il caso di dirlo: quanto il gioco si fa duro… la destra scappa e svela il suo vero volto. Quello di chi si tira indietro di fronte alle proprie responsabilità politiche e amministrative venendo meno al compito più importante di chi si assume l’onere di governare: prendere le decisioni. Ecco perché la questione del VCO non può essere derubricata a questione locale. Il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi antepongono la tenuta e la tranquillità all’interno della maggioranza agli interessi dei cittadini del VCO, piegandosi ai diktat della Lega e delegando al Consiglio Regionale una scelta che loro non sono stati in grado di assumere” dichiara il consigliere Dem.
“Dopo aver negato le audizioni nel corso della IV commissione, infatti, ieri, durante la conferenza dei capigruppo il consigliere Preioni, nel silenzio degli alleati di maggioranza, ha negato anche il consiglio aperto chiesto dal PD. Un momento che avrebbe permesso ai consiglieri di ascoltare anche le voci esterne al consiglio, come sindaci, ordine dei medici e sindacati” spiega Rossi sottolineando la giustificazione addotta dal capogruppo del Carroccio: “ci ha invitati a cercare su Internet le posizioni emerse sul territorio perché sarebbero già note”.
“Ma come possono i consiglieri decidere consapevolmente senza aprire un confronto costruttivo con il territorio, gli amministratori locali e i portatori di interessi?” domanda il vicepresidente della Commissione Sanità.
Da un lato, dunque, si stronca ogni forma di dialogo, dall’altro si accelera l’iter. “Lo stesso Preioni non solo ha imbavagliato il territorio, ma ha anche forzato la mano in consiglio regionale per calendarizzare con urgenza la Pdcr all’ordine del giorno” riferisce Rossi.
“Eppure solo pochi giorni fa si è svolto un Consiglio aperto sul nuovo ospedale torinese della Pellerina, su cui Giunta e Comune erano già d’accordo, solo perché Fratelli d’Italia doveva piantare una bandierina. Per il VCO, invece, nulla. Perché tanta fretta? Di cosa ha paura Preioni? Forse dell’ennesima contestazione unanime del territorio? Non è fuggendo dal confronto che si risolvono i problemi, così come non si cancella l’ignavia di questa maggioranza” sottolinea il rappresentante democratico.
“Assistiamo ancora una volta all’umiliazione delle istituzioni, usate come un palcoscenico per risolvere problemi interni alla destra e non per servire i cittadini. Preioni e la maggioranza possono continuare a scappare negando le audizioni e il consiglio aperto, ma non metteranno il bavaglio all’Assemblea dei Sindaci del VCO, all’Ordine dei Medici e a tutte le realtà e cittadini che si sono espressi in questi anni. Il PD e le forze di opposizione saranno il loro megafono in commissione e in consiglio. Non ci arrenderemo e faremo tutto il possibile per concedere loro uno spazio di confronto” conclude Rossi.

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Così si affossa la sanità del Vco: dalla rappresentanza dei Sindaci Asl un coro unanime.

Marchionini, Pizzi, Quaretta, Archetti e Morandi, critici su quanto prospettato dalla Regione

Non sono mancati gli scontri a distanza nella riunione in videoconferenza con i vertici della Regione ed i tecnici nella seduta della rappresentanza dei sindaci Asl che si è riunita a Palazzo Beltrami.

Botta e risposta acceso prima tra il sindaco di Quarna Sopra Augusto Quaretta e il presidente Cirio e poi tra lo stesso governatore e la sindaca di Verbania Silvia Marchionini. Sostanzialmente è stato annunciato quanto si sapeva: sarà il consiglio regionale che dovrà esprimersi sulla delibera di giunta che prevede la rigenerazione degli ospedali di Verbania e Domodossola, con 200 milioni di euro complessivi e 150 posti letto per ciascun nosocomio.

“Un passaggio francamente che si potrebbe anche evitare, dall’esito scontato” hanno ironizzato sia Marchionini che Pizzi, sottolineando che sia impossibile come il consiglio regionale voti contro la soluzione esposta dalla maggioranza.

“Sono risorse certe quelle che mettiamo in campo, non promesse e demagogia: 190 milioni dallo Stato a fondo perduto e la restante parte in carico alla Regione. Bisogna capire e rendersi conto che il Covid ha cambiato il mondo e di riflesso anche la sanità, specialmente nei territori più periferici. Il Dea? Chiederemo una deroga, anche perchè possiamo utilizzare i 15 milioni risparmiati” ha spiegato Cirio.
“E’ una soluzione quella che viene prospettata – così la direttrice dell’Asl Chiara Serpieri – che avrebbe dei tempi più lunghi rispetto ad una realizzazione ex novo ma che ha delle ragioni d’essere. Nello specifico ci sarebbero due edifici più grandi rispetto a quelli attuali, ma senza ulteriore consumo di suolo. Si andrebbe a demolire e ricostruire gli esistenti, senza pregiudicare però i servizi”.

Un coro di critiche però si è levato subito dopo la presentazione da parte dei tecnici. “Io rispetto il lavoro che è stato fatto- così il sindaco di Gravellona Gianni Morandi- ma questa non è la soluzione giusta per il Vco. Si sceglie di non decidere, si sceglie di affossare la sanità nel nostro territorio”.

Duro il commento di Silvia Marchionini. “Tante belle parole, ma concretezza e risposte certe sono assenti. Non si sa nulla, al di là di promesse che offendono la nostra intelligenza, dei Dea, non si quali reparti andrebbero dove e come, non di dicono nulla della organizzazione ospedaliera. Siamo nel classico binario morto, proprio a un anno dalle elezioni regionali- ha tuonato la sindaca di Verbania. Ironico il sindaco di Quarna Sopra Quaretta.

“Ci dicono che ci vorranno dieci anni per queste rigenerazioni, ma nel frattempo ne sono passati più di venti. Non si ascolta chi sta in trincea tutti i giorni, medici, infermieri, operatori, che da sempre urlano la necessità di una struttura nuova”

Duro anche il commento del primo cittadino domese: “Ho ascoltato senza pregiudizi. Sono arrivato che il San Biagio doveva chiudere e ora ci spendono 100 milioni di euro. Ma chiedo: i 200 milioni di euro potrebbero essere usati per un ospedale nuovo? Si. Con circa 150 milioni di euro potremmo farlo, con 300 posti. La spesa governativa per la sanità sarà in discesa. Risparmieremmo 50 milioni. Ma al di là delle deroghe DEA quello che noi non abbiamo sentito è cosa ci va in questi ospedali. Per un DEA la normativa prevede una serie di requisiti. Significa avere due doppioni, due ospedali veri e non due mezzi ospedali come quelli prospettati. Personale compreso. Dove lo troviamo? E poi c’è il problema della tempistica. Con le difficoltà logistiche di lavorare in quelle aree. Non ci credo che si possa fare in 6 anni”.

Articolo da VCO NEWS  https://www.vconews.it