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I problemi del commercio e dell’economia a Omegna vanno affrontati coinvolgendo tutti.

image Riceviamo e pubblichiamo dal circolo PD di Omegna.
Il PD: “Convocare tutte le componenti sociali e politiche omegnesi e lavorare insieme per dare alla città una prospettiva, scegliendo le strategie migliori e più realizzabili”
Chi si trova a transitare nel centro storico di Omegna si rende conto di come sia desolante la realtà del commercio. Molti negozi sono chiusi da tempo, altri stanno chiudendo. Le serrande abbassate sono la cartina tornasole di una crisi economica che colpisce il lavoro e i redditi, deprime i consumi, impoverisce le famiglie.
Molti commercianti in difficoltà chiedono all’amministrazione di sostenerli nei modi e nelle forme  più svariate:
1.    attraverso iniziative di richiamo turistico;
2.    un diverso regime dei parcheggi che incentivi il cliente; 3.    agevolazioni tariffarie e sugli oneri di urbanizzazione per chi ristruttura, abbellisce secondo il piano-colore o migliora la qualità dell’offerta;
4.    un regime di orari e aperture che incentivi le opportunità di vendita;
5.    una promozione di eventi e iniziative che veda protagonista l’intera città con le sue articolazioni associative
E’ evidente come la crisi dell’industria, dell’artigianato e del commercio, mettono in risalto l’inderogabile necessità di politiche di sostegno reale al lavoro, all’accesso al credito, alla tutela del reddito delle famiglie.
La città deve essere vissuta in modo intelligente, con iniziative che vengano incontro ad una domanda di cultura e di spettacolo, di arte e conoscenza.
Ne và dell’immagine turistica, della vivacità sociale, della tenuta di quel tessuto economico e commerciale che si deve attrezzare ed essere coerente con un proprio impegno al sostegno del pur necessario investimento pubblico.
La risposta non può che venire da tutta la popolazione omegnese, dalla sinergia che si potrà creare tra gli operatori economici e sociali e i livelli istituzionali.
Una città che, se vuole avere un futuro, deve creare le condizioni di reddito di chi qui vive e opera.
Occorre verificare, alla luce delle intenzioni degli operatori, delle previsioni di piano regolatore e di un normativa urbanistico-amministrativa che può essere modificata per venire incontro agli investitori, quali possono essere in concreto le possibilità di realizzare delle strutture ricettive che rafforzino l’offerta turistica di una città che deve guardare al lago come alla sua più grande risorsa.
Le iniziative in campo turistico vanno raccordate con tutti gli enti che operano sul territorio per evitare sprechi.  Stagione lunga, turismo integrato sia nel tempo che nello spazio, valorizzazione del lago, adeguamento delle strutture sportive, culturali e ricreative, pianificazione intercomunale sono obiettivi perseguibili non solo nel breve, ma anche nel medio lungo periodo.
Sarebbe utile convocare tutte le componenti sociali e politiche omegnesi e lavorare insieme per dare alla città una prospettiva, scegliendo le strategie migliori e più realizzabili.
Come Pd intendiamo lavorare su questo obiettivo con i cittadini e la società omegnese.
Segreteria del PD di Omegna

Mobilità sociale e società aperta per contrastare la crisi

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Marco Travaglini, coordinatore circolo PD di Omegna, sul tema della crisi.
La crisi economica, colpendo il lavoro e  i redditi,  ha prodotto anche un pericoloso abbassamento della soglia delle tutele e dei diritti. Non è una novità che la crisi rende più vulnerabili, indifesi e persino più disponibili alla rinuncia di un pezzo della propria dignità pur di tenere la testa fuori dall’acqua.
Ma questo deve spingere tutti a misurarsi affinché si continui nella ricerca e nell’impegno sulle misure anti-crisi, ponendo grande attenzione ai risvolti sociali. Anche nel VCO, come un po’ ovunque, alla crisi economica s’accompagnano un forte utilizzo degli ammortizzatori sociali ( dalla CIG, anche in deroga, alla mobilità) e un incremento della disoccupazione, soprattutto giovanile. Non solo: si sconta anche qui un  basso indice di mobilità sociale, accompagnato da un’enorme disparità fra i redditi.  Eppure mobilità sociale, società aperta e coesione rappresentano il cuore di qualsiasi progetto che si ponga l’obiettivo dello sviluppo e della buona occupazione.
Non si può rinunciare all’impegno a smantellare meccanismi corporativi e monopolistici. C’è bisogno delle liberalizzazioni, di quelle serie: meno barriere di accesso alle professioni, più concorrenza nei servizi, imprese maggiormente contendibili, autorità realmente indipendenti, rottura di soffocanti e non democratici monopoli. Questo è un argomento generale che non può essere messo da parte.
Un maggior dinamismo nei percorsi di vita, nel lavoro, nell’ attività economica e sociale, è indispensabile. Se si cambia un po’ tutti, tutti possiamo stare meglio. Una scelta da fare con coraggio e determinazione, stando dalla parte di chi bussa alla porta e non con quelli che la tengono chiusa.
Così si risponde, anche nel VCO, al bisogno di futuro, di lavoro “buono”, di formazione di giovani che sono costretti, quando va bene, ad accontentarsi di lavori precari, dequalificati e malpagati. O di andarsene altrove, verso altre città del Piemonte o della Lombardia. Un tema che si accompagna al bisogno di un grande sforzo di innovazione. In questi anni, si sono avviati progetti per un nuovo sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, l’economia verde, il sapere, la conoscenza. Il Polo dell’Innovazione ne è la rappresentazione migliore.
Non si tratta solo di accedere a provvigioni finanziarie messe a disposizione dal pubblico, per quanto utili e per quanto disponibili. Occorre che il sistema delle imprese sia più reattivo e che, in concertazione con gli enti locali, le associazioni di categoria, la Camera di Commercio, il Tecnoparco e tutti gli enti utili alla programmazione, formazione e innovazione, facciano proposte autonome di sviluppo.

.Marco Travaglini

Dopo il no alla variante del cinema sociale, un NO ad un’area commerciale di 7mila mq a Pallanza.

image Le numerose e giuste obiezione che i cittadini, alcune forze politiche, i gruppi Consiliari di minoranza hanno in queste settimane sollevato sui contenuti dell’ormai famosa Variante Urbanistica n. 18 del “cinema Sociale” hanno portato a risultati concreti.
La Commissione Urbanistica, convocata nella serata di lunedì 25 ottobre, ha preso atto della volontà dell’Amministrazione di modificare la previsione sul cambio di destinazione d’uso dell’edificio del cinema Sociale di Pallanza: dunque, niente condominio di 5/6 piani, ma conservazione dell’attuale destinazione urbanistica (terziario per uffici, servizi e commercio) e interventi di riqualificazione e/o recupero affidati a uno specifico Strumento Urbanistico Esecutivo (Sue).
I rischi dell’approvazione di una Variante così importante erano stati sottolineati in due riunioni di Commissione Urbanistica nel mese di settembre dal Gruppo Consiliare del Pd che aveva posto il problema di alcune proposte di variante molto discutibili: il Sociale di Pallanza, il rudere di parcheggio sotto la Prefettura, l’area floricola Hillebrand in viale Azari, le nuove edificazioni a Biganzolo in via Statuto. Insomma non è solo il cinema sociale a preoccupare, ma il modo complessivo di agire sulle tematiche urbanistiche di questa amministrazione.
Quello dello stop alla variante del cinema sociale è solo un primo risultato. Sono anche altre le scelte che non possono passare sotto silenzio, che devono vedere una forte mobilitazione e consapevolezza dell’intera città.
La più importante e pericolosa è quella dell’area Hillebrand in viale azari: 7.000 mq ora inedificati e, per ora, a destinazione floricola, che potrebbero diventare – se la proposta di variante dei partiti di maggioranza PDL e Lega sarà approvata definitivamente – una nuova, imponente area ad uso commerciale.
Una scelta alla quale siamo assolutamente contrari, una scelta incoerente anche per una forza di maggioranza come la Lega Nord, che di tanto in tanto urla (senza mai combinar nulla) a difesa del piccolo commercio soffocato dai centri commerciali.
Invitiamo quindi tutti i cittadini, le forze sociali ed economiche di questa città a mobilitarsi con noi anche contro questa possibile scelta che, ancora una volta, stravolgerebbe il piano regolatore, apportando modifiche davvero inopportune.
Non vogliamo un enorme centro commerciale in centro città a Pallanza.
Corrado De Ambrogi
Coordinatore Circolo PD Verbania

PD VCO
Ufficio Stampa

Crisi nel VCO: le idee del Pd e di Aldo Reschigna

image Pubblichiamo il contributo di Aldo Reschigna, al dibattito aperto dal quotidiano "La Stampa" in merito al tema della crisi economica e occupazione del VCO.
"La gravità della situazione economica nel VCO è un dibattito che in questi giorni si intreccia con i lavori della cabina di regia istituita presso l’Amministrazione Provinciale del VCO.
Come affrontarla per dare sicurezza al futuro del Vco e dei suoi giovani?
1.Innanzitutto avendo piena consapevolezza della sua gravità e della conseguente risposta che dobbiamo costruire. Ecco perché dobbiamo puntare in alto e cercare di ottenere come avvenuto nel passato, con l’intervento ex GEPI, strumenti straordinari.
2. Dobbiamo rafforzare il sistema produttivo locale. Chiedere agli imprenditori del VCO se a fonte di incentivi, finanziari e non, possono mettere in campo progetti di investimento nel nostro territorio. Abbiamo anche noi delle eccellenze e delle industrie innovative che possono avere un futuro. 3. Dobbiamo aiutare il sistema produttivo a trasformarsi .
Guardando ai dati dell’indotto del casalingo poniamoci l’interrogativo se dobbiamo dare per scontato che quelle aziende, artigiane e non, debbano sparire o se invece possano essere aiutate a costruirsi nuovi mercati o a diventare produttori e non sub fornitori. E’ il senso di una mozione che, su mia iniziativa, ha votato il Consiglio regionale chiedendo alla Regione di stanziare risorse per tale progetto.
4. Dobbiamo fare scelte chiare sull’energia rinnovabile.
Tutti riconosciamo che rappresenta una nostra ricchezza e la legge approvata consente agli enti locali di giocare un ruolo nei confronti di chi ha le concessioni. Gli enti locali possono fare “cassa” per i propri bilanci oppure utilizzare questa nostra ricchezza per rafforzare il sistema economico del Vco. Scegliamo con convinzione la seconda strada.
5. Dobbiamo diventare concreti protagonisti dello scalo di Domo due.
Non basta riconoscere che è un tema strategico; oggi dobbiamo concretamente dire che se la regia di Domo due e la proprietà delle aree non direttamente utilizzate dallo scalo rimangono in capo alle ferrovie non porteremo a casa nessun risultato. Questo deve essere un punto centrale della trattativa con il Governo. I soggetti che oggi sono i più dinamici nello scalo sono tutti privati e non le Ferrovie.
6. Dobbiamo rendere più forte il nostro sistema territoriale.
Per farlo dobbiamo ripartire da temi come la formazione, il sapere, la ricerca.
Per farlo dobbiamo però anche fare scelte coraggiose e rendere più semplice ed efficace il nostro sistema. Troppi soggetti si occupano di tutto ed a volte senza alcun coordinamento tra di loro: guardiamo al turismo, c’è il Distretto, la Provincia, la camera di Commercio, i singoli Comuni, i consorzi tra gli operatori e tutti vogliono fare promozione.
Ma rendere più forte il sistema territoriale significa anche non accontentarci delle posizioni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo continuamente essere i migliori nelle nostre ricchezze, dal lapideo alla floricoltura, dall’economia di montagna al turismo ecc. Per esserlo sempre non basta solo il lavoro degli imprenditori ma tutto un territorio deve aiutare a costruire un sistema forte ed efficace.
7. Dobbiamo credere con forza alla nostra possibilità di innovarci.
Il Polo innovativo sulle energie rinnovabili istituito presso il Parco tecnologico sta, sia pur con fatica, crescendo. Dobbiamo ottenere nuovi investimenti per coinvolgere più imprese, sapendo che le nostre imprese per investire su ricerca ed innovazione debbono farlo non singolarmente ma in maniera associata.
Credo infine che questa crisi nel VCO chieda anzitutto alla politica, alle organizzazioni sindacali ed agli imprenditori di qualunque settore il coraggio di competere sul piano della qualità delle idee e delle proposte progettuali.
Chiede anche alla Comunità del VCO di sapere essere vicina ai lavoratori, alle lavoratrici che faticano e che vivono questi nostri tempi con tanta preoccupazione. Per loro e per le nuove generazioni diamo un futuro a questa nostra terra.

Aldo Reschigna
Presidente gruppo PD Regione Piemonte

Idee per Omegna e per il PD

imageIl centro destra, a Omegna, per una serie di contingenze favorevoli, ha avuto la sua possibilità ed ha fallito. Era tutto sommato ragionevole che, in un contesto nazionale deluso dal Governo Prodi bloccato e diviso, gli elettori omegnesi – nel 2007 – provassero, anche localmente, a indicare una strada diversa rispetto a quella percorsa negli ultimi decenni. Ne è venuta fuori una compagine deludente, sostanzialmente incapace di amministrare non solo in termini di obiettivi strategici per lo sviluppo della città, ma anche sulle “piccole cose” che erano state il loro cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Credo che i cittadini omegnesi, anche quelli che – in assoluta buona fede – speravano che l’alternanza di forze politiche diverse alla guida della città potesse imprimere una svolta positiva  alla città si siano resi conto che non si inventa una classe politico amministrativa dal nulla e che, invece di un auspicabile rinnovamento, si rischia di precipitare in una rovinosa caduta.
Le facili promesse, se disattese, inducono a riflettere (per chi ne ha gli strumenti) ma soprattutto possono determinare disinteresse, disimpegno, rifiuto aprioristico rispetto alla politica. (segue)
Chi allora si vuole porre l’obiettivo di ribaltare l’attuale situazione deve saper confrontarsi con questi due aspetti, uno che potremmo definire “di vantaggio”, un secondo – invece – che potremmo chiamare “di preoccupazione”:
1.    la consapevolezza diffusa che l’Amministrazione Quaretta, il PdL e la Lega non abbiano saputo cogliere l’occasione che era stata loro presentata;
2.    l’opinione altrettanto evidente che molti semplicemente non credono in alcuna alternativa e preferiscono abdicare a qualsivoglia impegno politico amministrativo, tanto “sono tutti uguali”.

Nuovi scenari

Non solo ad Omegna, ma forse soprattutto nel Cusio, lo scenario economico e sociale si è rapidamente modificato negli ultimi anni ed in maniera pesante. Tutte le crisi del passato avevano trovato una via d’uscita; la chiusura di aziende era sempre stata compensata dalla nascita di altre attività produttive ed anche quando era evidente che il lavoro manufatturiero non potesse più espandersi, era ragionevole pensare che l’economia della città e del territorio potesse essere integrata dallo sviluppo dei servizi, delle attività commerciali, turistiche e culturali. Anche le Amministrazioni che si sono succedute hanno saputo governare questo processo e migliorare la qualità della vita in città.  Finito lo sviluppo urbanistico – in parte disordinato  – degli anni sessanta e settanta, Omegna ha saputo dotarsi di infrastrutture e servizi di buona qualità come le strutture sanitarie, gli asili nido e il centro sportivo e, successivamente, ha colto l’esigenza di trasformare la città con investimenti per ampliare l’offerta scolastica, formativa e culturale, mettere in campo politiche sociali attente ai bisogni della gente, ripensare la città con importanti trasformazioni urbanistiche come il recupero del centro storico, il Forum e il resto dell’ ex area Pietra, la passeggiata a lago e lungo la Nigoglia, il rapido ed efficace riassetto idrogeologico dopo l’alluvione del 1996, il rifacimento praticamente totale della rete acquedottistica e fognaria. E’ stupefacente che in questi ultimi anni di gestione del centro destra, l’unico ricorrente e stonato ritornello fosse quello di lamentarsi degli oneri residui lasciati dalle “precedenti amministrazioni di sinistra”; sono costi legati ad investimenti che erano assolutamente necessari per lo sviluppo della città.
Ma ora lo scenario – come si diceva – è in rapida evoluzione ed è necessario, da parte del centro sinistra e di chi ambisce ad amministrare la città, non semplicemente ribattere e polemizzare in maniera tutto sommato sterile alle lamentazioni e all’immobilismo della Giunta Quaretta.
E’ indispensabile tracciare nuove vie, ripercorrendo solo in parte le intuizioni strategiche abbozzate in passato: certamente il futuro di Omegna si giocherà sull’integrazione tra il mantenimento di alcune attività produttive e lo sviluppo del terziario (nelle sue varie accezioni), ma la qualità di questa integrazione è tutta da verificare e ripensare.
Alcune linee guida, ma soprattutto esemplificazioni e concreti progetti (peraltro da verificare e approfondire):

LAVORO, INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Solo un’ industria qualificata, caratterizzata da innovazioni di prodotto e di tecnologia, avrà la possibilità di competere in un’economia globalizzata; per capire questa verità, non dobbiamo peraltro andare lontano poiché un importante esempio l’abbiamo in casa con Alessi che – praticamente unica tra le aziende del casalingo – ha saputo adeguarsi positivamente, anzi indicare la strada giusta da seguire.
Anche l’artigianato che, in passato, aveva assicurato un tessuto connettivo importantissimo per le attività industriali locali, può continuare ad avere un futuro solo se è capace di “emanciparsi” attraverso una fortissima specializzazione, oppure attraverso la costituzione di una filiera di produzione che assicuri autonomia invece che dipendenza.
In quest’ottica è possibile lavorare per l’inserimento dei giovani in nuove attività produttive, verificando anche possibili iniziative di tipo cooperativo o contratti di lavoro innovativi come quelli ipotizzati dal giuslavorista Ichino (sperimentalmente, perché non proporli nei contratti integrativi aziendali o territoriali?)
Esiste peraltro una fascia di lavoratori che lavorano o hanno lavorato in aziende in crisi, difficilmente recuperabili ad attività produttive similari, ai quali è necessario dare delle risposte concrete ai loro problemi. Le situazioni vanno viste per quelle che sono, oggettivamente diverse a seconda dei casi: per chi è relativamente giovane è indispensabile chiedere a Regione e Provincia l’attivazione di corsi di formazione e riqualificazione legati ai progetti di nuovi insediamenti che vengono prospettati da Provincia, Tecnoparco e Camera di Commercio; per gli altri, è importante non solo garantire gli ammortizzatori sociali che accompagnino alla pensione, ma individuare microprogetti, socialmente utili, che possano dare una prospettiva dignitosa e valorizzare le persone anche sul piano umano.

COMMERCIO, TURISMO E SPORT
Sono le alternative che, in realtà, non sono mai decollate. Forse è utile ricordare a noi stessi e a chi si occupa di questi settori che non si tratta di pensare a soluzioni che – da un punto quantitativo – possono sostituire il lavoro che, in passato, era quello operaio e manifatturiero. Anchi qui, probabilmente, la chiave di lettura è “la qualità”. Lamentarsi che il commercio è in crisi perché si sono aperti i supermercati non serve, bisogna invece trovare la strada per specializzarsi, lavorare per obiettivi comuni, stringere sinergie con l’ente locale.
Il turismo su cui puntare, ad Omegna, è – per forza di cose – quello “di nicchia” (ad esempio il turismo scolastico legato a Rodari e alla ludoteca, sempre che non si banalizzi e si lasci scadere anche questa opportunità), quello complementare all’offerta turistica già esistente ad Orta e sul Lago Maggiore, quello “alternativo” dell’escursionismo a piedi o in bicicletta o in camper.
Lo sport, ma anche le attività motorie fruibili da una più ampia massa di persone, possono essere – più di quanto già non sia – un’importante occasione di migliorare la qualità della vita per i residenti, ma anche attrarre una certa categoria di turisti o di utenti del territorio circostante. Il Centro Sportivo, la valorizzazione del Monte Zuoli, di percorsi sentieristici e ciclabili, l’attività sportiva giovanile sono gli aspetti su cui puntare. Questi sono anche i settori a cui indirizzare i giovani verso lavori di tipo nuovo per il nostro territorio.

OFFERTA SCOLASTICA, FORMATIVA E ATTIVITA’ CULTURALI

Si è lavorato molto, in passato, in questa direzione (Istituzione del Liceo Artistico che si è affiancato a quello Scientifico, culminato con la costruzione in corso della nuova sede,  tempo pieno e indirizzo musicale nella scuola primaria, sviluppo di attività legate alla formazione professionale, Università della III° età, nascita della Fondazione Museo Arti e Industria e della ludoteca legata a Gianni Rodari). Proseguire su questa strada, diversamente dallo scadimento di questi ultimi tempi, è assolutamente fondamentale, ma si tratta anche di lavorare per migliorare strutture e organizzazione; è auspicabile, una volta finito il nuovo Liceo (più del corso musicale sarebbe forse utile richiedere il corso linguistico), verificare le seguenti ipotesi:
•    la creazione di due Istituti Comprensivi in luogo delle due direzioni didattiche e della scuola media, con cicli elementari-medie sia a Crusinallo che a Cireggio, oltre che ad Omegna;
•    concentrare, se possibile, ITC e Dalla Chiesa nell’edificio di via Colombera (oltre a quello delle ex scuole elementari di Crusinallo);
•    dismettere l’edificio della Madonna del Popolo e pensare di trasferire le elementari di Omegna negli edifici attualmente occupati dal Dalla Chiesa e/o dalla formazione professionale;
•    utilizzare gli spazi del palazzo di via De Amicis, oltre che per la scuola media, per l’educazione degli adulti e la formazione professionale (ed eventualmente per uffici comunali).

SERVIZI SOCIALI, SANITARI E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

l’esperienza del CISS di Omegna (unico a carattere interprovinciale) ha significato che è possibile superare i municipalismi e individuare un assetto organizzativo, funzionale, finanziario accettabile e garante di un rapporto costi benefici positivo. E’ una strada da proseguire, sperabilmente senza contrapposizioni partitiche come quelle che il centro destra ha voluto forzare esautorando senza motivi e prima della scadenza naturale la gestione precedente.
l’Ospedale di Omegna (polialbulatori ASL e centro Ortopedico di Quadrante), nel contesto dato è quanto di “possibile” avere; si possono certo ipotizzare soluzioni di altro tipo come la riproposizione dell’ospedale unico, ma l’obiettivo più ragionevole per i prossimi anni è il consolidamento di questa situazione. Analogo discorso per la Casa di Riposo e per le sue convenzioni con l’Asl per le degenze post acuzie o malattie croniche.
La scelta recente dell’Amministrazione Comunale (contrastata) di concentrare il servizio degli asili nido in due strutture invece che in tre è accettabile se vengono mantenuti, in termini qualitativi e quantitativi, i servizi precedenti. E’ la linea della qualità, dell’efficienza e della compatibilità economica che non va combattuta, ma assunta con coraggio.
Le associazioni di volontariato esistenti a Omegna (numerose e attive) sono un patrimonio di valore che va preservato, seguito con attenzione e valorizzato non solo attraverso il lavoro di un assessore preposto, ma con possibili deleghe specifiche a consiglieri comunali e attraverso il coinvolgimento dei Consigli di Quartiere.

SERVIZI AMBIENTALI
In questi anni, spesso se non esclusivamente su iniziativa di amministratori del centro sinistra, alcuni servizi importanti come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la gestione del ciclo idrico integrato, oltre ai trasporti, sono diventati servizi gestiti a livello intercomunale o provinciale. E’ stata una scelta lungimirante che diventa, ora, addirittura scelta obbligata sia per le disposizione di legge, sia per oggettiva necessità in termini di efficienza e di efficacia. Bisogna proseguire su questa strada, assicurando peraltro il controllo pubblico sia delle scelte generali, sia di quelle tecnico gestionali. l’amministrazione comunale e i cittadini, anche attraverso il dibattito e il confronto di cui i partiti e le associazioni possono e debbono essere protagonisti, hanno il compito di esercitare una efficace attività di indirizzo e controllo, tesi sia a garantire i migliori standard di servizio, sia la salvaguardia ambientale. Mantenere e incrementare la raccolta differenziata e l’effettivo riciclo dei materiali, garantire i necessari investimenti per la qualità delle acque, incrementare l’uso del trasporto pubblico sono gli orizzonti strategici su cui misurarsi; l’efficiente gestione industriale di questi servizi deve porsi l’obiettivo di contenere costi e tariffe, senza però pregiudicare gli investimenti necessari.

URBANISTICA E TRASFORMAZIONE DELLA CITTA’

Il percorso da compiere, con più determinazione di prima, è quello individuato già da anni. Trasformazione delle aree industriali e artigianali dismesse o collocate in zone ormai a diversa destinazione urbanistica in aree destinate ad usi abitativi, a servizi pubblici e privati, privilegiando la qualità rispetto alla quantità; riutilizzo degli edifici esistenti evitando ulteriori consumi del suolo, ben sapendo – peraltro – che questo indirizzo non va assunto in maniera manichea poiché possono esistere aree di completamento, già urbanizzate o facilmente urbanizzabili, che consentono di soddisfare alcune esigenze che si presentassero. In questo quadro, diventano essenziali alcune aree strategiche come la ex Girmi, la ex conceria Beltrami, l’area della Fiumetta o del lungo Strona tra Crusinallo e Verta, Agrano, lo stesso Monte Zuoli e la vetta del Mottarone.

RISORSE

E’ forse il capitolo più importante di tutti. Le parole d’ordine sono ottimizzazione e razionalizzazione, ma anche integrazione, nella più assoluta trasparenza, tra pubblico e privato. Garanzia e qualità dei servizi, ma anche taglio dei costi. Una sfida difficile, ma l’unica credibile. Ne abbiamo già parlato riferendoci al capitolo dei servizi sociali, sanitari e ambientali. Si dovrà porre mano a nuove ipotesi per la gestione del centro sportivo visto che – entro il 2011 – il Comune non potrà più conservare la proprietà della Srl (e neppure ritornare ad una gestione diretta) e verificare l’assetto della Fondazione Museo Arti e Industria che, invece, potrebbe ulteriormente espandersi e consolidare le attività che svolge.
E’ però importante ipotizzare altre cose come la compartecipazione a progetti sovracomunali per attività sociali, culturali e turistiche, la possibilità di formalizzare convenzioni con società private, singoli cittadini, associazioni no profit per microgestioni di aree pubbliche o di piccoli servizi.
Tutto da vedere e da verificare, infine, l’assetto delle risorse finanziarie disponibili per l’Amministrazione Comunale ovvero trasferimenti da parte della Commissione Europea, dello Stato e della Regione, imposizione fiscale locale; sono questioni fondamentali sulle quali – peraltro – si può intervenire, localmente, solo in modo limitato. La questione “demaniale”, ma anche quella di possibili alienazioni o trasferimenti di proprietà comunali è un altro aspetto da valutare con cura, senza pregiudiziali, ma studiando bene il rapporto costi benefici. Su tutti questi aspetti c’è l’incertezza di fondo legata alla realizzazione o meno del federalismo, ma sono tutti aspetti per i quali non è accettabile il dilettantismo o addirittura il semplice disinteresse come se fossero elementi invariabili.

IL PARTITO DEMOCRATICO
I temi sopra indicati  dovranno essere quelli su cui lavorare, riflettere, ascoltare punti di vista, individuare un percorso plausibile poiché su di essi e sulla nostra capacità di farli considerare elementi essenziali per il futuro della città si gioca la nostra credibilità per tornare ad amministrare Omegna. Ma il partito ed il suo ruolo non possono esaurirsi su questi temi.
Coinvolgere soprattutto i giovani e coloro che si disinteressano alla politica o, peggio, la considerano semplicemente qualcosa da evitare o da subire presuppone una visione più ampia, la disponibilità e la capacità di affrontare altri temi come la globalizzazione, l’etica, i valori e i diritti, ma anche questioni “più leggere” come lo spettacolo, lo sport, il divertimenti, lo stare insieme in modo felice. Anche di questo il partito di Omegna dovrà occuparsi con un lavoro di squadra, coinvolgendo tutti, ma avendo un occhio di riguardo per la competenza, la disponibilità, l’impegno. Non dovrà essere trascurato anche il compito di maggiormente coinvolgere le varie anime del Partito Democratico poiché, anche nel Cusio, questo processo è rimasto a livello embrionale.
Le riunioni dovranno essere, di norma, settimanali per la segreteria e il direttivo, mensili o bimensili (su temi specifici) per l’assemblea degli iscritti. E’ opportuno che vengano convocate non solo presso la sede del Circolo Ferraris, ma anche in altri luoghi per favorire il più ampio contatto con le realtà cittadine.
E’ importante, ogni volta, fissare un ordine del giorno a cui attenersi e concludere la riunione con un verbale ed eventualmente con impegni o decisioni fissate.
E’ importante che si sviluppino commissioni o gruppi di lavoro che potranno – di volta in volta – proporre relazioni, relazioni o proposte al direttivo.
In preparazione della scadenza elettorale amministrativa (ed, eventualmete, di quella politica o di quella regionale che – peraltro – non saranno determinate da noi) è necessario un rapporto con le altre forze politiche della città (quelle del centro sinistra, ma anche interlocutori diversi, come i Consigli di Quartiere, possibili liste civiche e soggetti o gruppi non istituzionali) in modo da verificare sia contenuti programmatici, sia indicazioni di candidature non solo per il ruolo di Sindaco, ma anche di candidati a ricoprire altri ruoli amministrativi (assessori, enti di II° grado, presenze in enti e associazioni). Il compito di condurre questi incontri è della segreteria e del gruppo consiliare.
Entro il 2011 dovrà essere completato il percorso per individuare le candidature di cui sopra con l’ipotesi di procedere a primarie di coalizione.
La lista del PD per il rinnovo del Consiglio Comunale dovrà essere caratterizzata da poche figure “storiche” e da un alto tasso di rinnovamento, anche generazionale e di genere.
Il Circolo di Omegna e la sua segreteria dovrà assumere anche il ruolo di coordinamento sia politico che amministrativo con tutta la realtà cusiana, compreso i territori della Provincia di Novara gravitanti sul lago d’Orta. Il segretario del Circolo di Omegna o suo rappresentante dovrà richiedere di essere parte integrante del gruppo dirigente provinciale.

                Gianni Desanti

BONIFICA EX ENICHEM convegno sabato 26 giugno a Pieve Vergonte

image Ecco i link che potete cliccare per vedere i servizi televisi relativi al convegno pubblico organizzato sabato scorso a Pieve Vergonte.
I° Servizio VCO Sat     II° servizio VCO Sat      Servizio VCO Azzurra TV BONIFICA EX ENICHEM per l’ambiente e per il lavoro:convegno di approfondimento confronto e proposta.
È questo il titolo dell’iniziativa pubblica organizzata per sabato 26 giugno dalle ore 09 presso il Centro Massari a Pieve Vergonte.
Un confronto con relazioni di esperti e tecnici, contributi di associazioni e forze politiche al quale sono invitati i lavoratori, cittadini, amministratori, parlamentari, consiglieri regionali, per una inizitiva a cura dei gruppi consiliari regionali del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori, di Sinistra Ecologia e Libertà.
PROGRAMMA
– Introduzione: Maria Grazia Medali Assessore Ambiente Comune di Pieve Vergonte

– Relazione di presentazione del convegno: Paolo Riva, dipendente tecnico Tessenderlo

– Il progetto di bonifica: Stefano Rigatelli, Regione Piemonte

– Il ruolo di ARPA per le bonifiche del territorio: Luigi Guidetti, direttore ARPA VCO

– Gli inquinanti nel Toce e nel Lago Maggiore: Piero Guilizzoni, CNR Pallanza

– Le opportunità per le aziende del VCO: Maurizio Colombo, Camera Commercio

– Energia per il territorio: Enrico Borghi, Presidente di Tecnoparco

– Finalmente si parte?: Paolo Marchioni, cda ENI e vice Presidente Provincia VCO

– Mantenere e sviluppare un polo industriale: Silvano De Regibus, Sindacato Chimici VCO

– Contributi delle forze politiche promotrici del convegno:

> Alfonso Gianni, Sinistra Ecologia e Libertà

> Aldo Reschigna, capogruppo PD in Consiglio Regionale

> Patrizia Bugnano, senatrice IDV, Commissione Industria del Senato

– Dibattito

– Conclusione dei lavori con la presentazione di un documento di proposta