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Taglio del 5 per mille alle associazioni: il PD si mobilita.

image Il Partito Democratico del VCO presenterà nei prossimi giorni un ordine del giorno nei Comuni del VCO e, attraverso il gruppo, anche al consiglio della Provincia del Verbano Cusio Ossola per protestare contro il "bel regalo di Natale" che Tremonti ed il govewrno Berlusconi hanno fatto al volontariato nazionale (un "bel" regalo in vista del 2011 Anno Europeo del Volontariato!).
L’ordine del giorno chiede: "si ristabilisca il diritto dei cittadini a veder assegnato all’ente prescelto il 5 per mille delle proprie imposte e non solo una piccola parte. O che almeno si riduca il danno ripristinando il precedente stanziamento, al fine di non sottrarre risorse preziose al terzo settore e al mondo della ricerca scientifica e sanitaria, che ha utilizzato negli ultimi anni le risorse derivanti dal 5 per mille per fare fronte alla progressiva riduzione dei fondi statali alla ricerca".
Nel mirino il taglio previsto dalla Legge di stabilità presentata da tremonti e approvata dalla Camera, che riduce 75 per cento il 5 per mille versato dai contribuenti in favore di enti o associazioni di loro scelta.
Un taglio che limita in maniera drastica la possibilità di operare per molte associazioni di volontariato che basavano sugli introiti del 5 per mille dei cittadini alcune delle loro iniziative basilari. Pubblichiamo il testo dell’ODG (quello per il consiglio provinciale)

Il Consiglio Provinciale del Verbano Cusio Ossola
Premesso che

• Nella legge di stabilità approvata dalla Camera dei Deputati sono previsti pesantissimi tagli ai fondi per il sociale, che non possono non creare forte preoccupazione per il peggioramento delle condizioni di vita che nei prossimi anni dovranno affrontare le cittadine e i cittadini italiani più bisognosi di un supporto pubblico. A questi si aggiunge un taglio del 75% ai fondi del 5 per mille, che avrebbero dovuto essere risorse aggiuntive ma in realtà in questi anni hanno rappresentato una forma di integrazione dei minori stanziamenti di risorse pubbliche per il terzo settore;
• questa scelta equivale ad una vera e propria provocazione per tutto il Terzo Settore e rappresenta un attacco alle associazioni di volontariato che rischiano seriamente di non poter più aiutare i cittadini più fragili e bisognosi;
• in questo modo quasi quindici milioni di cittadini contribuenti che hanno scelto di sostenere il volontariato e il Terzo Settore con il 5 per mille, vengono traditi nella loro libera scelta.
• questo provvedimento è solo l’ultimo schiaffo per il non profit. Da marzo infatti sono state cancellate le agevolazioni sulle tariffe postali e così oggi inviare bollettini e comunicazioni ai sostenitori costa il 340% in più. C’è inoltre il taglio al fondo nazionale per le politiche sociali: 435 milioni nel 2010, 35 nel 2011.
• nel testo ora all’esame del Senato viene ridotto drasticamente il Fondo per il diritto al lavoro del disabili (L.68), si passa infatti da un assestato per il 2010 di 42 milioni di euro, a 11,76 milioni di euro per il 2011, con una riduzione di ben 30,24 milioni. Ed è previsto per gli anni 2012 e 2013 un ulteriore taglio, arrivando al 2013 con soli 2,73 milioni. Queste risorse sono quelle che vengono date come sgravi contributivi alle aziende, proprio per favorire l’inserimento lavorativo dei disabili. Senza queste risorse si rischia che questo processo attivato con la L. 68 si interrompa, che i disabili siano riconsegnati ad una vita di non lavoro, scaricati sulla propria famiglia e sui servizi sociali (che però non avranno nessuna possibilità di prendersene cura, visti i tagli agli Enti Locali);
• Viene azzerato il fondo per la non autosufficienza. Dai 300 milioni del 2010 allo zero euro del 2011. Ed è noto quanto sia crescente il bisogno di servizi e di assistenza per una fetta di popolazione in continuo aumento.
Nel fare nostre le preoccupazioni di Andrea Olivero, presidente del Forum del terzo settore quando afferma che «La riduzione delle risorse ci dice anche che la sussidiarietà non è l’architrave del nostro welfare, ma solo un lusso che oggi non possiamo più permetterci».

Sostiene

le richieste del terzo settore chiedendo al Governo e al Parlamento di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al Volontariato e al Terzo Settore.

Considerato inoltre che
il 2011 è l’Anno Europeo del Volontariato

Nel 2011 verrà infatti celebrato anche il 10° anniversario dell’Anno Internazionale del Volontariato delle Nazioni Unite che nel 2001 dimostrò l’alto livello di attenzione dall’opinione pubblica per i volontari e il loro contributo alla società

Chiede

che si ristabilisca il diritto dei cittadini a veder assegnato all’ente prescelto il 5 per mille delle proprie imposte e non solo una piccola parte. O che almeno si riduca il danno ripristinando il precedente stanziamento, al fine di non sottrarre risorse preziose al terzo settore e al mondo della ricerca scientifica e sanitaria, che ha utilizzato negli ultimi anni le risorse derivanti dal 5 per mille per fare fronte alla progressiva riduzione dei fondi statali alla ricerca.

Impegna

a intraprendere, anche attraverso la commissione consigliare di riferimento, un percorso di ascolto delle realtà e dei soggetti rappresentativi del non profit del Vco per consentire l’adozione di politiche pubbliche utili e condivise al fine della valorizzazione di questi soggetti come protagonisti fondamentali e preziosi del nostro territorio

la Giunta Provinciale a sostenere in ogni sede le istanze del presente ordine del giorno

Risultati definitivi dei congressi. I nuovi coordinatori di circolo

image Dopo lo svolgimento dei congressi di circolo del Partito Democratico tra l’8 ed il 9 ottobre e dopo l’esame dei verbali degli stessi congressi, è ufficiale la vittoria di Antonella Trapani che con 310 voti pari al 51,3%, è la nuova segretaria provinciale del partito democratico del VCO. Silvia Marchioni ha ottenuto invece 294 voti pari al 48,7%.
Il voto è così suddiviso nelle tre zone:
Antonella Trapani, Verbano voti 95 pari al 48,7%, Cusio 72 voti pari al 40,2%, Ossola 143 voti pari al 62,2%.
Silvia Marchionini, Verbano 100 voti pari al 51,3%, Cusio 107 voti pari al 59,8%, Ossola 87 voti pari al 37,8%.
Ottima l’affluenza degli iscritti al voto. Sono stati complessivamente 612 gli iscritti votanti sui più di 900 aventi diritto, ovvero il 67%.
Quindi un ringraziamento sincero va a tutti gli iscritti che hanno partecipato e portato il loro contributo.
Nella stessa sede sono stati eletti i coordinatori di circolo:
A Verbania Corrado De Ambrogi è il nuovo coordinatore di circolo con 64 voti, contro i 38 ricevuti da Marco Tartari.
Ad Omegna è Marco Travaglini il nuovo coordinatore con 80 voti, contro i 70 di Marco Tagliaferri.
Sono stati eletti nei rispettivi circoli (con candidatura unitaria): Davide Cantamessa per il circolo di Vogogna/Premosello, Lorenzo Maffioli per il circolo di Mergozzo, Roberto Birocco per il circolo di Gravellona Toce, Albino Barazzetti per il circolo della Valle Vigezzo, Nino Leopardi per il circolo di Domodossola, Francesco Squizzi per il circolo di Villadossola, Michele Di Lonardo per il circolo di Crevoladossola, Bruno Ferrante per il circolo di Piedimulera, Giavina Aldo per il circolo di Pieve Vergonte, Danda Martina per il circolo di Varzo/Trasquera, Milena De Boni per il circolo della Valle Antrona, Giovanni David per il circolo di Stresa/Belgirate, Francesca Zammaretti per il circolo Alto Verbano, Donatella Buratti per il circolo di Baveno, Patrizia Carbonara per il circolo di Cossogno. Saranno nominati successivamente i coordinatori dei circoli di Casale Corte Cerro, San Bernardino Verbano, Arizzano/Bee/Vignone/Premeno, Ornavasso/Anzola e Ghiffa/Oggebbio.

Di seguito un breve curriculum del nuovo segretario:

– Antonella Trapani, 34 anni, laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano. Ha svolto un’attività costante nel volontariato, convive ed ha un figlio piccolo, Michele, pratica la libera professione.
In campo amministrativo la sua esperienza nasce nel 2005 nella lista civica di minoranza al comune di Crevoladossola. Da marzo 2010 ricopre l’incarico di vicesindaco di Crevoladossola in una lista civica.
l’esperienza politica incomincia nel 2006 con l’iscrizione ai Democratici di Sinistra per i quali fu membro del Consiglio regionale di garanzia. Con la nascita del Partito Democratico ricopre il ruolo di Coordinatore del Circolo di Crevoladossola ed è membro dell’assemblea provinciale.

Per la commissione per il congresso
Alberto Nobili

Partito Democratico del VCO a Congresso: candidati e programmi.

image Qui sotto due interviste sulle tv locali alle due candidate Silvia Marchioni (clicca qui) e Antonella Trapani (clicca qui).
I congressi di circolo si svolgeranno nel week end tra l’8 ed il 9 ottobre e vedranno l’elezione diretta da parte degli iscritti del segretario provinciale e dell’assemblea provinciale, dei coordinatori di circolo e del direttivo di circolo. Potete vedere e scaricare cliccando qua il regolamento congressuale
Cliccando qui potete scaricare orari e luogo di svolgimento dei congressi.
Alla carica di segretario provinciale del Partito Democratico si sono candidati, in ordine di presentazione, Silvia Marchionini con il documento “PD per davvero di Tutti” e Antonella Trapani con il documento “Per il partito del NOI ! ”.
Di seguito un breve curriculum dei candidati:
Silvia Marchionini, 35 anni, laureata in Sociologia, insegnante, attualmente dipendente di Vco Formazione.
E’ eletta nel 1995 nel Consiglio Comunale di Cossogno, già assessore alla Comunità Montana Valgrande e nel Cda del Consorzio dei servizi Sociali del Verbano, diventa Sindaco di Cossogno nel 2004, riconfermata nel 2009.
Prima esperienza partitica nel 2007 con il Partito Democratico di Veltroni, fa parte fino al 2009 dell’esecutivo provinciale.
Nubile, vive a Cossogno, cerca di dedicarsi alla corsa in montagna, privilegia gli autori italiani. Frase preferita: "mai disperare".

Antonella Trapani, 34 anni, laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano. Ha svolto una attività costante nel volontariato, convive ed ha un figlio piccolo Michele, pratica la libera professione.
In campo amministrativo la sua esperienza nasce nel 2005 nella lista civica di minoranza al comune di Crevolaodossola. Da marzo 2010 ricopre l’incarico di vicesindaco di Crevoladossola in una lista civica.
l’esperienza politica incomincia nel 2006 con l’iscrizione ai Democratici di Sinistra per i quali fu membro del Consiglio regionale di garanzia. Con la nascita del Partito Democratico ricopre il ruolo di Coordinatore del Circolo di Crevoladossola ed è mebro dell’assemblea provinciale.

MA CHE FINE HA FATTO IL PALATENDA DI VERBANIA?

Una struttura di rilevante valore economico è stata smantellata per supposta inagibilità e dopo un tortuoso giro è finita (barattata!!) a una cooperativa del novarese, che la destinerà proprio a quelle manifestazioni per le quali a Verbania la struttura era “inagibile”. Robe da matti.
Come un fiume carsico, ciclicamente torna nel dibattito cittadino il destino della tensostruttura di piazza F.lli Bandiera, smantellata sei mesi fa in fretta e furia da Destra e Lega Nord. Con una delibera confezionata addirittura dopo che lo smantellamento aveva avuto inizio, la Giunta ha ceduto gratuitamente la struttura all’ all’Ordine di Malta, "in considerazione di una migliore fruibilità del bene per l’utilizzo che l’organizzazione di volontariato intende farne in relazione alle peculiari attività di soccorso e prevenzione, attivate in diversi ambiti quali la prevenzione degli incendi boschivi, il soccorso in acqua, la ricerca delle persone disperse e la promozione della cultura del volo,con ricaduta a vantaggio della popolazione tutta….". Tutto diverso quello che è i realtà accaduto. Alberto Actis, rappresentante dell’Ordine di Malta e consigliere comunale PdL, incalzato da qualche giornalista per sapere che fine avesse fatto il tendone, ha comunicato che il tendone non è stato utilizzato – come pubblicamente annunciato – come hangar montare a Megolo (Pieve Vergonte) per ospitare i velivoli di prevenzione incendi, ma è stata barattato con la cooperativa La Formica di San Pietro Mosezzo, che lo userà per feste campestri, in cambio di un hangar ecc. ecc.
Insomma, il tendone rimosso perché secondo la Giunta non era più agibile per ospitare manifestazioni e costato centinaia di migliaia di euro a Banca d’Intra e Comune, è stato di fatto regalato ad una cooperativa del novarese per farci………..manifestazioni! Straordinario.
A noi, grazie alla genialità dell’Amministrazione di PdL/Lega, è rimasta la spianata di cemento in stato di progressivo degrado. Passati sei mesi di inerzia, ho proposto di destinare immediatamente l’area a parcheggio, cosa che non pregiudica né temporanei, diversi utilizzi ricreativi (pista di pattinaggio invernale o su rotelle…) né la ripresa del progetto Arroyo 1. La riqualificazione di piazza F.lli Bandiera sta infatti nel progetto del nuovo teatro: in attesa che vi ritorni, nessun intervento strutturale va fatto su quell’area. Dunque, piuttosto che lasciare il degrado indecente di quella spianata, si aprano rampe e cancelli, si tracci la segnaletica orizzontale e si utilizzi la piattaforma per aumentare la sosta libera: nessun inutile investimento, nessuna spesa pregiudizievole, limitazione dell’abbandono e del degrado. E il prima possibile la ripresa del progetto del nuovo teatro, il solo in grado di dare dignità, respiro, significato e futuro a quell’area.

aRTICOLO TRATTO DA VERBANIASETTANTA è un foglio virtuale di informazione prodotto da Claudio Zanotti, consigliere comunale di Verbania. All’indirizzo info@verbaniasettanta.it possono essere inviati contributi, riflessioni, testi, nuovi indirizzi di posta elettronica. Gli arretrati possono essere letti sul sito www.verbaniasettanta.it
 

Idee per Omegna e per il PD

imageIl centro destra, a Omegna, per una serie di contingenze favorevoli, ha avuto la sua possibilità ed ha fallito. Era tutto sommato ragionevole che, in un contesto nazionale deluso dal Governo Prodi bloccato e diviso, gli elettori omegnesi – nel 2007 – provassero, anche localmente, a indicare una strada diversa rispetto a quella percorsa negli ultimi decenni. Ne è venuta fuori una compagine deludente, sostanzialmente incapace di amministrare non solo in termini di obiettivi strategici per lo sviluppo della città, ma anche sulle “piccole cose” che erano state il loro cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Credo che i cittadini omegnesi, anche quelli che – in assoluta buona fede – speravano che l’alternanza di forze politiche diverse alla guida della città potesse imprimere una svolta positiva  alla città si siano resi conto che non si inventa una classe politico amministrativa dal nulla e che, invece di un auspicabile rinnovamento, si rischia di precipitare in una rovinosa caduta.
Le facili promesse, se disattese, inducono a riflettere (per chi ne ha gli strumenti) ma soprattutto possono determinare disinteresse, disimpegno, rifiuto aprioristico rispetto alla politica. (segue)
Chi allora si vuole porre l’obiettivo di ribaltare l’attuale situazione deve saper confrontarsi con questi due aspetti, uno che potremmo definire “di vantaggio”, un secondo – invece – che potremmo chiamare “di preoccupazione”:
1.    la consapevolezza diffusa che l’Amministrazione Quaretta, il PdL e la Lega non abbiano saputo cogliere l’occasione che era stata loro presentata;
2.    l’opinione altrettanto evidente che molti semplicemente non credono in alcuna alternativa e preferiscono abdicare a qualsivoglia impegno politico amministrativo, tanto “sono tutti uguali”.

Nuovi scenari

Non solo ad Omegna, ma forse soprattutto nel Cusio, lo scenario economico e sociale si è rapidamente modificato negli ultimi anni ed in maniera pesante. Tutte le crisi del passato avevano trovato una via d’uscita; la chiusura di aziende era sempre stata compensata dalla nascita di altre attività produttive ed anche quando era evidente che il lavoro manufatturiero non potesse più espandersi, era ragionevole pensare che l’economia della città e del territorio potesse essere integrata dallo sviluppo dei servizi, delle attività commerciali, turistiche e culturali. Anche le Amministrazioni che si sono succedute hanno saputo governare questo processo e migliorare la qualità della vita in città.  Finito lo sviluppo urbanistico – in parte disordinato  – degli anni sessanta e settanta, Omegna ha saputo dotarsi di infrastrutture e servizi di buona qualità come le strutture sanitarie, gli asili nido e il centro sportivo e, successivamente, ha colto l’esigenza di trasformare la città con investimenti per ampliare l’offerta scolastica, formativa e culturale, mettere in campo politiche sociali attente ai bisogni della gente, ripensare la città con importanti trasformazioni urbanistiche come il recupero del centro storico, il Forum e il resto dell’ ex area Pietra, la passeggiata a lago e lungo la Nigoglia, il rapido ed efficace riassetto idrogeologico dopo l’alluvione del 1996, il rifacimento praticamente totale della rete acquedottistica e fognaria. E’ stupefacente che in questi ultimi anni di gestione del centro destra, l’unico ricorrente e stonato ritornello fosse quello di lamentarsi degli oneri residui lasciati dalle “precedenti amministrazioni di sinistra”; sono costi legati ad investimenti che erano assolutamente necessari per lo sviluppo della città.
Ma ora lo scenario – come si diceva – è in rapida evoluzione ed è necessario, da parte del centro sinistra e di chi ambisce ad amministrare la città, non semplicemente ribattere e polemizzare in maniera tutto sommato sterile alle lamentazioni e all’immobilismo della Giunta Quaretta.
E’ indispensabile tracciare nuove vie, ripercorrendo solo in parte le intuizioni strategiche abbozzate in passato: certamente il futuro di Omegna si giocherà sull’integrazione tra il mantenimento di alcune attività produttive e lo sviluppo del terziario (nelle sue varie accezioni), ma la qualità di questa integrazione è tutta da verificare e ripensare.
Alcune linee guida, ma soprattutto esemplificazioni e concreti progetti (peraltro da verificare e approfondire):

LAVORO, INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Solo un’ industria qualificata, caratterizzata da innovazioni di prodotto e di tecnologia, avrà la possibilità di competere in un’economia globalizzata; per capire questa verità, non dobbiamo peraltro andare lontano poiché un importante esempio l’abbiamo in casa con Alessi che – praticamente unica tra le aziende del casalingo – ha saputo adeguarsi positivamente, anzi indicare la strada giusta da seguire.
Anche l’artigianato che, in passato, aveva assicurato un tessuto connettivo importantissimo per le attività industriali locali, può continuare ad avere un futuro solo se è capace di “emanciparsi” attraverso una fortissima specializzazione, oppure attraverso la costituzione di una filiera di produzione che assicuri autonomia invece che dipendenza.
In quest’ottica è possibile lavorare per l’inserimento dei giovani in nuove attività produttive, verificando anche possibili iniziative di tipo cooperativo o contratti di lavoro innovativi come quelli ipotizzati dal giuslavorista Ichino (sperimentalmente, perché non proporli nei contratti integrativi aziendali o territoriali?)
Esiste peraltro una fascia di lavoratori che lavorano o hanno lavorato in aziende in crisi, difficilmente recuperabili ad attività produttive similari, ai quali è necessario dare delle risposte concrete ai loro problemi. Le situazioni vanno viste per quelle che sono, oggettivamente diverse a seconda dei casi: per chi è relativamente giovane è indispensabile chiedere a Regione e Provincia l’attivazione di corsi di formazione e riqualificazione legati ai progetti di nuovi insediamenti che vengono prospettati da Provincia, Tecnoparco e Camera di Commercio; per gli altri, è importante non solo garantire gli ammortizzatori sociali che accompagnino alla pensione, ma individuare microprogetti, socialmente utili, che possano dare una prospettiva dignitosa e valorizzare le persone anche sul piano umano.

COMMERCIO, TURISMO E SPORT
Sono le alternative che, in realtà, non sono mai decollate. Forse è utile ricordare a noi stessi e a chi si occupa di questi settori che non si tratta di pensare a soluzioni che – da un punto quantitativo – possono sostituire il lavoro che, in passato, era quello operaio e manifatturiero. Anchi qui, probabilmente, la chiave di lettura è “la qualità”. Lamentarsi che il commercio è in crisi perché si sono aperti i supermercati non serve, bisogna invece trovare la strada per specializzarsi, lavorare per obiettivi comuni, stringere sinergie con l’ente locale.
Il turismo su cui puntare, ad Omegna, è – per forza di cose – quello “di nicchia” (ad esempio il turismo scolastico legato a Rodari e alla ludoteca, sempre che non si banalizzi e si lasci scadere anche questa opportunità), quello complementare all’offerta turistica già esistente ad Orta e sul Lago Maggiore, quello “alternativo” dell’escursionismo a piedi o in bicicletta o in camper.
Lo sport, ma anche le attività motorie fruibili da una più ampia massa di persone, possono essere – più di quanto già non sia – un’importante occasione di migliorare la qualità della vita per i residenti, ma anche attrarre una certa categoria di turisti o di utenti del territorio circostante. Il Centro Sportivo, la valorizzazione del Monte Zuoli, di percorsi sentieristici e ciclabili, l’attività sportiva giovanile sono gli aspetti su cui puntare. Questi sono anche i settori a cui indirizzare i giovani verso lavori di tipo nuovo per il nostro territorio.

OFFERTA SCOLASTICA, FORMATIVA E ATTIVITA’ CULTURALI

Si è lavorato molto, in passato, in questa direzione (Istituzione del Liceo Artistico che si è affiancato a quello Scientifico, culminato con la costruzione in corso della nuova sede,  tempo pieno e indirizzo musicale nella scuola primaria, sviluppo di attività legate alla formazione professionale, Università della III° età, nascita della Fondazione Museo Arti e Industria e della ludoteca legata a Gianni Rodari). Proseguire su questa strada, diversamente dallo scadimento di questi ultimi tempi, è assolutamente fondamentale, ma si tratta anche di lavorare per migliorare strutture e organizzazione; è auspicabile, una volta finito il nuovo Liceo (più del corso musicale sarebbe forse utile richiedere il corso linguistico), verificare le seguenti ipotesi:
•    la creazione di due Istituti Comprensivi in luogo delle due direzioni didattiche e della scuola media, con cicli elementari-medie sia a Crusinallo che a Cireggio, oltre che ad Omegna;
•    concentrare, se possibile, ITC e Dalla Chiesa nell’edificio di via Colombera (oltre a quello delle ex scuole elementari di Crusinallo);
•    dismettere l’edificio della Madonna del Popolo e pensare di trasferire le elementari di Omegna negli edifici attualmente occupati dal Dalla Chiesa e/o dalla formazione professionale;
•    utilizzare gli spazi del palazzo di via De Amicis, oltre che per la scuola media, per l’educazione degli adulti e la formazione professionale (ed eventualmente per uffici comunali).

SERVIZI SOCIALI, SANITARI E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

l’esperienza del CISS di Omegna (unico a carattere interprovinciale) ha significato che è possibile superare i municipalismi e individuare un assetto organizzativo, funzionale, finanziario accettabile e garante di un rapporto costi benefici positivo. E’ una strada da proseguire, sperabilmente senza contrapposizioni partitiche come quelle che il centro destra ha voluto forzare esautorando senza motivi e prima della scadenza naturale la gestione precedente.
l’Ospedale di Omegna (polialbulatori ASL e centro Ortopedico di Quadrante), nel contesto dato è quanto di “possibile” avere; si possono certo ipotizzare soluzioni di altro tipo come la riproposizione dell’ospedale unico, ma l’obiettivo più ragionevole per i prossimi anni è il consolidamento di questa situazione. Analogo discorso per la Casa di Riposo e per le sue convenzioni con l’Asl per le degenze post acuzie o malattie croniche.
La scelta recente dell’Amministrazione Comunale (contrastata) di concentrare il servizio degli asili nido in due strutture invece che in tre è accettabile se vengono mantenuti, in termini qualitativi e quantitativi, i servizi precedenti. E’ la linea della qualità, dell’efficienza e della compatibilità economica che non va combattuta, ma assunta con coraggio.
Le associazioni di volontariato esistenti a Omegna (numerose e attive) sono un patrimonio di valore che va preservato, seguito con attenzione e valorizzato non solo attraverso il lavoro di un assessore preposto, ma con possibili deleghe specifiche a consiglieri comunali e attraverso il coinvolgimento dei Consigli di Quartiere.

SERVIZI AMBIENTALI
In questi anni, spesso se non esclusivamente su iniziativa di amministratori del centro sinistra, alcuni servizi importanti come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la gestione del ciclo idrico integrato, oltre ai trasporti, sono diventati servizi gestiti a livello intercomunale o provinciale. E’ stata una scelta lungimirante che diventa, ora, addirittura scelta obbligata sia per le disposizione di legge, sia per oggettiva necessità in termini di efficienza e di efficacia. Bisogna proseguire su questa strada, assicurando peraltro il controllo pubblico sia delle scelte generali, sia di quelle tecnico gestionali. l’amministrazione comunale e i cittadini, anche attraverso il dibattito e il confronto di cui i partiti e le associazioni possono e debbono essere protagonisti, hanno il compito di esercitare una efficace attività di indirizzo e controllo, tesi sia a garantire i migliori standard di servizio, sia la salvaguardia ambientale. Mantenere e incrementare la raccolta differenziata e l’effettivo riciclo dei materiali, garantire i necessari investimenti per la qualità delle acque, incrementare l’uso del trasporto pubblico sono gli orizzonti strategici su cui misurarsi; l’efficiente gestione industriale di questi servizi deve porsi l’obiettivo di contenere costi e tariffe, senza però pregiudicare gli investimenti necessari.

URBANISTICA E TRASFORMAZIONE DELLA CITTA’

Il percorso da compiere, con più determinazione di prima, è quello individuato già da anni. Trasformazione delle aree industriali e artigianali dismesse o collocate in zone ormai a diversa destinazione urbanistica in aree destinate ad usi abitativi, a servizi pubblici e privati, privilegiando la qualità rispetto alla quantità; riutilizzo degli edifici esistenti evitando ulteriori consumi del suolo, ben sapendo – peraltro – che questo indirizzo non va assunto in maniera manichea poiché possono esistere aree di completamento, già urbanizzate o facilmente urbanizzabili, che consentono di soddisfare alcune esigenze che si presentassero. In questo quadro, diventano essenziali alcune aree strategiche come la ex Girmi, la ex conceria Beltrami, l’area della Fiumetta o del lungo Strona tra Crusinallo e Verta, Agrano, lo stesso Monte Zuoli e la vetta del Mottarone.

RISORSE

E’ forse il capitolo più importante di tutti. Le parole d’ordine sono ottimizzazione e razionalizzazione, ma anche integrazione, nella più assoluta trasparenza, tra pubblico e privato. Garanzia e qualità dei servizi, ma anche taglio dei costi. Una sfida difficile, ma l’unica credibile. Ne abbiamo già parlato riferendoci al capitolo dei servizi sociali, sanitari e ambientali. Si dovrà porre mano a nuove ipotesi per la gestione del centro sportivo visto che – entro il 2011 – il Comune non potrà più conservare la proprietà della Srl (e neppure ritornare ad una gestione diretta) e verificare l’assetto della Fondazione Museo Arti e Industria che, invece, potrebbe ulteriormente espandersi e consolidare le attività che svolge.
E’ però importante ipotizzare altre cose come la compartecipazione a progetti sovracomunali per attività sociali, culturali e turistiche, la possibilità di formalizzare convenzioni con società private, singoli cittadini, associazioni no profit per microgestioni di aree pubbliche o di piccoli servizi.
Tutto da vedere e da verificare, infine, l’assetto delle risorse finanziarie disponibili per l’Amministrazione Comunale ovvero trasferimenti da parte della Commissione Europea, dello Stato e della Regione, imposizione fiscale locale; sono questioni fondamentali sulle quali – peraltro – si può intervenire, localmente, solo in modo limitato. La questione “demaniale”, ma anche quella di possibili alienazioni o trasferimenti di proprietà comunali è un altro aspetto da valutare con cura, senza pregiudiziali, ma studiando bene il rapporto costi benefici. Su tutti questi aspetti c’è l’incertezza di fondo legata alla realizzazione o meno del federalismo, ma sono tutti aspetti per i quali non è accettabile il dilettantismo o addirittura il semplice disinteresse come se fossero elementi invariabili.

IL PARTITO DEMOCRATICO
I temi sopra indicati  dovranno essere quelli su cui lavorare, riflettere, ascoltare punti di vista, individuare un percorso plausibile poiché su di essi e sulla nostra capacità di farli considerare elementi essenziali per il futuro della città si gioca la nostra credibilità per tornare ad amministrare Omegna. Ma il partito ed il suo ruolo non possono esaurirsi su questi temi.
Coinvolgere soprattutto i giovani e coloro che si disinteressano alla politica o, peggio, la considerano semplicemente qualcosa da evitare o da subire presuppone una visione più ampia, la disponibilità e la capacità di affrontare altri temi come la globalizzazione, l’etica, i valori e i diritti, ma anche questioni “più leggere” come lo spettacolo, lo sport, il divertimenti, lo stare insieme in modo felice. Anche di questo il partito di Omegna dovrà occuparsi con un lavoro di squadra, coinvolgendo tutti, ma avendo un occhio di riguardo per la competenza, la disponibilità, l’impegno. Non dovrà essere trascurato anche il compito di maggiormente coinvolgere le varie anime del Partito Democratico poiché, anche nel Cusio, questo processo è rimasto a livello embrionale.
Le riunioni dovranno essere, di norma, settimanali per la segreteria e il direttivo, mensili o bimensili (su temi specifici) per l’assemblea degli iscritti. E’ opportuno che vengano convocate non solo presso la sede del Circolo Ferraris, ma anche in altri luoghi per favorire il più ampio contatto con le realtà cittadine.
E’ importante, ogni volta, fissare un ordine del giorno a cui attenersi e concludere la riunione con un verbale ed eventualmente con impegni o decisioni fissate.
E’ importante che si sviluppino commissioni o gruppi di lavoro che potranno – di volta in volta – proporre relazioni, relazioni o proposte al direttivo.
In preparazione della scadenza elettorale amministrativa (ed, eventualmete, di quella politica o di quella regionale che – peraltro – non saranno determinate da noi) è necessario un rapporto con le altre forze politiche della città (quelle del centro sinistra, ma anche interlocutori diversi, come i Consigli di Quartiere, possibili liste civiche e soggetti o gruppi non istituzionali) in modo da verificare sia contenuti programmatici, sia indicazioni di candidature non solo per il ruolo di Sindaco, ma anche di candidati a ricoprire altri ruoli amministrativi (assessori, enti di II° grado, presenze in enti e associazioni). Il compito di condurre questi incontri è della segreteria e del gruppo consiliare.
Entro il 2011 dovrà essere completato il percorso per individuare le candidature di cui sopra con l’ipotesi di procedere a primarie di coalizione.
La lista del PD per il rinnovo del Consiglio Comunale dovrà essere caratterizzata da poche figure “storiche” e da un alto tasso di rinnovamento, anche generazionale e di genere.
Il Circolo di Omegna e la sua segreteria dovrà assumere anche il ruolo di coordinamento sia politico che amministrativo con tutta la realtà cusiana, compreso i territori della Provincia di Novara gravitanti sul lago d’Orta. Il segretario del Circolo di Omegna o suo rappresentante dovrà richiedere di essere parte integrante del gruppo dirigente provinciale.

                Gianni Desanti

Un comune che non aiuta.

Una storia da raccontare, per capire come la nuova giunta di Verbania  “aiuta” alcune associazioni della città ad organizzare una manifestazione.
Antefatto: un bel numero d’associazioni verbanesi (sotto potete leggere l’elenco completo) si è mosso, per il secondo anno consecutivo, organizzando nel pomeriggio del 25 aprile un’iniziativa chiamata “fratelli d’Italia, cittadini del mondo”, un pomeriggio con musica, parole e danze per il diritto di cittadinanza.
Domanda: cosa fa una giunta di fronte a tante associazioni di volontariato che si muovono per organizzare un evento in città? Li aiuta?
Macche, a Verbania la risposta è un po’ di bastoni nelle ruote.
Vediamo perché e come. La richiesta di utilizzo della Piazza Ranzoni è stata inoltrata con congruo anticipo (fine marzo).
Cosa fa il Comune? Risponde dopo pochi giorni? No, l’autorizzazione (nonostante diverse sollecitazioni) è rilasciata soltanto venerdì 23 aprile (due giorni prima!) e non per la piazza richiesta (piazza Ranzoni) ma per un’altra (San Vittore).
Pare che, a differenza delle solite autorizzazioni che i vigili urbani gestiscono in autonomia, qui sia stata la giunta a voler dire la propria.
Addirittura, su un pezzetto di carta allegato alla documentazione del comune, è comunicato che per Piazza San Vittore s’intende lo spazio posto sul retro della Basilica (insomma, meno gente li vede meglio è, avranno pensato quelle volpi della giunta).
A questo punto le associazioni (supponiamo un po’ arrabbiate) hanno cercato di contattare il Sindaco ed, almeno, hanno “strappato” la possibilità di fare l’iniziativa nella parte principale della Piazza e non dietro la Chiesa, nella parte nascosta.
La domanda sorge spontanea: visto che altre manifestazioni in contemporanea non ci sono state, né in piazza san Vittore né in Piazza Ranzoni, perché non dare la piazza richiesta? perchémandarli in un altro luogo meno visibile? Tra l’altro la domenica i negozi sono chiusi e non si dava nemmeno “fastidio” ai commercianti (ammesso che portare gente in centro ad Intra sia negativo per i commercianti).
E perché aspettare sino a due giorni prima della manifestazione (23 giorni dalla richiesta) prima di dare il permesso?  Possiamo immaginare i problemi logistici per chi ha organizzato nel venire a sapere che tutto è spostato in altro luogo 48 ore prima dell’evento stesso (senza considerare altri problemi, come ad esempio la pubblicizzazione dell’evento, con la diffusione per giorni di un volantino che indicava piazza Ranzoni e non certo San Vittore, i comunicati stampa, facebook ecc).
Le Associazioni poi, hanno richiesto al Comune anche il montaggio del palco spettacoli ed il patrocinio dell’iniziativa.
Mentre l’ufficio tecnico (a livello informale), comunicava a voce che il palco era già montato per altre iniziative in piazza Ranzoni del giorno prima e problemi in merito non c’erano, le associazioni scoprono lo stesso venerdì mattina (due giorni prima) che il palco a loro  il Comune non lo concede (agli altri si) e non c’è nemmeno l’ombra del patrocinio (che invece il Comune ha dato in passato a quesi simpaticoni di "Casa Pound" – si, proprio loro, quelli che il Duce lo rimpiangono -).
Insomma un bell’aiuto all’associazionismo locale da parte della Giunta e un bell’esempio di coerenza.
Le considerazioni le lasciamo a chi legge: ricordiamo solo che era un’iniziativa per il 25 Aprile.
Qualcuno evidentemente della Giunta, ci si permetta la battuta, voleva liberarsi delle associazioni.
Ricordiamo le numerose associazioni coinvolte

21 marzo // A ruota libera // Camminare Insieme // Caritas Verbano // Caleidoscopio // CGIL // Chiesa Evangelica Metodista // Comunità rumena // Divieto di sosta // Emergency // Gruppo 096 di Amnesty International // Libera – Presidio G. Ambrosoli // Manitese // Nonsoloaiuto // Punto @ Capo // Raggio Verde // Sottosopra // Siraje // Tantevoci // Unione degli Studenti /

Coordinamento Provinciale PD

Circolo PD Verbania