Archivi tag: urbanistica

4.Idee di lavoro

IDEE DI LAVORO
1. Costi della politica

2. L’identità della Comunità

3. Le risorse

4. Un territorio unico

5. Far tornare i conti

6. I cittadini

7. Da zero a cent’anni

UN TERRITORIO UNICO
• Bisogna verificare le scelte percorse fino ad oggi e dotare al più presto il Comune di un nuovo Piano Regolatore che tenga conto delle reali esigenze del paese, che razionalizzi le risorse disponibili puntando ad obiettivi concreti a vantaggio di tutti.

• Non si intende censurare l’utilizzo delle varianti parziali al Piano Regolatore, ma farne un uso più corretto, valutandone le motivazioni, pubblicizzandone la fattibilità e coinvolgendo il maggior numero di interessati, così da esaudire fini collettivi e non solo di singoli.

• l’obiettivo della pianificazione urbanistica non può essere solo quello di prevedere l’occupazione di territorio libero, ma di attuare il completamento di programmi urbanistici già approvati o di recuperare e qualificare il patrimonio edilizio esistente, in questo ultimo caso anche con incentivi che consentano aumenti di volumetrie oltre quelle attualmente consentite dagli strumenti urbanistici vigenti nelle zone sature.

• Per favorire ed incentivare il recupero dei nuclei antichi, sarà considerato l’abbattimento degli oneri del costo di costruzione e di urbanizzazione a carico del proponente l’intervento.

• Laddove si verificasse l’imposizione di vincoli idrogeologici ingiustificati, occorrerà adoperarsi per limitarne le conseguenti imposizioni.

• Affiancato al Piano Regolatore dovrà essere predisposto un “Piano Colore” per armonizzare gli interventi soprattutto nei nuclei di particolare rilevanza storica e ambientale.

• Anche per il PEEP riteniamo debbano essere riconsiderati i progetti di espansione di tipo economico-popolare, previsti nel Piano Regolatore vigente all’altezza di via Piemonte. Riteniamo prioritaria, rispetto a qualsiasi intervento espansivo di quella realtà, la ricerca di soluzioni per risolvere i problemi strutturali di carenza di servizi e di coesione urbana che in più di un’occasione sono stati manifestati con preoccupati segnali di allarme dagli stessi cittadini. Si dovrà partire dal ridisegnare, con il contributo dei residenti e anche con destinazione urbanistica diversa, la zona antistante le scuole e la palestra, progettata per accogliere servizi commerciali, ma mai decollata e ora in stato di profondo degrado.

• La questione viabilità del PEEP e collegamento al nuovo ponte sull’Ovesca, dovrà considerare i progetti e i finanziamenti ormai approvati, ma dovrà, ove possibile, mitigare con mirate soluzioni progettuali le problematiche sorte in merito ad alcuni accessi alle proprietà.

• Andranno ricercate e perseguite verso la Provincia quelle azioni volte a migliorare accessibilità e parcheggi delle zone alte del paese.

• In tema di viabilità occorre predisporre un sistema di controllo e rallentamento della velocità sia nelle zone centrali che in quelle periferiche del paese divenute pericolose.

• La trasformazione in atto dell’area ex-laminatoio Sisma, dovrà essere valutata senza pregiudizi, cercando tutti i possibili miglioramenti sulle scelte attuate in merito alla viabilità, all’impatto ambientale e alla vivibilità complessiva dell’intero centro del paese. La “vicenda piazza Repubblica” insegna che non è possibile affrontare come problemi a sé stanti questioni che sono invece parte di problemi relativi all’assetto urbano complessivo del paese. Con questa logica finiscono per prevalere interessi particolari e viene persa una visione complessiva di bene comune che bisognerebbe sempre cercare di raggiungere.

• Il paese necessita di una attività di educazione ambientale e di interventi in favore della pulizia di alcune aree come lungo il fiume Toce, ed interventi di completamento come l’area adiacente “La Fabbrica” che versano in uno stato di abbandono al limite della decenza.

• l’Amministrazione dovrà rispettare le direttive europee affinché le forniture oggetto di appalto rispondano ai requisiti di eco-compatibilità e riguardino beni prodotti secondo gli standard del marchio Europeo Ecolabel in tema di emissioni di sostanze volatili, processi di produzione attenti al risparmio energetico e riciclo di materie prime.

4.Linee guida

LINEE GUIDA PER UN’AMMINISTRAZIONE
1. Riduzione delle spese
per la politica

2. Contro il degrado delle
relazioni tra i cittadini

3. I soldi delle tasse comunali
vanno tulizzati meglio

4. Amministrare e non farsi
amministrare

5. Non affidiamo lo sviluppo al solo cemento

6. Il rispetto per le persone,
una rinnovata idea di Comunità

7. L’imperativo è crescere,
lo dobbiamo ai nostri figli

 

AMMINISTRARE E NON
FARSI AMMINISTRARE
Il bene pubblico viene prima di qualsiasi interesse economico privato. Favorire i secondi solo quando sono in diretta relazione con il primo.
Occorre uscire da una impostazione amministrativa tendente a mediare solo gli interessi privati confidando poi che dalla loro soddisfazione derivi indirettamente un beneficio pubblico, bisogna ribaltare completamente questa impostazione che è la causa principale dei tanti guai che ognuno di noi ha sotto agli occhi in termini di cattivo utilizzo del territorio, cattive realizzazioni infrastrutturali e sperpero di risorse.
Dobbiamo smettere di farci governare dagli interessi economici e dobbiamo, invece, provare noi a governare questi interessi in funzione del bene pubblico. Mettere quindi al centro l’idea di bene pubblico e relazionarsi con gli interessi privati per realizzarlo.
Trovare l’equilibrio tra gli uni, gli interessi economici, e l’altro, il bene pubblico, è sinonimo di una buona amministrazione che sa che il territorio non è inesauribile e ogni intervento che facciamo oggi su di esso condiziona il futuro di chi verrà dopo di noi. In questo ambito occorrerà, con misura, mettere mano, ove possibile, agli strumenti di pianificazione urbanistica predisposti negli ultimi anni ed adeguarli ai concetti sopra esposti.
Villadossola dispone di un’altissima concentrazione di case popolari eredità storica legata anche alla presenza di importanti insediamenti industriali, oggi per la gran parte dismessi. Larga parte di questo patrimonio abitativo necessita di adeguati interventi di riqualificazione; il Comune nel farsi tramite con gli enti preposti dovrà favorire tali riqualificazioni piuttosto che promuovere ulteriori insediamenti.