Assestamento di Bilancio in regione: la posizione del PD

image La Giunta regionale ha depositato in prima Commissione il maxiemendamento al finto assestamento di bilancio depositato il 31 maggio.
Inspiegabilmente l’assessore al bilancio non ha voluto illustrare il maxiemendamento che evidentemente rappresenta il cuore della manovra della Giunta Cota. E’ la prima volta che succede, a nulla sono serviti gli inviti venuti da molti esponenti dell’opposizione. Eppure la Commissione è il luogo in cui maggioranza e opposizione discutono i provvedimenti, preparandosi così per la successiva discussione in aula.
La manovra – afferma Aldo Reschigna, capogruppo in consiglio regionale – non rappresenta affatto quella svolta politicoprogrammatica come hanno sostenuto il presidente Cota e gli esponenti del centrodestra. I 100 milioni in più promessi per lo sviluppo sono in realtà poco più di 50, trentasei dei quali per il funzionamento della formazione professionale, una ventina per il settore attività produttive. Anche sul fronte ricerca e innovazione il saldo tra risorse aggiunte e risorse tolte porta l’incremento a una cifra inferiore ai 2 milioni di euro. Non è
difficile immaginare che, con queste risorse, l’intervento della nuova Giunta non potrà essere gran che dissimile dalle politiche di sviluppo assunte dalla Giunta Bresso.
Nel settore sanitario spicca il taglio di 7 milioni e mezzo nella prevenzione. Pesante il taglio delle politiche sociali, di oltre 25 milioni di euro. Oltre 40 i milioni di euro tagliati a Cultura e turismo.
C’è poi una ulteriore richiesta di contrazione di mutui per 135 milioni di euro, che porta l’indebitamento per l’anno in corso a circa 650 milioni di euro.
Non una sola parola è stata spesa per illustrarci i presunti sprechi della precedente amministrazione, così a lungo sbandierati sugli organi di informazione.
In conclusione, emerge il quadro di un bilancio di natura tecnica, senza alcun respiro politico. IL quadro di una maggioranza che si prepara a gestire l’esistente senza alcun elemento di innovazione o di forte caratterizzazione politica, se non il taglio delle politiche sociali e culturali.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

Taglio delle province: VCO cancellato?

image In una sola settimana la maggioranza di centrodestra che governa l’Italia è riuscita ad esprimere quanto segue circa il taglio delle province, diventate ingiustamente emblema dei costi della politica:
1) Decreto anticrisi
Abolizione delle province con meno di 220.000 abitanti, deroghe per quelle confinanti con stati esteri o appartenenti a regioni a statuto speciale: in Piemonte VCO salvo, Biella e Vercelli cancellate.
2) Proposta del presidente leghista di Biella e condivisa (a Porta a Porta) dal presidente leghista della Regione Piemonte Cota: riunire sotto la provincia di Novara le quattro province del Piemonte nord-orientale (Novara, Vercelli, Biella, VCO).  Appare strana questa inversione di tendenza da parte dei leghisti che prima delle elezioni chiedevano autonomia per il VCO ed ora propongono di tornare alla situazione esistente nel 1927. 3) Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera Donato Bruno (PDL – Puglia)propone di usare la carta delle autonomie per cancellare tutte le province con popolazione inferiore a 200.000 abitanti, salvando quelle siciliane e sarde perché autonome e, di fatto, spianando la strada alla proposta leghista di cui sopra.
MORALE: delle nove province da tagliare (su 110 totali) tre sono in Piemonte VCO, Biella, Vercelli.
Il gruppo provinciale del PD chiede al Presidente Nobili di adoperarsi, anche nella veste di presidente dell’ Unione delle Province Piemontesi, affinché sia evidenziato il ruolo delle province, soprattutto di quelle, come il VCO, periferiche, demograficamente deboli, formate da molti comuni di piccole dimensioni e finanziariamente parsimoniose.
Chiediamo inoltre al Presidente Nobili di farsi portavoce, nelle sedi romane, di questo fondamentale concetto: l’importanza delle province non si misura in proporzione al numero degli abitanti ma soprattutto in relazione alla vastità ed alla complessità del territorio.
Se prendesse piede questa sciagurata ipotesi i piccoli comuni del VCO avrebbero difficoltà a gestire molte iniziative, i risparmi sarebbero pressoché nulli, continuerebbero ad esistere tutti gli enti in cui si annidano le cause del debito pubblico: due camere formate da 1.000 persone, 20 regioni di cui alcune con popolazione inferiore a quella delle province che si vorrebbe abolire, le province metropolitane e tutte quelle, anche più piccole del VCO (sarde e siciliane) che sono situate in regioni a statuto speciale.
Sarebbe una bella conquista per il nord e per la montagna!

Per il Gruppo del Partito Democratico in Provincia
Il capogruppo
Giuseppe Grieco

Andiamo OltreVCO

Incontro Andiamo OltreVCO, lunedi5 5 luglio alle ore 21 presso il salone della casa del Popolo a Gravellona Toce.
All’ordine del giorno organizzazione dell’incontro "EnergieVCO" con Pippo Civati, discussione sulla prossima stagione congressuale e politica. L’invito Èesteso a tutti gli iscritti e democratici del VCO.

La visita di Damiano ad Omegna per la Bialetti.

image Cliccando qui potete vedere il servizio televisivo sulla visita di Damiano ad Omegna.
L’Onorevole Cesare Damiano, responsabile nazionale dell’Unità Aziende in crisi del PD (ex ministro del Lavoro), sarà ad Omegna lunedì 7 giugno. Dalle ore 12.45 sino alle 14 incontrerà i lavoratori della Bialetti davanti alla entrata della fabbica in frazione Verta Brughiere.
"La situazione della Bialetti – afferma Damiano – e delle altre fabbriche del VCO, testimonia come il nodo della questione occupazione sta arrivando al pettine. Il tasso di disoccupazione all’8,9% e’ il peggiore dal 2001, come ricorda l’istat.
Naturalmente, a questi dati va aggiunto il peso della cassa integrazione che, al momento, contiene nuovi potenziali disoccupati. Quello che spaventa e’ il dato relativo ai giovani: e’ quasi del 30% il tasso di disoccupazione. Per questo insistiamo circa la necessita’ che la manovra finanziaria contenga, oltre che un ragionevole tasso di equita’ sociale, anche una quota di risorse destinata allo sviluppo e alla difesa dell’occupazione.
Chiediamo di trasferire le risorse inutilmente stanziate per favorire la stipula di contratti di produttivita’ aziendali, che come e’ noto sono l’ultimo pensiero di aziende e lavoratori in tempo di crisi, verso la diminuzione del costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire il passaggio dalle flessibilita’ alla stabilita’ del lavoro per i giovani.
Purtroppo la manovra di Tremonti va in tutt’altra direzione."

CHE FINE HA FATTO IL VICEPRESIDENTE ROSSO?

image Che fine ha fatto il vicepresidente della giunta regionale Roberto Rosso?
Da quando, durante la due giorni di Consiglio che ha varato bilancio e finanziaria, è brillato per la sua assenza in aula e la sua presenza a Montecitorio, ci aspettavamo un segnale del suo interesse per il Piemonte e per l’importante funzione istituzionale che ricopre. Invece niente.
Deve essere un lavoro molto sotterraneo quello che svolge, da assessore al lavoro, perché in questi giorni, nonostante la manovra economica nazionale e i continui segnali negativi sul fronte occupazione, non lo abbiamo visto molto presente. {mosimage} La speranza è che sia impegnato a scrivere la lettera di dimissioni, in modo da risolvere l’incompatibilità, come gli avevamo consigliato. E che lo stesso stiano facendo il presidente Cota, troppo occupato in trasmissioni televisive a difendere la manovra in quanto deputato, e il consigliere Buonanno.
Ma cosa succederebbe se le dimissioni di Rosso non fossero dalla Camera, cui appare molto affezionato, ma dall’incarico di vicepresidente assunto meno di due mesi fa? Credo che il presidente
Cota si renda conto che un rimpasto di Giunta, così in fretta e per un ruolo così importante, non sarebbe un buon segnale per il Piemonte e certificherebbe la sua debolezza nella formazione di un governo
regionale incapace di reggere per due mesi.
Aldo ReschignaUfficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico