Borghi: sorpresi e amareggiati nei modi e nei contenuti

L’uscita dal Partito Democratico del senatore Enrico Borghi, annunciata questa mattina, ci lascia sorpresi e amareggiati nei modi e nei contenuti. Sentiamo il dovere di difendere la nostra comunità politica da quella che appare essere una vicenda riguardante più che altro il ceto politico nazionale, piuttosto che il popolo democratico degli iscritti. 
Non possiamo inoltre non sottolineare che questa scelta lede fortemente il rapporto fiduciario costruito tra gli elettori e le elettrici del nostro collegio che hanno votato il Senatore Borghi come capolista del Partito Democratico.
Fino a ieri abbiamo lavorato assieme sul percorso politico di questi mesi, sia locale che nazionale, e pur nel rispetto delle posizioni congressuali assunte, nessun elemento è emerso che ci facesse immaginare questa sua scelta. Non è quindi frutto di un percorso condiviso con altri, ma una scelta individuale.
Nel merito delle critiche poste, che rimangono sempre legittime, e le giustificazioni addotte di una presunta posizione attuale del PD “massimalista” o addirittura “estremista”, ci appaiono come evidenti forzature e non corrispondono alla nostra linea politica.
Il Partito Democratico ha scelto, con l’elezione del nuovo gruppo dirigente, di caratterizzarsi maggiormente su alcuni temi come lavoro, ambiente, diritti ecc., ma rimane, sempre e comunque, una casa in grado di accogliere e far vivere al suo interno le varie anime del centro sinistra che hanno animato il PD, a partire da quella riformista e cattolica.
Su questo continueremo ad impegnarci come gruppo dirigente del Verbano Cusio Ossola, per una comunità che rimane forte e solida.

La Segreteria Provinciale del Partito Democratico del VCO

Un commento su “Borghi: sorpresi e amareggiati nei modi e nei contenuti”

  1. Credo che il tentativo di motivate una scelta come quella di Borghi, per molti verso sconcertante, rievocando lo scontro nel PD tra le radici cristiane e quelle laiche sia solo fumo negli occhi da rifiutare decisamente. Il PD è nato effettivamente da una fusione FREDDA determinato da una contingenze storica, ma poi I legami sono stati riscaldati e rinsaldati dalla comune APPARTENENZA, a fronte di un discrimine a destra che oggi è ancor più evidente di ieri. Si può discutere di una scelta come quella del senatore Borghi, ma non per rievocare l’ideologia di un cattolicesimo preconciliare da contrapporre ad un massimalismo che non esiste. Non giova deformare il quadro per proprie piccole convenienze quando l’invariante comune è il recupero di un orizzonte politico a sinistra (sia laico che credete) che si era andato perdendo. E questo è palese in questa fase, a cominciare dall’antifascismo coniugato all’oggi. Quanto alla questione Borghi, essa non esiste più dato lo stato dei fatti: le nostre intelligenza vanno orientate sulla politica del da farsi nella speranza, appena possibile, di sostituire chi se ne va (per ragioni sue) con giovani ancor più bravi ed affidabili. Andarsene si può, lasciar andare è necessario e perfino opportuno. Lanciare per aria score e cascami nocivi è inaccettabile e irresponsible. Un caro saluto. Tiziano

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