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Incontro sulla sanità

sanitaL’incontro sulla sanità svoltosi al Tecnoparco venerdì scorso certifica un passaggio nuovo rispetto al tormentato periodo apertosi un anno fa e che a questo punto possiamo lasciarci alle spalle.

I dati evidenti di questa svolta sono importanti e, alla luce dei commenti emersi, vorremmo sottolinearli.

In Piemonte ci saranno 5 nuovi ospedali: Novara e Torino con le città della salute; Alba (che finalmente vede in chiusura la sua tragica via crucis che ha intasato per un decennio una splendida vallata con una struttura mai compiuta); Asl TO5 che trova una quadra ora sull’ospedale unico e il VCO che è invitato ad uguale sforzo.

L’ospedale sarà costruito in funzione di un cronoprogramma stretto (circa 4 anni) e con una modalità di project financing: cioè chi costruirà avrà in gestione servizi accessori dell’ospedale.

I  Sindaci che sono intervenuti venerdì, a cominciare da Verbania, Omegna e Domodossola si sono riconosciuti con forza in questo percorso, mettendo da parte le difficoltà dell’ultimo anno e guardando al futuro con lo spirito giusto.

Ora è necessario che, rapidamente e con altrettanta determinazione, tutti i Consigli Comunali e i Comuni concordino sul progetto che nel breve il Direttore Caruso promuoverà presso l’assemblea dei Sindaci.

Noi confermiamo l’impegno a che il percorso sia il più rapido e fluido.

Riccardo Brezza
Segretario PD Circolo di Verbania
Davide Lo Duca
Capogruppo PD – Consiglio Comunale di Verbania

Rispetto al Consiglio Comunale di ieri sera

palazzo FlaimRispetto ai fatti del Consiglio Comunale di ieri sera è importante fare alcune precisazioni.

Una maggioranza deve sempre garantire il numero legale in Consiglio Comunale e quanto accaduto ieri segnala un problema che va affrontato e risolto con prontezza e decisione. Il gruppo e la segreteria che rappresento dovranno al più presto prendere decisioni in merito per evitare che situazioni spiacevoli come quella di ieri sera accadano nuovamente.

La minoranza ha giocato il proprio ruolo mettendo in scena il più antico tra i “teatrini” della politica. Far mancare il numero legale per fermare i lavori del Consiglio: nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Paladini della nuova politica che utilizzano metodi dal sapore antico. Qualcuno potrebbe dire che ognuno gioca la sua parte in Consiglio; è certo però che i rappresentanti della città non dovrebbero giocare.

I temi all’ordine del giorno erano importanti: il futuro di Casa Ceretti, interventi a sostegno del reddito, progetti a sostegno delle politiche giovanili in città, ristrutturazioni di scuole ed altre importanti iniziative. La minoranza con la sua assenza ha impedito il procedere di queste azioni, configurando così più un danno alla città che al nostro gruppo politico.

L’assenza di alcuni Consiglieri del Partito Democratico è da imputare a mere ragioni organizzative e non vi è alcuna logica politica alla spalle o assenza strategica per segnalare un dissenso, è comunque un fatto rilevante, che capita in ogni ciclo amministrativo, e che come ho già detto, non dovrà ripetersi.

Su alcuni giornali locali sono state attribuite al Sindaco dichiarazioni nelle quali si addosserebbe la colpa di quelle assenze al Capogruppo Lo Duca e al sottoscritto. Avendo affrontato con la stessa la questione sono certo che non si tratti di dichiarazioni autentiche ma di libere interpretazioni, ma so invece che né io né Lo Duca avremmo potuto evitare quanto accaduto poiché non siamo stati avvisati da alcuni Consiglieri rispetto alla loro assenza avvenuta per ragioni personali all’ultimo momento.

Detto ciò è sicuramente vero che la responsabilità politica della conduzione del gruppo PD e del Partito in città ricade sulle nostre spalle e su nessun altro, ed è quindi evidente che useremo questa responsabilità per prendere tutte le decisioni che riterremo opportune per superare questa situazione, in piena condivisione con il gruppo e con la segreteria che rappresento, ma anche nella piena autonomia che i nostri ruoli ci garantiscono.

Riccardo Brezza
Segretario PD Verbania

Esternalizzazione del forno crematorio

flaimIl via libera di mercoledì 23 settembre del Consiglio Comunale alla esternalizzazione del forno crematorio ubicato al cimitero di Pallanza è la conclusione di un ragionamento che prende atto da un lato della necessità di investire in maniera importante su una seconda linea, tecnologicamente avanzata, destinata a sostituire quella esistente (avviata a fine servizio e con crescenti problemi di tenuta tecnica e ambientale) nonché dell’opportunità di migliorare in maniera significativa l’offerta di spazi deputati ai servizi annessi al forno (sala commiato, camera delle celle frigorifere, ecc..); dall’altro della difficoltà di reperire fondi attraverso l’indebitamento per effettuare investimenti (causa un patto di stabilità fortemente limitante).

In funzione della scelta del Consiglio, la Giunta valuterà l’affidamento tramite project financing.

Attraverso questo strumento del Codice degli Appalti sarà selezionata la proposta di finanza effettuata dal soggetto privato che avrà convinto di più in termini di: investimento nella realizzazione dell’opera; proposta di gestione della stessa; riconoscimento al Comune di entrate attraverso il versamento di parte dei ricavi effettuati; contenimento dell’impatto ambientale; mantenimento, nonché eventuale incremento, della forza lavorativa coinvolta attualmente nel servizio.

Oggi il forno crematorio è  un’opera che funziona in parte (problemi tecnici ne hanno ridotto fortemente le attività) producendo oltre i suoi costi  ma andando a trovarsi  avanti ad un deterioramento progressivo e un impatto ambientale crescente mentre l’offerta privata dei forni crematori si modifica e fa della specializzazione e di alte competenze tecniche i pilastri per resistere nel tempo.

Quindi la domanda è: il Comune deve investire direttamente in opere ad alto impatto tecnologico (con i limiti dettati dalla difficoltà ad indebitarsi) e nel reclutamento e nella formazione di personale specializzato, o sapere mettere le condizioni perché le imprese investano da noi dando in cambio ritorni di natura sociale (lavoro)  ed economica (pagamento dei diritti sui ricavi)?

Entrambe le possibilità meritano attenzione e considerazione.

La prima soffre di un punto di partenza svantaggiato: i rischi legati alla finanza pubblica messa alle strette e la necessità di sviluppare un settore che si modifica fortemente nel tempo senza avere, al momento, le stesse competenze del privato. La seconda ci convince perché offre la visione di un Comune che, delegando la gestione alle imprese, libera risorse (soprattutto umane) per la programmazione ed il controllo delle attività sul territorio.

Su questo vogliamo concentrare l’attenzione e plasmare quella che potrà essere la macchina comunale del futuro. Un soggetto che investe nei processi organizzativi e informatici nonché nel reclutamento e nella formazione di personale specializzato allo scopo di divenire un organismo amministrativo sempre più capace di sviluppare opportunità nel rispetto di regole condivise e verificate.

Quello del forno crematorio, storicamente assicurato ai cittadini verbanesi e non solo, riteniamo sia un servizio di cui non dovere privarci. La gara dovrà porre paletti favorevoli alla migliore collocazione sul mercato. Da qui partono la programmazione ed il controllo e qui, insieme all’amministrazione, vogliamo contribuire ad assicurare il processo migliore possibile.

Davide Lo Duca
Capogruppo Pd Verbania

Venerdì 11 settembre – la marcia delle donne e degli uomini scalzi

Oggi non è il giorno in cui si pone l’accento sulle ricette facili di cui sentiamo parlare da tempo, quella della risoluzione dei conflitti armati con altri conflitti armati. Neanche quello della xenofobia dilagante che arriva a distinguere i clandestini dai rifugiati.

Oggi è il giorno in cui si parla di accoglienza, quella vera, quella di comunità che si attivano per fare la differenza, per cogliere le tracce di umanità nelle proprie viscere ed offrire spazi, occasioni, condivisioni a chi quella umanità la preserva scappando da luoghi abitati da disperazione, paura, violenza.

Un tema che Verbania e la Provincia del VCO conoscono e bene, come ricorda il consigliere PD Nicolò Scalfi (Profughi a Verbania, una risposta di comunità). Una quotidianità di impegno, confronto, fatiche, prospettive e progetti in cui i Consorzi dei Servizi Sociali, i Comuni, la Prefettura, le cooperative e le associazioni del Territorio della Provincia si ritrovano a tessere quella che è a tutti gli effetti l’inizio della nuova società Europea.

Questa estate il tema ha tenuto banco in ogni dove agitando gli interlocutori vari su punti di vista davvero diversi. E non di rado il degrado della democrazia stanca ha trovato parole sconce per esprimere lati oscuri della nostra umanità.

Questo in Europa ha raggiunto una sporcizia politica di cui, purtroppo, il governo in carica di quello splendido Paese che è l’Ungheria ha saputo rappresentare il peggio, ben sintetizzabile con l’atto criminale compiuto da parte della giornalista che non si è preoccupata di prendere a calci donne, uomini e bambini che cercavano di scappare dalla polizia ungherese.

Eppure in questa estate drammatica che si chiude con dati inquietanti per il 2015 (oltre 250.000 migranti di cui più di 3.500 i decessi stimati) hanno mosso i primi passi degli Stati Uniti di Europa che nelle premesse scritte a Ventotene convincono e possono ancora convincere.

I migranti sono cittadini dell’Europa, perché essa stessa nasce come il grande Paese delle persone libere e che credono nella libertà, non solo quella del mercato e dei profitti, ma soprattutto quella delle persone e della loro mobilità.

Bene hanno fatto quindi il governo italiano e quello tedesco a condurre questa nuova fase. Non è disciplina di partito quella che mi fa plaudire all’impegno del Premier Renzi che dichiara che l’Italia non farà passi indietro nella Storia per racimolare qualche voto in più. E’ un riconoscimento concreto di chi non ha mai accettato di credere che anche una sola vita contasse niente. Questo sentimento anima da sempre il partito democratico e il centro sinistra e il nostro segretario è stato serio e chiaro nel riconfermare il messaggio.

Bene ha fatto anche la Merkel a prendere in mano le sorti di questo passaggio epocale. Dalla terribile immagine della cancelliera che fa piangere una bambina profuga riparata qualche anno prima in Germania con la famiglia  e timorosa di venire cacciata a cui, si ricorderà, rispose con una fredda valutazione politica – “non abbiamo posto per tutti” – alla leader europea accogliente che si fa i selfie con i profughi e guida un nuovo corso. Potere dei media dirà qualcuno. Possibile, ma le dichiarazioni e gli impegni concreti si susseguono senza vacillamenti e contraddizioni.

Ed il popolo tedesco ha dimostrato che la sostanza c’è tutta con l’assistenza e l’accoglienza, la stessa organizzata dal popolo ungherese che ha smentito il proprio premier attivandosi a favore dei profughi. Così fanno i popoli delle diverse nazioni prendendo l’iniziativa anche di fronte a posizioni avverse dei propri governi.

Oggi la marcia dei piedi nudi, così come l’impegno di ogni giorno delle nostre comunità, parlano del popolo italiano.

O forse oggi finisce l’era dei diversi popoli perché di un popolo solo abbiamo bisogno e di quello dobbiamo incominciare a parlare. Il popolo europeo.

Davide Lo Duca
Capogruppo PD Verbania

Un passo in più in Europa

logopattosindaciIl Consiglio Comunale di giovedì 30 luglio ha promosso nuovi passi di Verbania verso la città europea che merita d’essere.

Lo dimostrano:

  • l’appoggio del Consiglio all’ottimo lavoro dell’Amministrazione nel reperire fondi residui dal Pisu per finanziare le opere che permetteranno nel breve la riapertura di un bene prezioso come il Museo del Paesaggio;
  • la destinazione dei fondi alla riqualifica del lungolago di Pallanza;
  • la regolamentazione del passaggio della fibra ottica nella nostra rete cittadina.

Ma particolare attenzione intendiamo dare all’approvazione del Paes di Verbania, cioè il piano d’azione per l’energia sostenibile, conseguenza diretta dell’adesione al Patto dei Sindaci, votato all’unanimità dal Consiglio Comunale nell’agosto dell’anno scorso.

Il Patto dei Sindaci è un’iniziativa promossa dall’Unione Europea che mira a coinvolgere le città europee su base volontaria, allo scopo di raggiungere una sostenibilità energetica ed ambientale entro il 2020 rispettando il programma 20-20-20, cioè:

  • riduzione del 20% delle emissioni di gas serra;
  • incremento del 20% delle fonti energetiche rinnovabili;
  • riduzione del 20% dei consumi energetici.

Il Paes è quindi un documento corposo costituito di due parti:

  • l’inventario delle emissioni di base, che fornisce informazioni sulle emissioni di CO2 attuali e future: lo studio si è basato sull’anno di riferimento del 2010, unico anno successivo al 1990 per cui è stato possibile ricostruire un quadro del consumo energetico del Comune e su cui gli estensori del documento hanno compiuto un complesso lavoro di incrocio di dati, rilevati tramite Enel, Istat, Terna e Ministero. Ne risulta che le emissioni sono per la maggior parte attribuibili al settore residenziale (46%), al trasporto privato (26,8%) e che il settore pubblico contribuisce solo per un limitato 4,10%. Benché minoritario, il pubblico può e deve essere esempio per gli altri settori, cioè guida di un percorso così virtuoso. pensiamo ad un patrimonio comunque importante di 16 edifici scolastici, oltre a 72 edifici ad uso pubblico, 26 parcheggi e autorimesse, 9 cimiteri e 28 edifici ad uso sportivo,
  • il piano in senso stretto, che individua ben 12 azioni che l’Amministrazione intende portare avanti al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati, dalla riqualificazione dell’illuminazione pubblica, con la sostituzione di 2600 punti luci e con un risparmio di 564 tonnellate di CO2 in un anno, alla riqualificazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici con la sostituzione delle caldaie obsolete, interventi di coibentazione delle pareti esterne, installazione di energie rinnovabili, con un’ipotesi di riduzione del 30% sia per il calore che per l’elettricità ad azione articolate in ambiti quali mobilità sostenibile, turismo, ammodernamento del parco auto, ottimizzazione del trasporto pubblico e, per concludere, un’azione di comunicazione e sensibilizzazione.

Va precisato che il Paes è per propria natura uno strumento flessibile al servizio del Comune che individua dei percorsi ma è poi soggetto alla capacità della politica di decidere quali obiettivi privilegiare di volta in volta per raggiungere il risparmio ed efficientamento previsti.

Insomma uno strumento strategico che travalica la quotidianità e l’ordinaria amministrazione, permette di alzare lo sguardo verso un orizzonte più ampio, che vede Verbania inserita in un progetto europeo, che responsabilizza tutti i cittadini ad una maggiore attenzione ai temi dell’ambiente e che ci impone di pensare allo sviluppo della nostra città solo con azioni compatibili con questi obiettivi.

E’ compito della politica immaginare e progettare la visione di città e il suo sviluppo futuro da qui ai prossimi anni, ma qualunque strada si prenda, non si potrà prescindere dall’impegno che ci siamo assunti sui temi ambientali e del risparmio energetico.

Gruppo Consiliare PD Verbania

Tigano calpesta la democrazia

palazzo FlaimLa commissione servizi alla persona di ieri sera non ha trovato un’intesa sulla votazione del Presidente della stessa. La minoranza ha proposto una candidatura-provocazione: Stefania Minore.

Da parte nostra sulla consigliera abbiamo espresso un chiaro giudizio politico, non avendo la stessa, a nostro avviso, gli elementi di sobrietà e capacità di stare sopra le parti.

Il Presidente è tale quando è garantito da un numero di voti sufficienti perché il consenso sulla sua proposta sia il più ampio possibile mentre ieri si è palesata una non unanimità della minoranza sulla candidatura e il non sostegno della maggioranza sulla stessa.

La maggioranza ha chiarito la disponibilità a lasciare che fosse la minoranza ad esprimere la Presidenza della commissione, come da definizione condivisa tra le forze politiche al momento della istituzione delle stesse a inizio mandato amministrativo.

Ha chiarito anche che, non essendoci al momento una candidatura con un sostegno importante e non essendoci altri candidati, fosse opportuno posticipare il voto con l’obiettivo di trovare una maggiore convergenza tra le forze politiche su un nome condiviso.

Qui è capitato un fatto che ha dell’increscioso.
Il Presidente reggente, il consigliere del fronte nazionale Giorgio Tigano, ha negato alla maggioranza di potere votare la proposta effettuata.
Si è opposto ad un diritto sacrosanto dei consiglieri di vedere messa ai voti una proposta razionale e di buon senso, nonostante le proteste dei consiglieri del Partito Democratico.

Un fatto che ha portato ad una impasse davvero imbarazzante.

Costretti tra il voto e l’abbandono della sala, i consiglieri del Pd hanno voluto, per rispetto istituzionale, presenziare e votare, con il paradosso seguente che si è venuto a trovare.

Un voto della maggioranza a favore di un consigliere di minoranza non candidato, con un profilo super-partes e con gli elementi di garanzia richiesti, che ha superato di gran lunga il voto alla consigliera Minore che non ha ricevuto neanche il voto unanime della minoranza.

Il primo votato ha rinunciato e a quel punto, regolamento alla mano, il Presidente Tigano ha dovuto rimandare alla Segretaria Generale una scelta sul da farsi.

Noi chiedevamo semplicemente un mese o due di ragionamenti e la costruzione di una condivisione sulla candidatura che la minoranza non ha avuto né con noi né al suo interno.

Il Presidente poteva essere il Presidente di tutti, se solo la minoranza avesse voluto condurre una partita di coesione tra le forze politiche.

Al Consigliere Tigano la responsabilità di questo brutto arbitraggio.

Davide Lo Duca
Capogruppo PD

Riccardo Brezza
Segretario cittadino PD