Il pensiero di GRAMSCI: convegno ad Orta sabato 26.11

Antonio Gramsci

Il pensiero di GRAMSCI e il XXI secolo. E’ questo il titolo della Giornata seminariale organizzata dalla Casa Gramsci di Orta San Giulio presso Palazzo Penotti Ubertini ( in via Caire Albertoletti  15) , sabato 26 novembre 2011 dalle ore 15,30.
Relazioni
Angelo D’Orsi, , Il posto di Antonio Gramsci nella storia della cultura italiana
Francesca Chiarotto,  La scoperta di Gramsci nell’Italia del dopoguerra
Mimmo Boninelli, Gramsci: La città, le città
Sergio Bologna, Americanismo e postfordismo
Ingresso libero

I RELATORI

Angelo D’Orsi  (1947) è professore ordinario di Storia del pensiero politico nell’Università di Torino. Si occupa , oltre che di questioni di metodo e di storia della storiografia, di storia delle cultura e del gruppi intellettuali; ha una lunga frequentazione con temi inerenti la figura e l’opera di Antonio Gramsci. Fra i suoi titoli degli ultimi  due decenni: Guida alla storia del pensiero politico  (La Nuova Italia, 1992); Alla ricerca della politica. Voci per un dizionario (cura, Bollati Boringhieri, 1995); Alla ricerca della storia. Teoria, metodo e storiografia (Paravia, 1999); La cultura a Torino fra le due guerre (Einaudi, 2000); Intellettuali nel Novecento italiano (Einaudi, 2001); Allievi e maestri. L’Università di Torino nell’Otto-Novecento (Celid, 2002); Piccolo manuale di storiografia (Bruno Mondadori, 2002; nuova ed. 2011); Guerre globali. Capire i conflitti del XXI secolo (cura, Carocci 2003); I chierici alla guerra. La seduzione bellica sugli intellettuali da Adua a Baghdad (Bollati Boringhieri, 2005); Da Adua a Roma. La marcia del nazionalfascismo (Aragno, 2007); Guernica 1937  Le bombe, la barbarie la menzogna (Donzelli, 2007; ed. spagn. RBA 2011); Luigi Salvatorelli (1886-1974). Storico, giornalista, testimone (cura, Aragno, 2008); Il futurismo tra cultura e politica. Reazione o rivoluzione? (Salerno Editrice, 2009); 1989. Del come la storia è cambiata, ma in peggio (Ponte alle Grazie, 2009);  Gli ismi della politica. 52 voci per ascoltare il presente (cura, Viella, 2010); L’Italia delle idee. Il pensiero politico in un secolo e mezzo di storia (Bruno Mondadori, 2011). È membro della Commissione per l’Edizione Nazionale degli Scritti di Antonio Gramsci e di quella per le Opere di Antonio Labriola. Per la Fondazione Istituto Gramsci sta curando la Bibliografia Gramsciana Ragionata di cui è uscito il primo volume (1922-1965) (Viella, 2008). Ha anche curato il CD Rom La Città Futura. Gli anni di Gramsci a Torino 1911-1922 (Fondazione Istituto Gramsci), nonché l’antologia gramsciana: La nostra città futura. Scritti torinesi (Carocci, 2003). Ha appena scritto un saggio introduttivo alla raccolta di Gramsci, Il Vaticano e l’Italia (Editori Riuniti, 2011). Ha fondato e dirige FestivalStoria, ed è presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Salvatorelli. È direttore della rivista di storia critica “Historia Magistra”. Dirige alcune collane editoriali e collabora a diverse testate giornalistiche.

Francesca Chiarotto collabora alla Commissione per l’Edizione Nazionale degli Scritti di Gramsci. Ha curato con Angelo D’Orsi i volumi Egemonie (Dante & Descartes, 2008) e Intellettuali. Preistoria, storia e destino di una categoria (Aragno, 2010). È autrice dell’importante ricerca Operazione Gramsci. Alla conquista degli intellettuali nell’Italia del dopoguerra (Bruno Mondadori, 2011)

Giovanni Mimmo Boninelli è direttore scientifico della collana di studi sul mondo popolare “Quaderni dell’Archivio della cultura di base” del Sistema Bibliotecario urbano di Bergamo. Collabora dall’inizio degli anni 1970 con l’Istituto de Martino ed è autore di numerose pubblicazioni di carattere demologico e di storia del movimento operaio bergamasco.. Tra le sue pubblicazioni: Frammenti indigesti. Temi folclorici negli scritti di Antonio Gramsci (Carocci, 2007).a inoltre curato , con Antonio Dejas ed E ugenio Testa, il numero monografico di “Lares”, n.2, agosto 2008, dedicato a  “Gramsci ritrovato”.

Sergio Bologna (1937) ha insegnato storia del movimento operaio e della società industriale in diversi atenei in Italia e all’estero (Trento, Padova, Milano, Brema) dal 1966 al 1983. Negli anni Settanta ha fondato e diretto  per un decennio la rivista “Primo Maggio” ed è poi stato redattore di “1999 Zeitschrift  für Sozialgeschichte” Dal 1885 svolge attività di consulenza per grandi imprese e istituzioni. Tra la sue numerose pubblicazioni si dovrà ricordare : il saggio introduttivo al volume da lui curato Ermanno Bartellini, La rivoluzione in atto e altri scritti (La Nuova Italia, 1967); La chiesa confessante sotto il nazismo 1933-1936 (Feltrinelli, 1967); Composizione di classe e teoria del partito alle origini del movimento consiliare (in AA.VV., Operai e Stato. Lotte operaie e riforma dello stato capitalistico tra Rivoluzione d’ottobre e New Deal, Feltrinelli, 1972); La tribù delle talpe (a cura di, Feltrinelli, 1978); Nazismo e classe operaia 1933-1993 (Lumhi, 1996);  Il lavoro autonomo di seconda generazione (con Andrea Fumagalli, Feltrinelli, 1999); Ceti medi senza futuro? Scritti, appunti sul lavoro e altro (Deriveapprodi, 2007); L’operaismo italiano (in L’altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico, vol.II  Jaca Book, 2011); Vita da Freelance. I lavoratori della conoscenza e il loro futuro (con Dario Banfi, Feltrinelli, 2011). È tra gli animatori dell’Associazione Consulenti Terziario Avanzato (ACTA)

Amministrazione di Verbania: l’anno zero del giro di boa.

E’ ormai iniziato il ciclo discendente della Giunta PdL/Lega Nord, che ci porterà alle elezioni del 2014. Una città ferma, in blocco, demotivata, paralizzata nella risacca di un immobilismo che – prima ancora d’essere socio-economico – è culturale e civile. Una città all’anno zero, senza progettualità e senza passione, che la classe politica oggi al governo cerca di confondere con il totem del mastodonte cementizio dell’arena.
La Giunta PdL/Lega Nord compie mestamente in queste settimane il giro di boa di metà mandato e si infila nel biennio discendente che ci porterà alle elezioni amministrative del 2014. In quale condizioni giunge la città a questo appuntamento?
L’immagine forse più convincente è quella dell’anno zero.
La crisi del 2008 ha sorpreso Verbania in una fase socio-economica molto delicata: da un lato giungeva ormai a piena maturazione di quell’equilibrato assetto di piccola-media industria, artigianato di servizi, commercio, turismo e terziario pubblico e privato  che aveva favorito la fuoriuscita della città dalla drammatica crisi prima industriale e poi occupazionale degli anni ’80; dall’altro stava prendendo forma un nuovo modello di sviluppo allargato ad una più vasta area territoriale, in grado di integrare e gradualmente sostituire i segmenti più “usurati” del modello socio-economico del ventennio 1990-2010.
La piena consapevolezza della classe politica locale (di Centrosinistra) di questa nuova sfida aveva dato corpo a una serie di importanti iniziative: il Programma Territoriale Integrato, costruito sul trinomio turismo-energie rinnovabili-logistica; la Pianificazione Strategica; la formazione specialistica e universitaria; la valorizzazione culturale del turismo (dalla sede espositiva di Villa Giulia a LetterAltura, dalla Symphonica Toscanini a Editoria & Giardini); la difesa delle attività manifatturiere esistenti; le nuove attività nel campo della sanità (l’ospedale riabilitativo dell’Auxologico a Intra) e della ricettività turistica (ex colonia Motta); la valorizzazione commerciale di Intra con il grande centro commerciale naturale compreso tra il nuovo polo teatrale e socioculturale di piazza F.lli Bandiera e il nuovo ospedale dell’Auxologico; il rafforzamento dei servizi pubblici locali con iniziative inedite e ambiziose (LiberoBus, la gestione integrata del ciclo dei rifiuti)
La Giunta Zacchera nella prima parte del suo mandato è andata in direzione diametralmente opposta: ha buttato a mare il Programma Territoriale (PTI), che aveva il grande pregio di guardare non solo a Verbania ma a tutto il Vco, sostituendo con un Progetto Integrato Sviluppo Urbano (il famoso PISU) chiuso nel perimetro cittadino e costruito su un’opera completamente sbagliata (il centro eventi); ha azzerato la collaborazione sovracomunale avviata con la Pianificazione strategica; ha perso l’occasione irripetibile dell’ex colonia Motta; ha assistito, talvolta con masochistico compiacimento, allo smantellamento del tessuto manifatturiero e industriale cittadino (Acetati, Ondulati del Verbano, termovalorizzatore dei rifiuti, Cover Industrial….); ha distrutto l’idea del centro commerciale naturale di Intra, sfilando il teatro dalla Sassonia; ha sacrificato sull’altare dell’inesistente capitale dei laghi le più significative iniziative di promozione turistico-culturale.
Oggi la nostra città appare ferma, in blocco, demotivata, paralizzata nella risacca di un immobilismo che – prima ancora d’essere socio-economico – è culturale e civile. Una città all’anno zero, senza progettualità e senza passione, che la classe politica oggi al governo cerca di confondere con il totem del mastodonte cementizio dell’arena. Eppure è la stessa città che solo una manciata d’anni fa scalava, conquistava e manteneva la vette delle classifiche nazionali delle buone pratiche nei settori dell’ambiente e dei servizi; che concepiva, gestiva e portava a termine un progetto internazione di progettazione per riqualificare  con il nuovo teatro il suo cuore-cerniera; che finalmente si regalava quattro nuove spiagge; che creava da zero un grande centro storico pedonalizzato e riqualificato a Intra; che mandava in esecuzione il progetto di Verbania connettiva; che finiva sui media nazionali per LiberoBus e l’abbonamento di municipalità; che unificava nel segno dei grandi progetti (il PTI) e dei grandi servizi (i cicli integrati di acqua, trasporti e rifiuti) l’intero territorio provinciale.
Oggi, nulla di tutto questo. E se chiedete in giro come sarà la Verbania del 2020, più d’uno vi risponderà: “una cittadina per anziani pensionati e un po’ di seconde case per il week end di milanesi e varesotti”. Un po’ poco.
Claudio Zanotti, consigliere comunale PD

Da Verbania Settanta

Bonus Benzina: basta schiaffi da Torino

Apprendiamo dagli organi di stampa che la protesta dei benzinai si è estesa dall’Ossola a tutto il territorio provinciale. Immaginiamo che questa volta la Lega locale non inonderà la provincia con i manifesti per accusare il Governo regionale come fece con la giunta Bresso!
Siamo tutti consapevoli delle difficoltà economiche che sta attraversando il nostro paese e la nostra Regione. Siamo quindi disponibili come forza politica ad affrontare le questioni non con l’arma della propaganda, ma con la responsabilità che è nel dna di questa forza politica, come dimostra l’apertura al nuovo Governo nazionale.
Riteniamo, tuttavia, che il metodo non è meno importante del merito e che le azioni messe in campo, in tutti i campi, da questo governo regionale non si addicono alla situazione difficile che stiamo vivendo.
Il fatto stesso che senza dire nulla, senza alcun confronto con il territorio e i gestori delle pompe di benzina la Regione, come sembra, abbia deciso di tagliare il bonus dimostra quanto sia angusto lo spazio del confronto.
Crediamo, inoltre, che sia venuto il momento che le forze della maggioranza del governo regionale e i suoi rappresentanti locali, la smettano di coprire gli spazi pubblicitari per propagandare finanziamenti, vedasi Pisu a Verbania, che arrivano dalla Comunità Europea (Comunità Europea tanto bistrattata dalla Lega nazionale) o come quei manifesti apparsi questa estate in cui si annunciava l’abolizione del bollino blu. Non possiamo assistere silenti a questi escamotage pubblicitari che vogliono vendere ai cittadini lucciole per lanterne, come per altro ha fatto per mesi il Governo Berlusconi. Purtroppo i tagli che sta compiendo questa Regione saranno di gran lunga superiori a qualsiasi piccolo finanziamento che potrà anche nel futuro, ci auguriamo, arrivare sul nostro territorio.
Sarebbe molto facile per noi  tappezzare i muri di manifesti che riportano i tagli già effettuati: servizi sociali, sanità, bonus benzina, scuola oppure per il fallimento della Provincia autonoma del Vco.
Ripetiamo, siamo consapevoli che la situazione è difficile, ma non per questo subiremo senza colpo ferire i continui schiaffi che questa Regione dà al Verbano Cusio Ossola a fronte di qualche carezza tanto reclamizzata e propagandata dai consiglieri di maggioranza. Affinché un territorio riesca ad uscire bene da un momento di difficoltà è necessario la condivisione e il confronto fra tutti gli soggetti coinvolti.

PD VCO
Ufficio stampa

Nomine agli enti parco: si dia spazio al merito

Fra qualche settimana la giunta regionale nominerà i nuovi consigli di amministrazione degli enti parco.
Oltre un mese fa sul BUR regionale è stata pubblicata la notizia del bando da inviare presso gli uffici regionali per candidature alla presidenza ed a consigliere (n°1+2 posti), mentre sabato 18 c.m. scadrà il bando indetto dalla Comunità del Parco delle Valli dell’Ossola per gli ultimi 2 posti da consigliere, (costituita dai sindaci di Baceno, Crodo, Varzo, Trasquera, Antrona e Viganella, dal Presidente della Comunità Montana e dal Presidente della Provincia del VCO).
Crediamo che molti cittadini comuni abbiano provveduto a spedire il proprio curriculum.
Dal momento che siamo di questo mondo, siamo al corrente che in queste occasioni quando si demandano le scelte alla giunta regionale o alla comunità del parco, indipendentemente dal suo colore, le “scelte” rischiano di essere viziate dal presupposto dell’appartenenza politica.
Riteniamo, tuttavia, che l’importanza rivestita dagli enti parco sul nostro territorio, la situazione delicata che sta vivendo il paese e il clima di diffidenza nei confronti di tutta la classe politica, consenta di fare di questa nomina un esempio tangibile di buona politica e per questo chiediamo alla giunta regionale e in particolare, ai consiglieri regionali del territorio e a tutti gli amministratori che hanno la responsabilità di scegliere questi componenti, di mettere al primo posto come criterio il merito oltre una provata esperienza amministrativa.
Ci auguriamo che non prevalgano le solite logiche per le quali questi incarichi si trasformano nel sottobosco politico nel quale relegare i soliti noti della politica, i trombati, i figli dei figli oppure i factotum di questo oppure di quell’altro politico.
Il difficile momento che sta vivendo il nostro paese obbliga chi ha responsabilità politiche a cambiare i metodi utilizzati in questi anni e che hanno, non solo mandato l’Italia sull’orlo del baratro, ma allontanato i cittadini dai luoghi delle decisioni e quindi dal loro ruolo di controllo. La politica se vuole tornare ad essere credibile, deve tornare ad essere trasparente e basare le proprie scelte sulla base di criteri oggettivi, quali appunto il merito.
Speriamo che questa sia l’occasione buona per iniziare.  Se così sarà, daremo il giusto riconoscimento alla giunta regionale ed agli amministratori locali, se prevarranno le solite logiche diremo con forza che ancora una volta che si sarà persa una buona occasione

PD VCO
Ufficio stampa

Stop della Regione al bonus benzina


La gestione del bilancio 2011 da parte della Giunta regionale sta creando su ogni tema grandissima confusione e incertezza.Esiste una convenzione firmata tra la Provincia del VCO e la Regione Piemonte che prevede fino al 2015 l’intervento del bonus benzina per alcuni comuni del VCO. Ad oggi, pur essendo iscritti i soldi a bilancio, la Giunta regionale non ha impegnato quelle risorse e questo ha creato l’interruzione del servizio e la possibilità che la Giunta regionale non corrisponda alla Provincia del VCO le somme fino ad ora impiegate. Il dramma é che tutto ciò sta avvenendo senza che da parte della Giunta regionale si sia data preventiva informazione alla Provincia del VCO. Le cose non finiscono qui. Nella legge di bilancio 2011 della Regione Piemonte sono stanziati 50 milioni di euro a favore delle Province per le funzioni trasferite alle stesse. Ma la Giunta regionale alle Province vuole darne sono 20 milioni. Per alcune delle Province piemontesi ciò vorrà dire chiudere in deficit i bilanci.E’ corretto che una Giunta regionale abbia un tale rapporto con le comunità locali, arrivando al punto di assumere decisioni così pesanti senza nessun confronto con le stesse? Una Giunta regionale può eliminare per il futuro il bonus benzina. Non lo può fare per il presente e il passato. Mi aspetto dalla Lega nord – che nel passato ha riempito di manifesti il VCO solo perché alcuni ad comuni del VCO era stato tolto il bonus – il riconoscimento che troppe volte in politica si predica bene e si razzola male e che forse oggi siamo in presenza di una Giunta che concepisce la politica in modo autoritario e centralista.

Sull’incontro sindaci Vco – Regione

Rispetto ad alcune notizie apparse su qualche testata locale in merito all’incontro avvenuto ieri a Tecnoparco alla presenza dell’Assossore regionale Maccanti, è doveroso precisare che l’incontro è stato organizzato, sottolineiamo in modo del tutto leggittimo, dai gruppi consigliari regionali delle forze di maggioranza in Regione Piemonte e rivolto solo ai sindaci di loro area o a quelli, così detti, appartenenti a liste civiche. Infatti, molti comuni che fanno riferimento al centro sinistra non hanno ricevuto nessuna comunicazione in merito. Ci auguriamo, tra l’altro, che l’Assessore regionale dopo incontro, voglia tornare nel Vco incontrando tutti gli amministratori locali in modo da spostare il confronto sul piano più istituzionale conivolgendo tutte le amministrazioni, anche di coloro che si trovano su altre posizioni politiche.

Pd ufficio Stampa