Mobilitazione studentesca venerdìa Verbania

image Venerdì 9 ottobre avremo anche a Verbania la mobilitazione studentesca indetta dall’Unione degli Studenti. La manifestazione partirà da piazza ranzoni, venerdì, dalle ore 08.00.
Pubblichiamo anche le rivendicazioni che accompagnano questa manifestazione:
1. Ritiro dei tagli all’istruzione e immediata reintroduzione sul posto di lavoro di tutte le precarie e i precari della docenza e del personale tecnico amministrativo;
2.Rimessa in discussione radicale del provvedimento di riordino degli istituti superiori che andrà in vigore dal prossimo anno e prevede un drastico taglio di ore al fine di risparmiare soldi; 3. Portare la spesa pubblica corrente sulla conoscenza e i saperi al 10 % del Prodotto Interno Lordo (contro il misero 3,9% attuale). Le risorse possono essere recuperate annullando la costruzione dei 131 cacciabombardieri f-14 del sistema d’arma Joint Strike Fighter (che il Governo italiano ha autorizzato a costruire per un valore di 14 miliardi di euro) e cancellando il piano di sviluppo infrastrutturale pari a 5 miliardi di euro in favore della dittatura libica di Gheddafi;
4. Riconversione totale dei circuiti telematici della rete scolastica dal sistema Microsoft al sistema operativo gratuito Linux, con conseguente impiego delle quote di risparmio nell’ ammodernamento delle strutture tecnologiche e nel loro impiego a fini didattici;
5. Legge quadro nazionale per il diritto allo studio: Pur essendo il diritto allo studio materia di competenza delle regioni, chiediamo che lo Stato individui dei livelli minimi di accesso allo studio (trasporti, libri di testo, mense, borse di studio, accesso alla cultura, ecc) ;
6. Istituzione del “reddito di formazione”, ovvero un reddito per gli studenti, garantito attraverso forme dirette, ovvero borse di studio distribuite a prescindere dal reddito, e forme indirette, ossia l’erogazione gratuita di servizi quali i trasporti, libri di testo, e tutto ciò che rientra nell’ambito della cultura. Abolizione della legge 30 che istituisce forme di precarietà devastanti e che impedisce, una volta concluso il ciclo formativo, di accedere ad un lavoro stabile e appagante;
7. Piano di finanziamento straordinario al fine di coprire l’assistenza totale per il recupero debiti (che il Ministro Fioroni nel 2007 aveva promesso e mai mantenuto per l’impossibilità delle scuole di coprire economicamente i corsi), attraverso sportelli settimanali che possano avviare percorsi individuali di risanamento delle lacune didattiche;
8. Istituzioni di Commissioni Paritetiche docenti-studenti in tutte le scuole secondarie di 2° grado che possano discutere i metodi e i contenuti delle lezioni (ormai vecchi di decenni, in molti casi) e creare un sistema di didattica partecipata e non schiacciata sulla discrezione dell’insegnante e sulla logica della lezione frontale;
9. Riforma della valutazione con conseguente ritiro dell’ultimo regolamento varato dal Ministero (che prevede la valutazione in decimi per tutte le scuole, la partecipazione degli insegnanti di religione cattolica agli scrutini in cui si definiscono i crediti formativi, la ammissione alla maturità solo per gli studenti che abbiano sei in tutte le materie, non garantisce gli studenti dal voto in condotta, ecc). Abolizione del voto in decimi e istituzione di un sistema di valutazione a giudizio come avviene nella quasi totalità dei Paesi Europei; abolizione voto di condotta; sistema di corsi di aggiornamento permanenti per il corpo docente e introduzione di un sistema di valutazione dell’insegnamento ;
10. Ritiro del PdL Aprea (che mira a privatizzare la scuola trasformando i consigli di istituto in consigli di amministrazione non garantendo la rappresentanza degli studenti) e apertura di un dibattito pubblico sul ruolo e la funzione degli Organi Collegiali e sulla governance scolastica che possa dare avvio ad un provvedimento di Riforma complessiva;
11. Cambiamento della materia di religione cattolica in “Storia delle religioni e dei culti”, il cui reclutamento del personale docente sia di totale competenza dello Stato e senza alcun peso specifico negli scrutini finali;
12. Ritiro immediato del “pacchetto sicurezza” e delle forze militari presenti nelle città con finalità di ordine pubblico e ritiro delle ordinanze che impediscono la mobilità dei cortei;
13. Libero accesso alle informazioni: copertura wi-fi nel 100% del territorio nazionale; potenziamento della Carta “Io Studio” al fine di garantire agli studenti gratuità a musei, cinema, monumenti, teatri e mostre artistiche nazionali e estenzione della carta anche agli studenti universitari;
14. Non vogliamo mica la luna;
15.  Vogliamo l’universo.

 DIAMOGLI UNA LEZIONE.

Lagostina: interrogazione del PD in Parlamento

image Pubblichiamo l’interrogazione in merito al caso Lagostina, firmata da autorevoli parlamentari del Partito Democratico, a partire da Cesare Damiano, Piero Fassino, Enrico Letta e molti altri.
Un interrogazione tesa a smuovere il ministero del lavoro per assumere iniziative urgenti al fine di convocare un tavolo di confronto tra la direzione SEB e le organizzazioni sindacali, allo scopo di favorire un accordo che consenta di rilanciare il marchio Lagostina e fare in modo che l’azienda presenti un piano industriale, che consenta di salvaguardare le condizioni occupazionali dei lavoratori dell’azienda medesima. Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico.
– Per sapere – premesso che: nel dicembre 2005 la Lagostina spa, azienda specializzata nella produzione di articoli casalinghi in acciaio inossidabile e posaterie, veniva rilevata dalla multinazionale SEB, proprietaria anche dei marchi
Rowenta, Tefal, Moulinex, Krups, la quale presentava un piano industriale mirante al rilancio dell’azienda medesima;
il piano industriale prevedeva un esubero di 70 dipendenti, nei confronti dei quali veniva previsto un biennio di cassa integrazione e l’apertura della procedura di mobilità; nel corso dei due anni di applicazione degli ammortizzatori sociali previsti, però, le Organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie lamentavano una gestione non rispondente alle dichiarazioni programmatiche fatte al momento dell’acquisizione;
in particolare, i lavoratori e le organizzazioni sindacali criticavano la mancata realizzazione di prodotti di «alta gamma», dovuta all’inadeguatezza degli impianti produttivi esistenti, concepiti per grandi lotti di produzione, e alla carente formazione professionale del personale, impoverito dall’espulsione dei 70 dipendenti dichiarati in esubero dal piano industriale e non adeguatamente formato per produrre l’auspicata alta qualità;
il mancato raggiungimento dei volumi di produzione previsti – si è passati dal milione e 137.000 pezzi prodotti il primo anno ai 650.000 del 2008 – aggiunto all’espropriazione dell’autonomia decisionale della Lagostina spa, che aveva consentito all’azienda in oggetto di divenire leader mondiale nel suo campo e alla cancellazione della rete vendita esistente, hanno provocato l’allontanamento dei clienti storici della Lagostina spa, i quali si sono progressivamente rivolti ai concorrenti;
l’«esodo» verso altre aziende della clientela più affezionata è stato facilitato anche da altre scelte aziendali, assai discutibili: la scomparsa, ad Omegna, del reparto di ricerca e innovazione del prodotto e il mancato lancio di nuovi prodotti, dato che, dal momento dell’acquisizione, si è sempre e solo effettuato un restyling di prodotti già esistenti negli anni ’70 e ’80 in Lagostina;
la critica situazione della Lagostina finora descritta sembra, però, destinata a peggiorare nel futuro, visto che l’8 settembre 2009 la SEB ha presentato, verbalmente, alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze sindacali unitarie, un piano industriale per gli anni 2010 e 2011, il quale più che prevedere una riorganizzazione e ristrutturazione dell’azienda sembra preludere a una sua dismissione;
il nuovo piano industriale prevede una drastica diminuzione dei volumi di produzione, che scenderebbero a 350.000 pezzi, di cui solo 100.000 di pentole a pressione (Lagostina è leader in questo settore, detenendo l’8 per cento del mercato); la produzione della pentola a pressione classica Lagostina verrebbe spostata per ragioni economiche in Turchia, mentre lo stabilimento di Omegna si specializzerebbe nella produzione della pentola a pressione e del pentolone classico, a detta della SEB, di «alta gamma»;
tale progetto lascia perplessi poiché, come già detto, gli impianti produttivi esistenti non consentono lavorazioni diverse da quelle effettuate sinora e, senza la volontà di investire somme cospicue per l’ammodernamento degli impianti e per la formazione del personale, sembra molto difficile poter provvedere alla produzione di prodotti di
«alta gamma»;
l’aspetto più drammatico del nuovo piano industriale è costituito dalla previsione di 73 lavoratori, su 180 dipendenti, in esubero; gli ammortizzatori sociali esistenti sono inapplicabili per la Lagostina, poiché già quasi tutti utilizzati nel quinquennio in scadenza nel 2010, ma l’azienda ha preannunciato l’intenzione di aprire la procedura di mobilità,
la quale è aspramente criticata dalle organizzazioni sindacali e dalle rappresentanze sindacali unitarie, che mirano invece alla modifica del piano illustrato dalla dirigenza della SEB e chiedono un rilancio
dell’azienda, partendo dalle enormi potenzialità rappresentate ancor oggi
dal marchio Lagostina -:
se non ritenga di assumere iniziative urgenti al fine di convocare un tavolo di confronto tra la direzione SEB e le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie, allo scopo di favorire un accordo che consenta di rilanciare il marchio Lagostina e fare in modo che l’azienda presenti un piano industriale, che consenta di salvaguardare le condizioni occupazionali dei lavoratori dell’azienda medesima.(5-01820)
Interrogazione a risposta in Commissione 5-01820
presentata da
CESARE DAMIANO
mercoledì 23 settembre 2009, seduta n.219
DAMIANO, BOCCUZZI, ROSSOMANDO, GIORGIO MERLO, FASSINO,
BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, LETTA,
MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA, SCHIRRU,
CALGARO, VERNETTI, ESPOSITO, PORTAS, LUCà, LOVELLI, BARBI e
FIORIO. –

100 giorni: molti annunci, poco “arrosto”.

image È stato presentato il bilancio dei primi 100 giorni della Giunta Zacchera, con un curioso elenco di "faremo", qualche ordinanza di propaganda e un bel po’ di iniziative ereditate dalla precedente amministrazione. In realtà la verità su queste prime, deludenti, settimane di governo ce la racconta il leghista Montani, che sui giornali definisce Zacchera (dopo soli 100 giorni di caobitazione) "podestà" e "padre padrone" e snocciola una serie di questioni su cui gli alleati della destra sono già ai ferri corti: l’uso dello stadio "Pedroli", la Scuola di Musica Toscanini, il luogo di culto per gli islamici e – guarda, guarda – le nomine e i posti.
Si vede che a Montani non è piaciuta l’assunzione in Comune – per chiamata diretta e su indicazione del sindaco – come Capo di Gabinettio di un militante del Popolo della Libertà candidato alle Comunali; e non deve essergli piaciuta neppure la nomina – di cui Montani stesso, sdegnato, dà notizia, perchéil posto "spettava alla Lega" – di un ex consigliere comunale del PDL nel Nucleo di Valutazione, un delicato organo di natura tecnica che ha il compito di valutare la qualità e la retribuzione del lavoro dei dirigenti del Comune. E chissà se piacerà a Montani l’assunzione di altro personale a rimpolpare l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco. Di Verbania, non di Parigi. Già avevamo capito che i cento giorni di Zacchera significano meno investimenti (il teatro, il centro storico di Intra, i parchi, la strada d’argine del S. Giovanni, la riqualificazione dell’Area Besozzi Begnoli, Santa Marta, le piste ciclabili…) e meno iniziative (niente Consiglio comunale dei ragazzi, niente Notte Bianca, niente bike sharing, niente servizi per i camperisti, niente grandi manifestazioni estive come gli Europei di Ciclismo nel 2008 e i Concerti Toscaniniani nel 2007). Adesso sappiamo che sono bastate poche settimane per far volare i primi stracci tra Lega e PdL. Omegna e Domodossola insegnano.
Partito Democratico – Circolo di Verbania

Comunità Montane: le pressioni per non candidarsi.

image un’occasione persa per creare un nuovo ente che avrà importanti compiti. Un candidato presidente del centro destra imposto dalle segreterie regionali che, negli ultimi anni, è stato in più occasioni in disaccordo con gli stessi esponenti locali del Pdl che lo dovranno sostenere. Ed infine, scorrettezze con cui si è cercato di impedire al centro sinistra di presentare una propria lista a sostegno del candidato presidente Stefano Costa.
Ecco l’articolata la disamina operata dai vertici del Pd, sabato mattina, nella sede domese del Partito Democratico, riguardo alla presentazione delle liste per il governo delle costituende tre comunità montane del Vco: “Nel 70- 80 % delle future Comunità montane piemontesi ci sono solo liste uniche con tutti i comuni rappresentati – ha spiegato il consigliere regionale Aldo Reschigna – nel Vco il centrodestra ha voluto fare delle liste politiche, questo è legittimo, ma è un grave errore. Noi abbiamo sostenuto la proposta di molti sindaci di dare il via ad una fase costituente, ma poi è entrata la politica ad imporre le sue decisioni. Facendo una riflessione sull’Ossola e sulla liste presentate, è risaputo che il sindaco di Druogno è stato imposto dalla segreteria regionale del Pdl. In questi anni, Giovanni Francini è stato un elemento di rottura, in valle Vigezzo tutti i comuni hanno avuto con lui discussioni. E’ un candidato presidente che in questi anni si è caratterizzato per dividere”. La lista presentata dal centro sinistra in sostegno al candidato Stefano Costa alla futura Comunità montana Valle Ossola è stata presentata in extremis, dopo che un candidato di Re ed uno di Bannio Anzino si sono ritirati dopo avere firmato: “Ci sono state scorrettezze – puntualizza Reschigna – amministratori che firmavano la lista e che poi, sotto pressione, costretti a rinunciare. Consiglieri comunali che ricevevano telefonate perché non entrassero nella lista. Questo è grave, perché la democrazia permette ad ognuno di essere rappresentato. La legge regionale prevede neo futuri consigli rappresentanti dei 2/3 dei comuni, quindi in Ossola di 25 consiglieri su 38 comuni. Almeno in due casi dei consiglieri dopo avere firmato e ricevuto pressioni, ci hanno poi chiesto di essere tolti dalla lista, abbandonando anche il posto di lavoro per andare, accompagnati, a controllare di persona il depennamento. Questo non è bello, non amo i toni forti, ma in questa occasione bisogna raccontare quanto successo, tant’è che quando si è sparsa la voce di quanto succedeva è arrivata da parte di qualche amministrazione la disponibilità a dare un appoggio alla nostra lista”.
dal sito di Tele VCO

LA CENTRALINA DI MONITORAGGIO SULLA STRADA DELL’ALPE VEGLIA RESTA AL SUO POSTO.

image La centralina di monitoraggio posizionata dalla Protezione Civile regionale sulla strada dell’Alpe Veglia rimarrà in loco per altre due settimane.
Questo è l’impegno preso, su nostra sollecitazione, dall’assessore regionale alla montagna ed alla protezione civile, Luigi Ricca. Una scelta che consentirà la transitabilità della strada che collega Ponte Campo a Veglia fino al termine della stagione turistica che, di norma, coincide con la prima metà del mese di ottobre.
Faccio notare che lo scorso anno la centralina era stata smontata molto prima, ai primi di settembre. La rapida mobilitazione delle istituzioni locali è stata senz’altro utile, dimostrando attenzione ad un problema tanto dibattuto quanto importante. Mi permetto di considerare fuori luogo, invece, le polemiche esasperate nei confronti della Regione che ha assicurato impegno e risorse senza le quali non si sarebbe potuto garantire la modifica dell’ordinanza che vietava la transitabilità anche ai pedoni, condannando l’Alpe Veglia e le sue attività economiche ad un’altra stagione di gravi disagi e pesanti perdite.
La Regione ha fatto seriamente la sua parte e questo fatto va risconosciuto con onestà. Sono convinto che la collaborazione ed il reciproco rispetto siano condizioni indispensabili per individuare e sostenere scelte impegnative come quella di garantire l’accesso e la fruibilità di una delle più belle ed importanti conche alpine delle Alpi occidentali.
UNA DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE PD MARCO TRAVAGLINI