100 giorni: molti annunci, poco “arrosto”.

image È stato presentato il bilancio dei primi 100 giorni della Giunta Zacchera, con un curioso elenco di "faremo", qualche ordinanza di propaganda e un bel po’ di iniziative ereditate dalla precedente amministrazione. In realtà la verità su queste prime, deludenti, settimane di governo ce la racconta il leghista Montani, che sui giornali definisce Zacchera (dopo soli 100 giorni di caobitazione) "podestà" e "padre padrone" e snocciola una serie di questioni su cui gli alleati della destra sono già ai ferri corti: l’uso dello stadio "Pedroli", la Scuola di Musica Toscanini, il luogo di culto per gli islamici e – guarda, guarda – le nomine e i posti.
Si vede che a Montani non è piaciuta l’assunzione in Comune – per chiamata diretta e su indicazione del sindaco – come Capo di Gabinettio di un militante del Popolo della Libertà candidato alle Comunali; e non deve essergli piaciuta neppure la nomina – di cui Montani stesso, sdegnato, dà notizia, perchéil posto "spettava alla Lega" – di un ex consigliere comunale del PDL nel Nucleo di Valutazione, un delicato organo di natura tecnica che ha il compito di valutare la qualità e la retribuzione del lavoro dei dirigenti del Comune. E chissà se piacerà a Montani l’assunzione di altro personale a rimpolpare l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco. Di Verbania, non di Parigi. Già avevamo capito che i cento giorni di Zacchera significano meno investimenti (il teatro, il centro storico di Intra, i parchi, la strada d’argine del S. Giovanni, la riqualificazione dell’Area Besozzi Begnoli, Santa Marta, le piste ciclabili…) e meno iniziative (niente Consiglio comunale dei ragazzi, niente Notte Bianca, niente bike sharing, niente servizi per i camperisti, niente grandi manifestazioni estive come gli Europei di Ciclismo nel 2008 e i Concerti Toscaniniani nel 2007). Adesso sappiamo che sono bastate poche settimane per far volare i primi stracci tra Lega e PdL. Omegna e Domodossola insegnano.
Partito Democratico – Circolo di Verbania

Comunità Montane: le pressioni per non candidarsi.

image un’occasione persa per creare un nuovo ente che avrà importanti compiti. Un candidato presidente del centro destra imposto dalle segreterie regionali che, negli ultimi anni, è stato in più occasioni in disaccordo con gli stessi esponenti locali del Pdl che lo dovranno sostenere. Ed infine, scorrettezze con cui si è cercato di impedire al centro sinistra di presentare una propria lista a sostegno del candidato presidente Stefano Costa.
Ecco l’articolata la disamina operata dai vertici del Pd, sabato mattina, nella sede domese del Partito Democratico, riguardo alla presentazione delle liste per il governo delle costituende tre comunità montane del Vco: “Nel 70- 80 % delle future Comunità montane piemontesi ci sono solo liste uniche con tutti i comuni rappresentati – ha spiegato il consigliere regionale Aldo Reschigna – nel Vco il centrodestra ha voluto fare delle liste politiche, questo è legittimo, ma è un grave errore. Noi abbiamo sostenuto la proposta di molti sindaci di dare il via ad una fase costituente, ma poi è entrata la politica ad imporre le sue decisioni. Facendo una riflessione sull’Ossola e sulla liste presentate, è risaputo che il sindaco di Druogno è stato imposto dalla segreteria regionale del Pdl. In questi anni, Giovanni Francini è stato un elemento di rottura, in valle Vigezzo tutti i comuni hanno avuto con lui discussioni. E’ un candidato presidente che in questi anni si è caratterizzato per dividere”. La lista presentata dal centro sinistra in sostegno al candidato Stefano Costa alla futura Comunità montana Valle Ossola è stata presentata in extremis, dopo che un candidato di Re ed uno di Bannio Anzino si sono ritirati dopo avere firmato: “Ci sono state scorrettezze – puntualizza Reschigna – amministratori che firmavano la lista e che poi, sotto pressione, costretti a rinunciare. Consiglieri comunali che ricevevano telefonate perché non entrassero nella lista. Questo è grave, perché la democrazia permette ad ognuno di essere rappresentato. La legge regionale prevede neo futuri consigli rappresentanti dei 2/3 dei comuni, quindi in Ossola di 25 consiglieri su 38 comuni. Almeno in due casi dei consiglieri dopo avere firmato e ricevuto pressioni, ci hanno poi chiesto di essere tolti dalla lista, abbandonando anche il posto di lavoro per andare, accompagnati, a controllare di persona il depennamento. Questo non è bello, non amo i toni forti, ma in questa occasione bisogna raccontare quanto successo, tant’è che quando si è sparsa la voce di quanto succedeva è arrivata da parte di qualche amministrazione la disponibilità a dare un appoggio alla nostra lista”.
dal sito di Tele VCO