La comodità di semplificare e la fatica di capire.

C’è un bell’editoriale di Gramellini su La Stampa di oggi. Il giornalista si domanda se siamo tutti scemi, lui compreso. l’osservazione parte dall’indisponibilità ormai comunemente diffusa alla fatica di capire, di informarsi.
…Gramellini scrive (l’articolo completo qui): «Siamo tutti scemi, giornalisti e cittadini? è un’ipotesi da prendere in considerazione. Più che altro, però, siamo di fretta. Per poterci soffermare sulla retromarcia afghana di Sarkò bisognerebbe prima essersi domandati dov’è Kabul e cosa sia successo ultimamente da quelle parti. Processi logici che richiedono fatica e soprattutto tempo: almeno un minuto di mente sgombra. Impresa improba con il bambino che piange, la vicina che rompe, il telefono che squilla, l’appuntamento che incombe. Così uno si accontenta di sfogliare il mondo come un giornale a fumetti (le vicende della bella Carlà – n.d.r.): attraverso immagini e foto, indignandosi moltissimo per lo scadimento dell’informazione, ma concedendosi solo nei giorni di festa il brivido di spingersi fino alle didascalie».

Avere l’esigenza di proporre un “programma elettorale” è ormai un dramma: «troppo lungo… troppo complicato… mettici solo degli slogan…» sono solo alcune delle osservazioni che ti vengono rivolte se provi a cimentarti nella titanica impresa.

Eppure che comodità può mai offrire una prospettiva nella quale la soglia di attenzione per i problemi che sono il nostro quotidiano è spostata sempre più in basso? è un dramma di cui possiamo vedere i guasti nella scuola italiana, in caduta libera rispetto agli standard educativi di tutto il mondo civile.

Così succede che, anche in una piccola realtà di paese, proporre le ragioni della “politica”, quella che etimologicamente parte proprio dai bisogni della “polis” greca e che nell’era di “Lele Mora” è tradotto in “ggente”, sia molto faticoso, anche se si parla di cose che dovrebbero riguardare tutti.

Con incontri pubblici, molte liste (poche fino ad ora a dire il vero) ci stanno provando, molti candidati a Villadossola si stanno muovendo di casa in casa (speriamo spiegando anche i programmi piuttosto che ricercando un semplice voto) altri stanno provando strade diverse di comunicazione – non a caso i più giovani – sperimentando lo strumento nuovo della “rete” con loro “blog” (letteralmente “traccia su rete” dalla contrazione di “web-log”… una sorta di “diario” pubblico). è il caso di Michele (www.michele.graffieti.it) e Laura (www.lauraprete.blogspot.com) della lista del “Partito Democratico per Villadossola”.

Ma nell’era di “Lele Mora” anche a Villadossola ritorna con “prepotenza” l’uso dei “sondaggi” o sedicenti tali a svolgere un “ruolo” di animazione nella costruzione delle opinioni in vista del prossimo voto amministrativo. Ma di questo sarà il caso di parlarne in modo più approfondito prossimamente.
Giorgio Graffieti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *