Ho visto cose che voi umani…

«Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione…» no, non sono impazzito, sicuramente non è peggiorato il mio squilibrio psichico, solo che in questo frangente veramente mi sento come il biondo replicante Roy che nel famoso film di Ridley Scott pronuncia questo monologo.

Iniziando così sembrerebbe che voglia affrontare la questione di cui voglio trattare, in modo ironico e invece il mondo fantascientifico di “Blade Runner” e la società degradata lì rappresentata mi aiuta veramente a leggere quanto in basso nel mio paese è caduta la capacità di convivere e progettare il futuro.

Se non sapremo ritrovare le ragioni di stare assieme, non so, sinceramente, se Villadossola potrà davvero trovare la strada per ricostruire un tessuto sociale e una politica scevra di veleni che sappia “volare alto” come si usa dire…Da una dozzina d’anni la progressiva distanza che ho messo tra me e l’impegno in politica ha coinciso con una altrettanto progressiva involuzione della politica stessa e ciò di per se spiega le ragioni della mia scelta. Gli ultimi anni sono stati veramente sconfortanti. Ho visto la triste riproposizione di un costume spregevole che tanto spazio pare avere nella comunità di Villadossola e che vede l’affermarsi della “cultura” asfissiante della denigrazione, del pettegolezzo fondato su asserzioni anche palesemente false purché utili a “smontare” ogni proposta che non coincida con le proprie aspettative e ambizioni, incurante con ciò di gettare fango sulle persone.

Quello che è più sconfortante, però, è che quel costume non è caratteristica dei “politici”, nel paese in cui vivo pare essere “patrimonio” di larga parte della comunità. Pensavo avessimo toccato il fondo nella campagna elettorale precedente, dove nei confronti di una persona per la quale nutro stima e affetto come Carlo Squizzi era stata montata una disgustosa campagna di denigrazione, poi, dopo quasi quattro anni di “apnea” ho pensato che il disgusto per un certo modo di concepire la politica non potesse più intaccare le funzioni del mio stomaco, ma sono stato ancora smentito con la vicenda che ha visto vittima sacrificale il Sindaco Sarazzi e per la quale vicenda non è più possibile trovare aggettivi che la descrivano. Evidentemente il fondo ha una dimensione imperscrutabile.

Ho denunciato il Sindaco Sarazzi tempo fa e questo da la misura del fatto che non ho mai avuto e non ho stima del modo in cui Liliana Sarazzi ha interpretato e svolto quel ruolo, ma il rispetto, quello non è mai stato in discussione e questo spero lei lo abbia capito visto che sono stato tra quelli (troppo pochi) che nemmeno si sono sognati di dire la loro sulle sue tristi vicende familiari, eppure sono molti (troppi) che lo hanno fatto seppur paradossalmente oggi sembra che solo in undici non le esprimano solidarietà.

Oggi ho ripreso la speranza di poter contribuire a cambiare tutto questo, partecipando alla costruzione del Partito Democratico, e ho scoperto che molti altri stanno vivendo la mia stessa speranza. Ho scoperto che abbiamo storie e formazione culturale diverse, ma che abbiamo tutti gli stessi desideri.

Ho avuto modo di conoscere un ragazzo in gamba, che pensa di poter anche lui contribuire a cambiare il suo paese, che crede non si possa guardare al futuro con la testa rivolta all’indietro, che fa l’imprenditore in un paese la cui vocazione operaia è persa da tempo e un’altra non riesce a trovarla, che immagina riduttivo interpretare l’impegno sociale come esclusivo o di sindacalisti o di chi fa carità e assistenza, che vorrebbe vedere l’amministrazione del suo paese interessata ai suoi cittadini e non solo a uno. Ma, appena il suo nome è comparso nelle cronache come possibile candidato a Sindaco e benché non fosse ancora stata spazzata l’immondizia che ha “inzaccherato” il paese e del quale tutti, apparentemente, paiono non sentirsi responsabili, si è scatenata una “canea” di illazioni e disgustose volgarità sulla sua persona che nulla hanno a che fare con principi legittimi di critica politica. Illazioni che non meritano certo di essere riportate qui fosse anche solo per amore del buongusto, disarmanti perché chi le pronuncia forse non si rende nemmeno conto di quanto offensive e gravi siano. Cioè pare ricominciato imperterrito e senza pudore il “gioco” al massacro che a me preoccupa e che dovrebbe cominciare a preoccupare l’intera comunità di Villadossola. Perché troppo spesso si ripete, ormai senza soluzione di continuità.

Mi sento in dovere, benché non abbia titolo alcuno, solamente come cittadino che vuol bene al suo paese, di sollecitare l’intera comunità, ogni singolo uomo e donna, ogni ragazzo e ogni ragazza a ritrovare il bisogno di confrontarsi con l’altro, a sentire la necessità dell’ascolto per ricostruire il senso di una comunità. Una comunità che solo si può reggere sul rispetto delle persone prima e sopra ad ogni differenza che le divide nelle opinioni e nei punti di vista.

E non è una sollecitazione perché ho riconosciuto in Marzio Bartolucci una persona perbene, ma perché Villadossola è sempre più esposta al rischio che un clima politico così svilito di valori possa volgere la nostra comunità verso una “moltitudine di solitudini”, dove l’isolamento e “l’ognuno pensi per se”è norma, caratteristica che non è mai appartenuta alla Villadossola della partecipazione, alla Villadossola della condivisione, ma che è tragica realtà di tante situazioni urbane degradate.

Voglio contribuire a questo nel Partito Democratico, ma spero che altri sentano questa necessità anche fuori di esso. Io ci voglio provare nonostante tutto. A tutti coloro che come me sentono che questo è un progetto meritevole chiedo solo di farsi avanti.

Giorgio Graffieti