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Lo scontro nel Pdl paralizza il governo regionale, ma Cota resta indifferente

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Nei giorno scorsi il gruppo di 7 consiglieri regionali del PDL, Progett’Azione, ha staccato la spina annunciando la formazione di un gruppo autonomo dallo steso Pdl, con “mani libere” su alleanze e programmi.
Il presidente della regione, il leghista Cota, afferma di “non vede rischi per la sua maggioranza“. Non é la prima volta che si dice tranquillo, quasi che le tensioni interne al Pdl e l’incapacità di governo possano rappresentare un alibi per le sue scelte future. Non si spiega altrimenti il suo totale disinteresse per le gravi inefficienze nel governo regionale e il suo voltarsi dall’altra parte di fronte alla paralisi della maggioranza.
In verità l’elenco dei temi su cui il gruppo di Progetto/azione ha dichiarato la propria insoddisfazione e su cui minaccia il non appoggio alla Giunta regionale rappresenta il cuore dei nodi irrisolti dell’azione di governo condotta da Cota.
Se finora la paralisi interna al Pdl ha permesso a Cota di fare il bello e il cattivo tempo, ora è condizione di grande debolezza e precarietà per un governo regionale privo di coesione sul programma e di chiarezza sugli obiettivi.
D’altra parte da cinque mesi il Consiglio regionale non approva nulla per le divisione interne alla maggioranza, il bilancio 2012 a febbraio é ancora in alto mare.
Tutto ciò conferma la nostra forte preoccupazione per il prezzo che il centrodestra sta facendo pagare alla comunità piemontese.

Aldo Reschigna, capogruppo PD in regione
Gianfranco Morgando, segretario regionale PD

Cota: mai aumentato le tasse. Falso!

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Il governatore del piemonte, il leghista Roberto Cota, continua a ripetere con continue dichiarazioni pubbliche di non aver alzato il carico fiscale, ma le mani nelle tasche dei piemontesi le ha messe, eccome: CARTA CANTA.
Chiamale tasse, accise o tariffe. Dal punto di vista tecnico e – secondo alcuni politico – sono provvedimenti differenti tra loro, ma di certo con un comune denominatore: un aumento delle entrate da parte dell’ente che li introduce e un sacrificio per il cittadino/contribuente.
Da giorni un iperattivo Roberto Cota continua a propinare ai giornali lo stesso refrain: “La Regione non ha aumentato e non aumenterà le tasse” ha detto nella conferenza stampa di fine anno e ribadito ancora nelle ultime ore alle agenzie. “Una linea che dovrebbe seguire anche il Governo Monti”. Affermazioni tecnicamente corrette, ma che di fatto rischiano di essere fuorvianti rispetto a provvedimenti varati quest’anno dall’amministrazione del Governatur.
A partire dall’accisa regionale sulla benzina. Un provvedimento approvato l’estate scorsa, attraverso il recepimento di una legge del 1993 mai applicata prima. Si tratta di 2,58 centesimi al litro in più in tutti i distributori del Piemonte, attraverso i quali piazza Castello conta di recuperare circa 27/28 milioni in un anno.
Non è finita. Tra i successi rivendicati dal presidente leghista, c’è anche il nuovo contratto sottoscritto con Ferrovie dello Stato nell’ambito del trasporto regionale su rotaia “dopo quattro anni di silenzio da parte della precedente amministrazione”. L’accordo con Trenitalia, intanto, ha portato a un aumento del 10% dei biglietti sui treni locali e del 18% sugli abbonamenti settimanali, mensili e annuali; e sono salite del 6% anche le tariffe dei biglietti degli autobus extraurbani.
Chiamale tasse o tariffe: il risultato non cambia: tasche vuote e, in certi casi, servizi sempre più scadenti vista la contestuale scelta di ostacolare in ogni modo l’arrivo di nuovi competitor sulle rotaie sabaude dell’amministrazione regionale (vedi il caso Arenaways sul quale l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino fu costretta dal Consiglio a una clamorosa marcia indietro).
E poi c’è l’incremento dell’addizionale Irpef, l’applicazione dei ticket sanitari voluti dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti (e che altri suoi colleghi hanno rifiutato di utilizzare, compreso il compagno di partito Luca Zaia), il taglio dei trasferimenti ai comuni sul trasporto pubblico locale, che ha portato allo – sproporzionato a nostro avviso – aumento delle tariffe da parte di Gtt.
E non ci si può sempre nascondere dietro il recepimento di leggi nazionali, come pure sta facendo il governatore, perché nessuno ha imposto alle regioni un aumento delle accise sulla benzina o l’incremento delle addizionali Irpef: è stata offerta un’opportunità di incrementare le entrate che piazza Castello non si è lasciata sfuggire.
Sul tema interviene il capogruppo Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschigna «Si prende dalle tasche dei cittadini non solo quando si aumentano le imposte, ma anche quando non si garantiscono più i livelli dei servizi, quando non si garantiscono più le borse di studio universitarie o, come succederà quest’anno, si diminuiscono gli interventi sulle politiche sociali e si tagliano i servizi incidendo anche in questo modo sulle persone e sulle comunità locali».

Articolo tratto da www.lospiffero.com

Cota non va da Monti: va invece alla riunione del “parlamento” padano. Che vergogna

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

La scelta di Roberto Cota di andare a Vicenza al parlamento padano, domenica prossima, invece che all’incontro tra il presidente del Consiglio Monti e i presidenti delle Regioni, a Roma, è l’ennesimo segno del suo più totale disinteresse nei confronti del suo ruolo istituzionale e delle istanze della regione di cui è presidente e che dovrebbe rappresentare. Tra questo e il suo ruolo di esponente nazionale della Lega nord Cota ha scelto sempre quest’ultimo, e lo ha fatto ancora una volta, nonostante l’enorme importanza dell’appuntamento di domenica con il governo.
Ormai questo suo comportamento non è più tollerabile. Visto che il precedente governo ha tagliato pesantemente le risorse per il Piemonte, i soldi adesso a Cota li darà Bossi domenica a Vicenza o devono essere richiesti al presidente Monti a Roma?
Con tutto il rispetto per l’assessore Quaglia che lo sostituirà all’incontro con il governo, il suo disinteresse nei confronti del suo ruolo istituzionale e della comunità piemontese rasenta il ridicolo ed è un insulto verso tutti i cittadini della regione.

DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA

Cota incontra le mamme: il resconto completo della serata

Riportiamo per informazione il resoconto fatto da un giornalista di Eco Risveglio sull’incontrno di domenca sera, 31 luglio a Domodossola tra Cota e i comitati nati in Ossola.
E’ stata una tregua armata quella siglata nell’atteso incontro tra il governatore Roberto Cota e i Comitati sanità dopo l’incontro avvenuto domenica sera in Comunità montana a Domodossola.
Un incontro fatto di scontri duri e aspri, di momenti di tensione ma conclusosi con una stretta di mano finale e, sembra, la reciproca volontà di superare l’impasse.
«Cota non sa quello che avviene qui – era il leit motiv dei Comitati e delle Mamme prima dell’incontro -. Monferino dice delle cose, poi all’Asl Vco fanno tutto il contrario». Di qui l’esigenza di chiarire al governatore la realtà delle cose, per bypassare il commissario Corrado Cattrini e il primario del reparto di Ostetricia Ginecologia.
All’arrivo di Cota il clima è visibilmente teso. Ad accoglierlo c’è un “cerchio magico” di leghisti: Michele Marinello e Roberto De Magistris, il vice presidente della provincia Paolo Marchioni, l’assessore Germano Bendotti e molti altri.
Nessun fischio o contestazione e l’incontro, che doveva essere ristretto ai rappresentanti dei Comitati, è stato pubblico.
L’inizio è stato duro, con Tiziana Zazzali del Comitato Mamme a lanciare un j’accuse articolato: «Ci è stato detto che il punto nascite chiudeva per mancanza di infermieri, poi di ginecologi, infine per la sicurezza. Intanto sappiamo che i ginecologi mancano, ma a Verbania dove ben 5 ginecologi ad agosto non ci sono (tre sono in ferie e due in maternità). A Domo sono nati 4mila bambini nel Punto nascite, senza decessi o lesioni neonatali imputabili al parto. Dei 32 punti nascita piemontesi ben 7 hanno meno di 500 parti ma chiude solo Domo. Siamo sempre sorteggiati dalla sfiga? Poi a Verbania – ha detto Zazzali tra gli applausi e le incitazioni del pubblico – una mamma che ha perso il bambino alla 38esima settimana è stata messa in stanza con due mamme che allattano e con una che sta facendo la terapia per ritardare il parto: questa è crudeltà».
Altra stoccata è arrivata sulle dichiarazioni di Cota che paragonava il reparto alla Thyssen: «Lei forse non ci ha pensato ma ha insultato le persone che ci lavorano» e la chiosa è stata: «Rivogliamo il maltolto, un punto nascite con i fiocchi con personale qualificato».
La replica di Cota ha subito creato malumori: «Non mi faccio spaventare» ha esordito il governatore. «Neanche noi» hanno replicato a muso duro i presenti.
Poi Cota è partito con un lungo resoconto sulla sanità: «Occorre riorganizzare la sanità, abbiamo bisogno di contenere la spese e dare servizi più capillari. Sui punti nascite il minimo in deroga è di 500 parti. Non c’entra la politica, la sicurezza sotto quei numeri non c’è. Il Vco dovrà avere un solo punto nascite. Se poi si vuole stabilire, in accordo con i sindaci e le comunità locali, di farlo a Domodossola, io sono assolutamente d’accordo. A me dispiace che qualcuno si sia offeso del paragone con Thyssen, ma io mi baso sulle relazioni tecniche. Qui poi c’è un numero anomalo di cesarei». «E’ falso, siamo nella media nazionale» hanno ribattuto i presenti. Poi Cota è partito all’attacco: «Ma lo sapete che qui manca un’emodinamica? Che se uno ha un infarto deve andare a Novara?».
«E se una deve partorire? – ha ribattuto una mamma – Lei forse non lo sa, ma l’emergenza non è ancora superata. Lei parla di sicurezza ma dall’11 luglio siamo senza un piano di emergenza, con un ginecologo reperibile e un chirurgo generico d’appoggio in caso di emergenza (problema poi forse risolto con il via libera all’assunzione di Pasquale Bonanno, ginecologo in pensione vicino ai Comitati: ndr). E’ questa la sicurezza che la Regione garantisce alle donne ossolane? Il 13 luglio il ginecologo al mattino non si è presentato, è arrivato solo alle 11 dopo le nostre denunce». «Lei si rivolge alla persona sbagliata – ha ribattuto Cota – io lavoro per potenziare e migliorare, con il piano che sta mettendo a punto Paolo Monferino (direttore generale alla Sanità e futuro assessore: ndr)».
E sull’emodinamica Zazzali ha detto: «Non ci stiamo alla logica del baratto, se c’è bisogno di emodinamica che la si metta, ma il punto nascite deve restare a Domo e non può essere oggetto di un baratto».
Poi è intevenuto Bernardino Gallo, Sos Ossola, che ha rincarato la dose: «Prima restituite il maltolto, poi parliamo di dove posizionare emodinamica. E poi Cota spieghi perché Borgosesia, che fa meno parti di Domo, non chiude ed è sicuro mentre qui si chiude. Emodinamica – aggiunge Gallo – deve andare a Domo, perché se va a Verbania porterà con sè Neurologia e Cardiologia e presto tutto il reparto di emergenza e rianimazione».
Anche Rocco Cento è intervenuto per chiedere al presidente di non lasciare decidere il futuro ai sindaci: «Lei non conosce la realtà, l’Ossola è in minoranza, è schiacciata tra Verbano e Cusio. Con questa provincia creata senza una logica di vera distribuzione dei servizi l’Ossola è sempre stata penalizzata e sarà di nuovo così. Siamo stufi di vederci sottrarre ogni reparto uno dopo l’altro. Se lei lascerà decidere i sindaci perderemo ancora. Lei è federalista, io le dico che qui sta prendendo piede un forte spirito autonomista e senza servizi l’Ossola andrà per conto suo».
Dopo questi interventi Cota ha cambiato tono e atteggiamento: «Forse all’inizio ci siamo presi un po’ male, vediamo di prenderci un po’ meglio. Io conosco questo territorio, il mio obiettivo è fare del bene, non togliere cose. Qui servono più servizi e più capillari, io non ho mai detto di cancellarne, casomai voglio aumentarli. E’ logico che i due ospedali lavorino in integrazione, con alcuni servizi a Domo e altri a Verbania, ma con pari dignità ai due ospedali. Mi impegno personalmente a fare questo, dandone mandato a Monferino e al commissario Asl Corrado Cattrini».
A sentire questo nome è scoppiata la bagarre: «Cattrini no, è come dare i pulcini in mano alle volpi»  hanno urlato dalla sala. «A settembre vogliamo parlare con lei e Monferino» è stato detto.
Cota ha allora sintetizzato: «Martedì 2 agosto (l’altro ieri: ndr) sarà qui Monferino, poi tornerà a settembre a spiegare il nostro modello, che avrà una struttura unica organizzativa e un punto urgenza secondo il modello di ospedale in rete. Non escludo che questo reparto sia in Ossola. Ma questo è un fatto tecnico: io prometto che politicamente Domo avrà pari diritti di Verbania».
A quel punto è intervenuto Michele Marinello: «Questa situazione si è creata per responsabilità tecniche precise di personaggi ben precisi. La direzione si sta muovendo per rimuovere questo tipo di problemi. I tempi non saranno rapidissimi come è stato anche per l’assunzione di Bonanno che ha consentito di superare le emergenze».
A quel punto è intervenuta Jessica Fasoni, una delle mamme col pancione: «Le faccio una cronistoria. Il reparto è stato chiuso l’11 lugli senza piano d’emergenza dell’Asl. Il 12 abbiamo chiesto il piano a Monferino. Il 13 mancava il ginecologo. Io sono ignorante, ma al Dea di Domo so che gli infarti si curano. Ma se devo partorire dove vado? Questa è una discriminazione della figura femminile. La prossima chiusura sarà il Country pediatrico. Useremo il bonus bebè per pagare la benzina per andare a Verbania? Io di politica non me intendo, ma le chiedo: se avesse vinto Galvani ci sarebbero stati questi tagli?».
A darle manforte anche Debora Eustacquio, anche lei con il pancione: «Io due anni fa ho partorito a Domo con un cesareo d’urgenza. Se capita oggi cosa faccio? Se lei fosse mio marito cosa farebbe?».
Cota ha risposto spiegando: «Con mia moglie quando sono nati i miei figli ho fatto 50 km per raggiungere il suo ginecologo di fiducia. Io sto lavorando per risolvere i problemi, spero che mi sarà riconosciuto».
Nel suo intervento il sindaco di Crevoladossola Gianni Rondinelli ha spiegato la posizione dei sindaci: «Ho partecipato a tutti gli incontri trovando in Monferino una persona eccellente. Il sindaco di Verbania Marco Zacchera ha convocato solo a inizio luglio, nonostante i nostri solleciti, la conferenza dei sindaci, dove ci è stato comunicata la chiusura del Punto nascite, con la promesso di riaprirlo a settembre. A quel punto a noi interessava soprattutto il discorso dell’emergenza in quanto l’Asl non aveva approntato nessun piano per affrontarla. Nell’incontro del 19 luglio Monferino ci ha garantito la riapertura del reparto entro i primi 15 giorni di settembre e per la gestione dell’emergenza ha dato il suo via libera all’assunzione del dottor Pasquale Bonanno come ginecologo. Finita la videoconferenza con Monferino i vertici locali dell’Asl hanno iniziato a stravolgere il piano, mettendo tantissimi ostacoli. A quel punto il 28 luglio i sindaci ossolani si sono riuniti e hanno detto che fino a che non verrà garantita la sicurezza con il piano dell’emergenza attivato avrebbero restituito al prefetto la delega per la salute pubblica, non essendo più in grado di garantirla. Per quanto riguarda emodinamica abbiamo chiesto alla regione un Piano sanitario preciso. La destinazione dell’emodinamica andrà concertato e discusso nella conferenza dei sindaci, ma fino alla riapertura del punto nascite noi non parteciperemo alla conferenza dei sindaci».
Alla fine Cota ha concluso impegnandosi a sentire martedì Monferino «per sapere come è andata. Tra due mesi ci sarà un incontro dove illustreremo a tutti il modello di sanità che intendiamo portare sul territorio. Però nessuno deve pensare di fare poltica sfruttando la sanità, perché è sulla sanità che noi prenderemo i voti».
In conclusione l’impressione finale dei Comitati si divide in due fazioni.
Il partito degli ottimisti sostiene che Cota non sapeva molte delle cose che capitano nella nostra Asl e che alla fine porrà rimedio. I più pessimisti dicono invece che l’emergenza sul Punto nascite è stata creata ad arte per distrarre l’Ossola dalla partita dell’Emodinamica: «E’ già tutto deciso – diceva qualcuno – alla fine daranno il Materno infantile a Domo ed Emodinamica a Verbania. Ma le mamme di Verbania andranno a partorie a Borgomanero, non a Domo, e alla fine tempo qualche anno chiuderà anche il punto nascite domese. Nel frattempo l’emergenza sarà scappata sul lago e noi rimarremo con il cerino in mano». E qualcuno aggiungeva che dietro il posizionamento di Emodinamica a Verbania ci sarebbero anche interessi di privati, pronti ad entrare pesantemente sul territorio. Dietrologie senza senso o realtà? Non si sa. Solo il tempo potrà dirlo.
ro.bi.
Tratto da Eco Risveglio

TAGLI AL COQ? MASSIMO NOBILI STA A GUARDARE! COSA CI FA NEL CDA DELLO STESSO COQ SE NEMMENO DIFENDE GLI INTERESSI DEI SUOI CITTADINI?

Due operatori socio sanitari, sei infermieri professionali e due medici internisti a cui si aggiungeranno altre quattro/cinque unità nel 2012. Sono questi i numeri degli esuberi annunciati oggi dal Centro Ortepedico di Quadrante; il tutto a partire dal primo settembre. (Clicca qui per vedere il video del servizio TV).
Esuberi che si aggiungono al taglio del reparto di medicina sempre al COQ di Omegna.
Decisione conseguente alle politiche sanitarie imposte a livello regionale dal governatore leghista Cota per il famoso “ piano di rientro” che, appare chiaro a tutti, taglia servizi senza prospettare l’ombra di un piano socio sanitario complessivo per il VCO.
Cosa grave in se, ma peggiorata dal fatto che nel COQ a rappresentare la parte pubblica c’è anche il presidente della Provincia Massimo Nobili.
Noi lo riteniamo incompatibile in quel ruolo (per varie ragioni); lui ci ha sempre risposto un po’ sprezzante che era lì per rappresentare gli interessi dei cittadini del Vco; testualmente ha affermato agli organi di stampa: ”essere presente nel cda del COQ vuol dire far arrivare con più incisività e tempismo la voce della comunità laddove le scelte vengono assunte.”.
“Tempismo” ed “incisività” perfette; lo vediamo ora con questa decisione che taglia personale al COQ.
Altro che difendere gli interessi dei cittadini, il presidente Nobili sta a guardare i tagli alla sanità, anche al COQ, dove lui è consigliere d’amministrazione.
E non ci dica ora che si è opposto, magari votando contro nel consiglio d’amministrazione perché sarebbe pure una “pezza peggiore del buco”.
Perché se era contrario e il cda ha preso questa decisione vuol dire che il nostro Presidente non conta nulla.
Ed ora che si inventa il nostro Presidente? Che ci appare, oltre che incompatibile, anche un po’ inutile se non difende gli interessi dei suoi cittadini su un tema così importante come quello della sanità!
PD VCO
Ufficio stampa

Sull’argomento oggi interviene anche il segretario cittadino del Pd. Marco Travaglini

Il dimezzamento dei posti letto nel reparto Medicina dell’ Ospedale  Madonna del Popolo di Omegna ( da 23 a 12, con dieci dipendenti in  esubero a partire da settembre ) testimonia la gravità della  situazione  della sanità cusiana. I tagli alle risorse previsti dalla Regione  si  tramutano in un ridimensionamento delle prestazioni e dei servizi, come  da tempo paventavamo.
Non solo. Questa situazione si aggiunge al depauperamento della medicina territoriale e di base che non viene  adeguatamente organizzata e finanziata nella misura necessaria a garantire il diritto alla salute, alla prevenzione e alla cura da parte dei cittadini. E’ una situazione non tollerabile, per la quale sollecitiamo il sindaco a promuovere ogni iniziative utile sulla base del mandato che ha avuto dal consiglio comunale che ha approvato  con voto unanime un impegnativo ordine del giorno sulla sanità proprio su nostra iniziativa.
Da parte nostra c’è sempre stata la volontà di trovare le soluzioni migliori per i cittadini  mettendo in condizione tutta la città di muoversi in piena unità e con tutto il  coinvolgimento necessario. Il COQ va stabilizzato al più presto, il reparto di medicina non va tagliato, la sanità territoriale va resa più diffusa e
efficiente.
Questo è il metro su cui giudicheremo l’impegno delle amministrazioni comunale, provinciale e regionale di centrodestra.
Non è più il tempo delle furbizie e degli scaricabarile. Il VCO ha diritto ad una politica sanitaria seria e moderna, senza logiche di contrapposizione territoriali ma avendo in mente il bene di tutti.
Chi amministra ha più responsabilità e deve dimostrare con chiarezza che cosa vuol fare in concreto per dare risposte altrettanto concrete ai bisogni dei cittadini.

Marco Travaglini, segretario del Pd di Omegna

MONTANI: PERSA UN OCCASIONE PER STARE ZITTO. SOLIDARIETA’ A COTA E MARINELLO

Riportiamo due comunicati stampa fatti in pochi minuti: il primo di solidarietà, il secondo dopo pochi minuti in risposta alle dichirazioni del Sen Montani (per vederle cliccate qui)
MONTANI: PERSA UN OCCASIONE PER STARE ZITTO.
Nemmeno il tempo di esprimere sincera solidarietà a Marinello e Cota per le frasi ingiuriose apparse a Domodossola e condanna agli autori dello sconsiderato gesto, e mi tocca leggere la risposta rovinosa del Senatore Mantani, segretario provinciale della Lega Nord, che individua il sindaco Cattrini e alcuni giornalisti di essere i “mandanti morali” delle scritte a causa del clima da loro generato.
Credo che abbia perso un occasione per stare zitto perchè in quanto a fomentatori di bassi istinti la Lega Nord non deve imparare da nessuno. Rimane la solidarietà a Marinello e a Cota, ma rigettiamo con sdegno queste accuse gratuite al sindaco di Domodossola ed ai giornalisti locali che hanno come unica “colpa” quella di aver denunciato una mancanza di programmazione politica della giunta regionale sul tema sanità.
Antonella Trapani
Segretario Pd Vco

SOLIDARIETA’ A COTA E MARINELLO
In merito alle frasi ingiuriose appare sui muri di Domodossola nei confronti del governatore Cota e del consigliere regionale Marinello, esprimo a nome di tutto il Partito Democratico del Vco, la mia sincera solidarietà alle persone coinvolte e condanna per lo stupido gesto . Il dibattito politico può essere acceso, a volte anche aspro, le posizioni diametralmente opposte, ma alla base deve esserci sempre il rispetto alle persone.  Chi pensa di poter difendere il territorio, le proprie idee con l’insulto gratuito, oltre tutto nascondendosi nell’anonimato, ha già perso in partenza.