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Ospedale San Biagio: Bresso 22 – Cota 0

imageIl PD con un volantinaggio presso l’entrata dell’Ospedale San Biagio di Domodossola denuncia: Bresso 22- Cota 0. I democratici spiegano che la giunta Bresso aveva messo a bilancio 22 milioni di euro per la realizzazione della 2° ala del San Biagio. Nel disegno di legge del governo Cota per il bilancio 2011 zero investimenti in edilizia sanitaria e non solo per il VCO ma per tutto il Piemonte.  "La giunta Bresso aveva stanziato le risorse per la progettazione esecutiva della seconda ala del San Biagio – spiega il consigliere regionale PD Aldo Reschigna – l’azienda sanitaria ha affidato il progetto e la stesura del progetto esecutivo è stata predisposta. Poi aveva detto che l’opera sarebbe stata finanziata nel corso degli anni. l’opera è cantierabile – ha continuato Reschigna –  per il 2011 questo cantiere potrebbe partire, noi abbiamo rilevato che nella legge di bilancio per il 2011 che il presidente Cota ha consegnato al Consiglio Regionale ci sono zero euro per l’edilizia sanitaria e zero euro per l’ospedale di Domodossola. Lo vogliamo denunciare perchéa noi non interessano i proclami ma le cose concrete. Il gruppo regionale del PD nella discussione sia in commissione che in aula si impegnarà perché queste risorse siano assegnate e i lavori di quest’opera  (che È cantierabile) possano partire nel corso del 2011".
 

Pendolari: dalla Lega attacchi pretestuosi.

image Sul tema dei pendolari del VCO è necessario ribadire con forza alcune questioni, soprattutto alla luce dei commenti di alcuni esponenti della Lega Nord, in merito alla mia interpellanza presentata in Consiglio Regionale.
In campagna elettorale i candidati a consigliere regionale, hanno sottoscritto al Chiostro di Verbania un documento sottopostoci dal comitato dei pendolari del VCO: quel documento ci chiedeva, qualora eletti, di essere coerenti con alcuni impegni.
La mia interpellanza in Consiglio Regionale ha voluto anzitutto essere un gesto di coerenza con l’impegno assunto.
Ho chiesto all’assessore Bonino di essere attenta alla linea Milano – Domodossola; ho chiesto all’assessore Bonino di volere istituire il forum dei pendolari decentrato presso la Provincia del VCO; ho chiesto all’assessore Bonino di impegnarsi per ripristinare con urgenza la carta “tutto treno Piemonte”.  Mi sorprende, ma non più di tanto, la risposta dei consiglieri regionali della Lega Nord, perché in quel rimandare al mittente tutto ciò, affermando è “colpa della Bresso”, dimostrano di non volersi misurare sulla concretezza dei problemi ma di scegliere la strada, banale, di una risposta che suona come uno slogan .
Invito in consiglieri leghisti a Torino di smetterla di affermare che la colpa dell’abolizione della carta “tutto treno Piemonte” è dovuta alla lite tra Bresso, che voleva mettere a gara il trasporto ferroviario, e Moretti l’amministratore delegato di Trenitalia.
Non voglio entrare nel merito della questione delle gare e della scelta fatta da Mercedes Bresso ma una domanda molto semplice la pongo: è accettabile che l’Amministratore delegato di Trenitalia faccia pagare il prezzo di una sua lite ai pendolari piemontesi?
E ancora, può una forza politica in nome della polemica politica non accorgersi che sta giustificando un comportamento, quello di Moretti l’amministratore Delegato di Trenitalia, che non può e non deve essere difeso?
Io continuerò a battermi, come ho fatto anche in passato, perché venga ripristinata per una semplice ragione: è un diritto dei pendolari piemontesi.
Continuerò in tal senso a sollecitare l’assessore Bonino che, credo, dopo la mia interpellanza ci metterà più coraggio e forza in tal senso.

Aldo Reschigna
Presidente gruppo consigliare PD Piemonte

PD VCO
Ufficio Stampa

PENDOLARI DELLA MILANO-DOMODOSSOLA.: UNA INTERROGAZIONE DI ALDO RESCHIGNA

image l’assessore regionale Bonino, rispondendo a una mia interrogazione sulla situazione del trasporto ferroviario per i pendolari, ha dimostrato una scarsa consapevolezza della grave situazione. Lo dice Aldo Reschigna, Capogruppo PD in regione Piemonte.
l’interrogazione aveva due obiettivi: uno locale, legato alla linea Milano-Domodossola, l’altro generale, legata all’esigenza di ripristinare la carta Tuttotreno Piemonte, voluta durante la Giunta Bresso dall’allora assessore Borioli e unilateralmente soppressa da Trenitalia. Nell’uno e nell’altro caso l’assessore Bonino ha dato una risposta meramente formale e burocratica. Il che testimonia quanto sia poco il tempo dedicato ai problemi dei pendolari piemontesi. Noi chiediamo che la Regione ottenga da Trenitalia il ripristino con urgenza della Carta Tuttotreno Piemonte. E’ troppo alto il prezzo che stanno pagando i pendolari piemontesi.
Ho richiesto all’assessore Bonino di voler attivare il forum dei pendolari della Milano-Domodossola, vista la particolarità delle problematiche della linea e il disagio per i pendolari piemontesi nel partecipare a riunioni torinesi.
Ho altresì richiesto all’assessore una maggiore attenzione nei confronti della Regione Lombardia affinché i pendolari del VCO possano essere ascoltati rispetto alle loro legittime richieste di un servizio di qualità nel materiale rotabile e nel rispetto degli orari.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

Discutere è doveroso

image“Dobbiamo discutere seriamente se le comunità montane vanno mantenute oppure se non sia opportuno che anche quelle competenze siano affidate alla Provincia. Se si vuole difendere la nostra provincia e garantire lo sviluppo del territorio facciamola diventare veramente montana.”
Leggo questa frase all’interno del documento “il partito del NOI” che un gruppo di amici e compagni ha predisposto e sottoscritto in occasione del prossimo congresso provinciale del PD fissato per l’inizio di ottobre. Ho saputo che questa frase è stata considerata da taluni una forzatura improponibile, una contraddittoria liquidazione della legge che la Giunta Bresso ha approvato con la profonda riforma delle Comunità Montane in Piemonte. In particolare tale giudizio verrebbe espresso in primo luogo da Enrico Borghi che è il Presidente nazionale dell’UNCEM, oltre che autorevole esponente locale del nostro partito.
Personalmente sono invece d’accordo sulla necessità di riaprire la discussione su questo tema e cerco qui di argomentare la mia opinione. (segue)
 In questi mesi, dopo l’approvazione di quella legge, si sono verificati una serie di circostanze o comunque sono venuti in chiaro alcuni intendimenti ben precisi e ormai consolidati:
–    lo Stato ha sostanzialmente abolito i contributi a favore delle Comunità Montane;
–    a livello locale l’ATO ha deciso di ridurre stabilmente il ristorno delle tariffe dell’acqua dal 5% originario al 3% (quasi 1.000.000 di euro all’anno in meno per il VCO); siamo distanti anni luce dagli ipotizzati 10 milioni di Euro all’anno citati dal Presidente Regionale dell’ UNCEM Lido Riba nel corso del recente dibattito svoltosi alla Festa della Montagna alla Lucciola;
–    non ha trovato per ora riscontro legislativo il tema dell’abolizione delle Province o dell’ accorpamento delle Province piccole, ma rimane aperto il dibattito sul loro ruolo; nel contempo, norme già approvate ipotizzano proprio per le Province nuove competenze in varie materie, tra cui l’acqua e i rifiuti;
–    per le Province montane (il VCO con Sondrio e Belluno e forse qualche altra) viene posta con forza l’idea che possano avere in futuro titolo per compartecipare alla gestione di risorse peculiari come l’energia idroelettrica prodotta in loco.
Inoltre, non è per nulla sopito uno degli aspetti che determinano nell’opinione pubblica un profondo distacco verso i partiti e soprattutto per “i politici” e cioè la sensazione che i costi della politica siano troppo alti e che sia opportuno ridurre gli enti, ridefinendone le funzioni. Non è solo demagogia, è anche un’esigenza oggettiva non solo per ridurre i costi, ma anche per evitare sovrapposizioni di funzioni e per garantire maggiore efficienza ed efficacia.
Di fronte a questa situazione, le nuove Comunità Montane si trovano – oggettivamente e indipendentemente da chi le amministra pro tempore – di fronte ad una enorme sproporzione tra le risorse a disposizione (molto scarse) e le ipotetiche importanti funzioni che la nuova legge affida loro (non solo unioni di comuni per esercitare in maniera consortile funzioni non più gestibili a livello di singoli municipalità, ma addirittura agenzie per lo sviluppo del territorio). La realtà è che i Bilanci a disposizioni servono a mala pena a gestire stipendi, indennità e ordinarissima amministrazione.
Dobbiamo allora buttare a mare tutte le Comunità Montane e, insieme a loro, lo sforzo positivo di razionalizzazione che la Regione di centro sinistra ha messo in campo?
Credo che sia possibile ragionare, senza alcun tabù. Penso sia possibile individuare una architettura degli enti locali che non debba per forza di cose essere univoca e uguale in tutte le situazioni. Vorrei avanzare una proposta, come si dice, a geometria variabile, che peraltro riassume idee e valutazioni che sono già emerse nei dibattiti su questi temi:
–    le Province nelle aree metropolitane vanno abolite suddividendo le funzioni tra Comune capoluogo e la stessa Regione (era esattamente la tesi del centro sinistra per le elezioni politiche);
–    le Province piccole, non prevalentemente montane, vanno accorpate (per fare un esempio concreto penso a Novara, Vercelli e Biella), affidando loro nuove competenze in varie materie ora gestite centralmente dalle Regioni;
–    le Province prevalentemente montane (che sono anche piccole Province in termini di popolazione) mantengono la loro autonomia assumendo non solo le funzioni delle altre Province, ma compiti aggiuntivi (quelli delle Comunità Montane, salvo specifiche funzioni intercomunali) e rivendicano giustamente la compartecipazione a quelle risorse (energetiche in particolare)  che caratterizzano i loro territori; per garantirsi appunto quelle indispensabili risorse supplementari rispetto ai costi “non standard” dei servizi e della gestione delle opere pubbliche in territori montani;
–    le Comunità Montane rimangono tali nelle Province non prevalentemente montane per occuparsi di quanto la legge regionale ha conferito loro (riprendendo il mio esempio precedente, penso alla Valsesia e al retroterra montano di Biella).

Discutere di queste proposte, anche in sede di congressi locali del PD, mi pare che sia non solo legittimo e doveroso, ma che potrebbe configurare un salto di qualità nei confronti dei cittadini e degli amministratori che si aspettano qualcosa in più del semplice rivendicazionismo o della conservazione dell’esistente. Credo che potrebbe essere anche un proficuo terreno di proposta per l’UNCEM.

Gianni Desanti, componente la Segreteria Provinciale del PD

Radioterapia: Cattaneo la smetta di fare l’opposizione; è la seconda volta che glielo chiedo.

image Pubblichiamo il comunicato stampa di Aldo Reschigna in risposta ai surreali annunci fatti da Valerio Cattaneo ieri agli organi d’informazione (clicca qui per vedere).
"Oggi mi sento di aggiungere che se vuole fare l’opposizione è il benvenuto ad una condizione: che la facciamo assieme nei confronti della politica sanitaria della Giunta Regionale del Piemonte.
Al posto di andare a presidiare l’ASL andiamo assieme a presidiare l’assessorato regionale alla sanità sino a quando non ci sarà dallo stesso assessorato, una risposta chiara in merito all’autorizzazione ai lavori del secondo acceleratore all’ospedale di Verbania.
La vicenda è molto chiara ed è così riassumibile.
Alla fine dello scorso anno accogliendo una mia proposta la Giunta regionale guidata da Mercedes Bresso autorizza lo spostamento di risorse dall’ex ospedale di Premosello all’acquisto del secondo acceleratore, alla sistemazione della dialisi all’ospedale di Verbania e per un intervento territoriale ad Omegna. Alla fine dell’anno scorso dopo la delibera viene fatta la determina che conferma lo stanziamento.
Ci sono poi le elezioni regionali e la nuova Giunta Regionale blocca il turn – over nelle asl ed emette le linee giuda per la definizione dei piani di rientro delle ASL all’interno delle quali vi è la precisazione che non possono essere avviate nuove attività od ampliate attività esistenti che comportino maggiori risorse.
Viene definito il piano di rientro tra Asl e assessorato regionale alla sanità nel quale non si dice nulla in merito al fatto se il secondo acceleratore rientri o meno nel divieto di aprire nuove attività o ampliare le esistenti.
L’ASL chiede formalmente all’assessorato regionale alla sanità di sapere se può andare avanti con le procedure di appalto per la radioterapia. Sapete quale è la risposta ad oggi pervenuta dall’assessorato regionale? Nessuna!
Per queste ragioni oggi ho presentato un’urgente interpellanza all’assessorato regionale alla sanità con la quale chiedo le ragioni di tale silenzio e richiedo un pronunciamento immediato e favorevole all’autorizzazione all’asl ad andare avanti con l’appalto dei lavori.
Per queste ragioni rinnovo al Presidente Cattaneo l’invito che se proprio questo deve essere lo strumento per farci ascoltare dalla Giunta regionale il presidio facciamolo all’assessorato regionale."

Aldo Reschigna
Presidente gruppo PD in consiglio regionale

Al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte

INTERPELLANZA
ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto e dell’articolo 101 del Regolamento interno
a risposta orale in Aula

OGGETTO: Secondo acceleratore presso l’Ospedale di Verbania

Premesso che:
– nel corso del 2009, la Giunta regionale, accogliendo le sollecitazioni del territorio del VCO ha autorizzato lo spostamento di risorse dell’ex Ospedale di Premosello Chiovenda ad altri interventi, tra i quali l’installazione del secondo acceleratore presso il Centro di radioterapia dell’Ospedale di Verbania;
– l’Azienda Sanitaria Locale ha predisposto gli elaborati tecnici ed avviato le procedure per l’affidamento dei lavori citati;
– le Linee Guida dei Piani di rientro da parte delle Aziende Sanitarie Locali stabiliscono il divieto di apertura di nuove attività o di ampliamento di attività esistenti che comportino maggiori spese;
– l’Azienda Sanitaria Locale 14 ha richiesto, con lettera, l’autorizzazione a proseguire nelle procedure per l’affidamento dei lavori per il secondo acceleratore.

Considerato che:
– a tutt’oggi da parte dell’Assessorato regionale alla Sanità nessuna risposta è stata data all’Azienda Sanitaria Locale.
Ribadita
– la grande attesa da parte della Comunità del VCO in merito al Centro di radio-terapia.
INTERPELLA
Il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore competente in materia,

Al fine di conoscere

– la volontà da parte dell’Assessorato regionale alla Sanità in merito al potenziamento del Centro di radioterapia dell’Ospedale di Verbania.

PRIMO FIRMATARIO Aldo Reschigna

Canoni Idrici. Promesso sei, arriveranno tre milioni (quelli di sempre.)

image Bisognerebbe essere meno trionfalistici e ricordarsi i fatti. Ci riferiamo al trasferimento delle risorse dei canoni idrici alla provincia del Vco.
Il centro destra, con tanto di manifesti, aveva promesso in campagna elettorale per le elezioni regionali che entro 100 giorni avrebbe trasferito ben 6 milioni di euro alla nostra provincia. Così non è stato.
Se si assicura che nel VCO arriveranno 6 milioni ed invece saranno solo 3 è una promessa mantenuta? A noi pare di no, visto che è il 50% di quanto annunciato. E quindi perché autocelebrarsi come fanno gli esponenti del PDL?
Se si promette di vincere lo scudetto e poi si arriva a metà campionato bisognerebbe avere la compiacenza di ammettere di non aver raggiunto l’obiettivo. Invece assistiamo a scene di giubilo a dir poco fuori luogo.
l’altra cosa da sottolineare, con forza, è che questi eventuali 3 milioni corrispondo, a parte il 2009 in cui il trasferimento è stato minore, alla stessa cifra che negli anni precedenti la giunta di centro sinistra della Bresso ha trasferito al VCO.
 Insomma di cosa stiamo parlando? Di che vittoria e di che esaltazione ci si riveste, se la cifra corrisponde a quanto negli scorsi anni già arrivato nel VCO?
Che vittoria sarebbe se la cifra che arriverà è la stessa degli scorsi anni?
Tra l’altro ieri in consiglio regionale l’emendamento a cui si fa riferimento, non contiene nessuna cifra. Insomma non c’è scritto dei tre milioni.
Il riferimento a quella cifra è solo la “promessa” che il Presidente Cota avrebbe fatto ai consiglieri del VCO. Ancora formalmente questo trasferimento non esiste.
Trionfalismi per noi esagerati e fuori luogo, lo ripetiamo.
Come sempre ai cittadini la risposta.

PD VCO
Ufficio stampa