Verbania 2014: dalla circonvallazione da centinaia di milioni di euro ad una idea di mobilità alternativa.

Questo è il primo di alcuni interventi che Prossima Verbania (clicca qui per il link al blog) lancerà su temi specifici nel percorso di avvicinamento alle amministrative 2014.
Interventi in linea con la proposta che la segreteria PD ha lanciato nelle settimane scorse con la costituzione di alcuni gruppi di lavoro “per dialogare con la città e per costruire assieme idee e proposte per il futuro di Verbania”.
Uno dei temi importanti per il futuro di Verbania può nascere da alcune considerazioni sul progetto di circonvallazione della città.
Personalmente ho sempre ritenuto questo progetto sbilanciato nel rapporto tra il costo esorbitante dell’opera (quattro lotti per oltre 200 milioni di euro complessivi) e la ricaduta positiva (per me modesta) che avrebbe portato alla città.
Un progetto che appare “vecchio” rispetto all’idea di sviluppo e di mobilità che dovremmo avere oggi per il nostro territorio.
Un’opera che tra la sua ideazione (a cavallo degli anni 80/90) e la sua (im)possibile realizzazione completa (fine 2020/25?) vedrà passare un intervallo di oltre trent’anni!
Non a caso in diverse parti del territorio nazionale si discute su opere pensate tempo fa e che se realizzate oggi rischierebbero di non essere utili al territorio (cliccate qui per leggere un esempio vicino ad Udine)
Al di là delle (mie) considerazioni sull’utilità, l’opera a oggi pare inevitabilmente al palo per questioni meramente economiche. Non si capisce se il primo lotto è finanziato o meno (solo per “bai passare” Fondotoce è previsto un costo di 50 milioni di euro!) e poiché di soldi non c’è ne sono più, men che meno per un’opera che certo non può rientrare tra “le priorità” dell’Anas, il rischio che quest’opera si tramuti in un’incompiuta da “Striscia la Notizia” è reale.
Sia chiaro: non è un giudizio negativo su chi l’ha pensata e portata avanti ma un invito a verificare se questo progetto è ancora attuale a vent’anni dalla sua nascita.
E non è nemmeno una critica da fan della “decrescita” (quale non sono) alle mega-opere pubbliche che, se servono davvero, vanno fatte.
E’ inevitabile però ripensare al progetto di mobilità per la città, diverso rispetto a quella che oltre venti anni fa ha portato a costruire il progetto per la circonvallazione, basato in generale su un’idea non più attuale di aumento del traffico e delle automobili e di enormi investimenti sulle infrastrutture ad esse dedicate.
Una “strada” che alla fine non ha risolto i nostri problemi di mobilità ma, in generale, li ha peggiorati non garantendo un livello di efficienza maggiore dei servizi alle persone, rovinando parte dell’ecosistema e con un costo esorbitante per tutta la collettività.
Ripensare alla mobilità vuol dire accompagnare con più forza la trasformazione di Verbania degli ultimi vent’anni in cui un’idea diversa della sua mission, non più prettamente industriale ma soprattutto legata al turismo, al commercio e al terziario si è fatta avanti.
Molto è stato fatto in questi anni con gli interventi delle giunte di centro sinistra di Reschigna e Zanotti (rotonde, nuovo ponte, piste ciclabili, aree pedonali, libero Bus ecc), ma la crisi economica di questi anni e la possibile messa in discussione (no money, no party!) della circonvallazione devono far ripensare al tutto con un progetto più ampio e innovativo, basato sull’integrazione tra diverse soluzioni che facciano diminuire l’utilizzo delle automobili come unico (o quasi) strumento di spostamento.
Chi arriva a Fondotoce in automobile dai diversi assi della provincia (Baveno, Omegna, Ossola) al 70% ci arriva per poi stare a Verbania (lavoro, servizi, tempo libero ecc.) e solo un terzo attraversa la città per proseguire verso Cannobio (dati questi legati al progetto della circonvallazione).
Bisogna partire da questo dato (ancora attuale?) per capire cosa fare. Le scelte non sono da inventare, già esistono e sono state applicate in molte altre città europee; semplicemente vanno adattate al nostro territorio:
– carpooling: incentivare all’uso condiviso di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto. Su questo troppo poco è stato fatto dal pubblico. E’ necessaria una forte campagna mirata di sensibilizzazione.
– Piste ciclabili: incrementare e “costruirne” di nuove in città, fondamentale per ridurre l’uso delle auto dei cittadini verbanesi (e non solo).
– Reintrodurre il progetto di biciclette in affitto (bike-sharing) così “banalmente” azzoppato dalla giunta Zacchera.
– Trasporto pubblico (vero tasto dolente): ipotizzare un ritorno al “libero Bus “ della giunta Zanotti è utopia nella crisi finanziaria di oggi o è invece un’intelligente iniziativa per spendere meno in costi per la collettività a medio periodo? Se pensiamo a un’opera come la circonvallazione con centinaia di milioni di euro previsti, solo una piccola parte di essa investita ci consentirebbe di proporre un trasporto pubblico di qualità, efficiente e veramente usufruibile dai cittadini.
– Lago: riflettere su come si è evoluto il trasporto pubblico via lago e rilanciare un progetto in questa direzione.
– Anas: è possibile dirottare una parte del budget eventualmente previsto da Anas per il primo lotto della circonvallazione per interventi di miglioramento della statale? Interventi utili a poter costruire la passeggiata ciclopedonale tra Fondotoce e il centro della città ed a intervenire sui nodi di rallentamento del traffico su questa arteria (impianto semaforico a Fondotoce, Beata Giovannina e Suna “alta” e i passaggi pedonali sul lungo lago di Intra ecc).
– Un metrò di superfice tra Omegna e Verbania? E se investissimo in questa scelta? Già esisteva prima della II guerra mondiale una linea di Tram tra le due città. Pensare a questa scelta strategica per ridefinire il futuro della viabilità sull’asse Verbania /Gravellona Toce / Omegna può essere uno strumento innovativo per ribaltare il concetto di mobilità nel nostro territorio (anche se, mi rendo conto, cozza con la mia stessa pregiudiziale sul costo di una grande opera).

Su questo tema, centrale per il futuro della città, il PD e il centro sinistra della città devono interrogarsi per trovare proposte condivise.
Alberto Nobili

PS
In tutto questo ci sta, ovviamente, un passaggio fondamentale: l’esempio. Noi per primi a usare i mezzi pubblici e la bicicletta per dimostrare che una nuova “strada” è possibile.

Trasporto pubblico: Cota utilizzi il fondo perequativo

La nostra ferma opposizione alla linea di tagli alle risorse del Trasporto pubblico locale scelta dalla Giunta Cota, linea fortemente stigmatizzata nel Consiglio regionale straordinario svoltosi su nostra richiesta pochi giorni fa a Palazzo Lascaris, è in piena coerenza con i contenuti della protesta con cui oggi centinaia di sindaci piemontesi si sono riuniti a Torino per dire no a quei tagli.
A loro va la nostra piena solidarietà, come alle aziende di trasporto e ai loro dipendenti che, se non interverranno cambiamenti, rischiano la chiusura e la perdita dei posti di lavoro. A forte rischio c’’è anche la mobilità di migliaia e migliaia di lavoratori e studenti pendolari.
E’ un costo sociale troppo alto perché non si faccia tutto il possibile per porre rimedio. Non si può assistere in silenzio a scelte che nei prossimi mesi porteranno al taglio di un autobus su due e di un treno ogni tre.
La Giunta qualche strumento ce l’ha, a cominciare dall’utilizzo dei 54,5 milioni del fondo perequativo previsti proprio per il trasporto pubblico e che Cota ha deciso di dirottare su altre spese.
Dal canto nostro faremo tutto il possibile per dare risposte concrete in Consiglio regionale alle richieste che vengono dai sindaci piemontesi, dalle aziende di trasporto e dai loro dipendenti, dai pendolari. Cota non può lavarsene le mani, attribuendo al governo tutta la colpa. Una soluzione va trovata.

Dichiarazione di Aldo Reschigna, capogruppo PD