Testamento biologico: a Villadossola approvato dal Consiglio Comunale un documento per la “libera scelta sul fine vita”.

Ieri – giovedì 8 marzo- il Consiglio Comunale di Villadossola ha approvato l’adozione del registro per i testamenti biologici. Villadossola è il secondo comune del VCO, dopo Baveno, ad aver approvato questo ordine del giorno. Un solo astenuto, tutti gli altri favorevoli.
Il testo impegna il Sindaco e la Giunta Comunale ad istituire un Registro dei Testamenti Biologici-Dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, per evitare che in futuro si ripetano casi come quello di Eluana Englaro. Ai cittadini è permesso di decidere del proprio fine vita
Riportiamo il testo

PREMESSO CHE
–    l’articolo 32 della Costituzione Italiana afferma che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”; vi è in esso ribadita la necessità che vi sia un’espressione di libera scelta dell’individuo nell’accettare o meno un determinato trattamento sanitario;
–    l’articolo 13 della Costituzione afferma che “la libertà personale è inviolabile”, rafforzando il riconoscimento della libertà e dell’autonomia dell’individuo nelle scelte personali che lo riguardano;
–    l’articolo 2 della Costituzione afferma che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”;
CONSIDERATO CHE
–    la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sancisce che il consenso libero e informato del paziente all’atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino, afferente ai diritti all’integrità della persona (Capo 1, Dignità, articolo 3, Diritto all’integrità della persona);
–    la Convenzione per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti delle applicazioni della biologia e della medicina: Convenzione sui Diritti dell’Uomo e la biomedicina, Oviedo 1977, ratificata dal Governo Italiano ai sensi della Legge n.145 del 28 marzo 2001, stabilisce all’articolo 9 che “i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la propria volontà saranno tenuti in considerazione”;
PRESO ATTO CHE
–    il nuovo Codice di Deontologia Medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, dopo aver precisato all’articolo 16 che “il medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato…”, all’articolo 35 afferma che “il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito e informato del paziente. (…) In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.”;
–    lo stesso Codice di Deontologia Medica, all’articolo 38, afferma che “il medico deve attenersi (…) alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi (…). Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato”;
CONSIDERATO CHE
–    anche in assenza di una specifica normativa nazionale è comunque possibile, così come attestato anche dai pronunciamenti della Magistratura di merito e di legittimità, redigere un testamento biologico predisponendo un atto che permetta di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione sui trattamenti sanitari di fine vita nell’eventualità in cui ci si dovesse trovare nell’incapacità di esprimere il proprio consenso;
VALUTATO ALTRESÌ CHE
–    il Comitato Nazionale di Bioetica si è così espresso in data 18 Dicembre 2003: “…appare non più rinviabile una approfondita riflessione, non solo bioetica, ma anche biogiuridica sulle dichiarazioni anticipate… che dia piena e coerente attuazione allo spirito della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina…”; ed ha inoltre così specificato: ”le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall’interessato, e i medici dovranno non solo tenerne conto, ma dovranno anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà”;
RILEVATO CHE
–    i Comuni possono, nell’ambito della loro autonomia amministrativa, istituire uno o più registri per fini diversi ed ulteriori rispetto a quelli propri dell’anagrafe, dello stato civile e elettorali, non solo ai fini della conservazione ed archiviazione di dichiarazioni sostitutive di notorietà rese dai residenti ma anche per altre finalità consentite dalla legge;
–    i Comuni hanno quindi la possibilità giuridica ed amministrativa di farsi promotori di atti amministrativi volti a garantire la conservazione e l’archiviazione in forma pubblica di dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario, rese nel rispetto della normativa vigente inclusa quella in tema di privacy e relativa alla gestione dei dati personali e sensibili;
–    l’iscrizione in tali registri particolari non viene affatto ad assumere carattere costitutivo di status ulteriori e quindi riconoscimento di poteri o doveri giuridici diversi da quelli già riconosciuti dall’ordinamento agli stessi soggetti, ma assume solo un effetto di pubblicità ai fini e agli scopi che l’Amministrazione Comunale ritiene meritevoli di tutela;
–    tali ulteriori fini sono da ravvisare nel consentire a tutti i residenti la manifestazione pubblica della propria volontà in materia di scelte nei trattamenti sanitari e nelle cure di fine vita;
VISTO
il ruolo rivestito dal Comune, con pienezza di poteri, per il perseguimento dei compiti afferenti alla comunità locale, ai sensi dell’art. 3,  comma  2 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, avente ad aggetto il
Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali
IMPEGNA
il Sindaco e la Giunta Comunale ad istituire un Registro dei Testamenti Biologici-Dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, conservato presso gli Uffici Comunali nel rispetto della normativa vigente, inclusa quella in tema di privacy e relativa alla gestione dei dati personali e sensibili.
I residenti nel Comune che abbiano redatto, ai sensi di legge, un documento contenente le proprie dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, potranno pertanto dichiararne l’esistenza ed il luogo dove esse sono conservate, ai fini dell’annotazione in detto Registro di tale attestazione in forma autentica.

Provincie: dalla lega Nord del VCO solo incoerenza

Pubblichiamo una lettera inviata dal segretario provinciale del PD Antonella Trapani in merito alla questione “provincie”, in seguito ad un paio di articoli pubblicati dal quotidiano La Stampa. (in fondo trovate i due articoli).
Egregio direttore,
ho letto l’articolo pubblicato dal suo giornale inerente la conferenza stampa della Lega Nord Vco in cui il segretario Campanini invitava tutti a mobilitarsi per salvare la Provincia del Vco. In seguito alle molte risposte provenienti dal mondo politico e non solo, mi permetto di condividere con Lei e i suoi lettori alcune riflessioni.
Come prima cosa mi vien da dire: ci risiamo! I toni sembrano quelli dell’agosto 2011, solo che allora la proposta di abolizione delle provincie veniva da un governo a firma leghista! Allora il protagonista era Roberto Calderoli, ex ministro della Semplificazione, che avrebbe voluto eliminare tutti gli enti che amministrano meno di 300.000 abitanti. Come spesso accade in questo paese si perse tutto nel nulla o in lontane stanze.
La verità però è che anziché semplificare l’ex ministro ha complicato non poco la situazione, ha impostato la riforma degli enti locali sotto la miope luce della riduzione dei costi legati all’amministrazione pubblica. La situazione politica nazionale è in seguito precipitata e anziché assumersi la responsabilità dei provvedimenti da attuare, per sanare l’economia di questo paese, che anche la Lega Nord ha contribuito a generare, il partito di Bossi si è ritirato nella bassa … tra la nebbia. Da agosto il tema è tornato alla ribalta dei giornali più volte e sempre e solo come riduzione dei costi e non come necessità organizzativa, arrivando perfino ad immaginarne la trasformazione in ente di secondo grado. Oggi i leghisti lanciano accuse ad altri partiti, alle categorie, a chiunque tranne che a loro stessi, e per l’ennesima volta non scendono nel concreto, non propongono una soluzione. Perché la difesa dello stato attuale delle cose impedisce di fare proposte, non consente di immaginare un futuro migliore ma solo di vederci uguali a noi stessi. Nell’incertezza del futuro i leghisti scelgono la via più comoda: quella dell’immobilismo, dell’autoconservazione.
Cosa è necessario fare? Innanzi tutto non considerare una proposta di riorganizzazione degli enti solo sotto il profilo economico. La giusta domanda è non se le provincie costano, ma se servono. E qui bisogna osare di più. E’ necessario, e urgente, identificare con chiarezza le competenze amministrative, di gestione e programmazione di ogni struttura al fine di eliminare le interferenze e il sovrapporsi delle stesse funzioni a più enti, ivi compresa anche la regione. Perché, è diventata prassi in Italia non eliminare mai nulla ma piuttosto sovrapporre e aggiungere. Faccio un esempio: la provincia ha competenza in materia ambientale e si occupa della programmazione dello smaltimento rifiuti. Perché allora esiste il Coub? La provincia coincide con l’ambito di competenza del consorzio, rappresenta quindi le stesse amministrazioni comunali, lo stesso territorio. Oggi siamo nella condizione in cui anche l’esistenza di questi consorzi è a rischio e allora perché non essere promotori di un’autoriforma che vada veramente verso la semplificazione degli enti? Se, come ha dichiarato l’assessore all’ambiente provinciale Pizzi, il forno inceneritore sarà chiuso, chi in questo momento sta costruendo la soluzione alternativa? La provincia o il Coub? Quando si è in troppi con la stessa funzione il rischio è di non riuscire a programmare e a coordinare, si perde così efficienza, tempo e quindi soldi non riuscendo a produrre soluzioni efficaci.
Potrei continuare con altri esempi, ma è mia convinzione che ormai si preferisce dare seguito alla provocazione politica invece che alla discussione politica! E tanto per rassicurare tutti sull’unità del Pd mi permetto di rubare ancora un po’ di tempo per alcune considerazioni. Innanzi tutto concordo pienamente con le osservazioni che il nostro capogruppo provinciale Giuseppe Grieco ha rivolto dal suo giornale al segretario della Lega Nord. Non si possono fare richieste di difesa quando il segretario regionale Lega Nord, nonché presidente di regione Roberto Cota si dimostra decisamente torinocentrico.
Ed infine come si concilia la richiesta di mobilitazione della Lega Nord locale con la proposta avanzata da Upp e condivisa dal governatore Cota che prevede quattro grandi enti provinciali: Torino con la sua area metropolitana, Cuneo, il centro del Piemonte con Asti e Alessandria, il nord Piemonte con Vercelli, Biella, Novara e Verbania? Operazione peraltro concordata con il presidente della nostra provincia, Massimo Nobili, e messa nero su bianco in una lettera rivolta al presidente del consiglio Monti … anche se contestualmente vengono approvati odg in consiglio provinciale che impegnano il presidente e la giunta alla difesa del Vco. E a tal proposito vorrei sapere come mai il vice presidente Preioni, Lega Nord, non proferisca parola. Non lo sapeva? Se così fosse credo che il segretario Campanini ha molto da lavorare al suo interno, prima di chiedere la collaborazione a sostegno di una protesta che non conducono coerentemente neppure loro.
In ultimo, se siamo tutti d’accordo perché non discutiamo dei problemi reali che un accorpamento di quadrante comporta? Di come sfruttare al meglio la riorganizzazione? Rafforzare le competenze e le funzioni degli enti di area vasta? Questo deve esser il nostro impegno politico non la preoccupazione che sul sito della provincia del Vco ci sia il rimando ad un evento editoriale considerato locale importante invece di una raccolta firme.
Cordialmente
Antonella Trapani
Seg. Pd Vco

Province a rischio chiusura La Lega nord attacca tutti
Campanini: “A Sondrio raccolte 25 mila firme, qui si fa finta di nulla”
Una verifica alle parole del segretario provinciale della Lega nord Marco Campanini conferma la differenza tra Sondrio e Vco. Digitando il sito Internet dell’ente lombardo compare in automatico una finestra: «Vai in municipio, firma per salvare la tua provincia». Nella pagina iniziale del sito ufficiale del Vco il primo titolo è dedicato alla «Fabbrica di carta».
Ecco lo sfogo di Campanini: «Siamo rimasti solo noi della Lega a crederci. Sondrio, Belluno e il Vco avevano fatto fronte comune per ottenere un’autonomia montana, ora il Verbano Cusio Ossola si è fatto da parte, è pronto a chiudere senza alzare un dito. Sondrio in un mese ha raccolto 25 mila firme, da noi neanche i partiti al loro interno hanno una linea comune».
La Lega chiede una scossa. «Mi appello a tutti: dagli industriali ai sindacati, dal Pd al Pdl alle associazioni. Dobbiamo mobilitarci, far capire che le richieste di autonomia avevano un senso. Questo è un territorio che ha bisogno di regole speciali, che non può perdere uffici pubblici, servizi e anche identità. Abbiamo il nostro orgoglio, vogliamo difenderlo?». Campanini ne ha per tutti: «Il
nuovo coordinatore vicario del Pdl, Valter Zanetta, è un senatore che sostiene Monti: davvero voterà per svuotare le Province dei principali compiti che hanno oggi? E il Pd è mica da meno. Il segretario provinciale Antonella Trapani è per l’abolizione degli enti, il consigliere regionale Reschigna no, in Consiglio provinciale Pino Grieco si batte per la sopravvivenza. Ma dove vogliamo andare in modo così disparato?».
Quella di Campanini è chiaramente una provocazione «ma – dice – la faccio pensando positivo. Non voglio polemizzare e basta, vorrei una risposta concreta. Anche dai sindacati». Eppure fino a pochi mesi fa l’autonomia sembrava cosa fatta: «Siamo passati da un sogno al nulla. E senza fare nulla. Solo noi della Lega ci stiamo davvero opponendo al massacro. A questo punto, meglio chiedere alla Svizzera di diventare un loro cantone».
Sondrio ha raccolto 25 mila firme. E’ il caso di una petizione anche per il Vco? «Sul cosa fare ci possiamo accordare, il vero problema è trovare un’intesa sul salvataggio dell’ente. Vorrei vedere tutti in campo a difesa della Provincia», aggiunge Campanini.
Il segretario della Lega definisce una «gran balla» il problema dei costi di gestione: «Il “governo” del Vco costa 350 mila euro, i dipendenti nove milioni l’anno. E chiudendo l’ente, mica saranno licenziati. Andranno solo in un altro ufficio. Morale della favola, i costi ci saranno lo stesso i benefici per il Vco no. E magari Sondrio nel frattempo sarà salvo».
“163 mila abitanti Vco”
Da La Stampa del 7 marzo

Province, avanti senza un’intesa
Bocciata l’idea di Campanini: “Da quale pulpito arriva la predica, anche la Lega è divisa”
Siamo stati promotori, e continuiamo a esserlo, di tante azioni a difesa della Provincia. Tuttavia dobbiamo avere il coraggio di dire che qualcosa rispetto a prima va toccato, perché bisogna fare i conti con le risorse economiche disponibili in questo momento».
La prima risposta a Marco Campanini è quella del presidente della Provincia Massimo Nobili. Il segretario della Lega nord aveva accusato amministratori, schieramenti politici e associazioni di non essere sufficientemente determinati nel difendere la Provincia, diversamente da Sondrio dove sono state raccolte 25.000 firme contro il disegno Monti di ridimensionare gli enti provinciali.
Aveva sottolineato Campanini: «Siamo rimasti soltanto noi della Lega a crederci. Qui nel Vco ci sono divisioni anche dentro uno stesso partito, dove vogliamo andare in modo così disparato?». Nobili respinge al mittente queste considerazioni: «Ci sono posizioni diverse com’è normale quando si parla di riforme. Anche dentro la stessa Lega mi pare che non si parli la stessa lingua: fino all’estate c’era chi proponeva la chiusura delle Province sotto i 100 mila abitanti».
Per il presidente bisogna continuare a lavorare tenendo conto che i tempi sono cambiati: «Daremo battaglia fino in fondo perché la proposta fatta dal Governo, cioè lasciare intatte le cose nelle regioni a statuto speciale e ridimensionare le Province delle altre regioni, è iniqua. Però, non può rimanere tutto coma prima: ci sono meno soldi». A sostegno del presidente arriva il suo partito, il Pdl, che considera l’intervento del segretario leghista un’uscita «dal sapore pre-elettorale in prossimità delle amministrative di Omegna». Scrive la segreteria del Pdl: «Ricordiamo a Campanini che il presidente Nobili si è sempre dimostrato attento e impegnato su questo tema difendendo la specificità del territorio in tutte le sedi».
Il capogruppo del Pd a Villa San Remigio Grieco, va subito alle proposte: «Campanini usi il ruolo che ha per convincere il presidente della giunta piemontese Roberto Cota, del suo stesso partito, che la Regione non deve occuparsi delle cose che devono fare le Province. E dica a Cota di ripristinare il bonus benzina e di trasferire al Vco i soldi dei canoni idrici che erano nostri. Crisi economica, Regione in difficoltà? E’ un fatto oggettivo che quando c’era la Bresso questi quattrini c’erano e oggi non ci sono più».
Il consigliere regionale del Pd Aldo Reschigna ricorda a Campanini che si sta muovendo in maniera diversa dal suo partito: «Cota e altri esponenti della Lega e del Pdl si sono pronunciati per costruire quattro grandi aree con funzioni amministrative. Mi pare quindi che anche nella Lega ognuno si muova come crede. A questo punto credo che sia il caso di chiedere al governatore Cota in che direzione sta andando».
Il sindaco di Verbania Marco Zacchera si schiera con Campanini: «Credo che occorra fare “lega” per difendere la nostra Provincia. Può darsi che ci sia parecchia gente poco motivata al suo salvataggio e chiedo a tutti di pensarci bene: la Provincia è come la salute, ti rendi conti della sua importanza quando non ce l’hai».
Luca Caretti, segretario provinciale della Cisl, sottolinea: «Noi abbiamo sempre assunto la difesa della specificità montana del Vco. Al consiglio provinciale aperto eravamo rimasti soli, per tutti andavano bene le quattro grandi aree in cui dividere il Piemonte». Per il direttore dell’Unione industriali Mauro Caminito la Provincia «va difesa» ma «può andare bene anche la riforma se si tratta di razionalizzare»: «Per le imprese l’importante è che non manchino i servizi che la Provincia ha portato. Se tolgono la Camera di commercio, l’Ufficio del lavoro, l’Inps e l’Inail, per noi vuol dire tornare indietro di vent’anni, quando per una pratica servivano tempi biblici».
Da La Stampa dell’8 marzo 2012