Una legge per migliorare l’indennità di disoccupazione ai frontalieri italiani disoccupati in Svizzera

È arrivata nell’Aula di Montecitorio la Proposta di legge recante “Modifiche alla legge 5 giugno 1997, n. 147, concernenti la durata dei trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati a seguito della cessazione del rapporto di lavoro”, un Testo di legge fortemente voluto dall’on. Franco Narducci e dal Partito Democratico. Infatti, l’on. Narducci, che aveva presentato una Proposta di legge in tal senso ora confluita nel Testo unificato, intervenendo in Aula in sede di discussione generale sul provvedimento in questione ha sottolineato che esso “si prefigge di modificare e migliorare la legge esistente che regolamenta i trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei frontalieri italiani che non per causa imputabile alla loro volontà perdono il lavoro in Svizzera”. L’on. Narducci richiamando l’impegno dell’Ue per il lavoro ha ricordato come tale provvedimento si inserisce nell’ambito dell’impegno dell’Unione per “ridurre la disoccupazione che in questo momento aumenta drammaticamente”. Narducci, inoltre, ha ricordato, che la legge attuale sulla disoccupazione dei frontalieri, a distanza di quasi 15 anni, “ha bisogno di essere rivista alla luce delle trasformazioni intervenute nel mercato del lavoro ma anche del quadro normativo attuale, derivante dalle aperture fatte dalla Confederazione elvetica verso l’Unione Europea. Nel 1994, infatti, non vi erano ancora gli accordi bilaterali negoziati dalla Svizzera con l’UE che, per esempio, hanno consentito l’introduzione della libera circolazione delle persone, l’adattamento della legislazione di sicurezza sociale svizzera a quella europea relativamente al coordinamento e alla totalizzazione dei contributi previdenziali versati, nonché ad altri aspetti legislativi”. Dopo aver illustrato i cambiamenti profondi come il concetto di mobilità del lavoro e gli accordi internazionali che regolano i rapporti tra Italia, Svizzera ed Unione europea in materia di lavoro e di previdenza, il parlamentare eletto all’estero si è soffermato sulle novità della Proposta di legge in questione precisando che essa “prevede la modifica di alcune prestazioni concernenti il trattamento di disoccupazione speciale in favore dei lavoratori frontalieri italiani che perdono l’impiego in Svizzera” e che mentre nella “legge n. 147 del 1997 veniva previsto un periodo di indennizzo di dodici mesi e un importo dell’indennità compreso tra il 25 e il 50 per cento del salario medio percepito nell’ultimo anno di lavoro in Svizzera, nel disegno di legge in discussione oggi la durata massima dell’erogazione del trattamento è di 18 mesi per i lavoratori di età compresa tra 50 e 55 anni e di 24 mesi per i lavoratori con 56 anni di età e oltre”. “Occorre ricordare – ha detto Narducci – che questa indennità costituisce l’unica forma di ammortizzatore sociale dei lavoratori frontalieri e che in questi ultimi anni si è abbassata drammaticamente l’età critica in cui se si perde il posto di lavoro vi sono grandi difficoltà a ritrovarlo e il fenomeno degli over 50 riguarda ora gli over 45. Tanto che nel settore dell’edilizia elvetica è stata introdotta una rendita ponte gestita dalle parti sociali, senza nessuno contributo dello Stato, che consente ai lavoratori edili di andare in pensione a 60 anni”.
Narducci ha anche ricordato che “nella Proposta di legge in esame si prevede l’utilizzo dei fondi della gestione separata istituita presso l’INPS, quei 304 milioni accumulati con il prelievo sui salari dei frontalieri, per l’erogazione dei trattamenti speciali ai fini esclusivi del pagamento dell’indennità di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera”.
Narducci, ricordando che secondo “le previsioni dell’OCSE, l’economia italiana rimarrà in recessione sia nel 2012 sia nel 2013”, ha affermato che “il sistema di sicurezza sociale deve andare incontro ai frontalieri in difficoltà, utilizzando, tra l’altro, quei fondi ancora disponibili che dovrebbero essere di diritto loro destinati e che la Svizzera ha versato all’INPS fino all’anno scorso con riferimento al 2010” mantenendo l’esclusiva destinazionecome risulta dall’emendamento approvato in Commissione lavoro”.
Infine, Narducci rivolgendosi al rappresentante del Governo ne ha sollecitato l’attenzione “relativamente ad un aspetto che allungherebbe notevolmente l’esistenza del fondo di riserva” e cioè “il negoziato a livello europeo per la sostituzione del Regolamento 1408 con una nuova regolamentazione dei trattamenti di disoccupazione in ambito Unione europea”.
“Si tratta – ha detto Narducci – di accelerare la ratifica del nuovo Regolamento 883 che si applicherebbe anche ai frontalieri e comporterebbe da parte svizzera il pagamento dei primi 3 -5 mesi di disoccupazione e soltanto dopo scatterebbe la copertura tramite il fondo di riserva disciplinato dalla legge 5 giugno 1997, n. 147. Credo che non sfugga a nessuno, considerando le dinamiche del mercato del lavoro, che in tal modo si garantirebbe una più lunga sopravvivenza del fondo di riserva”.
“Penso – ha concluso il parlamentare letto all’estero – che assicurare la destinazione dei soldi versati dai frontalieri per la copertura dei trattamenti di disoccupazione a loro stessi destinati sia prima di tutto una questione di giustizia oltre che un dovere, e per queste ragioni il Gruppo del Partito democratico voterà a favore di questo provvedimento”.

On line il bilancio PD del 2011. Continua l’operazione trasparenza

Pubblicato oggi sul sito del Partito Democratico del VCO il bilancio consuntivo del 2011 della struttura provinciale del PD.
Dopo aver già pubblicato il bilancio preventivo 2012 (visionabile anch’esso sul sito)  continuiamo con una scelta di trasparenza e correttezza – afferma il tesoriere provinciale del PD Giuseppe Natoli non solo verso gli iscritti al PD che già in passato potevano consultare il bilancio, ma anche verso tutti gli elettori e i cittadini. Non è un obbligo di legge (infatti solo il bilancio nazionale dei partiti ha l’obbligo della pubblicazione), ma una nostra libera scelta.
Cliccando qui potete trovare il  bilancio consuntivo 2011 votato dall’assemblea provinciale del Pd di martedì 28 febbraio, bilancio che chiude con un leggero avanzo.
Riteniamo infatti che la trasparenza
– continua Natoli – è un elemento fondante del modo di essere e di fare politica del Partito Democratico. Abbiamo voluto realizzare una sezione web appositamente dedicata ai conti del Pd sul sito provinciale, con l’obiettivo di renderli il più possibile leggibili e comprensibili, anche per offrire una chiave di lettura in più nel contrastato dibattito sui costi della politica.
Nei confronti dei cittadini, dei nostri iscritti ed elettori, riteniamo doveroso un utilizzo delle risorse ispirato a criteri di efficienza, efficacia ed economicità e di massima rendicontabilità. La trasparenza non è uno slogan, ma un impegno che ci assumiamo.

Giuseppe Natoli
tesoriere PD VCO

Risorse per il socioassistenziale: il taglio del 35% sul 2011 significherà il collasso per molti consorzi e la chiusura di aziende e cooperative

Le cifre rese note oggi pomeriggio in Commissione sanità e servizi sociali dall’assessore regionale Monferrino – dichiara Aldo Reschigna, capogruppo Pd in consiglio regionale – dopo l’incontro in mattinata con le autonomie locali e i sindacati, sulle risorse disponibili per le politiche sociali nel 2012, circa 90 milioni sui 138 del 2011, ovvero un taglio del 35%, sono per noi assolutamente inadeguate a mantenere un livello soddisfacente di attività da parte dei consorzi socioassistenziali, già messi in crisi dai tagli del 2011.
Se le risorse dovessero restare queste, non è difficile pronosticare il collasso per molti consorzi e un’emergenza sociale, dovuta al taglio rilevantissimo dei servizi alle fasce più deboli. Gli effetti sono immaginabili sia sul piano sociale, nei confronti di anziani non autosufficienti, disabili, minori e famiglie in difficoltà, sia sul piano economico e occupazionale, per aziende e cooperative che lavorano nel settore. Già in questi giorni in numerose assemblee dei sindaci in giro per il Piemonte si discute di quali servizi tagliare. E molte cooperative fanno sempre più fatica ad andare avanti, aspettando da alcune Asl il pagamento dei servizi sociosanitari forniti nel 2010.
Da parte nostra faremo il possibile, in Commissione come in aula, – conclude Aldo Reschigna – affinché le risorse siano incrementate, per noi è una battaglia prioritaria. Ed infatti il 19 marzo organizzeremo per il VCO un incontro pubblico sul tema ad Omegna, aperto ai cittadini ed a tutit gli operatori del settore.

Ufficio Stampa

Caso Cesa/Massimo Nobili: presentata interpellanza dal gruppo provinciale del PD

E’ stata presentata in queste ore una interpellanza al Presidente della Provincia da parte del gruppo consigliare provinciale del PD in merito al caso Cesa e alla questione casa di Massimo Nobili. Ne riportiamo i contenuti.
Nei giorni scorsi, a seguito di una conferenza stampa della segretaria del Partito Democratico Antonella Trapani, gli organi di stampa hanno riportato la notizia che il Presidente della Provincia Massimo Nobili, si sia fatto in parte costruire la sua casa, sita nel comune di Casale Corte Cerro, dalla società CESA S.p.A. di cui è Presidente del Consiglio di Amministrazione.
La CESA S.p.A. è controllata con una quota del 98% dalla S.A.I.A. S.p.A. partecipata dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola con una quota del 2,76%. Nel fatto specifico, sia chiaro, non si evidenziava, anche perché non di competenza, alcun rilievo di carattere penale o amministrativo, ma certamente di opportunità e di trasparenza politico amministrativa.
Questo fatto, confermato dal Presidente stesso con un comunicato stampa di pecisazione, ha chiaramente riproposto all’attenzione generale e dell’opinione pubblica il tema dell’opportunità di designare amministratori della Provincia nelle società partecipate dalla stessa (5 società di capitali), e pone anche in evidenza la scarsa e poco frequente comunicazione, almeno in sede di Consiglio Provinciale, circa le attività, la situazione economica e patrimoniale, nonché sui programmi ed gli obiettivi economici delle società stesse.
Sulla base di queste semplici osservazioni e considerazioni, i Consiglieri Provinciali del Partito Democratico, preoccupati anche dalle notizie circa la situazione economica delle società partecipate, interpella e chiede che venga svolta nel prossimo Consiglio Provinciale una relazione sullo stato delle società in di cui la provincia detiene delle quote (situazione economico finanziaria, governance, indennità, programmi di medio e lungo periodo, eventuali interventi da parte della Provincia per il ripiano di perdite o per investimenti) da parte del Presidente della Provincia e degli assessori competenti.
Alla presente si chiede cortesemente risposta sia orale in Consiglio sia scritta.
Cordiali saluti.
I Consiglieri Provinciali del PARTITO DEMOCRATICO

Acque Nord: l’incompatibilità di Gallina è evidente. Non l’ha inventata il PD. L’unificazione delle società una scelta condivisa e non di una parte

A seguito del comunicato stampa dell’assessore di Verbania Manzini e della lettera aperta di alcuni lavoratori della società Acque Nord puntualizziamo quanto segue.
La creazione di un’unica Società a capitale pubblico – affermano il segretario provinciale del PD Antonella Trapani e del circolo di Verbania Corrado De Ambrogi è stato l’obiettivo condiviso, ricordiamo a Manzini e a tutto il PDL, dalla grande maggioranza dei Comuni delle province di Novara e del Vco, quindi sia centro-destra che centro-sinistra.
Una scelta compiuta nel 2006, volta a mettere a regime le indifferibili razionalizzazioni organizzative, la riduzione dei costi gestionali e l’eliminazione delle spese per mantenere i posti negli inutili Consigli di Amministrazioni delle Società operative.
Una razionalizzazione che certo deve difendere il posto dei lavoratori di queste aziende, ma non certo il proliferare dei Cda e dei loro presidenti. Non c’entra nulla infatti, con la difesa dei posti di lavoro, il doppio incarico del presidente Gallina che resta per noi e per i comitati dell’acqua locali – concludono Antonella Trapani e Corrado De Ambrogiuna palese violazione delle regole (non si può essere presidente di due società, dove una controlla l’altra) e anche un’esagerazione dal punto di vista economico per la sua doppia indennità da oltre 70 mila euro annui. Se Manzini e il centro destra locale vogliono difendere “carrozzoni e Cda” si accomodino. Noi non ci stiamo.

PD VCO
Ufficio Stampa