Si svolge giovedì 30 ottobre alle ore 21.00, c/o l’aula consigliare a Vilaldossola una ASSEMBLEA degli ISCRITTI in PREPARAZIONE per il prossimo CONGRESSO PROVINCIALE.
Archivi giornalieri: 31 Agosto 2010
Riunione circolo PD Verbania
Per la necessaria informativa pre congressuale e per un confronto sul Congresso di Circolo, sulle liste e i candidati che intendono presentarsi, ci ritroviamo GIOVEDI 30 SETTEMBRE alle ore 21 presso la Sede di Via Rigola ad Intra.
Idee per Omegna e per il PD
Il centro destra, a Omegna, per una serie di contingenze favorevoli, ha avuto la sua possibilità ed ha fallito. Era tutto sommato ragionevole che, in un contesto nazionale deluso dal Governo Prodi bloccato e diviso, gli elettori omegnesi – nel 2007 – provassero, anche localmente, a indicare una strada diversa rispetto a quella percorsa negli ultimi decenni. Ne è venuta fuori una compagine deludente, sostanzialmente incapace di amministrare non solo in termini di obiettivi strategici per lo sviluppo della città, ma anche sulle “piccole cose” che erano state il loro cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Credo che i cittadini omegnesi, anche quelli che – in assoluta buona fede – speravano che l’alternanza di forze politiche diverse alla guida della città potesse imprimere una svolta positiva  alla città si siano resi conto che non si inventa una classe politico amministrativa dal nulla e che, invece di un auspicabile rinnovamento, si rischia di precipitare in una rovinosa caduta.
Le facili promesse, se disattese, inducono a riflettere (per chi ne ha gli strumenti) ma soprattutto possono determinare disinteresse, disimpegno, rifiuto aprioristico rispetto alla politica. (segue)
Chi allora si vuole porre l’obiettivo di ribaltare l’attuale situazione  deve saper confrontarsi con questi due aspetti, uno che potremmo  definire “di vantaggio”, un secondo – invece – che potremmo chiamare “di  preoccupazione”:
1.    la consapevolezza diffusa che l’Amministrazione Quaretta, il PdL e  la Lega non abbiano saputo cogliere l’occasione che era stata loro  presentata;
2.    l’opinione altrettanto evidente che molti semplicemente non  credono in alcuna alternativa e preferiscono abdicare a qualsivoglia  impegno politico amministrativo, tanto “sono tutti uguali”.
Nuovi scenari
Non solo ad Omegna, ma forse soprattutto nel Cusio, lo scenario  economico e sociale si è rapidamente modificato negli ultimi anni ed in  maniera pesante. Tutte le crisi del passato avevano trovato una via  d’uscita; la chiusura di aziende era sempre stata compensata dalla  nascita di altre attività produttive ed anche quando era evidente che il  lavoro manufatturiero non potesse più espandersi, era ragionevole  pensare che l’economia della città e del territorio potesse essere  integrata dallo sviluppo dei servizi, delle attività commerciali,  turistiche e culturali. Anche le Amministrazioni che si sono succedute  hanno saputo governare questo processo e migliorare la qualità della  vita in città.  Finito lo sviluppo urbanistico – in parte disordinato  –  degli anni sessanta e settanta, Omegna ha saputo dotarsi di  infrastrutture e servizi di buona qualità come le strutture sanitarie,  gli asili nido e il centro sportivo e, successivamente, ha colto  l’esigenza di trasformare la città con investimenti per ampliare  l’offerta scolastica, formativa e culturale, mettere in campo politiche  sociali attente ai bisogni della gente, ripensare la città con  importanti trasformazioni urbanistiche come il recupero del centro  storico, il Forum e il resto dell’ ex area Pietra, la passeggiata a lago  e lungo la Nigoglia, il rapido ed efficace riassetto idrogeologico dopo  l’alluvione del 1996, il rifacimento praticamente totale della rete  acquedottistica e fognaria. E’ stupefacente che in questi ultimi anni di  gestione del centro destra, l’unico ricorrente e stonato ritornello  fosse quello di lamentarsi degli oneri residui lasciati dalle  “precedenti amministrazioni di sinistra”; sono costi legati ad  investimenti che erano assolutamente necessari per lo sviluppo della  città.
Ma ora lo scenario – come si diceva – è in rapida evoluzione ed è  necessario, da parte del centro sinistra e di chi ambisce ad  amministrare la città, non semplicemente ribattere e polemizzare in  maniera tutto sommato sterile alle lamentazioni e all’immobilismo della  Giunta Quaretta.
E’ indispensabile tracciare nuove vie, ripercorrendo solo in parte le  intuizioni strategiche abbozzate in passato: certamente il futuro di  Omegna si giocherà sull’integrazione tra il mantenimento di alcune  attività produttive e lo sviluppo del terziario (nelle sue varie  accezioni), ma la qualità di questa integrazione è tutta da verificare e  ripensare.
Alcune linee guida, ma soprattutto esemplificazioni e concreti progetti (peraltro da verificare e approfondire):
LAVORO, INDUSTRIA E ARTIGIANATO
Solo un’ industria qualificata, caratterizzata da innovazioni di  prodotto e di tecnologia, avrà la possibilità di competere in  un’economia globalizzata; per capire questa verità, non dobbiamo  peraltro andare lontano poiché un importante esempio l’abbiamo in casa  con Alessi che – praticamente unica tra le aziende del casalingo – ha  saputo adeguarsi positivamente, anzi indicare la strada giusta da  seguire.
Anche l’artigianato che, in passato, aveva assicurato un tessuto  connettivo importantissimo per le attività industriali locali, può  continuare ad avere un futuro solo se è capace di “emanciparsi”  attraverso una fortissima specializzazione, oppure attraverso la  costituzione di una filiera di produzione che assicuri autonomia invece  che dipendenza.
In quest’ottica è possibile lavorare per l’inserimento dei giovani in  nuove attività produttive, verificando anche possibili iniziative di  tipo cooperativo o contratti di lavoro innovativi come quelli ipotizzati  dal giuslavorista Ichino (sperimentalmente, perché non proporli nei  contratti integrativi aziendali o territoriali?)
Esiste peraltro una fascia di lavoratori che lavorano o hanno lavorato  in aziende in crisi, difficilmente recuperabili ad attività produttive  similari, ai quali è necessario dare delle risposte concrete ai loro  problemi. Le situazioni vanno viste per quelle che sono, oggettivamente  diverse a seconda dei casi: per chi è relativamente giovane è  indispensabile chiedere a Regione e Provincia l’attivazione di corsi di  formazione e riqualificazione legati ai progetti di nuovi insediamenti  che vengono prospettati da Provincia, Tecnoparco e Camera di Commercio;  per gli altri, è importante non solo garantire gli ammortizzatori  sociali che accompagnino alla pensione, ma individuare microprogetti,  socialmente utili, che possano dare una prospettiva dignitosa e  valorizzare le persone anche sul piano umano.
COMMERCIO, TURISMO E SPORT
Sono le alternative che, in realtà, non sono mai decollate. Forse è  utile ricordare a noi stessi e a chi si occupa di questi settori che non  si tratta di pensare a soluzioni che – da un punto quantitativo –  possono sostituire il lavoro che, in passato, era quello operaio e  manifatturiero. Anchi qui, probabilmente, la chiave di lettura è “la  qualità”. Lamentarsi che il commercio è in crisi perché si sono aperti i  supermercati non serve, bisogna invece trovare la strada per  specializzarsi, lavorare per obiettivi comuni, stringere sinergie con  l’ente locale.
Il turismo su cui puntare, ad Omegna, è – per forza di cose – quello “di  nicchia” (ad esempio il turismo scolastico legato a Rodari e alla  ludoteca, sempre che non si banalizzi e si lasci scadere anche questa  opportunità), quello complementare all’offerta turistica già esistente  ad Orta e sul Lago Maggiore, quello “alternativo” dell’escursionismo a  piedi o in bicicletta o in camper.
Lo sport, ma anche le attività motorie fruibili da una più ampia massa  di persone, possono essere – più di quanto già non sia – un’importante  occasione di migliorare la qualità della vita per i residenti, ma anche  attrarre una certa categoria di turisti o di utenti del territorio  circostante. Il Centro Sportivo, la valorizzazione del Monte Zuoli, di  percorsi sentieristici e ciclabili, l’attività sportiva giovanile sono  gli aspetti su cui puntare. Questi sono anche i settori a cui  indirizzare i giovani verso lavori di tipo nuovo per il nostro  territorio.
OFFERTA SCOLASTICA, FORMATIVA E ATTIVITA’ CULTURALI
Si è lavorato molto, in passato, in questa direzione (Istituzione del  Liceo Artistico che si è affiancato a quello Scientifico, culminato con  la costruzione in corso della nuova sede,  tempo pieno e indirizzo  musicale nella scuola primaria, sviluppo di attività legate alla  formazione professionale, Università della III° età, nascita della  Fondazione Museo Arti e Industria e della ludoteca legata a Gianni  Rodari). Proseguire su questa strada, diversamente dallo scadimento di  questi ultimi tempi, è assolutamente fondamentale, ma si tratta anche di  lavorare per migliorare strutture e organizzazione; è auspicabile, una  volta finito il nuovo Liceo (più del corso musicale sarebbe forse utile  richiedere il corso linguistico), verificare le seguenti ipotesi:
•    la creazione di due Istituti Comprensivi in luogo delle due  direzioni didattiche e della scuola media, con cicli elementari-medie  sia a Crusinallo che a Cireggio, oltre che ad Omegna;
•    concentrare, se possibile, ITC e Dalla Chiesa nell’edificio di via  Colombera (oltre a quello delle ex scuole elementari di Crusinallo);
•    dismettere l’edificio della Madonna del Popolo e pensare di  trasferire le elementari di Omegna negli edifici attualmente occupati  dal Dalla Chiesa e/o dalla formazione professionale;
•    utilizzare gli spazi del palazzo di via De Amicis, oltre che per la  scuola media, per l’educazione degli adulti e la formazione  professionale (ed eventualmente per uffici comunali).
SERVIZI SOCIALI, SANITARI E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
l’esperienza del CISS di Omegna (unico a carattere interprovinciale) ha  significato che è possibile superare i municipalismi e individuare un  assetto organizzativo, funzionale, finanziario accettabile e garante di  un rapporto costi benefici positivo. E’ una strada da proseguire,  sperabilmente senza contrapposizioni partitiche come quelle che il  centro destra ha voluto forzare esautorando senza motivi e prima della  scadenza naturale la gestione precedente.
l’Ospedale di Omegna (polialbulatori ASL e centro Ortopedico di  Quadrante), nel contesto dato è quanto di “possibile” avere; si possono  certo ipotizzare soluzioni di altro tipo come la riproposizione  dell’ospedale unico, ma l’obiettivo più ragionevole per i prossimi anni è  il consolidamento di questa situazione. Analogo discorso per la Casa di  Riposo e per le sue convenzioni con l’Asl per le degenze post acuzie o  malattie croniche.
La scelta recente dell’Amministrazione Comunale (contrastata) di  concentrare il servizio degli asili nido in due strutture invece che in  tre è accettabile se vengono mantenuti, in termini qualitativi e  quantitativi, i servizi precedenti. E’ la linea della qualità,  dell’efficienza e della compatibilità economica che non va combattuta,  ma assunta con coraggio.
Le associazioni di volontariato esistenti a Omegna (numerose e attive)  sono un patrimonio di valore che va preservato, seguito con attenzione e  valorizzato non solo attraverso il lavoro di un assessore preposto, ma  con possibili deleghe specifiche a consiglieri comunali e attraverso il  coinvolgimento dei Consigli di Quartiere.
SERVIZI AMBIENTALI
In questi anni, spesso se non esclusivamente su iniziativa di  amministratori del centro sinistra, alcuni servizi importanti come la  raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la gestione del ciclo idrico  integrato, oltre ai trasporti, sono diventati servizi gestiti a livello  intercomunale o provinciale. E’ stata una scelta lungimirante che  diventa, ora, addirittura scelta obbligata sia per le disposizione di  legge, sia per oggettiva necessità in termini di efficienza e di  efficacia. Bisogna proseguire su questa strada, assicurando peraltro il  controllo pubblico sia delle scelte generali, sia di quelle tecnico  gestionali. l’amministrazione comunale e i cittadini, anche attraverso  il dibattito e il confronto di cui i partiti e le associazioni possono e  debbono essere protagonisti, hanno il compito di esercitare una  efficace attività di indirizzo e controllo, tesi sia a garantire i  migliori standard di servizio, sia la salvaguardia ambientale. Mantenere  e incrementare la raccolta differenziata e l’effettivo riciclo dei  materiali, garantire i necessari investimenti per la qualità delle  acque, incrementare l’uso del trasporto pubblico sono gli orizzonti  strategici su cui misurarsi; l’efficiente gestione industriale di questi  servizi deve porsi l’obiettivo di contenere costi e tariffe, senza però  pregiudicare gli investimenti necessari.
URBANISTICA E TRASFORMAZIONE DELLA CITTA’
Il percorso da compiere, con più determinazione di prima, è quello  individuato già da anni. Trasformazione delle aree industriali e  artigianali dismesse o collocate in zone ormai a diversa destinazione  urbanistica in aree destinate ad usi abitativi, a servizi pubblici e  privati, privilegiando la qualità rispetto alla quantità; riutilizzo  degli edifici esistenti evitando ulteriori consumi del suolo, ben  sapendo – peraltro – che questo indirizzo non va assunto in maniera  manichea poiché possono esistere aree di completamento, già urbanizzate o  facilmente urbanizzabili, che consentono di soddisfare alcune esigenze  che si presentassero. In questo quadro, diventano essenziali alcune aree  strategiche come la ex Girmi, la ex conceria Beltrami, l’area della  Fiumetta o del lungo Strona tra Crusinallo e Verta, Agrano, lo stesso  Monte Zuoli e la vetta del Mottarone.
RISORSE
E’ forse il capitolo più importante di tutti. Le parole d’ordine sono  ottimizzazione e razionalizzazione, ma anche integrazione, nella più  assoluta trasparenza, tra pubblico e privato. Garanzia e qualità dei  servizi, ma anche taglio dei costi. Una sfida difficile, ma l’unica  credibile. Ne abbiamo già parlato riferendoci al capitolo dei servizi  sociali, sanitari e ambientali. Si dovrà porre mano a nuove ipotesi per  la gestione del centro sportivo visto che – entro il 2011 – il Comune  non potrà più conservare la proprietà della Srl (e neppure ritornare ad  una gestione diretta) e verificare l’assetto della Fondazione Museo Arti  e Industria che, invece, potrebbe ulteriormente espandersi e  consolidare le attività che svolge.
E’ però importante ipotizzare altre cose come la compartecipazione a  progetti sovracomunali per attività sociali, culturali e turistiche, la  possibilità di formalizzare convenzioni con società private, singoli  cittadini, associazioni no profit per microgestioni di aree pubbliche o  di piccoli servizi.
Tutto da vedere e da verificare, infine, l’assetto delle risorse  finanziarie disponibili per l’Amministrazione Comunale ovvero  trasferimenti da parte della Commissione Europea, dello Stato e della  Regione, imposizione fiscale locale; sono questioni fondamentali sulle  quali – peraltro – si può intervenire, localmente, solo in modo  limitato. La questione “demaniale”, ma anche quella di possibili  alienazioni o trasferimenti di proprietà comunali è un altro aspetto da  valutare con cura, senza pregiudiziali, ma studiando bene il rapporto  costi benefici. Su tutti questi aspetti c’è l’incertezza di fondo legata  alla realizzazione o meno del federalismo, ma sono tutti aspetti per i  quali non è accettabile il dilettantismo o addirittura il semplice  disinteresse come se fossero elementi invariabili.
IL PARTITO DEMOCRATICO
I temi sopra indicati  dovranno essere quelli su cui lavorare,  riflettere, ascoltare punti di vista, individuare un percorso plausibile  poiché su di essi e sulla nostra capacità di farli considerare elementi  essenziali per il futuro della città si gioca la nostra credibilità per  tornare ad amministrare Omegna. Ma il partito ed il suo ruolo non  possono esaurirsi su questi temi.
Coinvolgere soprattutto i giovani e coloro che si disinteressano alla  politica o, peggio, la considerano semplicemente qualcosa da evitare o  da subire presuppone una visione più ampia, la disponibilità e la  capacità di affrontare altri temi come la globalizzazione, l’etica, i  valori e i diritti, ma anche questioni “più leggere” come lo spettacolo,  lo sport, il divertimenti, lo stare insieme in modo felice. Anche di  questo il partito di Omegna dovrà occuparsi con un lavoro di squadra,  coinvolgendo tutti, ma avendo un occhio di riguardo per la competenza,  la disponibilità, l’impegno. Non dovrà essere trascurato anche il  compito di maggiormente coinvolgere le varie anime del Partito  Democratico poiché, anche nel Cusio, questo processo è rimasto a livello  embrionale.
Le riunioni dovranno essere, di norma, settimanali per la segreteria e  il direttivo, mensili o bimensili (su temi specifici) per l’assemblea  degli iscritti. E’ opportuno che vengano convocate non solo presso la  sede del Circolo Ferraris, ma anche in altri luoghi per favorire il più  ampio contatto con le realtà cittadine.
E’ importante, ogni volta, fissare un ordine del giorno a cui attenersi e  concludere la riunione con un verbale ed eventualmente con impegni o  decisioni fissate.
E’ importante che si sviluppino commissioni o gruppi di lavoro che  potranno – di volta in volta – proporre relazioni, relazioni o proposte  al direttivo.
In preparazione della scadenza elettorale amministrativa (ed,  eventualmete, di quella politica o di quella regionale che – peraltro –  non saranno determinate da noi) è necessario un rapporto con le altre  forze politiche della città (quelle del centro sinistra, ma anche  interlocutori diversi, come i Consigli di Quartiere, possibili liste  civiche e soggetti o gruppi non istituzionali) in modo da verificare sia  contenuti programmatici, sia indicazioni di candidature non solo per il  ruolo di Sindaco, ma anche di candidati a ricoprire altri ruoli  amministrativi (assessori, enti di II° grado, presenze in enti e  associazioni). Il compito di condurre questi incontri è della segreteria  e del gruppo consiliare.
Entro il 2011 dovrà essere completato il percorso per individuare le  candidature di cui sopra con l’ipotesi di procedere a primarie di  coalizione.
La lista del PD per il rinnovo del Consiglio Comunale dovrà essere  caratterizzata da poche figure “storiche” e da un alto tasso di  rinnovamento, anche generazionale e di genere.
Il Circolo di Omegna e la sua segreteria dovrà assumere anche il ruolo  di coordinamento sia politico che amministrativo con tutta la realtà  cusiana, compreso i territori della Provincia di Novara gravitanti sul  lago d’Orta. Il segretario del Circolo di Omegna o suo rappresentante  dovrà richiedere di essere parte integrante del gruppo dirigente  provinciale.
                Gianni Desanti
Discutere è doveroso
“Dobbiamo discutere seriamente se le comunità montane vanno mantenute oppure se non sia opportuno che anche quelle competenze siano affidate alla Provincia. Se si vuole difendere la nostra provincia e garantire lo sviluppo del territorio facciamola diventare veramente montana.”
Leggo questa frase all’interno del documento “il partito del NOI” che un gruppo di amici e compagni ha predisposto e sottoscritto in occasione del prossimo congresso provinciale del PD fissato per l’inizio di ottobre. Ho saputo che questa frase è stata considerata da taluni una forzatura improponibile, una contraddittoria liquidazione della legge che la Giunta Bresso ha approvato con la profonda riforma delle Comunità Montane in Piemonte. In particolare tale giudizio verrebbe espresso in primo luogo da Enrico Borghi che è il Presidente nazionale dell’UNCEM, oltre che autorevole esponente locale del nostro partito.
Personalmente sono invece d’accordo sulla necessità di riaprire la discussione su questo tema e cerco qui di argomentare la mia opinione. (segue)
 In questi mesi, dopo l’approvazione di quella legge, si sono verificati  una serie di circostanze o comunque sono venuti in chiaro alcuni  intendimenti ben precisi e ormai consolidati:
–    lo Stato ha sostanzialmente abolito i contributi a favore delle Comunità Montane;
–    a livello locale l’ATO ha deciso di ridurre stabilmente il ristorno  delle tariffe dell’acqua dal 5% originario al 3% (quasi 1.000.000 di  euro all’anno in meno per il VCO); siamo distanti anni luce dagli  ipotizzati 10 milioni di Euro all’anno citati dal Presidente Regionale  dell’ UNCEM Lido Riba nel corso del recente dibattito svoltosi alla  Festa della Montagna alla Lucciola;
–    non ha trovato per ora riscontro legislativo il tema  dell’abolizione delle Province o dell’ accorpamento delle Province  piccole, ma rimane aperto il dibattito sul loro ruolo; nel contempo,  norme già approvate ipotizzano proprio per le Province nuove competenze  in varie materie, tra cui l’acqua e i rifiuti;
–    per le Province montane (il VCO con Sondrio e Belluno e forse  qualche altra) viene posta con forza l’idea che possano avere in futuro  titolo per compartecipare alla gestione di risorse peculiari come  l’energia idroelettrica prodotta in loco.
Inoltre, non è per nulla sopito uno degli aspetti che determinano  nell’opinione pubblica un profondo distacco verso i partiti e  soprattutto per “i politici” e cioè la sensazione che i costi della  politica siano troppo alti e che sia opportuno ridurre gli enti,  ridefinendone le funzioni. Non è solo demagogia, è anche un’esigenza  oggettiva non solo per ridurre i costi, ma anche per evitare  sovrapposizioni di funzioni e per garantire maggiore efficienza ed  efficacia.
Di fronte a questa situazione, le nuove Comunità Montane si trovano –  oggettivamente e indipendentemente da chi le amministra pro tempore – di  fronte ad una enorme sproporzione tra le risorse a disposizione (molto  scarse) e le ipotetiche importanti funzioni che la nuova legge affida  loro (non solo unioni di comuni per esercitare in maniera consortile  funzioni non più gestibili a livello di singoli municipalità, ma  addirittura agenzie per lo sviluppo del territorio). La realtà è che i  Bilanci a disposizioni servono a mala pena a gestire stipendi, indennità  e ordinarissima amministrazione.
Dobbiamo allora buttare a mare tutte le Comunità Montane e, insieme a  loro, lo sforzo positivo di razionalizzazione che la Regione di centro  sinistra ha messo in campo?
Credo che sia possibile ragionare, senza alcun tabù. Penso sia possibile  individuare una architettura degli enti locali che non debba per forza  di cose essere univoca e uguale in tutte le situazioni. Vorrei avanzare  una proposta, come si dice, a geometria variabile, che peraltro riassume  idee e valutazioni che sono già emerse nei dibattiti su questi temi:
–    le Province nelle aree metropolitane vanno abolite suddividendo le  funzioni tra Comune capoluogo e la stessa Regione (era esattamente la  tesi del centro sinistra per le elezioni politiche);
–    le Province piccole, non prevalentemente montane, vanno accorpate  (per fare un esempio concreto penso a Novara, Vercelli e Biella),  affidando loro nuove competenze in varie materie ora gestite  centralmente dalle Regioni;
–    le Province prevalentemente montane (che sono anche piccole  Province in termini di popolazione) mantengono la loro autonomia  assumendo non solo le funzioni delle altre Province, ma compiti  aggiuntivi (quelli delle Comunità Montane, salvo specifiche funzioni  intercomunali) e rivendicano giustamente la compartecipazione a quelle  risorse (energetiche in particolare)  che caratterizzano i loro  territori; per garantirsi appunto quelle indispensabili risorse  supplementari rispetto ai costi “non standard” dei servizi e della  gestione delle opere pubbliche in territori montani;
–    le Comunità Montane rimangono tali nelle Province non  prevalentemente montane per occuparsi di quanto la legge regionale ha  conferito loro (riprendendo il mio esempio precedente, penso alla  Valsesia e al retroterra montano di Biella).
Discutere di queste proposte, anche in sede di congressi locali del PD, mi pare che sia non solo legittimo e doveroso, ma che potrebbe configurare un salto di qualità nei confronti dei cittadini e degli amministratori che si aspettano qualcosa in più del semplice rivendicazionismo o della conservazione dell’esistente. Credo che potrebbe essere anche un proficuo terreno di proposta per l’UNCEM.
Gianni Desanti, componente la Segreteria Provinciale del PD