Nobili lascia il timone sul turismo a Novara.

Potete scaricare cliccando qui l’interpellanza presentata dal capogruppo PD in consiglio provinciale Giuseppe Grieco. image
Si chiede conto al Presidente della Provincia del VCO Massimo Nobili del perché, nell’annunciato Tavolo permanente interprovinciale tra le amministrazioni di Novara, Asti, Biella, Cuneo, Vercelli e Verbano Cusio Ossola (che dovrà occuparsi di richiedere alla Regione Piemonte fondi destinati alle attività turistiche) come capofila è stata scelta Novara.
Infatti i dati inerenti alle presenze turistiche (anno 2008) riguardanti le sei province attrici dell’accordo non fanno che confermare la indiscussa prevalenza del turismo nel VCO rispetto a quello delle altre cinque province, ed anche che tra gli otto comuni piemontesi con presenze turistiche annue superiori alle 200.000 unità figurano ben quattro località del Vco e nessuna appartenente, invece, alla provincia di Novara.
Il capogruppo Grieco chiede a Massimo Nobili di conoscere quali ragioni abbiano suggerito di attribuire alla provincia di Novara il ruolo di ente capofila di una commissione che più naturalmente avrebbe dovuto trovare sede all’interno della nostra provincia.

Frontalieri: l’assessore regionale Migliasso risponde.

image Pubblichiamo la risposta all’Interrogazione regionale del 20 ottobre scorso presentata dai Consiglieri Travaglini e Reschigna del Partito Democratico inerente ai “tagli ai fondi dei frontalieri”. Risposta dell’Assessore al Lavoro e al Welfare, Angela Migliasso.
"Come Assessorato al Lavoro e Welfare conosciamo l’importanza che hanno questi ristorni per le amministrazioni locali del VCO: 59 Comuni su 77 sono interessati all’Accordo Italo-Svizzero del 1974.
Grazie a questi introiti è stato possibile per le varie Amministrazioni del VCO eseguire opere che, altrimenti, non si sarebbero potute realizzare e favorire la permanenza dei cittadini in aree di montagna minacciate dallo spopolamento.
Un esempio è dato dalla Comunità Montana Valle Cannobina, dove circa il 60% della popolazione attiva è occupata in Ticino: qui sono stati eseguiti interventi per migliorare i collegamenti stradali, a tutela dell’ambiente e di carattere sociale. Un esempio concreto è stata l’inaugurazione recente del Centro Logistico di Cannobio (sede di varie Associazioni di Volontariato della Valle Cannobina), in parte finanziato con i fondi ristornati dalla Svizzera.
Vista l’importanza che hanno queste somme sui bilanci di gran parte dei Comuni del VCO, è nostra intenzione contattare il Cancelliere di Stato della Repubblica ed i Cantoni del Ticino e del Vallese, anche in considerazione della dichiarazione d’intenti siglata tra la nostra Regione ed i Cantoni stessi, per sapere se le Amministrazioni Ticinese e Vallesana si stanno muovendo con il Governo federale per una revisione dell’accordo oppure no.
Verificheremo inoltre l’opportunità di organizzare un incontro, a Torino, tra il Presidente della Regione ed i due Cantoni, e chiederemo al Ministero degli Esteri di informarci con la massima sollecitudine se arriveranno proposte da parte della Confederazione per arrivare ad una revisione dell’Accordo.
Sappiamo, inoltre, che lo scudo fiscale rischia di penalizzare non solo le Amministrazioni locali del Verbano-Cusio-Ossola, ma soprattutto i lavoratori frontalieri, che corrono il rischio di essere annoverati tra coloro che esportano o detengono illegalmente capitali in Svizzera, mentre con le loro rimesse e i ristorni fiscali, come si è detto, contribuiscono piuttosto ad aumentare la ricchezza nazionale, in particolare del loro territorio di origine.
Sarà, quindi, necessario intervenire presso il Governo centrale perché sia fatta al più presto chiarezza circa l’esenzione dei frontalieri dallo scudo fiscale, così come è stato fatto per i cittadini di Campione d’Italia e per coloro che lavorano negli Organismi comunitari. "

Sit Cupro: giovedìsciopero e presidio

image Aumenta la preoccupazione dei sindacati di categoria per la situazione dell’azienda di Pieve Vergonte anche alla luce di quanto emerso la scorsa settimana nel municipio pievese durante l’incontro dei rappresentanti sindacali e dei vertici aziendali
“C’è sempre più preoccupazione – dicono unitariamente i rappresentanti di categoria – per questo abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che si concretizzerà con un’ora di sciopero, dalle 10 alle 11 il prossimo giovedì e, in concomitanza, anche un presidio davanti ai cancelli dell’azienda per chiedere all’azienda e alle istituzioni una responsabilizzazione sul percorso da intraprendere”. Due i nodi da sciogliere: velocizzare i tempi per la nomina del commissario e incontrare ufficialmente il possibile interessato a rilevare l’attività. Notizie positive invece sul fronte del conguaglio, per effetto del quale i dipendenti non avevano ricevuto spettanze per il mese di ottobre. “abbiamo preso accordi con chi gestisce ancora l’azienda – dicono i sindacalisti – e domani verranno versati i soldi che mancano in busta”.

incontro pubblico a Villadossola: “Irgendwann fällt jede Mauer” – Prima o poi ogni muro cade

Prima o poi ogni muro cade. È questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dall’associazione Apertamente di Villadossola (in collaborazione con l’amministrazione Comunale di Villadossola, e che discuterà della cadita del muro di Berlino vent’anni dopo
L’incontro pubblico si svolgerà mercoledì 18 novembre alle ore 21.oo presso la Sala Conferenze del Centro Culturale La Fabbrica a Villadossola. Relatore sarà il prof. Luigi Vittorio Majocchi dell’Università di Pavia.
Per contatti associazione_apertamente@yahoo.it

PD: TORNA LA POLITICA, SI RIPARTE DAL TERRITORIO

imageNell’assemblea nazionale del Pd di sabato scorso, l’ossolano Enrico Borghi è stato chiamato a far parte della Direzione Nazionale con una decisione che è anche un segno di tangibile risposta agli amministratori e ai militanti del Verbano Cusio Ossola che in questi anni si sono spesi con entusiasmo e determinazione per far valere le istanze dei nostri territori.
Ecco le prime riflessioni di Enrico Borghi all’indomani dell’assemblea:
"L’assemblea nazionale del Pd riunita sabato 7 novembre a Roma ha lasciato una chiara impronta di come intende impostarsi il partito uscito dalle primarie con Bersani segretario.
Un partito di alternativa, anziché di opposizione sterile ed urlante.
Un partito di concretezza, anziché di intellettualismi salottieri.
Un partito di territorio, anziché di talk show televisivi.
Emblematica la prima iniziativa annunciata da Bersani: un’assemblea di mille amministratori per dimostrare che "sul federalismo e sul tema del territorio la Lega racconta solo favole, e noi non staremo zitti". Dopo gli anni delle rincorse mediatiche e del pensiero debole (come scordare gli errori dell’abolizione Ici, delle misure demagogiche sui costi della politica, della messa all’indice dei propri amministratori locali da parte dei dirigenti nazionali di partito?) finalmente il segnale che si vuole costruire una propria proposta. Seria e alternativa!
È un incipit nel solco di un’impostazione che il duo Bersani-Letta (auguri al nuovo vicesegretario!) sta dando al partito: contenuti, idee e lavoro a fondo per costruire l’alternativa alla destra, nella consapevolezza che Berlusconi lo si manda a casa non urlando nelle piazze o concionando sulla sua vita privata, ma facendo capire al paese che c’è un’altra idea dell’Italia in grado di farci ripartire realmente. (segue)
 Il passaggio che più ho apprezzato sabato in Bersani è stato il suo "Torna la politica". Vorrei riportarlo integralmente: "Torna la politica. "Oggi è stata introdotta una novità forse antica: torna la politica, bisogna che torni la politica e la discussione politica. Ne abbiamo avuto traccia e ne avremo anche di più. La discussione politica è tutta salute in un partito popolare. Le amicizie si rompono quando non si discute. Non ho dubbi che devo costruire un partito in cui ci sono diverse identità. Ma fra dieci anni ci immaginiamo ancora cosi? Mi accuseranno di fare inciuci, no, io raffigurerò le culture. Ma ci si aiuti a mettere in campo nuove generazioni e questi problemi non ci sono più, in questo congresso ci siamo convinti di essere una forza. Adesso bisogna che questa forza viva largamente e visibilmente nel paese, nelle battaglie sociali e civili che vogliamo fare. La nostra identita’ dobbiamo cercarla fuori di qui. Bisogna che la nostra storia abbia come riferimento una grande canzone popolare".
Dentro questo "ritorno alla politica" c’è anche la volontà di ritornare al territorio, e leggo la indicazione del sottoscritto a far parte della Direzione Nazionale come un chiaro segnale di tornare a riappropriarsi di un luogo e di un concetto -il territorio, appunto- che sta nel dna delle migliori pagine delle tradizioni politiche popolari italiane e soprattutto sta alla base di una nuova politica del futuro.
Ci sarà molto da lavorare, ma come ho detto a Pierluigi sabato a Roma: "c’è tanto da pedalare, ma noi siamo pronti".
Un’ultima riflessione sulla "vicenda Rutelli": quando in un partito qualcuno sceglie di andarsene non è mai bello, e non si saluta mai un abbandono con un giubilo. Ma certo non appalteremo a nessuno lo sforzo di rappresentanza delle istanze più moderate o dei temi dell’ innovazione e della modernizzazione. Al contrario, lavoreremo con ancora più rinnovata determinazione per far si che il Pd possa parlare in maniera plurale alla società, per saperne rappresentare la complessità culturale e l’articolazione sociale. I partiti non sono taxi o alberghi a ore: e nel "ritorno alla politica" c’è anche la consapevolezza che si deve tornare ad una dimensione in cui l’impegno e il servizio in una formazione politica deve tornare ad una forte connessione con le motivazioni ideali e la volontà di rappresentare lasciando sullo sfondo destini personali e ambizioni individuali che per troppi anni hanno condizionato -inquinandola- la dinamica del centro sinistra italiano."
Enrico Borghi