PD: TORNA LA POLITICA, SI RIPARTE DAL TERRITORIO

imageNell’assemblea nazionale del Pd di sabato scorso, l’ossolano Enrico Borghi è stato chiamato a far parte della Direzione Nazionale con una decisione che è anche un segno di tangibile risposta agli amministratori e ai militanti del Verbano Cusio Ossola che in questi anni si sono spesi con entusiasmo e determinazione per far valere le istanze dei nostri territori.
Ecco le prime riflessioni di Enrico Borghi all’indomani dell’assemblea:
"L’assemblea nazionale del Pd riunita sabato 7 novembre a Roma ha lasciato una chiara impronta di come intende impostarsi il partito uscito dalle primarie con Bersani segretario.
Un partito di alternativa, anziché di opposizione sterile ed urlante.
Un partito di concretezza, anziché di intellettualismi salottieri.
Un partito di territorio, anziché di talk show televisivi.
Emblematica la prima iniziativa annunciata da Bersani: un’assemblea di mille amministratori per dimostrare che "sul federalismo e sul tema del territorio la Lega racconta solo favole, e noi non staremo zitti". Dopo gli anni delle rincorse mediatiche e del pensiero debole (come scordare gli errori dell’abolizione Ici, delle misure demagogiche sui costi della politica, della messa all’indice dei propri amministratori locali da parte dei dirigenti nazionali di partito?) finalmente il segnale che si vuole costruire una propria proposta. Seria e alternativa!
È un incipit nel solco di un’impostazione che il duo Bersani-Letta (auguri al nuovo vicesegretario!) sta dando al partito: contenuti, idee e lavoro a fondo per costruire l’alternativa alla destra, nella consapevolezza che Berlusconi lo si manda a casa non urlando nelle piazze o concionando sulla sua vita privata, ma facendo capire al paese che c’è un’altra idea dell’Italia in grado di farci ripartire realmente. (segue)
 Il passaggio che più ho apprezzato sabato in Bersani è stato il suo "Torna la politica". Vorrei riportarlo integralmente: "Torna la politica. "Oggi è stata introdotta una novità forse antica: torna la politica, bisogna che torni la politica e la discussione politica. Ne abbiamo avuto traccia e ne avremo anche di più. La discussione politica è tutta salute in un partito popolare. Le amicizie si rompono quando non si discute. Non ho dubbi che devo costruire un partito in cui ci sono diverse identità. Ma fra dieci anni ci immaginiamo ancora cosi? Mi accuseranno di fare inciuci, no, io raffigurerò le culture. Ma ci si aiuti a mettere in campo nuove generazioni e questi problemi non ci sono più, in questo congresso ci siamo convinti di essere una forza. Adesso bisogna che questa forza viva largamente e visibilmente nel paese, nelle battaglie sociali e civili che vogliamo fare. La nostra identita’ dobbiamo cercarla fuori di qui. Bisogna che la nostra storia abbia come riferimento una grande canzone popolare".
Dentro questo "ritorno alla politica" c’è anche la volontà di ritornare al territorio, e leggo la indicazione del sottoscritto a far parte della Direzione Nazionale come un chiaro segnale di tornare a riappropriarsi di un luogo e di un concetto -il territorio, appunto- che sta nel dna delle migliori pagine delle tradizioni politiche popolari italiane e soprattutto sta alla base di una nuova politica del futuro.
Ci sarà molto da lavorare, ma come ho detto a Pierluigi sabato a Roma: "c’è tanto da pedalare, ma noi siamo pronti".
Un’ultima riflessione sulla "vicenda Rutelli": quando in un partito qualcuno sceglie di andarsene non è mai bello, e non si saluta mai un abbandono con un giubilo. Ma certo non appalteremo a nessuno lo sforzo di rappresentanza delle istanze più moderate o dei temi dell’ innovazione e della modernizzazione. Al contrario, lavoreremo con ancora più rinnovata determinazione per far si che il Pd possa parlare in maniera plurale alla società, per saperne rappresentare la complessità culturale e l’articolazione sociale. I partiti non sono taxi o alberghi a ore: e nel "ritorno alla politica" c’è anche la consapevolezza che si deve tornare ad una dimensione in cui l’impegno e il servizio in una formazione politica deve tornare ad una forte connessione con le motivazioni ideali e la volontà di rappresentare lasciando sullo sfondo destini personali e ambizioni individuali che per troppi anni hanno condizionato -inquinandola- la dinamica del centro sinistra italiano."
Enrico Borghi

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