Il paradosso sull’acqua: centro destra ipercampanilista da noi, privatizzatore a Roma!

image Fatemelo dire perché sono sconcertato, anche se parrebbe che non ci si debba meravigliare più di niente! 
La Lega e il Popolo della Libertà, qui da noi, nel Verbano Cusio Ossola hanno tuonato per anni contro la Provincia amministrata dal centro sinistra per aver costituito – peraltro in ottemperanza alle leggi nazionali e regionali  –  l’ATO e la società interamente pubblica di gestione del ciclo idrico integrato.
Si sono scagliati contro gli aumenti delle tariffe dovuti essenzialmente non a maggiori costi indotti dalla costituzione di  Acque Novara VCO, ma ai ristorni dei mutui a favore dei Comuni e ai contributi alle Comunità Montane; hanno fatto finta di dimenticarsi che si è costruito un importante piano ventennale di investimenti e una gestione con un sistema tariffario che è il più basso del Piemonte, che è tra i più bassi d’Italia, che è – a sua volta –  di gran lunga più basso di qualsiasi altro paese europeo. In più si è demagogicamente richiesto che si lasciasse ai Comuni, anche ai piccoli Comuni sprovvisti di mezzi e di competenze, invece che al supposto “carrozzone interprovinciale” la gestione del servizio (magari a costi più bassi, ma con servizio pessimo). Ora, a Roma approvano una legge che – mal interpretando una direttiva della Comunità Europea – impone la privatizzazione delle gestioni affidando al mercato (salvo eccezioni tutte da verificare) il bene pubblico acqua. Bella coerenza! Tutte le esperienze di privatizzazione (diverso il caso di gestione pubblico privata con prevalente capitale pubblico) non hanno portato a grandi miglioramenti del servizio, ma sicuramente ad aumenti considerevoli se non altro per il semplice motivo che i privati gestiscono un servizio per ottenere legittimamente un profitto. Obiettivo che, invece, non è quello prioritario di una società pubblica come, ad esempio, Acque Novara VCO.
In più, insistendo in una politica cieca, incoerente e demagogica, ora che “devono” gestire loro l’ATO fanno di tutto per affossare una esperienza positiva e lungimirante, scassando gli equilibri che si erano costruiti in questi ultimi anni, accettando anche dignitosi compromessi. La dimostrazione pratica si è avuta nell’Assemblea dell’ATO svoltasi lunedì 16 novembre scorso quando – per la prima volta da quando esiste  questo organismo – non si è potuto approvare alcuna deliberazione per il voto contrario e contrapposto di molti componenti; è stata bocciata la proposta avanzata dal Presidente Gemelli (di centro destra) con il voto favorevole della Provincia di Novara (centro destra) e il voto contrario della Provincia del Verbano Cusio Ossola (sempre di centro destra).  Alla fine del 2009 non è ancora stato approvato il sistema tariffario per l’acqua che abbiamo consumato in tutto quest’anno che ormai volge al termine. Siamo in pieno caos, ma sembra che costoro – che  hanno vinto le elezioni anche in forza di una grande mistificazione sul tema dell’acqua – possono permettersi di tutto. Mi auguro un soprassalto di indignazione e di razionalità.

Gianni Desanti (PD Omegna, ex assessore provinciale all’ambiente)

Per i Comuni azioni negative dal Governo

image La Maggioranza governativa ha deciso di accelerare i tempi per introdurre una serie di modifiche alle funzioni e all’organizzazione degli Enti Locali.
Se la riduzione del numero dei Consiglieri e degli Assessori nelle Province e nei grandi Comuni può rientrare in un condivisibile criterio di risparmio dei costi per gli Enti, lo svuotamento delle funzioni e la riduzione a numeri tanto bassi da non consentire più alcun tipo di rappresentanza democratica nei piccoli Comuni, è inaccettabile.
Gli amministratori dei piccoli Comuni svolgono il loro incarico gratuitamente o con costi davvero minimi e rappresentano la prima forma di volontariato a favore della comunità. Ridurre a sei i Consiglieri nei Comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti ed accentrare, addirittura, tutti i compiti del Sindaco e della Giunta in una sola persona – come si propone per i Comuni con meno di 1.000 residenti – rappresenta soltanto un’immotivata riduzione dell’operatività e della partecipazione democratica nella gestione degli Enti e prelude all’eliminazione o all’accorpamento dei piccoli Comuni.
Questo provvedimento inciderà pesantemente sul territorio della nostra Provincia, formato in gran parte da piccoli Comuni che subiranno uno svuotamento delle funzioni ed una riduzione dell’attività e della partecipazione dei cittadini alla gestione della comunità locale.
Aldo Reschigna e Marco Travaglini, Consiglieri regionali del Partito Democratico

474.774 EURO PER IL VCO DALLA LEGGE SUI PICCOLI COMUNI

l’Assessorato al Decentramento e ai Rapporti con gli Enti Locali della Regione Piemonte ha deliberato l’assegnazione dei contributi in base alla legge regionale n. 15/2007 “Misure di sostegno a favore dei piccoli Comuni del Piemonte” .
“Nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola – affermano i Consiglieri regionali del Partito Democratico Aldo Reschigna e Marco Travaglini – sono risultati idonei a ricevere un contributo dalla Regione Piemonte ben 67 Comuni, per un importo pari a 474.774,54 euro”. “Si tratta di uno stanziamento importante – continuano Reschigna e Travaglini – che riguarda molti piccoli Comuni della nostra Provincia, con la finalità di sostenerne lo sviluppo sociale, economico, ambientale e culturale, in attuazione del principio di sussidiarietà”.
“La Regione – concludono i Consiglieri Reschigna e Travaglini – ha voluto favorire, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa nazionale, anche la salvaguardia delle attività commerciali e artigiane nei piccoli Comuni, con priorità per tutti quei Comuni con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti, in condizioni di marginalità socio-economica”.

PRIMA RIUNIONE DELLA DIREZIONE NAZIONALE: la nota di Enrico Borghi

IL PD “MODERNA RETE DI INIZIATIVA POLITICA”.  SULLA GIUSTIZIA SI’ AL CONFRONTO, MA VIA QUESTO “IMPOTABILE”DDL
“Non sarò un segretario permaloso. Dirò la mia qua, e chiedo a tutti di fare della direzione il luogo della discussione franca”. Si è presentato cosi’ Pierluigi Bersani, alla prima convocazione della direzione nazionale del Pd all’indomani delle primarie del 25 ottobre.
Nel suo intervento, molto concentrato sulla struttura del partito (“tema da riportare a dignità politica, e da non confinare più nelle varie ed eventuali”) il neo segretario ha tracciato le direttrici di marcia del partito chiamato “a dare gambe al nostro sogno”. Il Pd per Bersani dovrà essere una “moderna rete di iniziativa politica che abbia solidità, consistenza e vitalità per reggere il peso del progetto impegnativo che siamo dati”. Per realizzare questa moderna rete Bersani ha indicato alcuni punti fermi:
–    i livelli sottostanti dovrano esser rappresentati secondo il principio ascendente dal basso verso l’alto
–    si dovranno attribuire spazi di autonomia politica e organizzative ai livelli regionali e provinciali (con la necessità di affrontare il nodo delle risorse finanziarie che devono tornare e restare sui territori)
–    bisogna arrestare la separatezza tra partito e amministratori locali, i quali sono risorse preziose che vanno valorizzate
Su questi filoni Bersani ha tratteggiato il partito federale e l’organizzazione interna, che sarà più nel dettaglio affrontata nella prossima direzione, riconvocata per il 24 novembre. Spazio dunque alla conferenza dei segretari regionali, ad una segreteria esecutiva composta da “persone di nuova generazione non parlamentari”, a forum tematici con le personalità più autorevoli del partito e le competenze, ad un “pensatoio” che si raccordi con le varie fondazioni presenti nell’area democratica, ad una ripresa della formazione politica attraverso l’organizzazione giovanile e la festa democratica.
Sul piano più politico, Bersani ha affrontato il “caso Rutelli” (“defezioni effettivamente immaginate e predisposte da tempo”) sottolineando la necessità di rispondere politicamente per non lasciare vuoti e spazi aperti. “Sono troppo convinto della bontà del nostro progetto per essere preoccupato –ha detto- ma non dobbiamo affrontare questi temi con sufficienza”. Orecchio a terra anche sul tema economico-sociale: “Cresce –ha proseguito il segretario- l’area del disagio che nasce dal bisogno, e su questo si registra l’impotenza litigiosa della maggioranza. Noi invece dobbiamo mettere a tema la questione del divario e delle disuguaglianze, tornando all’analisi dei fatti sociali”.
Sulla polemica del giorno (andare o non andare alla manifestazione “no-B day” del 5 dicembre indetta da Di Pietro, Diliberto e Ferrero) una battuta: “diamoci una regola generale, sulla base della quale alle manifestazioni che abbiamo parole d’ordine compatibili il Pd sarà presente, e comunque un grande partito  come il nostro non aderisce a manifestazioni promosse da altre, ma ne promuove, come intendiamo fare noi a dicembre con l’assemblea dei 1000 amministratori democratici che si terrà a Milano il 14 dicembre per dire al paese che ripartiamo dal basso per discutere dei problemi degli italiani anziché fare come la destra che discute dei problemi di Berlusconi”.
Di qui ad affrontare il nodo giustizia il passo è breve: “quanto proposto dal governo sul processo breve è impotabile, e va ritirato. Siamo disponibili a fare una riforma della giustizia, ma quel ddl va ritirato”.
Il dibattito che segue è compatto: 28 interventi in quasi quattro ore, con i big tutti silenziosi e un impianto sostanzialmente in linea con le proposte del segretario, con qualche divaricazione tra chi in piazza con Di Pietro ci andrebbe subito (Civati) e chi non ci pensa neppure (Marini, Fioroni).
Il filo conduttore lanciato da Bersani –ovvero prendere l’iniziativa politica per non disperdere la fiducia di 3 milioni di elettori- lega i vari contributi degli oratori.
Appuntamento al 24 novembre, per la seconda puntata del “Bersani style”.

Enrico Borghi

Marcia per la Sit-Cupro mercoledìmattina

image Continua la mobilitazione dei sindacati di categoria per la preoccupanete situazione dell’azienda di Pieve Vergonte anche alla luce di quanto emerso la scorsa settimana nel municipio pievese durante l’incontro dei rappresentanti sindacali e dei vertici aziendali.
Ci sarà mercoledì mattina, 18 novmbre, dalle ore 10 una marcia per le vie della città. Appuntamento quindi davanti ai cancelli della fabbrica di Pieve vergonte mercoledì mattina.

Mobilitazione del PD del VCO sui temi della giustizia: lunedì23 incontro pubblico a Verbania.

image Mobilitazione del Partito Democratico del VCO contro il disegno di legge presentato dal Governo Berlusconi.
Potete scaricare cliccando qui il volantino.
Strozzano la Giustizia: processi a rischio. È questo il titolo comune che racchiude le due iniziative che nei giorni prossimi il PD del VCO mette in campo sul tema della giustizia contro il disegno di legge presentato dal Governo.
Dopo il  Sit-In organizzato davanti al Tribunale di Verbania ci sarà un incontro pubblico convocato per Lunedì 23 novembre alle ore 21.oo presso il centro d’incontro di S.Anna a Verbania. IL tema sarà ”migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, accelerare i tempi dei processi: Le proposte del PD”. Parteciperà l’On. Anna Rossomando, avvocato penalista, componente della commissione giustizia; coordina l’incontro Aldo Reschigna, consigliere regionale. Altro che processi brevi: con il disegno di legge presentato dal Governo saranno di fatto cancellati centinatia di processi tra cui (fonte Corriere della Sera): Parmalat con Tanzi imputato, il crack Cirio, quello dell’amianto di Eternit, le tangenti delle inchieste Enipower-Enelpower, il processo all’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, il processo alla clinica milanese San Carlo per i falsi rimborsi al servizio sanitario, i dossieraggi della Security Telecom-Pirelli e moltissimi altri. Ed ovviamente saranno cancellati i due processi che riguardano Berlusconi ovvero quelli Mills e sui Diritti Mediaset. Una clamorosa beffa per tutti i cittadini onesti, un colpo di spugna per molti delitti e delinquenti, un vero indulto mascherato.
Pierluigi Bersani: “Il mio slogan – ha spiegato il segretario democratico – è "processo breve, purché ci sia". Norme per snellire i processi sono auspicabili, ma se si vuole usare delle norme titolate "processi brevi" per non fare i processi o per non fare qualche processo, allora essa diventa non accettabile”.
Facciamo sentire il nostro dissenso: partecipiamo tutti