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Provincia: una maggioranza fuori dalla realtà

Il dibattito a mezzo stampa tra la Lega Nord e il Presidente della Provincia Massimo Nobili è a dir poco inopportuno oltre che fuori tempo.
Sembra di assistere ad una versione moderna e casereccia della fine del Titanic quando l’orchestra continuava a suonare, mentre la nave stava affondando. La differenza è che la nave, ossia la provincia del Vco, sia di fatto già affondata e non solo per responsabilità di altri, ma per l’inadeguatezza del suo capitano e di tutta la sua ciurma, Lega Nord compresa.
Turisti e cittadini hanno visto questa estate lo stato in cui si trovano le strade provinciali, ricoperte di vegetazione e buche; è stato lanciato un allarme che alla prossima nevicata nessun mezzo uscirà per pulirle,  mentreil trasporto scolastico è inadeguato al territorio. Solo per citare alcuni dei problemi a cui l’amministrazione Nobili dovrebbe dedicarsi.
La querelle di questi giorni testimonia, ancora una volta, che il vero impegno dell’amministrazione provinciale non è quello di governare la provincia per il bene dei suoi cittadini, ma per distribuire posti, poltrone e incarichi. E non importa se queste sono a costo zero, come chiede il gruppo della Lega Nord, perché di fronte a tanto immobilismo nessun attuale assessore o presidente dovrebbe percepire indennità.
E’ struggente apprendere come in altre province, indipendentemente dal colore delle loro amministrazioni, si stia lavorando insieme a tutte le istituzioni, alle forze economiche e sociali per individuare un percorso che affronti le quotidiane difficoltà e individui una nuova dimensione verso cui andare, mentre nel Verbano Cusio Ossola il centro del dibattito sia l’assegnazione di un assessorato.

CRISI COMPLESSA DEL VCO: LA CAMERA AVVIA L’ITER

E’ partito ufficialmente l’iter per il riconoscimento del territorio del Verbano Cusio Ossola quale area a crisi industriale complessa.  
Il governo ha accolto un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico , e sottoscritto da tredici parlamentari democratici –primo firmatario l’on. Enrico Borghi– con il quale si ripercorre tutta la trafila burocratica seguita negli anni scorsi dalle autorità locali del VCO e dalla Regione Piemonte e rimasta sin qui inevasa, con il quale si “impegna il Governo a valutare l’opportunità di riconoscere nel più breve tempo possibile il territorio del Verbano Cusio Ossola quale area a crisi industriale complessa.”
L’ordine del giorno, concordato direttamente tra l’on. Borghi e il sottosegretario alle attività produttive Claudio DeVincentis, innesca così il complesso iter burocratico e attiva formalmente i ministeri a avviare l’istruttoria su una richiesta rimasta sin qui nei cassetti.
Si tratta di un atto al tempo stesso preliminare ed importante –commenta l’on. Borghi– in quanto dopo questa espressione del Parlamento il Governo è formalmente ingaggiato nel dover fornire una risposta ad una richiesta che da anni viene avanzata dagli enti locali, dalle parti sociali, delle organizzazioni di categoria e dalla società civile del Verbano Cusio Ossola.
Ho già chiesto al Presidente della Provincia di convocare il tavolo di concertazione esistente presso l’Amministrazione Provinciale, ricevendone una piena disponibilità, in quanto in quella sede dobbiamo calibrare le iniziative e i percorsi finalizzati al raggiungimento di questo obiettivo. La strada è certamente lunga e complessa, ma oggi abbiamo posto le basi di questo percorso e a tale proposito desidero ringraziare il segretario Guglielmo Epifani e il capogruppo Roberto Speranza che su questo tema hanno impegnato tutto il gruppo Pd della Camera, nonché i colleghi parlamentari democratici di diverse zone d’Italia che hanno sottoscritto insieme a me questo documento al fine di conferirgli forza e significatività.”
“Dovremo lavorare –conclude l’on. Borghi– soprattutto caratterizzando la peculiarietà del VCO come economia di confine che in questi anni è stata penalizzata dalla concorrenza della vicina Confederazione Elvetica che in termini di dumping fiscale e di processi di attrazione di azienda ha drenato significative risorse al nostro territorio.”

Si’ alle province montane di Sondrio e Belluno, no a quella del VCO. per il governo le regole fissate valgono solo per qualcuno.

 

Con decreto legge di oggi, il governo ha varato la mappa delle nuove Province italiane. Tra queste, oltre a quelle previste dalle regole fissate dallo stesso governo, ci sono anche le Province di Sondrio e Belluno, Province montane per cui è stata fatta una deroga.
Per il VCO, invece, nessuna deroga. Eppure a favore del mantenimento della Provincia del VCO si era espresso con chiarezza il Consiglio regionale, in considerazione della specificità del suo territorio e della sua storia.
Il governo non ne ha voluto sapere, ma ha applicato la deroga per Sondrio e Belluno, province montane tanto quanto il VCO.
E’ davvero uno strano paese il nostro: prima si fissano i criteri entro cui definire le nuove Province, poi si fanno le deroghe per qualcuno e non per altri nella stessa situazione, infischiandosene anche delle delibere del Consiglio regionale del Piemonte. In sostanza, si fa quel che si vuole.

dichiarazione di Aldo Reschigna,

 

Ridisegno delle province Piemontesi: una scelta che non condividiamo quella di Cota e della sua maggioranza

Con la scelta, compiuta oggi, di proporre al governo l’istituzione di sei province il Consiglio regionale ha dato prova di essere incapace di progettare una riforma dell’organizzazione locale all’altezza dei tempi e delle richieste dei cittadini.
La scelta di affiancare, oltre alla Provincia di Vercelli-Biella, in linea con i criteri di popolazione-territorio fissati dal governo, anche quella di Asti, al di sotto di quei parametri, non solo indebolisce la richiesta venuta con grande forza dai sindaci del vercellese e del biellese, ma scava anche un solco profondo con le autonomie locali piemontesi.
Dopo un lungo dibattito infatti, il CAL si era pronunciato per l’istituzione di 4 province, una per quadrante. Abbiamo dato nel corso del dibattito la nostra disponibilità a sostenere le richieste del vercellese e del biellese, ma la scelta di aggiungere anche la provincia di Asti snatura l’intero provvedimento, svuotandolo da elementi di razionalità e indebolendolo nel suo complesso.
Da qui la nostra scelta di astenerci sul voto finale perché non possiamo più condividere una politica incapace di progettare il futuro. Con questi provvedimenti si può creare un consenso immediato, ma si getta un solco profondo in un momento di grandissima crisi economica che colpisce famiglie e imprese con la necessità di destinare meno risorse al mantenimento di organizzazioni amministrative per assegnarle invece a servizi e investimenti produttivi. Non vogliamo essere parte di una politica incapace di raccogliere le grandi sfide e i drammi che sta vivendo il nostro paese.

UNA DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA

 

Bendotti-Nobili: la commedia degli equivoci

La messinscena del Presidente Nobili e del suo Assessore Bendotti ha tutte le caratteristiche di una commedia degli equivoci, nella quale l’elemento comico si fonde a quello tragico e propriamente drammatico che purtroppo, in questo caso, è la tromba d’aria che ha colpito duramente la città di Verbania.
Da quella notte nascono gli equivoci e gli errori che portano a prese di posizione dure dell’assessore Bendotti che accusa il Presidente della provincia di non averlo nemmeno avvisato e di aver appreso la notizia solo da alcuni conoscenti.. La replica non si fa attendere, il Presidente a capo del regime toglie le deleghe alla protezione civile addirittura utilizzando la polizia provinciale (sic!) che le consegna direttamente a casa del povero assessore.
La confusione a questo punto si impadronisce della scena, le accuse e le contraccuse non lasciano nulla al caso, costringendo altri protagonisti ad intervenire a difesa dell’uno o dell’altro.
Passano i giorni nei quali le azioni importanti non si svolgono più in scena, ma dietro le quinte fino all’incontro di ieri sera tra le due fazioni che porta alla retromarcia del Presidente Nobili il quale dichiara che hanno appurato che qualcosa a livello di comunicazione interna al servizio provinciale alla protezione civile quella notte non ha funzionato, ecco l’equivoco, e che forse sono stati fuorviati anche da bollettini che non prevedevano un fenomeno meteorologico di tale intensità.
Con questa ultima dichiarazione cala il sipario su questa commedia e forse anche su questa provincia che, dopotutto, meritava una fine più gloriosa.

P.S.
Si vocifera che il sindaco di Roma Alemmano, appresa la motivazione del presidente Nobili relativa ai bollettini meteorologici, voglia accusare Nobili per plagio in quanto avrebbe copiato le sue dichiarazioni rilasciate dopo la grande nevicata che bloccò Roma lo scorso febbraio.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

Il Pd per la provincia di Quadrante: affollata assemblea pubblica a Casale Corte Cerro

Ieri sera, presso il centro culturale il Cerro a Casale Corte Cerro,  il gruppo consigliare del Partito Democratico in regione e il Partito Democratico provinciale hanno organizzato un incontro pubblico per discutere il disegno di legge per il riordino degli enti locali piemontesi che, nei prossimi giorni, discuterà il consiglio regionale del Piemonte.
Una proposta di legge anche alla luce dei provvedimenti governativi che ridisegnano i poteri e le funzioni di Comuni, Province e Regioni.
Affollatissima e partecipata la serata (quasi 150 tra cittadini e amministratori del VCO) alla quale hanno partecipato Aldo Reschigna capogruppo regionale e Antonella Trapani segretario provinciale Pd.
Alla serata è stato presentato il documento proposto dal segretario provinciale Antonella Trapani che lancia l’ipoesi di quadrante per l’assetto delle Province piemontesi e la proposta di Unione di comuni forte (tre tra Cusio, Ossola e Verbano) per la gestione associata dei servizi per i Comuni.
Di seguito il testo presentato come ordine del giorno all’assemblea provinciale del PD a fine agosto.

Quali scelte per il nuovo assetto delle province.

Con la conversione in legge della spending review, è diventato reale il ridisegno delle Province.
Sono 64 quelle che spariranno dalla cartina amministrativa del Paese, compresa tre queste la provincia del Verbano Cusio Ossola. Non è sicuramente questo il provvedimento legislativo auspicabile per una riorganizzazione di tale portata, ma questa è la strada scelta dall’attuale Consiglio dei Ministri nel cercare di colmare 20 anni di freni e lacci al paese e procedere verso la sua modernizzazione.
In un intervista su Repubblica il Ministro Patroni Griffi ha dichiarato: “dobbiamo uscire dall’ottica di province cancellate o soppresse. In realtà sono tutte soppresse e tutte si devono riordinare avendo dei requisiti minimi. Debbono cercare aggregazioni diverse”.
Questo è il quadro nel quale oggi bisogna operare e dare una risposta.
In definitiva, il sistema delle province che abbiamo conosciuto fino ad oggi, non ci sarà più perché sarà trasformato in un sistema di enti di II° grado più simile agli attuali Ato nei quali sarà fondamentale il ruolo esercitato dai Comuni. Un consiglio provinciale formato da 10 consiglieri e da un Presidente (senza giunta) non più eletti dai cittadini, ma dai consiglieri comunali.
Le funzioni oggi in capo alle province (lavoro, formazione professionale, caccia e pesca, turismo ecc) saranno nelle prossime settimane ridistribuite dal Governo ai Comuni e alle Regioni e alle “Province” rimarranno solo l’edilizia scolastica di secondo grado e la viabilità come funzione amministrativa e viabilità e ambiente dal punto di vista organizzativo e di programmazione
E’ evidente che il nuovo assetto degli enti locali poggerà il proprio baricentro sui Comuni, dando attuazione all’art. 118 della Costituzione(1) e questi dovranno rispondere prontamente alla nuova sfida.
Circa un anno fa, con la manovra di agosto del governo Berlusconi, si era avviata una debole discussione sul possibile futuro della provincia del Vco. In un consiglio provinciale, gli amministratori leghisti locali richiamarono l’attenzione sulla richiesta in atto di autonomia per questo territorio che non doveva andare dimenticata ne essere superata con troppa facilità.
Nella stessa seduta fu il Presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo a far capire ai presenti che si trattava di un sogno superato dalla realtà economica e politica che oggi viviamo.
Eppure il mantra dell’autonomia continua ad echeggiare tra le file leghiste e lo hanno scritto in una nota congiunta i deputati della Lega Nord, Nicola Molteni ed Erica Rivolta, e il consigliere regionale Dario Bianchi: “il progetto lanciato dal segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni, circa la costituzione della provincia dei laghi prealpini comprendente le province di Como, Varese, Lecco, Sondrio, Verbano, Cusio, Ossola e Novara a cui attribuire autonomia speciale sul modello di Trento e Bolzano diventa una grande occasione per dare rappresentanza a dei territori virtuosi nei quali è concentrata parte dell’eccellenza produttiva del nord”.
Un’immagine affascinante, in puro stile leghista che ti prospetta una realtà ipotetica di prospettiva, ricchezza, gestione in proprio delle risorse. E’ possibile ancora crederci? No.
Questo paese ha bisogno di omogeneità, di pari trattamento e la strada da perseguire non è la creazione di statuti autonomi ma caso mai l’omogeneizzazione di quelli già in essere. Statuti speciali, provincie autonome oggi mostrano due diversi paesi, due distinti approcci alla crisi di sistema che noi duramente subiamo.
Allora qual è la strada da perseguire?
Più “semplice” sarebbe la ricostituzione della “vecchia” provincia di Novara, ante 1992, sempre tenendo ben presente però che non si tratta dell’ente provincia ad oggi conosciuto, ma di un ente di secondo grado con competenze ridotte e con un latro altro importante fattore da considerare, ovvero il progressivo ridursi delle risorse economiche sia dirette che provenienti da trasferimenti.
In questo scenario, riteniamo che il Partito Democratico Vco, direttamente coinvolto nel riordino degli enti, debba promuovere sul territorio una proposta più completa che non guardi solo ai confini territoriali ma alle funzioni ed alle competenze che sono state ridistribuite dal Decreto Legge 6 luglio 2012 n. 95 recante “disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”.
In quest’ottica e partendo dalla riorganizzazione degli enti locali, dalla necessità della maggioranza dei comuni della nostra provincia di formare unioni dei comuni finalizzate alla gestione associata delle funzioni fondamentali, dall’incertezza sulla gestione dei Consorzi dei servizi sociali (solo per citare alcuni esempi) si propone la formazione di unioni che rappresentino territorialmente zone di area vasta come potrebbe essere nel nostro caso l’Ossola, il Verbano e tutto il Cusio.
Dovendo imparare ad amministrare con molte meno risorse economiche, vale il detto che l’unione fa la forza, non è immaginabile oggi che piccole unioni di meno di 3000 abitanti possano affrontare con efficienza ed efficacia le nuove sfide amministrative che vengono prospettate. Dovrà altresì essere promossa, sempre con il beneplacito dei cittadini, la fusione dei comuni più piccoli, che non rischierebbero assolutamente di perdere la loro storia o comunità ma di guadagnare in organizzazione e sevizi.
3 Partendo da questa organizzazione territoriale è auspicabile la fusione delle provincie di Biella, Vercelli, Novara e Vco quale possibile futuro per il nostro territorio. Rivaleggiare con la nascente città metropolitana e con il centralismo Torinese, non solo economico ma anche politico è la sfida della nuova organizzazione territoriale. Un passo in questa direzione è stato già compiuto in materia di rifiuti e di sanità.
Da queste riflessioni si propone:
Premesso
– che un tema importante quale quello del riordino dell’assetto istituzionale del paese avrebbe richiesto una legge specifica e non provvedimenti inseriti all’interno di leggi dedicate o alla programmazione economica o alla rivisitazione della spesa pubblica;
– che si sarebbe dovuto proporre una riforma che toccasse tutto il sistema degli enti locali e della distribuzione delle loro funzioni a partire anche dalle Regioni, e in particolare da quelle a statuto speciale le quali continuano a beneficiare di enormi poteri e possibilità di spesa
sconosciute alle altre istituzioni dello stesso paese;
Valutato che
– il decreto attuativo prevede che siano le Regioni a proporre il riordino delle amministrazioni provinciali, con una proroga dei termini di scadenza: 70 giorni e non 40 per i Cal, fino a 90 giorni per la trasmissione dei piani al governo e 60 invece di 20 dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto per il governo per adottare la legge di riordino;
– sono ridotte le competenze e che l’ente diventa di secondo grado; il Partito Democratico del Vco definisce il seguente percorso di autoriforma
– formazioni di tre unioni dei comuni rappresentanti le aree del Verbano, del Cusio e dell’Ossola;
– l’entrata della provincia del Vco in una provincia composta da quelle attuali di Biella, Vercelli e Novara.

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1 “Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a
Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.”

Ufficio Stampa
Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO