Sbarchi nel mediterraneo:L’Unione Europea e il Governo italiano intervengano

Nessun ulteriore indugio: l’Europa torni subito a potenziare le operazioni di ricerca e soccorso nel mare che ci separa dalla Libia e dalle coste africane e l’Italia mobiliti di nuovo i mezzi della Marina Militare che tante vite hanno salvato con l’operazione Mare Nostrum. E’ il solo modo per impedire nuove tragedie.
Ancora una volta siamo costretti a contare i morti: questa volta sono trecento i migranti vittime della nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Dopo la terribile tragedia del 3 ottobre 2013 avevamo giurato che non sarebbe più successo, e invece è accaduto di nuovo, e se non interveniamo, accadrà ancora.
Non ci sono parole per esprimere il dolore, lo sbigottimento, il senso di impotenza. Siamo di fronte ad una tragedia che interroga le nostre coscienze di cittadini europei e chiama in causa la nostra identità e la nostra cultura.
Quello che è accaduto pochi giorni fa purtroppo è una strage annunciata: come avevamo ampiamente sottolineato, l’abbandono del programma “Mare Nostrum” (che in un solo anno aveva assistito circa 150.000, tra uomini, donne e bambini) e la sua sostituzione con “Triton” (che non ha tra le sue finalità la ricerca e il soccorso delle persone) ha comportato il verificarsi di altre tragedie.
È evidente quindi il fallimento della strategia europea, come ha ammesso lo stesso commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa. L’Europa non può affrontare questo tema solo come problema di sicurezza e sorveglianza delle sue frontiere, ma ha il dovere morale di privilegiare il salvataggio delle vite umane. Sono persone che tentano di fuggire da guerre, persecuzioni e condizione disperate.
Secondo Amnesty International sono almeno 23.000 le persone che dal 2000 hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. E’ inaccettabile che di fronte a simili tragedie l’Europa non senta il dovere di lavorare per una soluzione a questa emergenza umanitaria.
Deve farlo l’Europa se non vuole macchiarsi di una grave storica responsabilità; deve farlo il nostro paese tornando a mobilitare i mezzi della Marina Militare. Perché la vita umana non ha prezzo.

Marco Travaglini
SinistraDem Piemonte

Finisce il giro delle assemblee del PD sul territorio a Verbania

pd_open3252_imgGiunge alla fine con una buona partecipazione di simpatizzanti ed iscritti le assemblee organizzate dalla segreteria provinciale per un confronto a tutto campo, con i circoli del PD nel VCO,  sui principali problemi politici e amministrativi aperti nel nostro territorio, a partire dai temi della sanità e delle riforme degli enti locali.
Dopo quelle già svolte da inizio dicembre a Baveno, Casale Corte Cerro, Crevoladossola, Ghiffa e Gravellona Toce, Mergozzo, Piedimulera, Premosello, Malesco, Stresa, Varzo, Pieve Vergonte, Villadossola, Cannobio, Omegna, Domodossola, l’ultima si svolgerà:
lunedì 23 febbraio, Verbania e colllina, ore 21 salone Papini Villa Olimpia

Sono invitati iscritti, simpatizzanti, elettori delle primarie e amministratori del PD. Partecipano, a rotazione, del vice presidente della regione Piemonte Aldo Reschigna, del segretario provinciale Antonella Trapani, dell’on. Enrico Borghi e dal presidente della provincia Stefano Costa.

 

Consiglio Comunale: abbiamo sempre lavorato nella direzione della condivisione e dell’apertura

verbaniaRispetto alle critiche arrivate dalle opposizioni che abbiamo letto ieri sulla stampa locale ci preme puntualizzare alcune cose.

Ci pare che il PD abbia sempre lavorato in Consiglio nella direzione della condivisione e dell’apertura. Quindi le accuse di chiusura ci paiono strumentali e pretestuose.

In merito alla convocazione dei Consigli Comunali e delle Commissioni il numero è stato ad oggi decisamente alto e lo sforzo da trovare con l’opposizione è di ridurne il numero poiché comportano spese importanti per la collettività.

La maggioranza si è presa l’impegno, in totale accordo con l’opposizione, di convocare nel mese di Febbraio un Consiglio Comunale che duri tutta una giornata pur di provvedere a smaltire il lavoro rimasto indietro. Non si tratta di nessuna straordinaria situazione. E’, infatti, fisiologico che a fronte di un numero importante di ordini del giorno i consigli si trovino ad esserne travolti.

La stragrande maggioranza del materiale viene dall’opposizione alla quale abbiamo suggerito strumenti che agevolino lo smaltimento del lavoro in maniera più rapida ed efficace. Ad esempio le interpellanze possono divenire interrogazioni scritte che in quanto tali non sono trattate in consiglio; molte mozioni hanno significato maggiore se proposte come interpellanze (che hanno tempistiche di trattazione più rapide degli ordini del giorno).

Possiamo, insomma, costruire con l’opposizione una gestione più equilibrata e rispettosa delle diverse istanze, senza dimenticarci mai che i dibattiti, doverosi e importanti, li pagano i cittadini che meritano quindi un uso degli stessi chiaro e oculato.

Riccardo Brezza
Segretario Pd Verbania

Davide Lo Duca
Capogruppo Pd Verbania

Foibe, esodo e confine orientale

foibeLa giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo del dramma degli italiani delle venezie e della Dalmazia.
Le foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese era stata stesa una cortina di silenzio. Da tempo ormai la parola foiba non descrive più semplicemente il territorio carsico triestino e giuliano, ma è diventata termine atroce, simbolo di una tragedia che si è consumata al confine orientale e che ha come sfondo la seconda Guerra mondiale, il fascismo, il totalitarismo.
Migliaia di italiani uccisi dall’esercito di liberazione iugoslavo e gettati nelle foibe, veri e propri inghiottitoi; circa 350.000 italiani costretti, dopo il Trattato di pace, che a causa della sconfitta assegnò l’Istria alla Iugoslavia, ad abbandonare le terre delle origini ed a disperdersi nel mondo come emigranti.
Il Giorno del ricordo va considerato come un segnale di ulteriore pacificazione e di riconciliazione dell’Italia repubblicana. Si è trattato, è vero, di una tragedia a lungo rimossa ma ricordarla ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica; i valori della libertà, della tolleranza, della convivenza pacifica, del rispetto della dignità umana e della persona.Nessuna  violenza che mortifichi quei valori può essere giustificata, neanche come risposta a violenze subite.
Non può essere negato infatti che il fascismo italiano, con l’occupazione militare, abbia esercitato contro le popolazioni istriane, soprusi, misfatti e violenze che produssero ritorsioni. Ritorsioni, a loro volta, terribili e disumane. Gli studiosi sono ancora alla ricerca di documenti, di dati e non vi sono conclusioni condivise sulle ragioni della ferocia dei combattenti di Tito, ma non vi è dubbio che quella fu una tragedia con tante facce.
Le foibe furono il prodotto di odi diversi, irriducibili ad un unicum: c’era l’odio etnico, nazionale, ideologico. Secondo alcuni storici si trattò di un fenomeno dovuto sia alla politica di italianizzazione forzata da parte del fascismo, che mirava all’annullamento dell’identità nazionale delle comunità slovene e croate, sia alla politica espansionistica di Tito per annettersi Trieste e il goriziano. Lo storico Gianni Oliva sostiene  che “affinché al tavolo delle trattative di pace venisse riconosciuta la sovranità di Belgrado sul territorio giuliano, occorreva che nessuna forma di opposizione contrastasse l’annessione. E dunque bisognava contrastare i movimenti antiannessionistici anche con l’eliminazione fisica di tutti coloro, fascisti o antifascisti, in grado di organizzare e dirigere quei movimenti“.
La lunga notte della guerra fredda ha impedito per troppo tempo una lettura meno ideologica di quelle vicende. Ora quella contrapposizione frontale è, almeno per quanto ci riguarda, alle spalle. È possibile una elaborazione condivisa che consenta analisi più serene e obiettive. Come dichiarò Carlo Azeglio Ciampi, e sottolineò il presidente Napolitano “la tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani“.
Fa parte della storia del Paese. Ristabilire il dovuto riconoscimento di quelle vicende tragiche e dolorose  è necessario per la costruzione di un’Europa poggiata su basi di condivisione che rendano più estesi e radicati i valori fondamentali della convivenza tra diversi, del multiculturalismo, del pluralismo etnico e religioso. Claudio Magris, con efficacia , scrisse “ ..Sulle frontiere si sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più furibonde, con il loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di cieche vendette foriere anch’esse di feroci rappresaglie“.
Agli storici il compito di continuare a ricercare documenti e testimonianze per portare alla luce fatti ed eventi, che aggiungano ulteriori pezzi alla verità storica. A tutti gli altri il compito di creare una memoria critica e solidale, di creare le condizioni per una verità come valore civile condiviso, secondo un ordine di valori che condannino ogni forma di totalitarismo, razzismo, nazionalismo sciovinista.

Marco Travaglini

 

RAPPORTI ITALIA-SVIZZERA: INCONTRO A VERBANIA IL 7 FEBBRAIO

ITALIA-SVIZZERA: LAVORI IN CORSO: Il futuro dell’economia di confine e del lavoro frontaliero tra accordo fiscale e nuove relazioni tra Stati (cliccare qui per scaricare l’invito).
E’ questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dai “Deputati del PD” che si svolgerà sabato 7 febbraio 2015 dalle ore 9.30 alle 13 presso Palazzo Flaim a Verbania.
Presiede On. Enrico Borghi – capogruppo Pd VIII commissione;
Saluti  da Silvia Marchionini Sindaco di Verbania, Stefano Costa Presidente Provincia Verbano Cusio Ossola ed Antonella Trapani segretario provinciale Pd VCO.
Contributi dell’On. Albrecht Plangger “Il frontalierato tra Alto Adige e Grigioni” e dell’On. Tiziano Arlotti su “L’accordo fiscale Italia-San Marino e i suoi riflessi sul lavoro frontaliero”
Interventi di Aldo Reschigna Vicepresidente Regione Piemonte, Antonio Locatelli Presidente Associazione Frontalieri VCO, Luca Caretti segretario CISL Piemonte Orientale, Sergio Aureli Unia Canton Ticino.
Conclusioni On. Chiara Braga della segreteria nazionale Pd
 e dell’On. Luigi Bobba sottosegretario al lavoro e politiche sociali.
Tutti i cittadini ed i frontalieri sono invitati a partecipare.