Posti per le degenze post-ospedaliere nel VCO: persone, non solo numeri. Intervento di Mauro Giudici

giudici mauroL’organizzazione dei posti di degenza temporanea extraospedaliera nel VCO va considerata ripor-tando al centro le persone e i servizi di cui queste hanno bisogno. Stiamo parlando, infatti, di pa-zienti che, dopo il superamento di una fase acuta di malattia o dopo un intervento chirurgico, ven-gono dimessi dall’ospedale, ma necessitano ancora di cure mediche o di interventi riabilitativi. Chiaramente, l’ideale sarebbe che questa assistenza potesse essere fornita a casa del paziente. Ragioni sanitarie, ma anche sociali e familiari, richiedono invece che le persone siano ospitate in strutture attrezzate per offrire cure adeguate, sia pure non così intense come quelle ospedaliere.

Il pieno recupero di una persona dopo un ricovero in ospedale non può limitarsi alla salute fisica, ma dipende anche dal suo benessere psicologico e generale. Per questo, nel periodo di degenza post-ospedaliera, che può durare fino a due mesi, è utile anche la vicinanza dei propri cari. In certe situazioni è anche importante la partecipazione attiva del medico di famiglia, per facilitare il suc-cessivo ritorno a casa del paziente.

Alcuni posti di degenza temporanea erano destinati anche a persone affette da malattie degenera-tive (l’Alzheimer, ad esempio) o colpite da malattie che aggravano patologie pregresse. Ci si riferi-va a questo servizio con il termine di “posti di sollievo”, perché spesso l’obiettivo era fornire alla famiglia un sostegno al superamento delle difficoltà quotidiane. Anche questi posti non sono più disponibili.

Stiamo quindi parlando di interventi che affiancano al trattamento sanitario anche servizi socio-assistenziali e che, pertanto, devono essere legati al territorio. Accentrare il servizio in una struttu-ra unica, che soprattutto nel VCO sarà lontana da molti centri abitati, provoca ovvie difficoltà ai cittadini.

Alla luce di tutto questo, è veramente difficile capire le motivazioni delle decisioni della giunta Cota sui posti di degenza post-ospedaliera. Scelte di questo tipo non possono cadere dall’alto senza coinvolgere gli operatori e le istituzioni del territorio; queste ultime devono mostrare responsabili-tà e devono superare assurde e anacronistiche divisioni campanilistiche.

Il compito delle amministrazioni e della politica è risolvere i problemi delle persone. Il governo re-gionale guidato da Cota non lo ha fatto! Per fortuna, tra poco, in Piemonte si aprirà una nuova stagione, che permetterà di tornare a pianificare i servizi sanitari e socio-assistenziali, rimettendo le persone e il loro ben-essere al centro dell’attenzione!

Mauro Giudici ,
responsabile provinciale dipartimento “Salute e Benessere” PD VCO

Silvia Marchionini: TROBASO, una proposta rifondativa

verbania trobasoLa scomparsa delle fabbriche che costituivano la cintura industriale di Trobaso e Possaccio dall’inizio del secolo scorso e fino agli anni ’80, ha provocato il progressivo declino della quarta frazione di Verbania storicamente caratterizzata da un forte insediamento popolare ed operaio.
Via della Repubblica è in uno stato di totale abbandono privata delle innumerevoli attività commerciali che la animavano.
Tre decenni fa venne proposto come misura preventiva alla crisi la trasformazione di via San Pietro, dalla piazza alla chiesa, in un luogo di attrazione proponendo la costituzione di una “ruga” o “contrada” della frazione trobasese. Questa intuizione, tralasciata nel tempo, può essere riproposta come elemento trainante della via principale di Trobaso, che necessita di una disciplina del traffico (controllo della
velocità innanzitutto, che interessa anche la via Renco).
Si propone un ruolo dell’Amministrazione Comunale per individuare attività (di servizio, tempo libero, artistiche e/o commerciali di qualità innovativa, da inserire nei locali sfitti della via: la negoziazione, e la firma del contratto di insediamento potrebbe avere il Municipio come garante così da rendere simbolicamente evidente il contrasto agli immobili vuoti. L’A.C. dovrà farsi carico di un’opera di convincimento presso i proprietari per affitti più equi, che, in una prima fase potrebbero essere calmierati dal Comune (con recupero successivo).
Esiste in città una esperienza di esposizioni artigianali a Madonna di Campagna che può fornire suggerimenti preziosi. Vi è la necessità di collegarsi, oltre la nostra città, con valide esperienze nel settore, quali ad esempio l’associazione “L’artigianato in fiera” che raccoglie a
Milano ben 3.000 espositori/produttori, da assumere come modello (dura da 17 anni) e imitarne le fattibili applicazioni.
Altre idee da realizzare nel tempo:
Parco della storia in via Scavini (la strà liscia): in accordo con il Museo del Paesaggio, che può continuare la consulenza, vi venne trasportato il busto di Garibaldi, tolto da decenni dall’inizio del corso omonimo. Si può continuare con iniziative analoghe e istituire visite guidate delle scuole cittadine e limitrofe oltre alla promozione della cultura popolare svolta dalla SOMS.
Prolungamento della ciclabile dal parco della Gera al ponte del Plusc che va utilizzato come stazione di partenza del sistema bike-sharing.
Per Trubas da suta un progetto di arredo urbano.
Le piccole manutenzioni: asfaltatura in via Martiri di Pogallo, cordoli in via Battaglione Intra, pulizia tombini e il potenziamento dell’illuminazione pubblica, anche nel “nuovo parcheggio” di via Cuboni, che non solo non ha risolto la richiesta di posti auto ma ha “mutilato” un parco giochi, un’area verde esterna alla scuola “G.Bachelet”,che era una splendida realtà.
Uno dei luoghi vitali è il centro sociale di Renco, sede dell’Auser: non vi è dubbio che senza questo riferimento la socialità, (e il “fare comunità” è uno dei capisaldi della programmazione di fondi pubblici) ne sarebbe impoverita. Pertanto la possibile collocazione, che aleggia come “voce”, da qualche mese della Farmacia Comunale rappresenta solo una soluzione tecnico-funzionale che non può essere condivisiva: crediamo che altre strutture siano pensabili senza sacrificare una “ricchezza” costruita in 40 anni di attività e attaccamento (anche nelle opere volontaristiche) che vengono svolte dai residenti.
Verbania, 11 gennaio 2014 Silvia Marchionini

Diego Brignoli: consolidiamo la Verbania città degli studi

IC-Trobaso-verbania-e1350916285931Ho trovato particolarmente interessante un passaggio della recente intervista (la Repubblica domenica 5 gennaio 2014) al Ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza dedicata al lancio della “Costituente della scuola” attraverso un referendum on line: oggi la scuola italiana è fortemente centralizzata, ma il funzionamento dei singoli istituti dipende dai singoli presidi. Se sono capaci, le loro scuole funzionano. È così, ma non saprei dire perché: le consultazioni mi aiuteranno.

Mi pare apprezzabile che un ministro, che di scuola se ne intende sicuramente più di me (insegna bioingegneria industriale ed è rettore della Scuola Superiore S.Anna di Pisa) chieda il contributo di tutti per capire e cambiare quel che non va nella scuola.
Impossibile non pensare alla questione Cobianchi e Scienze Umane e Sociali che in queste settimane preoccupa fortemente e tanti malumori ha sollevato. Si tratta di questione complessa, sulla quale occorre ragionare non solo in modo contingente ed emergenziale, ma soprattutto in termini di futura programmazione, su cosa si potrà e si dovrà fare.
La prossima Amministrazione comunale non potrà occuparsi esclusivamente dell’edilizia e dei servizi destinati alla scuola primaria e secondaria inferiore, dovrà invece impegnarsi fortemente a rafforzare e consolidare la “Verbania città degli studi” superiori, una storica tradizione della nostra città e del nostro territorio, ma soprattutto uno dei requisiti necessari al rilancio dell’occupazione giovanile nel territorio.
La Provincia, oltretutto in una situazione di forte precarietà, ha assunto la decisione del progressivo trasferimento presso il Liceo Cavalieri di Scienze Umane e Sociali. Una decisione fortemente contestata, in contrasto con i deliberati degli organi collegiali competenti del Cobianchi, perché in realtà comporta la cancellazione di un’esperienza quarantennale (la delibera parla di istituzione dell’indirizzo presso il Liceo Cavalieri e contestuale soppressione dello stesso presso l’ITIS Cobianchi). Ma, soprattutto, una soluzione fittizia e temporanea: la messa a disposizione di poche aule al Cavalieri è infatti insufficiente a risolvere il problema degli spazi lamentato dal Cobianchi, significa semplicemente spostare in là di 2 o 3 anni il problema. Poi saremmo da capo.
La questione, dicevo, è ben più complessa. Si tratta con ogni evidenza di un problema strutturale del sistema scolastico cittadino oggi sottodimensionato e inadeguato alle oscillazioni della domanda. L’innalzamento dell’età dell’obbligo scolastico, la capacità di attrazione dell’offerta scolastica verbanese e la crescita demografica del primo decennio del Duemila, non particolarmente forte ma in netta controtendenza rispetto al calo di natalità registrato nei decenni precedenti, fanno infatti prevedere un ulteriore aumento della popolazione scolastica superiore già per il prossimo futuro.
Che fare allora?
Nell’immediato non resta che cercare seriamente nuovi spazi. Ancorché provvisori e parziali. La città è piena di strutture vuote e inutilizzate; saremo anche in presenza di normative più restrittive di quelle del passato, di difficoltà economiche, ma pare inimmaginabile non riuscire a reperire una quindicina di aule (di questo in fondo si tratta). Succursali, certo, che magari sarà anche un po’ complicato gestire, ma chi ha vissuto gli anni della forte espansione, con succursali sparse in tutta la città, è riuscito non solo a sopravvivere, ma nel contempo a innovare a fondo l’offerta scolastica adeguandola alle nuove esigenze.
Differente, come ovvio, l’approccio per il futuro. Dato che si tratta con tutta evidenza di un problema strutturale, gli enti responsabili e interessati, in primo luogo il Comune e la Provincia di Verbania, costituiscano un tavolo di lavoro che individui e analizzi tutti i problemi (strutturali, didattici, degli insegnanti, degli allievi) che i cambiamenti in corso generano, li studi e indichi soluzioni serie. I risultati di questo lavoro andranno raccolti in un sistema articolato di proposte che la prossima Amministrazione comunale si farà certamente carico, per quanto di sua competenza, di attuare.
Una proposta concreta, realizzabile e condivisa, che tenga conto della partecipazione e della collaborazione di tutti gli interessati e di tutti gli organi competenti. Un metodo basato sul confronto e non sullo scontro. Un percorso in tutto simile a quello che saggiamente propone il ministro Carrozza.

Diego Brignoli – candidato Sindaco alle primarie del centro-sinistra di Verbania