Ristorno dei frontalieri: un bel risultato dal governo Monti.

L’annuncio di un prossimo incontro di lavoro tra la Presidente della Confederazione Svizzera Eveline Widmer-Schlumpf e il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti rappresenta, finalmente, un passo importante per la ripresa del dialogo sugli aspetti fiscali tra i due Paesi.
Presente pochi giorni fa al dibattito del Pd a Domodossola sullo stesso tema, oggi l’onorevole del PD Franco Narducci afferma: “prendiamo atto con soddisfazione che è stata risolta la questione dei Comuni italiani di frontiera relativamente al ristorno del prelievo fiscale effettuato sulle retribuzioni dei frontalieri, bloccato a metà dal Canton Ticino nel 2011.
Ma non bisogna dimenticare la valenza economica del negoziato che prenderà il via il 24 maggio prossimo che affronterà anche la questione del modello di convenzione sulla regolarizzazione dei valori patrimoniali detenuti in Svizzera da contribuenti non residenti con relativa imposta alla fonte. È fondamentale risolvere  il contenzioso sulle black list, sulle quali l’Italia inseriva ancora la Svizzera, considerando che esse hanno conseguenze nefaste per l’operatività delle imprese italiane e svizzere nei due Paesi; ora con la rimozione della Svizzera dalla black list saranno superati anche questi problemi”.
“Insomma – ha concluso Narducci – la ripresa del negoziato è un segnale positivo per la ripresa economica italiana oltre che per i buoni rapporti, sempre esistiti, tra i due Paesi; ed è una buona notizia per la laboriosa comunità italiana, oltre 530 mila cittadini, residente in Svizzera”.

Ufficio Stampa
PD VCO

Cota di fatto in crisi: la maggioranza non c’è più

Dal Consiglio regionale di ieri emerge in tutta evidenza la crisi della maggioranza che sostiene il presidente Cota.
Il voto ripetuto sull’ordine del giorno sulla caccia – che ha visto nella seconda votazione rafforzarsi il drappello del Pdl contrario al documento – e la conseguente sua bocciatura, ha sancito per come si è sviluppato la sfiducia della maggioranza nei confronti di Cota, che personalmente si era reso garante dell’ordine del giorno e della approvazione in tempi brevi di una nuova legge.
Per questo bocciarlo ha significato non solo evidenziare la spaccatura della maggioranza sulla caccia, ma disconoscere l’impegno di Cota e il suo ruolo nella vicenda. Il fatto che in aula il presidente abbia rinnovato l’impegno per una nuova legge a tempi brevi non fa che sottolineare la distanza delle sue affermazioni dallo stato reale della sua coalizione. Cota si impegna, la maggioranza non lo segue.
Che la crisi stia attraversando il centrodestra lo dimostra anche la mancanza del numero legale alla prima votazione, con la chiara assenza dai banchi del Pdl della componente di Progett/azione.
E’ tempo che il presidente Cota prenda atto della situazione. In queste condizioni come si può pensare di affrontare il lungo e delicato dibattito sul bilancio? Il Piemonte ha bisogno di un governo serio, non di una compagine pronta a litigare su ogni argomento, con un presidente che piuttosto che riconoscere il suo fallimento è disposto a tenere la testa sotto la sabbia.
DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA
Capogruppo Pd in consiglio regionale