Bersani: “Con Monti senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee”

La replica del Segretario del PD Pier Luigi Bersani, ha concluso sabato 21 gennaio i lavori dell’Assemblea Nazionale del Partito, facendo una sintesi degli elementi emersi nei dibattiti in plenaria. (Leggi la relazione di apertura dei lavori)
Bersani ha ricordato, introducendo il suo intervento, l’anniversario della morte di Enrico Micheli, definito dal Segretario ‘un pilastro autentico delle politiche del centrosinistra, un democratico ante litteram’.
“Questa è stata una bella discussione – ha commentato Bersani – perché quando non ci sono posizionamenti, siamo un gruppo dirigente che si ascolta. È stata un’Assemblea sobria senza lazzi, frizzi e cotillons, perché in questo luogo si discute per cercare di dare la strada giusta ad un grande Partito quale è il nostro. Ieri c’è stata una raffigurazione del protagonismo e comprensione dei grandi temi europei. E in questo senso il nostro Partito possiede la tematica europea più di altri, nel panorama politico”.
Secondo il Segretario però “la domanda che è rimasta inevasa nella discussione di ieri è: perché l’ Europa è andata nell’epicentro della crisi? Dopo l’urto della crisi mondiale – secondo Bersani – si è scoperto che l’Europa non aveva le risorse per agire, e questo perché? Per istituzioni non coerenti, come diceva Gualtieri?”
Il Segretario si è dichiarato d’accordo con questa interpretazione: “C’è un deficit politico in Europa, non ci sono risorse politiche sufficienti. La globalizzazione mondiale, mentre in altri Paesi dell’America Latina ad esempio ha dato una spinta positiva, in Europa ha dato una frustrata micidiale al modello sociale europeo, trapelando una forte carenza di welfare strutturato, una tutela alta del lavoro. Questo è stato scompaginato. Inoltre – ha evidenziato il Segretario – la difesa della frustata, ogni Paese europeo se l’è fatta a casa sua, senza riconoscere nell’Europa un luogo dove si potessero difendere dei diritti acquisiti”.
“Mentre costruiamo la piattaforma europea il tema di fondo è come rifacciamo il nuovo modello di welfare. Noi come PD dobbiamo dare una mano a garantire i meccanismi di crescita tutelando lavoro e o mettendoli in equilibrio il sistema. Tutto in una dimensione europea altrimenti facciamo fatica ad uscire dalla crisi.
Noi siamo a sostegno del governo senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee. Più chiaro di così non si può. Siamo stati limpidi chiari e coerenti e diremo la nostra a fin di bene.
Sulle liberalizzazioni siamo entusiasti che sia un governo che sta 8 ore su un pacchetto largo di manovre che abbracciano un universo vastissimo e non 9 minuti e mezzo come il precedente governo. Proporremo in Parlamento di fare di più con emendamenti precisi.
Lavoreremo per incalzare il governo e vorremmo che non si tentasse a riscrivere la storia o a inventare le notizie. Chi ha fatto le liberalizzazioni qualche hanno fa? Sull’Enel, per la telefonia, per le banche? Lo abbiamo fatto noi con una politica coraggiosa a discapito di una destra che ha fatto solo marce indietro. Noi abbiamo il diritto di parlare!”
Pugno di ferro contro i blocchi in Sicilia: “Capiamo il disagio, il problema, c’è stata una prima adesione anche della popolazione a una protesta che è parsa spontanea”, ha spiegato il segretario. “Ma adesso in molte zone della Sicilia un anziano che scende a fare la spesa non trova niente, ci sono blocchi e intimidazioni”, ha ricordato. Dunque, in vista dell’incontro di mercoledi’ del presidente Raffaele Lombardo con il premier Mario Monti, “o fermano il blocco o se non sbloccano si chiamano i prefetti”, ha ammonito.
“La preoccupazione non deve diventare paura, lo ribadiamo. Bisogna esserci e senza paura. Il paese deve percepire che c’è un governo che c’è affronta le difficoltà. Mettiamoci dentro anche il calore della solidarietà. Dopo l’incompetenze e le bugie che ci hanno dato negli ultimi tre anni è bellissimo che finalmente si parla di come affrontare i problemi seriamente.
Noi siamo nel Paese. Ci fermano per strada e ci chiedono risposte. Noi siamo effettivamente a disposizione di chi ci ferma per strada. La porta della nostra casa è solida, noi garantiamo grande impegno e responsabilità.
Ci siamo rafforzati ma abbiamo davanti problemi più importanti su come è messo il paese. Basta con gli umori pessimistici, trasmettiamo solidarietà e unità. Nel panorama storico, non siamo solo un partito: noi siamo una certa idea di democrazia per il nostro paese. Stiamo testardamente portando avanti un modo d’essere di partito perché abbiamo in mente un modo d’essere di democrazia e di politica costruita sul collettivo e fuori da modelli populisti. Abbiamo un mestiere che nessun altro può fare. Come gruppi dirigenti dobbiamo trasmettere fiducia e solidarietà. Solidarietà significa sentirsi definitivamente un partito. Andiamo avanti”.

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