VERBANIASETTANTA. POLITICA E SOCIETA’

image VERBANIASETTANTA è un foglio virtuale di informazione prodotto da Claudio Zanotti, consigliere comunale di Verbania. All’indirizzo verbaniasettanta@alice.it possono essere inviati contributi, riflessioni, testi, nuovi indirizzi di posta elettronica. Tutti i numeri di questo foglio possono essere letti cliccando su: http://file.webalice.it inserendo l’username: verbaniasettanta e la password: Verbania
Come nostro solito pubblichiamo qualche articolo tratto dal foglio. Oggi si parla del "famoso" Teatro. NUOVO TEATRO. LA FORZA INVINCIBILE DI UN PROGETTO
Torna, con il nuovo anno, il “tormentone” del nuovo teatro cittadino. La Giunta Destra/Lega ha infatti approvato una Delibera abbastanza confusa (se avete voglia, la potete leggere qui: http://www.comune.verbania.it/binary/comune_verbania/delibere_giunta/DELG0001.1262939087.pdf) con la quale decide due cose.

La prima: va avanti come prima il recupero dell’ex Camera del Lavoro in piazza Mercato, che nel progetto definitivo approvato dalla mia Giunta nel settembre 2008 era integrata nell’attiguo nuovo teatro; dunque, stesura del progetto esecutivo e poi (se ci saranno i soldi) appalto e lavori. Siccome però non ci sarà più il teatro, siamo curiosi di vedere come sarà utilizzato.

La seconda: il progetto Arroyo, quello – per intenderci – voluto dall’Amministrazione di Centrosinistra e vincitore del Concorso Internazionale, quello con le due sale (500 e 200 posti), il bookshop, ristorante e caffetteria, la torre scenica alta 23 metri, i quattro “gusci” elissoidali in cemento armato, la piattaforma/cavea d’accesso, le soluzioni innovative di risparmio energetico. Quello, insomma, da 13,6 milioni di euro; quello che Zacchera – ricordate?- in campagna elettorale sosteneva che sarebbe costato 20 milioni; quello che sempre Zacchera in Consiglio Comunale definiva privo “delle cose fondamentali senza le quali non si può fare un teatro, e ve ne leggo undici” (undici, mica una o due! Ma andate a leggervi quell’intervento dell’attuale sindaco, il 30 marzo 2009, pag.6 della Deliberazione di Consiglio Comunale n. 27: http://www.comune.verbania.it/binary/comune_verbania/delibere_consiglio/DELC0027.1239016993.pdf; confrontate le cose dette allora con le decisioni assunte oggi: c’è da restare a bocca aperta); insomma, proprio quel vituperato progetto viene – parola di Salvador Perez Arroyo, il progettista – “traslato” all’Arena. E per non rischiare di essere frainteso, Arroyo precisa a La Stampa: “Cambia il luogo, non i contenuti. Certo, occorrerà qualche adeguamento, ma il progetto è quello che ha vinto il concorso, quello scelto dalla giuria. Il costo resterà intorno ai 10 milioni [di opere, impianti e attrezzature, cui si aggiungono Iva, progettazione e spese tecniche per arrivare, appunto a 13,6, ndr], avrà le stesse caratteristiche di quello previsto in piazza Fratelli Bandiera, l’idea è inalterata”. Ah, piccolo particolare: ai parcheggi (previsti interrati in piazza F.lli Bandiera) ci si penserà in seguito.

Qui c’è qualcosa che non funziona. Zacchera ha passato i mesi a dire che il progetto era sbagliato (addirittura in undici punti!), che il costo non sarebbe stato di 13,6 milioni ma almeno di 20, che con la crisi economica il teatro sarebbe stato uno spreco di soldi, e adesso lo prende così com’è e lo trasferisce da un punto all’altro della città? Gli sbagli, i costi e lo spreco di denaro valevano in Sassonia e non valgono più all’Arena? O forse valevano in campagna elettorale e non valgono più ora? Ma il senso del pudore (politico, s’intende) che fine ha fatto? Ma decenza e coerenza (politiche, s’intende) che fine hanno fatto?

La verità è un’altra. Il progetto di nuovo teatro voluto dalla mia Giunta aveva (ed ha) una tale forza, un tale valore architettonico, tecnico e strutturale, una tale adeguatezza ai bisogni culturali e artistici della città, una tale congruità economica, da imporsi prepotentemente anche a coloro che – non avendolo mai compreso – lo hanno sempre avversato. E per cercare (maldestramente) di mascherare questo clamoroso e radicale voltafaccia, ci si è inventati una diversa localizzazione, l’Arena appunto. Ma è una scelta profondamente sbagliata.

TEATRO TRASLATO: ADESSO COMINCIA IL BELLO

Dunque, traslazione del nuovo teatro all’Arena. Il migliore dei progetti in uno dei posti più infelici. E adesso davvero si comincia a ballare, perché il nostro obiettivo diventa adesso quello di mantenere la localizzazione in piazza F.lli Bandiera, dopo aver conseguito il risultato di costringere una Giunta totalmente e pregiudizialmente ostile ad accettare il progetto Arroyo. A questo proposito, davvero provvidenziale è stata la scelta – fatta lo scorso maggio dalla precedente Amministrazione – di procedere all’assegnazione ad Arroyo dell’incarico per la redazione del progetto esecutivo. Senza questa impegnativa e lungimirante decisione, il teatro di Verbania sarebbe stato dimenticato il giorno dopo le elezioni.

Vediamo sinteticamente i problemi aperti. La decisione di trasferire un’opera pubblica da un posto all’altro è certamente azzardata e sul filo (in realtà, a mio giudizio ben oltre il filo) della legittimità. Infatti il Concorso Internazionale di Progettazione prevedeva il nuovo teatro in piazza F.lli Bandiera e su un sedime ben delimitato (grosso modo l’attuale palatenda); prevedeva il contestuale recupero in un unico orizzonte progettuale dell’edificio dell’ex Camera del Lavoro e il suo strutturale inserimento nel nuovo polo culturale e sociale tra la Sassonia e Sant’Anna; prevedeva un parcheggio interrato di settanta posti; prevedeva la sistemazione dell’area esterna compresa tra ex Camera del Lavoro e nuovo teatro. Ognuno dei dieci progettisti ammessi alla fase finale del Concorso di Progettazione può sollevare opposizione alla decisione di spostare altrove il teatro, perché questo fa venire meno in radice alcuni elementi fondamentali e vincolanti a base del Concorso Internazionale (il recupero e inserimento della Camera del Lavoro, il parcheggio interrato, l’organizzazione dello spazio esterno…). Per non parlare dei presupposti urbanistico-architettonici del Concorso, e cioè la progettazione di un’edifico pubblico pensato per riqualificare (anche architettonicamente) la zona-cerniera tra Pallanza e Intra, valorizzando contemporaneamente le piazze Mercato e F.lli Bandiera come attestamento occidentale del grande “centro commerciale naturale” rappresentato dal centro storico di Intra. Tutto ciò viene spazzato via dal cambiamento della localizzazione e non è molto difficile capire che ciò inficia il rispetto dei vincoli (dimensionali, economici, tecnici, impiantistici, localizzativi, urbanistici e architettonici) ai quali si sono attenuti tutti i partecipanti al Concorso Internazionale.

Sarà perciò nostra cura informare non solo tutti i partecipanti al Concorso Internazionale del 2007, ma anche l’Ordine Nazionale e quello Provinciale degli Architetti, con i quali sono state condotte tutte le fasi del Concorso Internazionale, l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici per Lavori, Servizi e Forniture. Tutti questi soggetti hanno infatti pieno titolo a verificare la sussistenza dei presupposti per impugnare la Delibera di Giunta che sancisce lo spostamento del teatro.

Una seconda questione riguarda le caratteristiche dell’area scelta per la traslazione, e cioè il parco Arena/Villa Maioni. Le ragioni della nostra contrarietà sono state illustrate in Consiglio Comunale a settembre e riprese nei numeri precedenti di questa newsletter. In buona sostanza, noi denunciamo il fatto che si rinuncia a riqualificare dal punto di vista urbanistico, architettonico, funzionale e sociale un’area (la Sassonia) storicamente marginale della città, ma divenuta centrale dopo la costruzione del terzo ponte come “cerniera” tra Pallanza/Sant’Anna e Intra, e si stravolge con un’imponente cementificazione un’altra area (Arena/Villa Maioni) gradualmente recuperata a funzioni pubbliche (parco urbano, spiaggia, spazio per camper, percorso ciclopedonale, struttura per manifestazioni sportive e musicali) e di elevato valore ambientale e paesaggistico proprio per la sua preservata naturalità. Collocato lì, il teatro, progettato per il contesto urbano ad alta concentrazione edilizia della Sassonia, spiccherebbe come un palazzo di cinque piani a picco sul lago! Ben più imponente e incombente della caserma dei Carabinieri. Per questa ragione faremo ogni sforzo per rappresentare alla Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali la necessità che sull’area a lago dell’Arena e di Villa Maioni venga mantenuto un rigido vincolo di inedificabilità, a tutela delle sue caratteristiche e delle sue specificità.

Infine, ultima questione di rilevante impatto economico. Tutta l’imponente progettazione sinora eseguita è stata finanziata con risorse (700.000 € complessivi) messe a disposizione dalla Regione Piemonte grazie ad un Accordo di Programma tra Comune, Regione e Provincia del Vco. Questo Accordo è però legato al recupero e alla riqualificazione dell’ex Camera del Lavoro e della Piazza F.lli Bandiera, di cui il nuovo teatro è uno degli elementi. Se si toglie da quel contesto (piazza ed ex Camera del Lavoro) il nuovo teatro, viene meno il presupposto per l’erogazione del finanziamento. In altre parole: stia attento il Comune a spostare altrove il nuovo teatro, perché gli toccherà pagare di tasca propria tutta la progettazione sinora eseguita. Niente riqualificazione di quel contesto urbano, niente finanziamento regionale.

Insomma, ho la sensazione che di nuovo teatro e di localizzazione avremo ancora molte occasioni di parlare.

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