Archivi tag: Lavoro

Rider Deliveroo, consegne a 22km per 6 euro all’ora. “Solidarietà ai lavoratori; condizioni inaccettabili.

La vicenda che sta coinvolgendo i rider Deliveroo a Verbania è vergognosa e non può essere archiviata come un problema locale o organizzativo. Consegne fino a 22 chilometri, compensi ridotti fino a 6€ l’ora e condizioni di lavoro sempre più sbilanciate a favore della piattaforma rappresentano l’ennesima dimostrazione di come il lavoro digitale, senza regole, produca lavoro povero e sfruttamento.
Come Partito Democratico del VCO esprimiamo piena solidarietà ai rider che stanno protestando e rivendicando dignità, sicurezza e retribuzioni eque. In queste ore ci siamo immediatamente messi in contatto con il sindacato Nidil CGIL, che sta seguendo la vertenza, per garantire il massimo sostegno politico e istituzionale alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti.
Abbiamo inoltre interessato l’onorevole Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico e Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, affinché la questione venga portata con forza anche a livello parlamentare. Non siamo di fronte a un caso isolato, ma a un modello che scarica sui lavoratori tutti i costi: chilometri, tempo, rischi e incertezza del reddito.
Questa vicenda mette ancora più chiaramente in luce una verità che la destra continua a negare: in Italia serve subito una legge sul salario minimo. Non è una battaglia ideologica ma uno strumento concreto per contrastare il lavoro povero e riequilibrare i rapporti di forza.
Il lavoro non è un algoritmo. Continueremo a stare dalla parte dei lavoratori e a chiedere regole, tutele e dignità, a Verbania come nel resto del Paese.

Segretario Partito Democratico VCO
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Maestranze Barry Callebaut. Situazione ancora difficile per moltissimi lavoratori.

Il Partito Democratico di Verbania ha presentato una interpellanza, per il prossimo consiglio Comunale, sul problema del ricollocamento delle maestranze di Barry Callebaut, che vede una situazione ancora difficile per moltissimi lavoratori.
La drammatica vicenda della Barry Callebaut ha occupato meritatamente le prime pagine degli organi di informazione locali a partire dall’estate del 2024, durante la quale – come è noto – la dirigenza della multinazionale belga comunicò in maniera unilaterale l’intenzione di cessare le attività produttive nello stabilimento di Verbania.
Se in un primo momento la rilevanza della vicenda ha saputo attrarre l’attenzione della Città, in uno sforzo unitario delle diverse parti sociali teso a salvaguardare il futuro di circa 130 lavoratrici e lavoratori, tra lavoratori diretti e indotto, impiegati nell’ecosistema della fabbrica, nel corso dei mesi la concentrazione sulle vicende della Barry è apparsa molto diluita, rischiando di far passare in secondo piano la difficile situazione delle ex maestranze della fabbrica.
In questo momento infatti ci risulta che 31 dei circa 90 dipendenti diretti dell’azienda si trovino ancora in Cassa Integrazione: una percentuale importante, il cui destino appare al momento incerto, appeso alla scadenza dei termini dell’ammortizzatore sociale.
Ci risulta altresì che, dei restanti 60 ex dipendenti Barry che hanno deciso di rinunciare alla CIG , solo una minima parte abbia trovato lavoro e spesso in condizioni di oggettiva difficoltà (sedi lontane che costringono a lunghe trasferte quotidiane, incompatibili con una professione tarata su turnazioni anche notturne) che costringeranno molte e molti di loro a dover rinunciare anche a questo piccolo spiraglio di serenità.
Ci risulta altresì che nei primi giorni di ottobre si sia tenuta a Torino una riunione del Tavolo Tecnico aperto per la crisi, presenti l’assessora regionale Chiorino, le rappresentanze sindacali e l’assessore Tacchini, durante la quale l’assessora medesima avrebbe sottolineato la necessità da parte della città di insistere sul mantenimento del vincolo ad uso industriale dell’area dove sorge lo stabilimento: esattamente ciò che le minoranze consiliari, in primis i gruppi che rappresentiamo, avevano proposto nel corso dei consigli comunali dedicati alla vicenda Barry sentendosi rispondere dalla vostra Amministrazione che il mantenimento del suddetto vincolo avrebbe rappresentato una forzatura nei confronti dell’azienda, pregiudicando una trattativa che si auspicava avrebbe avuto esito positivo.
Una posizione sconfessata nei fatti, che ha esposto la città e le maestranze della fabbrica ad una condizione di oggettiva fragilità nei confronti della proprietà, concorrendo a determinare l’esito negativo delle trattative e l’attuale situazione di incertezza vissuta da decine di lavoratori.
Visto il perdurante silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale sulla vicenda più dolorosa che abbia caratterizzato questa consiliatura finora, con la presente interpellanza siamo a richiedere:
– Quali siano stati i provvedimenti adottati in questi mesi da parte dell’Amministrazione per cercare di intervenire sulla situazione delle maestranze ex Barry Callebaut e perché non siano stati forniti aggiornamenti in merito durante le sedute del Consiglio Comunale, ne si sia pensato di convocare una assemblea pubblica per condividere con la Città il percorso avviato, se avviato, in tutela di lavoratrici e lavoratori.
– Cosa sia stato risposto alle sollecitazioni dell’assessora Chiorino nel corso della menzionata riunione del Tavolo Tecnico e se, viste le indicazioni ricevute, si stia lavorando ad una proposta che vincoli l’area dello stabilimento Barry ad uso industriale/produttivo.
– Se l’assessorato alle attività produttive abbia ipotizzato di avviare un dialogo con altri operatori economici della città, per ipotizzare percorsi di accoglienza e assunzione – anche temporanea – delle maestranze Barry e se il suddetto assessorato si sia attivato con gli Enti competenti per offrire a lavoratrici e lavoratori percorsi di accompagnamento e formazione tesi a garantire un ricollocamento lavorativo.
– Che esito abbia avuto il percorso di individuazione di nuovi investitori industriali per l’area e quali condizioni favorevoli siano state ipotizzate e programmate dall’Amministrazione per cercare di attrarre sul territorio investitori privati e partner industriali.
Cordialmente
Gruppo PD
Giacomo Molinari, Riccardo Brezza, Raffaele Allevi, Anna Bozzuto, Vincenzo Mondino
Gruppo Verbania Si Prende Cura
Simone Martoccia
Foto La Stampa VCO
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1° Maggio Festa dei Lavoratori: manifestazione a Domodossola

Segnaliamo l’appuntamento della festa dei Lavoratori del 1° Maggio organizzato dai sindacati CGIL, CISL e UIL.
1 MAGGIO DI FESTA E IMPEGNO!
A Domodossola, 9.30 fronte stazione raduno e poi corteo.
A seguire ritrovo all’area feste La Lucciola di Villadossola per la terza edizione del pranzo del lavoro!
Grigliata e menù vegetariano, musica e canti resistenti della Volante Cucciolo.

Tutto avrà luogo anche in caso di pioggia!

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Crisi Barry Callebaut. Necessari interventi urgenti del Comune di Verbania. 

Crisi aziendale Barry Callebaut. Necessari interventi urgenti da parte del Comune di Verbania. Interpellanza presentata dal Partito Democratico.

I sottoscritti Consiglieri Comunali, a nome dei gruppi Partito Democratico e Verbania Si Prende Cura, premesso che:
– la multinazionale Barry Callebaut ha annunciato da diversi mesi la chiusura del proprio stabilimento di Verbania;
– nei primi mesi del 2025, a seguito della sottoscrizione di un accordo sindacale tra azienda e lavoratori, è stato avviato un piano di uscita graduale del personale, con l’utilizzo della cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS);
– a partire da luglio 2025, tutti i lavoratori coinvolti entreranno in regime di cassa integrazione al 100%, senza prestazione lavorativa attiva, e quindi totalmente dipendenti dai tempi di erogazione dell’ammortizzatore sociale da parte dell’INPS;
– i rappresentanti sindacali hanno da tempo richiesto la convocazione urgente di un tavolo tecnico con la presenza dell’INPS, della Regione Piemonte e delle istituzioni locali, per chiarire le tempistiche dei pagamenti e le modalità operative;
– ad oggi tale tavolo non risulta ancora convocato, e non sono giunte risposte ufficiali alle sollecitazioni provenienti dal territorio e dalle organizzazioni dei lavoratori;
– numerose famiglie di Verbania e del VCO sono coinvolte da questa crisi aziendale e vivono con crescente preoccupazione la prospettiva di ritardi nei pagamenti della CIG, che rischiano di generare gravi disagi economici e sociali;

– da parte dell’Amministrazione Comunale non risulta essere stato assunto alcun atto ufficiale né dichiarazione pubblica sull’evolversi della vicenda, che rappresenta una delle più gravi crisi occupazionali recenti per il nostro territorio;

tutto ciò premesso, si interpellano il Sindaco e la Giunta Comunale:

1. se il Comune di Verbania sia in contatto con la Regione Piemonte e con l’INPS per monitorare l’evoluzione della situazione e sollecitare la convocazione urgente del tavolo interistituzionale richiesto dalle parti sociali;

2. se e come l’Amministrazione intenda esercitare un ruolo attivo di coordinamento e pressione politica, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nella dismissione dello stabilimento Barry Callebaut;

3. per quale ragione, a distanza di mesi dall’annuncio della chiusura, non sia stato ancora assunto alcun atto ufficiale o presa di posizione pubblica da parte del Comune, né si siano fornite informazioni ai cittadini su una vicenda che merita la massima attenzione per la sua gravità e l’impatto che avrà sulla situazione economica e occupazionale della città;

4. se l’Amministrazione non ritenga necessario convocare con urgenza una Commissione consiliare o un incontro pubblico con i rappresentanti sindacali e i lavoratori, affinché il Consiglio Comunale possa conoscere direttamente lo stato della vertenza ed assumere atti concreti al fine di sostenere le lavoratrici e i lavoratori di Barry Callebaut.

Gruppo PD Verbania

Foto da La Stampa VCO
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MENO STAGE, PIÙ APPRENDISTATO. petizione Giovani Democratici

A questo link la petizione da firmare –> http://chng.it/d4kfz9JVqX

Cari Democratici,
portiamo alla vostra attenzione un tema particolarmente importante per le nuove generazioni: quello degli stage.
Lo Stage non è lavoro: è un contratto di formazione senza tutele e adeguato compenso, di cui abusano tante aziende, e che toglie stabilità e futuro lasciando i giovani per anni precari e senza orizzonti.
Serve meno stage e più apprendistato: un contratto di lavoro e formazione stabile, che comprende contributi, ferie, malattia, e una progressione lavorativa credibile.
Per questo crediamo in questa campagna, che vuole fare dell’apprendistato lo strumento principale di entrata nel mondo del lavoro rendendolo più efficace e semplice, limitando l’abuso dello stage.

“Siamo giovani, stagisti, lavoratori, disoccupati, e abbiamo due proposte:
1.   Basta agli stage gratuiti e senza tutele. Vogliamo una sola tipologia di stage, con un giusto rimborso spese obbligatorio. Vogliamo che lo stage non sia più abusato al posto di un vero contratto di lavoro, e per questo vogliamo che non sia più attivabile dopo tre mesi dalla laurea/diploma. Vogliamo trasparenza da parte di chi ci promette un vero lavoro ma poi ci scarica per assumere un altro stagista.
2.   Puntiamo sull’apprendistato. Meno burocrazia, formazione migliore, più flessibilità e incentivi per chi assume giovani lavoratori tramite questo contratto, che garantisce tutele, contributi e una retribuzione adeguata”.

A questo link trovate la petizione che vi chiediamo di firmare e diffondere attraverso i vostri canali –> http://chng.it/d4kfz9JVqX

Grazie, un abbraccio

Alessandro Pompeo
Segretario dei Giovani Democratici del VCO

ll Partito Democratico del VCO ha attivo un canale #Telegram utile per ricevere in tempo reale informazioni sulla nostra attività, incontri, proposte, ecc. Iscriversi è semplice. Basta un click e un numero di cellulare. Link diretto https://t.me/partitodemocraticoVCO

Delegazione dei deputati del PD alla Duferdofin Nucor di Pallanzeno

Venerdi una visita di una delegazione dei deputati del Partito Democratico alla Duferdofin Nucor di Pallanzeno. Quali effetti dei dazi di trump sull’acciaio?  il PD lo verifica in Ossola

Venerdi 18 maggio alle ore 10,30 una delegazione di parlamentari democratici guidata dalla vicepresidente del gruppo on. Chiara Gribaudo e dal segretario d’aula on. Enrico Borghi sarà presente in Ossola, per un confronto con il management e le maestranze della “Travi e Profilati di Pallanzeno S.r.l”, del gruppo Duferdofin-Nucor, stabilimento che vede 219 occupati che trasformano nel laminatoio 500.000 tonnellate/anno di acciaio.

Lo scorso 23 marzo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha introdotto dazi del 25% per l’acciaio e del 10% per l’alluminio. Sono misure di protezione commerciale che hanno l’obiettivo di dare seguito allo slogan elettorale del presidente Trump “Make America Great Again”, e che avranno effetti sul sistema del commercio internazionale tutto. Al tentativo di rendere grande l’America infatti corrisponde che gli altri paesi si facciano più piccoli, e questo pone molti problemi alla nostra economia.

La Cina, primo produttore mondiale di acciaio e alluminio, è il destinatario principale delle misure tariffarie imposte da Trump. Le misure protezionistiche al momento sono state sospese nei confronti dell’Unione europea e di altri paesi alleati degli Stati Uniti, in attesa di una decisione che Trump prenderà il primo giugno. Restano però gli effetti indiretti dei dazi contro la Cina, che potrebbe decidere come conseguenza della chiusura del mercato statunitense di spostare le proprie esportazioni verso l’Unione europea facendo concorrenza alla nostra produzione o immettendo sul mercato materie prime a basso costo ma più scadenti. Più in generale si teme il rischio di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione europea, della quale si è discusso anche nell’ultimo  Consiglio europeo  a Bruxelles.

Per l’Italia sono tutte brutte notizie. L’export è il settore più vitale della nostra economia, perché contribuisce a circa il 30% del nostro Pil e ha continuato a crescere in questi anni più di qualsiasi altro settore (nel 2017 la crescita è stata del 7,4%). Se l’America chiude le porte del commercio, l’Italia non può che risentirne.

Il nostro paese beneficia molto dei rapporti commerciali con gli Usa: nel 2017, con 40,5 miliardi di fatturato, l’Italia si è piazzata all’ottavo posto dei paesi da cui provengono le importazioni degli Stati Uniti. Per quanto riguarda il settore siderurgico, le aziende italiane specializzate nella produzione di acciaio e alluminio esportano complessivamente verso gli Stati Uniti 470 mila tonnellate d’acciaio l’anno per un valore di circa 653 milioni di euro. Le aziende del comparto siderurgico sono concentrate soprattutto in Friuli, Lombardia, Liguria, Umbria, Veneto, ma gli effetti riguarderanno tutte le aziende che lavorano metalli e prodotti derivati dal metallo (industria automobilistica, macchinari, arredamento).

Un pezzo della politica italiana sembra però non fare caso a questi dati di fatto. La Lega e il Movimento 5 Stelle sono affascinati dalle parole d’ordine del trumpismo e tifano in modo provinciale per le ricette proposte da Trump, senza badare al danno che il nazionalismo e il protezionismo faranno alla nostra economia.

Il Pd invece è schierato a difesa delle imprese e del lavoro italiano e della posizione europea contro i dazi americani. In occasione dell’annuncio di Trump, il governo italiano con il ministro Calenda e il sottosegretario Scalfarotto si sono subito attivati con la Commissione Europea per fare in modo che l’Europa si opponga con forza alle politiche di Trump e salvaguardi così le nostre aziende siano salvaguardate. Ora il Pd riparte da una iniziativa di ascolto e vicinanza in tutte le aziende italiane che rischiano a causa dei dazi proposti dal presidente americano Donald Trump.

In previsione della decisione del 1° giugno, i parlamentari del Pd hanno promosso una serie di incontri nelle industrie del settore dell’acciaio che rischiano di essere colpite dai dazi di Trump, con l’obiettivo di raccoglierne nel dettaglio le preoccupazioni e di manifestare vicinanza ai lavoratori e agli imprenditori. La campagna di incontri ha l’obiettivo di impegnarci a difendere, in tutte le sedi nazionali, europee e internazionali una politica commerciale a sostegno delle nostre esportazioni e di regimi tariffari giusti. Per noi, stare dalla parte dell’Italia significa questo: valorizzare i settori dell’economia che contribuiscono alla crescita, proteggere il lavoro, i lavoratori, chi crea opportunità.

All’iniziativa  hanno già aderito i parlamentari Alessandro Alfieri, Chiara Braga, Piero Fassino, Gianmario Fragomeli, Tommaso Nannicini, Raffaella Paita, Andrea Romano, Ettore Rosato, Alessia Rotta, Ivan Scalfarotto, Debora Serracchiani, Massimo Ungaro, Vito Vattuone, Franco Vazio, Walter Verini, Raffaella Paita, Diego Zardini, Alessia Morani, Piero Fassino, Davide Gariglio, Tommaso Nannicini, Enrico Borghi.