Tutto avrà luogo anche in caso di pioggia!
Archivi tag: Lavoro
Crisi Barry Callebaut. Necessari interventi urgenti del Comune di Verbania.
I sottoscritti Consiglieri Comunali, a nome dei gruppi Partito Democratico e Verbania Si Prende Cura, premesso che:
– da parte dell’Amministrazione Comunale non risulta essere stato assunto alcun atto ufficiale né dichiarazione pubblica sull’evolversi della vicenda, che rappresenta una delle più gravi crisi occupazionali recenti per il nostro territorio;
tutto ciò premesso, si interpellano il Sindaco e la Giunta Comunale:
1. se il Comune di Verbania sia in contatto con la Regione Piemonte e con l’INPS per monitorare l’evoluzione della situazione e sollecitare la convocazione urgente del tavolo interistituzionale richiesto dalle parti sociali;
2. se e come l’Amministrazione intenda esercitare un ruolo attivo di coordinamento e pressione politica, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nella dismissione dello stabilimento Barry Callebaut;
3. per quale ragione, a distanza di mesi dall’annuncio della chiusura, non sia stato ancora assunto alcun atto ufficiale o presa di posizione pubblica da parte del Comune, né si siano fornite informazioni ai cittadini su una vicenda che merita la massima attenzione per la sua gravità e l’impatto che avrà sulla situazione economica e occupazionale della città;
4. se l’Amministrazione non ritenga necessario convocare con urgenza una Commissione consiliare o un incontro pubblico con i rappresentanti sindacali e i lavoratori, affinché il Consiglio Comunale possa conoscere direttamente lo stato della vertenza ed assumere atti concreti al fine di sostenere le lavoratrici e i lavoratori di Barry Callebaut.
Gruppo PD Verbania
MENO STAGE, PIÙ APPRENDISTATO. petizione Giovani Democratici
A questo link la petizione da firmare –> http://chng.it/d4kfz9JVqX
Cari Democratici,
portiamo alla vostra attenzione un tema particolarmente importante per le nuove generazioni: quello degli stage.
Lo Stage non è lavoro: è un contratto di formazione senza tutele e adeguato compenso, di cui abusano tante aziende, e che toglie stabilità e futuro lasciando i giovani per anni precari e senza orizzonti.
Serve meno stage e più apprendistato: un contratto di lavoro e formazione stabile, che comprende contributi, ferie, malattia, e una progressione lavorativa credibile.
Per questo crediamo in questa campagna, che vuole fare dell’apprendistato lo strumento principale di entrata nel mondo del lavoro rendendolo più efficace e semplice, limitando l’abuso dello stage.
“Siamo giovani, stagisti, lavoratori, disoccupati, e abbiamo due proposte:
1. Basta agli stage gratuiti e senza tutele. Vogliamo una sola tipologia di stage, con un giusto rimborso spese obbligatorio. Vogliamo che lo stage non sia più abusato al posto di un vero contratto di lavoro, e per questo vogliamo che non sia più attivabile dopo tre mesi dalla laurea/diploma. Vogliamo trasparenza da parte di chi ci promette un vero lavoro ma poi ci scarica per assumere un altro stagista.
2. Puntiamo sull’apprendistato. Meno burocrazia, formazione migliore, più flessibilità e incentivi per chi assume giovani lavoratori tramite questo contratto, che garantisce tutele, contributi e una retribuzione adeguata”.
A questo link trovate la petizione che vi chiediamo di firmare e diffondere attraverso i vostri canali –> http://chng.it/d4kfz9JVqX
Grazie, un abbraccio
Alessandro Pompeo
Segretario dei Giovani Democratici del VCO
ll Partito Democratico del VCO ha attivo un canale #Telegram utile per ricevere in tempo reale informazioni sulla nostra attività, incontri, proposte, ecc. Iscriversi è semplice. Basta un click e un numero di cellulare. Link diretto https://t.me/partitodemocraticoVCO

Delegazione dei deputati del PD alla Duferdofin Nucor di Pallanzeno
Venerdi una visita di una delegazione dei deputati del Partito Democratico alla Duferdofin Nucor di Pallanzeno. Quali effetti dei dazi di trump sull’acciaio? il PD lo verifica in Ossola
Venerdi 18 maggio alle ore 10,30 una delegazione di parlamentari democratici guidata dalla vicepresidente del gruppo on. Chiara Gribaudo e dal segretario d’aula on. Enrico Borghi sarà presente in Ossola, per un confronto con il management e le maestranze della “Travi e Profilati di Pallanzeno S.r.l”, del gruppo Duferdofin-Nucor, stabilimento che vede 219 occupati che trasformano nel laminatoio 500.000 tonnellate/anno di acciaio.
Lo scorso 23 marzo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha introdotto dazi del 25% per l’acciaio e del 10% per l’alluminio. Sono misure di protezione commerciale che hanno l’obiettivo di dare seguito allo slogan elettorale del presidente Trump “Make America Great Again”, e che avranno effetti sul sistema del commercio internazionale tutto. Al tentativo di rendere grande l’America infatti corrisponde che gli altri paesi si facciano più piccoli, e questo pone molti problemi alla nostra economia.
La Cina, primo produttore mondiale di acciaio e alluminio, è il destinatario principale delle misure tariffarie imposte da Trump. Le misure protezionistiche al momento sono state sospese nei confronti dell’Unione europea e di altri paesi alleati degli Stati Uniti, in attesa di una decisione che Trump prenderà il primo giugno. Restano però gli effetti indiretti dei dazi contro la Cina, che potrebbe decidere come conseguenza della chiusura del mercato statunitense di spostare le proprie esportazioni verso l’Unione europea facendo concorrenza alla nostra produzione o immettendo sul mercato materie prime a basso costo ma più scadenti. Più in generale si teme il rischio di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione europea, della quale si è discusso anche nell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelles.
Per l’Italia sono tutte brutte notizie. L’export è il settore più vitale della nostra economia, perché contribuisce a circa il 30% del nostro Pil e ha continuato a crescere in questi anni più di qualsiasi altro settore (nel 2017 la crescita è stata del 7,4%). Se l’America chiude le porte del commercio, l’Italia non può che risentirne.
Il nostro paese beneficia molto dei rapporti commerciali con gli Usa: nel 2017, con 40,5 miliardi di fatturato, l’Italia si è piazzata all’ottavo posto dei paesi da cui provengono le importazioni degli Stati Uniti. Per quanto riguarda il settore siderurgico, le aziende italiane specializzate nella produzione di acciaio e alluminio esportano complessivamente verso gli Stati Uniti 470 mila tonnellate d’acciaio l’anno per un valore di circa 653 milioni di euro. Le aziende del comparto siderurgico sono concentrate soprattutto in Friuli, Lombardia, Liguria, Umbria, Veneto, ma gli effetti riguarderanno tutte le aziende che lavorano metalli e prodotti derivati dal metallo (industria automobilistica, macchinari, arredamento).
Un pezzo della politica italiana sembra però non fare caso a questi dati di fatto. La Lega e il Movimento 5 Stelle sono affascinati dalle parole d’ordine del trumpismo e tifano in modo provinciale per le ricette proposte da Trump, senza badare al danno che il nazionalismo e il protezionismo faranno alla nostra economia.
Il Pd invece è schierato a difesa delle imprese e del lavoro italiano e della posizione europea contro i dazi americani. In occasione dell’annuncio di Trump, il governo italiano con il ministro Calenda e il sottosegretario Scalfarotto si sono subito attivati con la Commissione Europea per fare in modo che l’Europa si opponga con forza alle politiche di Trump e salvaguardi così le nostre aziende siano salvaguardate. Ora il Pd riparte da una iniziativa di ascolto e vicinanza in tutte le aziende italiane che rischiano a causa dei dazi proposti dal presidente americano Donald Trump.
In previsione della decisione del 1° giugno, i parlamentari del Pd hanno promosso una serie di incontri nelle industrie del settore dell’acciaio che rischiano di essere colpite dai dazi di Trump, con l’obiettivo di raccoglierne nel dettaglio le preoccupazioni e di manifestare vicinanza ai lavoratori e agli imprenditori. La campagna di incontri ha l’obiettivo di impegnarci a difendere, in tutte le sedi nazionali, europee e internazionali una politica commerciale a sostegno delle nostre esportazioni e di regimi tariffari giusti. Per noi, stare dalla parte dell’Italia significa questo: valorizzare i settori dell’economia che contribuiscono alla crescita, proteggere il lavoro, i lavoratori, chi crea opportunità.
All’iniziativa hanno già aderito i parlamentari Alessandro Alfieri, Chiara Braga, Piero Fassino, Gianmario Fragomeli, Tommaso Nannicini, Raffaella Paita, Andrea Romano, Ettore Rosato, Alessia Rotta, Ivan Scalfarotto, Debora Serracchiani, Massimo Ungaro, Vito Vattuone, Franco Vazio, Walter Verini, Raffaella Paita, Diego Zardini, Alessia Morani, Piero Fassino, Davide Gariglio, Tommaso Nannicini, Enrico Borghi.
Licenziamenti alla Lagostina e il futuro industriale ad Omegna
Credo che le ultime notizie sulla Ditta Lagostina impongano riflessioni più ampie, su quanto sta accadendo da anni, al tessuto industriale della Nostra Città.
Partendo dalla questione dei 4 licenziamenti individuali portati avanti dalla Lagostina, il Partito Democratico, consapevole della delicatezza della situazione, auspica un costante dialogo tra le parti sociali e l’azienda, oggi e in futuro, detto questo, il vero interrogativo che ci dobbiamo porre tutti, è cosa succederà all’industria Omegnese?
Ritengo che le dichiarazioni della Ditta Lagostina a supporto della loro scelta di ristrutturazione, siano molto preoccupanti, perché ancora una volta sentiamo parlare di difficoltà, calo produttivo e riduzione dei costi, omettendo qualsiasi riferimento al futuro dell’azienda, o peggio, a futuri investimenti per la stessa.
Consapevoli del fatto che anche grandi marchi Omegnesi come Alessi, stanno usufruendo della Cassa integrazione da molto tempo, credo sia fondamentale, che l’amministrazione mantenga un contatto diretto e costante con le realtà industriali della Città, al fine di capire fino in fondo, quale sviluppo produttivo potrà avere Omegna.
Ricordo che per quanto sia giusto investire le proprie risorse sulla trasformazione della Nostra Città, da industriale a turistica, non dobbiamo dimenticare le Nostre origini e combattere fino in fondo per mantenere le realtà industriali esistenti, aiutandole e convincendole a investire a Omegna, quindi, anche se consapevole del fatto che il Comune ha un raggio d’azione limitato, il dialogo e la collaborazione tra chi amministra e chi porta valore aggiunto in Città, restano fondamentali.
Il Segretario PD – Omegna e Cusio,
Alessandro Rondinelli
L’ordine del giorno sul Jobs act
Ecco il testo del documento approvato ieri sera alla direzione nazionale del PD con 130 voti a favore, 20 contrari, 11 astensioni.
Approvando la relazione del Segretario, il Partito Democratico non può perdere questa occasione per realizzare un mercato del lavoro che estenda i diritti e le tutele a quei lavoratori che oggi non li possiedono e dove nessuno sia più abbandonato al proprio destino.
Intendiamo raggiungere questo obiettivo con una riforma di sistema che estenda i diritti nel rapporto di lavoro a chi oggi non ne ha di adeguati e universalizzi le tutele nella disoccupazione; aumenti la produttività favorendo la mobilità dei lavoratori verso impieghi che migliorino il loro reddito e le loro prospettive, senza scaricare solo su di loro i costi di questo aggiustamento.
Per questo sosteniamo il Governo a guida del Partito Democratico a mettere immediatamente in campo strumenti coerenti con questi obiettivi.
1. Una rete più estesa di ammortizzatori sociali rivolta in particolare ai lavoratori precari, con una garanzia del reddito per i disoccupati proporzionale alla loro anzianità contributiva e con chiare regole di condizionalità attraverso un conferimento di risorse aggiuntive a partire dal 2015.
2. Una riduzione delle forme contrattuali, a partire dall’unicum italiano dei co.co.pro., favorendo la centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato con tutele crescenti, nella salvaguardia dei veri rapporti di collaborazione dettati da esigenze dei lavoratori o dalla natura della loro attività professionale.
3. Servizi per l’impiego volti all’interesse nazionale invece che alle consorterie territoriali, integrando operatori pubblici, privati e del terzo settore all’interno di regole chiare e incentivanti per tutti.
4. Una disciplina per i licenziamenti economici che sostituisca l’incertezza e la discrezionalità di un procedimento giudiziario con la chiarezza di un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità, abolendo la possibilità del reintegro. Il diritto al reintegro viene mantenuto per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare, previa qualificazione specifica della fattispecie.
Ufficio Stampa PD VCO