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Tagli del Governo. Fusioni, quasi dimezzati i fondi ai comuni di Borgomezzavalle e Valle Cannobina

Prosegue la politica di tagli orizzontali operata dal governo.
È di oggi la notizia che l’esecutivo nazionale non darà tutti i contributi a cui hanno diritto i Comuni che si sono fusi. Un taglio incredibile e feroce che da nel VCO fa particolarmente male perché colpisce due tra le realtà più fragili del territorio, come la Valle Cannobina e la Valle Antrona che con la scelta delle popolazioni e l’impegno finanziario dello Stato avevano avviato riforme sulla dimensione dei comuni.
Le amministrazioni interessate subiranno una sforbiciata fino al 40 per cento rispetto ai fondi previsti. A subirne le conseguenze saranno i servizi e quindi i cittadini. In Parlamento il governo non ha voluto sentire ragioni e ha bocciato tutte le nostre proposte di incrementare il fondo, ma non per questo ci fermeremo nella nostra battaglia. Per il VCO sarà una mazzata che coinvolge gli abitanti di Borgomezzavalle (nato dalla fusione tra Viganella e Seppiana) e Valle Cannobina (nato dalla fusione di Cavaglio Spccia, Cursolo Orasso e Falmenta).Bastavano poco più di 30 milioni per tutti i comuni d’Italia (lo 0,004 del bilancio del settore pubblico) per risolvere la questione, ma per salvare i comuni dalla finanza allegre su fa cassa sui piccoli enti della nostra montagna.
Ecco la tabella dei contributi ripartiti nel 2019 che equivale a circa il 60 per cento di quanto stabilito in precedenza dal governo del Partito democratico:

Fusione di Borgomezzavalle: 100.676 euro (contro i 134.000 previsti)
Fusione di Valle Cannobina: 100.433 euro (Contro i 179.644 euro previsti).
Il governo non può cambiare le carte in tavola, infrange di un patto fatto con le comunità e i territori. Non è serio. Questi fondi vanno immediatamente ripristinati.

On. Enrico Borghi
ufficio di presidenza gruppo PD

Forme associate dei Comuni : positivo l’incontro tra i sindaci e gli assessori regionali Reschigna e Valmaggia

panorama_verbaniaSi è tenuto giovedì 24 luglio a Verbania, presso la Provincia del VCO, l’incontro sulle forme associate dei Comuni previsto dalla riforma degli enti locali.
All’incontro, convocato dal vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e dall’assessore alla montagna Alberto Valmaggia, erano presenti numerosi amministratori locali.
“E’ stato un incontro importante e positivo”, commenta il vicepresidente Aldo Reschigna, “sia per l’ampia partecipazione che per la qualità del confronto. Abbiamo ribadito l’intenzione della Regione di non essere semplice notaio delle decisioni prese da altri, ma di favorire la concentrazione dei Comuni e la loro omogeneità nelle nuove forme associate, in modo che possano svolgere un ruolo importante nello sviluppo del territorio”.
“Dal confronto è emersa la volontà di superare la parcellizzazione che stava prendendo piede anche nel VCO fino a qualche settimana fa.  I pochi casi rimasti aperti saranno risolti entro agosto, in modo che alla fine di settembre anche nel VCO potranno partire le nuove forme associate”.

ENTRO FINE SETTEMBRE DEFINITE LE UNIONI DEI COMUNI.

comuniEntro il 30 settembre la Giunta regionale definirà il quadro degli accorpamenti delle Unioni dei Comuni, entro la fine dell’anno le loro funzioni. E’ l’impegno che si sono assunti il vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e l’assessore alla montagna Alberto Valmaggia, nell’assemblea con gli amministratori locali organizzata dall’UNCEM Piemonte nei giorni scorsi.
“Questa settimana cominceremo l’iter delle consultazioni nelle diverse province”, ha spiegato Reschigna, “ci confronteremo con i sindaci e gli amministratori locali, in modo che entro il 30 settembre sia completa la mappa del potere locale ridisegnata dalla riforma nazionale: Unioni dei Comuni, Province e Area metropolitana. Siamo convinti che con il confronto potremo fare un buon lavoro, pur in presenza di una legislazione regionale insufficiente. Ma non c’è tempo per cambiarla. Applicheremo i criteri di omogeneità territoriale e del sistema delle relazioni per accorpare organi più efficaci e più moderni, in grado di aiutare lo sviluppo dei territori. Nella nuova generazione di sindaci uscita dalle elezioni di maggio ho visto attenzione su questi criteri, fino a voler ridefinire scelte fatte dalle amministrazioni precedenti, per costruire forme associative
più forti.”
“Entro la fine dell’anno verranno ridefinite le funzioni, sulla base anche della esperienza piemontese del decentramento. Non vogliamo un neocentralismo regionale, alla Regione devono
andare solo quelle funzioni che non possono essere svolte dagli altri livelli territoriali”.
“Essenziale il dialogo con i territori montani, ha aggiunto Valmaggia, Per noi la collaborazione e l’ascolto sono fondamentali per l’importante obiettivo che ci siamo posti di
rilanciare le nostre montagne. Gli impegni che ci attendono sono almeno tre. Il primo è quello di rivedere l’assetto istituzionale, con il superamento delle Comunità montane e la definizione di un
nuovo modello di governance. Il secondo è quello del rilancio socio-economico dei territori alpini.
Le risorse naturali come il legno e l’acqua, il patrimonio artistico e paesaggistico, l’artigianato, la filiera agro-alimentare offrono molteplici occasioni di sviluppo economico e di occupazione, se
adeguatamente valorizzati. Infine, sta partendo la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, che vedrà lo stanziamento di importanti risorse per le zone montane. Dobbiamo
riuscire, con una buona strategia, a spendere bene i soldi con progetti che guardino al futuro.
Nei prossimi mesi avremo modo di affrontare insieme questi temi attraverso gli incontri che organizzeremo in ogni provincia, per verificare la situazione esistente e per definire tutte le
questioni attraverso percorsi che siano il più possibile partecipativi”.

Ufficio stampa Giunta regionale

Unione dei Comuni: avanti tutta

Il Partito Democratico del Vco esprime soddisfazione per l’esito del consiglio dell’Unione dei Comuni delle Valli dell’Ossola riunitosi lo scorso sabato ed apprezzamento per il lavoro sin qui portato avanti del Presidente Cattrini.
Sciolti, speriamo definitivamente, i cavilli burocratici che hanno accompagnato i primi mesi, è giunto il momento di lavorare intensamente per farsi trovare pronti all’appuntamento che segnerà l’inizio di una nuova pagina per i comuni sotto i tre mila abitanti. Infatti , dal prossimo 1° gennaio, questi comuni saranno obbligati, in ottemperanza della L. 1355/2012 art. 19, a gestire in unione otto delle nove funzioni fondamentali individuate dalla legge.
Sarà un lavoro delicato e complicato, ma fondamentale per poter rispondere alla richiesta di razionalizzazione che i cittadini domandano a gran voce da tempo.
Il Partito Democratico ha fin da subito sostenuto e promosso l’iniziativa dei propri amministratori, in tutta la realtà del Vco, pur consapevole della complessità di questa azione che si sovrappone sia alla ormai imminente chiusura della provincia sia alla trasformazione della Comunità Montana in, appunto, Unione montana.
Crediamo che sia compito di tutti gli amministratori e della politica locale agire per portare a compimento un progetto così ambizioso e importante, lasciando da parte le divisioni politiche anche quelle all’interno dei medesimi gruppi politici. Auspichiamo che le difficoltà e le divisioni presenti nel centro destra locale, non si trasformino in un ostacolo per la buona riuscita dell’Unione Montana.
Sappiamo che è fondamentale agire nel pieno rispetto delle leggi vigenti e tutti si adopereranno per farlo, ma è altrettanto doveroso fare in modo che, a partire dal prossimo primo gennaio, i cittadini residenti nei comuni dell’Unione non subiscano alcun contraccolpo per eventuali mancati servizi.
Per questo, auguriamo al Presidente, alla giunta e a tutti i consiglieri di proseguire nel lavoro sperando che, dopo Montescheno, anche altri comuni possano aggiungersi per rendere non solo più grande, ma più forte l’Unione ossolana.
Auspichiamo ancora che una condivisione politica estesa possa portare ad unioni forti ed aggreganti anche nel Verbano e nel Cusio, riconoscendo che in quest’ultima realtà un tentativo importante è stato avviato.

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Video della conferenza stampa di Borghi e Realacci per presentare la legge sui piccoli comuni

Pubblichiamo il video (cliccare qui per il link al video)  della conferenza stampa tenutasi ieri alla Camera dei Deputati in cui gli onorevoli Enrico Borghi ed Ermete Realacci, hanno presentato la proposta di legge per le “misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree naturali protette“.

Patto di stabilità “sterilizzato” per i piccoli comuni. Accolte le proposte dell’on. Borghi

Importante seduta, quella di ieri alla Camera, per i piccoli Comuni italiani. L’aula ha votato gli emendamenti, fra i quali quelli presentati anche dal deputato piemontese Enrico Borghi (capogruppo Pd in commissione ambiente e lavori pubblici) al testo di conversione del decreto sul pagamento dei debiti scaduti delle pubbliche amministrazioni, introducendo misure a favore dei piccoli Comuni e delle imprese. Nel complesso, è stata prevista la nuova definizione dei pagamenti dei debiti sostenuti dagli enti locali ed esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno (art.1), l’aumento degli spazi finanziari per tutti i comuni, e per i piccoli fino a 500 milioni di euro, per il pagamento di obbligazioni di parte capitale anche per il 2013 nell’ambito del patto verticale incentivato (art.1-bis), la modifica sul durc (art.6) , l’autenticazione gratuita dei segretari comunali delle sottoscrizioni degli atti di cessione dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni (art.8, comma 2) , il via libera alle procedure di acquisto a titolo oneroso di immobili o terreni effettuate per pubblica utilità (art.10-bi s).
Le modifiche ottenute –commenta l’on. Borghi- sono un salto di qualità nell’applicazione del patto di stabilità interno e rappresentano una boccata di ossigeno per le imprese. Ora occorre proseguire per modificare le regole del patto in senso premiante per le collettività, e soprattutto per ciò che concerne il patto di stabilità verticale occorre che la Regione Piemonte apra subito un tavolo di concertazione con le autonomie locali per suddividere gli spazi finanziari che ora si apriranno consentendo a tutti i piccoli Comuni di essere sgravati dal Patto di Stabilità per l’anno in corso.”.
Va ricordato, infatti, che con questa legge il Patto di Stabilità per i piccoli Comuni verrà sterilizzato per l’anno in corso. Il Partito Democratico è dell’opinione che vada definitivamente eliminato per i Comuni fino a 5.000 abitanti, e per questo sempre ieri in aula il Governo ha accolto un ordine del giorno del Pd con il quale si impegna il governo “ad assumere con urgenza un’iniziativa normativa volta a esentare i piccoli Comuni dal patto di stabilità interno e a disciplinare il loro concorso alla realizzazione degli strumenti di finanza pubblica mediante uno strumento più ragionevole e sostenibile, in considerazione delle loro dimensioni demografiche e capacità finanziarie e amministrative e del processo di riorganizzazione amministrativa già in atto”.