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Rider Deliveroo, consegne a 22km per 6 euro all’ora. “Solidarietà ai lavoratori; condizioni inaccettabili.

La vicenda che sta coinvolgendo i rider Deliveroo a Verbania è vergognosa e non può essere archiviata come un problema locale o organizzativo. Consegne fino a 22 chilometri, compensi ridotti fino a 6€ l’ora e condizioni di lavoro sempre più sbilanciate a favore della piattaforma rappresentano l’ennesima dimostrazione di come il lavoro digitale, senza regole, produca lavoro povero e sfruttamento.
Come Partito Democratico del VCO esprimiamo piena solidarietà ai rider che stanno protestando e rivendicando dignità, sicurezza e retribuzioni eque. In queste ore ci siamo immediatamente messi in contatto con il sindacato Nidil CGIL, che sta seguendo la vertenza, per garantire il massimo sostegno politico e istituzionale alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti.
Abbiamo inoltre interessato l’onorevole Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico e Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, affinché la questione venga portata con forza anche a livello parlamentare. Non siamo di fronte a un caso isolato, ma a un modello che scarica sui lavoratori tutti i costi: chilometri, tempo, rischi e incertezza del reddito.
Questa vicenda mette ancora più chiaramente in luce una verità che la destra continua a negare: in Italia serve subito una legge sul salario minimo. Non è una battaglia ideologica ma uno strumento concreto per contrastare il lavoro povero e riequilibrare i rapporti di forza.
Il lavoro non è un algoritmo. Continueremo a stare dalla parte dei lavoratori e a chiedere regole, tutele e dignità, a Verbania come nel resto del Paese.

Segretario Partito Democratico VCO
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Comuni montani: esclusi dal Governo Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa, e Vignone. 

Comuni montani: esclusi dal Governo Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa, e Vignone.  Brezza (PD):”Calderoli, la Lega e la destra dividono i territori. A rischio la specificità montana del VCO. Preioni si attivi subito.

Il nuovo DPCM, sulla classificazione dei comuni montani, conferma la visione miope e divisiva del Governo Meloni e del Ministro Calderoli. Dietro la retorica dei “criteri oggettivi” si consuma una scelta profondamente politica: ridurre la platea dei territori riconosciuti come montani, scaricando sui territori più fragili il costo sociale di questa operazione.

Nel Verbano Cusio Ossola la nuova classificazione include 67 comuni ma ne esclude 7: Arizzano, Baveno, Belgirate, Cambiasca, Ghiffa, Verbania e Vignone.
È necessario essere chiari per non alimentare confusione: Verbania e Belgirate non erano formalmente comuni montani nemmeno prima del DPCM. Ma questo non assolve il Governo. Con questo provvedimento, una distinzione amministrativa viene trasformata in una barriera rigida e punitiva, che rischia di escludere interi territori e migliaia di cittadini dalle future politiche statali senza alcuna misura di accompagnamento o compensazione. È invece ancora più grave che alcuni comuni riconosciuti come montani dalla Regione Piemonte – Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa e Vignone – vengano ora esclusi dall’elenco statale, spezzando artificialmente una provincia che condivide le stesse fragilità strutturali: carenza di servizi, difficoltà nei collegamenti, spopolamento, presidi sanitari e scolastici in difficoltà.

Questo DPCM non rappresenta solo una revisione tecnica degli elenchi, ma apre anche al potenziale superamento della concezione di “specificità montana” del vco costruita negli anni dal centrosinistra. Una deriva che rischia di produrre effetti concreti nel tempo, incidendo anche su meccanismi fondamentali per il VCO come il trasferimento e la redistribuzione dei canoni idrici all’Ente Provincia.

Ancora più inaccettabili sono le parole del Ministro Calderoli, che in Parlamento ha parlato di presunti “vantaggi impropri”. Un linguaggio offensivo e irresponsabile, che umilia amministratori e cittadini e rivela una concezione punitiva delle politiche territoriali. Qui non ci sono privilegi da smascherare, ma comunità che tengono in piedi territori difficili con risorse sempre più scarse.

Questa scelta si inserisce coerentemente nella linea del Governo: autonomia differenziata per i territori forti, tagli e rigidità per quelli fragili, accentuando i divari territoriali anziché ridurli.

Per questo chiediamo con forza alla Regione Piemonte di intervenire immediatamente.
In particolare al Sottosegretario regionale Alberto Preioni, che ha il dovere politico e istituzionale di attivarsi subito a tutela del Verbano Cusio Ossola.

Il Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola chiede:
• la revisione della classificazione,
• l’introduzione di criteri socio-economici integrativi,
• clausole di salvaguardia per province interamente montane come il VCO.

La montagna non è un costo da ridurre né un’eccezione da tollerare. È una risorsa strategica nazionale. La Regione Piemonte non può restare spettatrice mentre il Governo divide e indebolisce i territori.

Riccardo Brezza
Segretario Partito Democratico del VCO

450 mila euro spesi per luci e il Natale 2025 a Verbania: ma la città resta al buio!

“Un anno fa la Giunta di Verbania annunciava la svolta sull’illuminazione pubblica. Oggi, mentre si spendono 450 mila euro per le luminarie natalizie ed eventi, tutti concentrati nei principali centri cittadini, interi quartieri e attraversamenti pedonali restano al buio – dichiara Riccardo Brezza Capogruppo del PD in consiglio comunale a Verbania. – È una scelta che lascia davvero senza parole”
È passato un anno esatto dalla delibera del 23 dicembre 2024, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale, che avviava il riscatto dei 2.476 punti luce di proprietà Enel Sole presenti sul territorio. Durante quella seduta – come emerge dai verbali ufficiali – l’Assessore Capra e il Sindaco Albertella avevano garantito un percorso rapido e chiaro: notifica immediata a Enel Sole, perizia sugli impianti, valutazione economica e avvio del project financing entro l’anno.
«A dodici mesi di distanza, di quel percorso non si vede traccia: non c’è alcuna evidenza del completamento dello stato di consistenza, nessuna quantificazione definitiva degli impianti, nessun calendario certo verso la gara pubblica. È legittimo chiedersi cosa sia stato fatto e perché le promesse siano rimaste tali» osserva Brezza.
Nel frattempo, la città vive disservizi quotidiani, numerosi cittadini segnalano da settimane criticità gravi nell’illuminazione pubblica, in particolare in Piazza Giovanni XXIII, a Trobaso e lungo Corso Cairoli che è diventato il simbolo della situazione: tre attraversamenti pedonali completamente spenti, tra cui quello davanti alla bocciofila, ormai percepito come pericoloso da residenti, pedoni e automobilisti. E non si tratta di un caso isolato, ma di una condizione diffusa in diversi quartieri.
«Su questo tema non servono altre dichiarazioni d’intenti. Serve chiarezza, un cronoprogramma pubblico e la volontà di affrontare la questione senza altri rinvii. Chi governa deve assumersi la responsabilità delle scelte e mantenere la parola data» conclude Brezza.

Partito Democratico / Gruppo Consigliare e Circolo Verbania
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Giustizia e Referendum: le ragioni di un NO! Incontro pubblico a Verbania

GIUSTIZIA E REFERENDUM: Le ragioni del NO.

Incontro pubblico.
Hotel Il Chiostro, Sala Monastero, Verbania
Venerdì 5 dicembre, ore 20.45
Ospiti:
Andrea Giorgis, Senatore capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali 
Davide Mattiello, responsabile Dipartimento Legalità PD Piemonte
Flavia Panzano, Magistrata e coordinatrice territoriale del Comitato per il NO Piemonte

Introduce e modera: Riccardo Brezza Segretario PD VCO

“Con il voto sulla separazione delle carriere dei magistrati è stata certificata tutta l’arroganza politica e la protervia di una maggioranza che, in spregio al fondamentale carattere pattizio della Costituzione, ritiene di poterne riscrivere unilateralmente parti anche molto significative”. Lo ha denunciato Andrea Giorgis, senatore Pd.
Ma soprattutto sarebbe stato necessario spiegare come le disposizioni contenute in questa riforma possano ridurre i tempi dei processi, potenziare le dotazioni amministrative e digitali degli uffici, possano rafforzare la formazione dei magistrati, possano in qualche misura contribuire a ridurre il sovraffollamento carcerario e scongiurare il dramma dei suicidi nelle carceri. Possano insomma migliorare la qualità del servizio giustizia”.
“La risposta – ha concluso Giorgis – è stata la blindatura di una riforma sconclusionata, dagli effetti contradditori e pericolosa per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e, quindi, per la garanzia dei diritti dei cittadini”.

Organizzano
Partito Democratico Piemonte
Coordinamento Provinciale VCO
Circolo Verbania
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Il finto civico Albertella si candida per la destra a Presidente della Provincia. Un eventuale doppio incarico per chi aveva promesso di “dedicarsi solo alla propria città”!

Quando, più di un anno fa, mi sono candidato a Sindaco di Verbania, avevo chiare due cose sopra tutte le altre: il grande carico di lavoro che quell’impegno avrebbe comportato e la certezza assoluta che avrei dedicato il cento per cento di me stesso, del mio tempo e delle mie energie alla mia comunità.
Lo ritenevo giusto, e non concepisco altro modo di servire una causa nobile come quella di amministrare la propria città.
La notizia — attesa da tempo ma ora ufficiale — che il Sindaco di Verbania, Albertella, intenda candidarsi anche alla Presidenza della Provincia mi lascia sinceramente basito.
Pur nel pieno rispetto della legittimità di questa scelta, mi chiedo come possa pensare di svolgere entrambi gli incarichi con la necessaria qualità e serietà: quello di Sindaco di una città complessa come Verbania e, insieme, il delicato ruolo di Presidente della Provincia.
Non è un caso che, da quando è in vigore la Legge Delrio, nel VCO nessun Sindaco delle tre città maggiori — Verbania, Domodossola e Omegna — abbia mai pensato di candidarsi contemporaneamente alla guida della Provincia.
Servire Verbania è una cosa seria.
Non può essere ridotto a una logica di potere o di spartizione territoriale.
Chi sceglie di guidare la propria città deve mettere questo impegno sopra ogni altro, riconoscendo la sacralità civile che deriva da un incarico tanto importante.
Evidentemente, per Albertella, fare il Sindaco di Verbania rappresentava solo un tassello dentro un disegno partitico di controllo della destra locale.
Noi lo avevamo capito da tempo; speriamo che ora sia chiaro a tutti.
I cittadini di Verbania sapranno giudicare, e quando ne avranno l’occasione faranno capire chi ha davvero a cuore la città e chi, invece, l’ha solo usata come mezzo per altri fini.
Riccardo Brezza
Segretario Provinciale PD
Consigliere Comunale Verbania

 

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Incidente sul lavoro a Crevola. Non basta il cordoglio.

Il Partito Democratico del Vco e della regione Piemonte intervengono sul tema della sicurezza sul lavoro, a poche ore dall’ennesimo incidente costato la vita ad un lavoratore.
La tragedia è avvenuta questa mattina, lunedì 3 novembre, a Crevoladossola: “La notizia della morte di Tarcisio Valci, lavoratore di 56 anni a Crevoladossola, ci colpisce profondamente – le parole di Riccardo Brezza, segretario provinciale, e Domenico Rossi, segretario regionale del Pd -.
A nome del Partito Democratico del Piemonte e del Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro cordoglio alla famiglia, ai colleghi e a tutta la comunità colpita da questa tragedia”.
Proseguono i dem: “Non conosciamo ancora l’esatta dinamica dell’incidente, ma di fronte all’ennesima vita spezzata sul lavoro non possiamo limitarci al dolore o alla cronaca. Nei primi otto mesi del 2025 in Italia sono state più di 680 le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano: un numero che racconta una vera e propria emergenza nazionale. Ogni volta che accade una tragedia del genere non perdiamo solo un lavoratore. Viene colpito il valore stesso del lavoro, che dovrebbe essere sinonimo di dignità, sicurezza e futuro. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a pensare che tutto questo sia inevitabile. Non lo è”.
“Servono più controlli – sottolineano Brezza e Rossi – più formazione, più investimenti e una cultura diffusa della sicurezza, che coinvolga istituzioni, imprese, lavoratori e sindacati. La sicurezza non può essere considerata un costo, ma il punto di partenza per dare pieno significato all’articolo 1 della nostra Costituzione. Dobbiamo costruire insieme un Paese in cui nessuno perda la vita mentre lavora. È una responsabilità collettiva, ma soprattutto un dovere morale e politico a cui non possiamo più sottrarci”.
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