Zacchera allo sbando. La Lega Nord lo attacca sul bilancio 2012

Che la maggioranza di centro destra sia davvero allo sbando, con una navigazione a vista e senza nessuna programmazione è del tutto evidente. E moltissimi sono stati i segnali in questi ultimi mesi, l’ultimo due giorni fa con le dimissioni poi rientrate, dell’assessore al bilancio Calderoni.
Che però la nave scricchioli lo si capisce dall’attacco diretto che il principale alleato del PDL di Zacchera, la Lega Nord, ha effettuato nelle scorse ore, e non su una piccola questione ma sull’atto principale della vita amministrativa di una città e cioè il bilancio.
L’accusa dei consiglieri comunali della Lega Nord a Zacchera è di aver presentato il bilancio 2012 ai media prima ancora di averlo sottoposto alla maggioranza, ed affermano «non troviamo giusto che il bilancio sia finito sui giornali senza un serio vaglio nella commissione bilancio o in una riunione di tutti i gruppi che sostengono questa amministrazione».
Un’accusa davvero imbarazzante, che segnala come il bilancio 2012 per la nostra città non sia opera di un lavoro approfondito e condiviso, ma un atto fatto da pochi e condiviso con quasi nessuno.
Un modo di operare che rivela la debolezza di Zacchera che ha avuto paura ad illustrare il bilancio ai propri consiglieri, e presentandolo alla stampa li ha messi di fronte al fatto compiuto, come una sorta di prendere o lasciare.
Oltretutto una scelta che azzera le false proposte di Zacchera di voler collaborare con l’opposizione, visto che il documento è stato presentato senza passare appunto dalla commissione competente
Nei giorni prossimi analizzeremo i contenuti del bilancio, ma se queste son le premesse nulla di buono si profila all’orizzonte.
Comunicato stampa
Corrado De Ambrogi
coordinatore circolo Verbania

Convegno del Pd sul tema dei frontalieri: scarica le slide della relazione

I frontalieri negli anni della crisi. E’ questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dal partito democratico  venerdì 27 aprile 2012 alle ore 20.45  presso la Sala consigliare della Comunità Montana a Domodossola (via Romita).
E’ ora possibile scaricare il pdf con la relazione dell’0norevole Narducci, cliccando qui.
Un’occasione per discutere dei temi aperti in merito al lavoro oltre confine, a partire dalla spinosa situazione del ristorno fiscale all’Italia, con un esperto del tema come l‘onorevole Franco Narducci, vice presidente della commissione Affari esteri e Comunitari alla Camera.
Potete scaricare cliccando qui il PDF dell’invito.
Partecipano inoltre Aldo Reschigna capogruppo PD in regione Piemonte, Antonella Trapani segretario provinciale del PD, Mariano Cattrini sindaco di Domodossola.
Sarà presente un esponente del sindacato Syna di Briga e presiede Massimiliano Testore coordinatore circolo PD di Domodossola
Sono invitati lavoratori, cittadini, amministratori, associazioni economiche e sindacali.

PD VCO
Ufficio stampa

Pubblichiamo un comunicato stampa di pochi giorni fa dell’onorevole Narducci sul tema

Oggi, 11 aprile 2012, il Governo ha risposto all’interrogazione presentata, il 15 marzo scorso, in Commissione esteri della Camera, dall’on. Franco Narducci (PD) per chiarire quale posizione intendesse assumere il Governo italiano rispetto alle notizie allarmanti provenienti dal Ticino ed in cui si ipotizzava una modifica della quota di ristorno del prelievo fiscale sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera diminuendolo dall’attuale 38,8 per cento al 12,5%.
Tali notizie sono sembrate ancor più preoccupanti in un contesto di relazioni bilaterali tra Svizzera e Italia in cui si assiste ad un stallo sul negoziato fiscale tra i due Paesi. Pertanto l’on. Narducci ha chiesto al Ministro degli affari esteri, sottolineando l’urgenza della ripresa del negoziato fiscale, cosa si intende fare per “risolvere la spinosa situazione del ristorno fiscale all’Italia, sia in relazione agli importi non ancora erogati sia per preservare le attuali quote di ristorno all’Italia dell’imposizione effettuata sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera” chiedendo anche di sapere quali procedure intendesse attivare il Governo per il ristorno dei fondi, già versati dalla Svizzera, ai comuni frontalieri, data anche la situazione di difficoltà di bilancio.
Il Sottosegretario all’Economia ed alle Finanze, dott. Vieri Ceriani, che ha risposto a nome del Governo all’interrogazione in questione e a quella di analogo contenuto posta dall’on. Braga, ha evidenziato la situazione di illegalità internazionale in cui si trova la Svizzera per il mancato ristorno del 50% dell’ammontare della quota stabilita negli accordi internazionali per quanto concerne il prelievo fiscale sul reddito dei frontalieri.
Vieri ha altresì evidenziato l’impegno del Ministero degli Affari Esteri nei confronti delle Autorità federali elvetiche che ha effettuato “fermi e ripetuti passi volti a reclamare la piena applicazione da parte svizzera del vigente Accordo del 1974, che costituisce questione non collegata né collegabile a quella del negoziato fiscale”. Inoltre, il dott. Vieri ha precisato che si è “ritenuto opportuno esperire altre opzioni di intervento a difesa degli interessi italiani, utilizzando prioritariamente gli strumenti per la risoluzione delle controversie previsti dalla vigente Convenzione contro la doppia imposizione fiscale, di cui l’Accordo sui ristorni è, come si è detto, parte integrante. È stata pertanto richiesta alla controparte elvetica la convocazione di una commissione mista ad hoc.” Invece per quanto attiene l’eventuale rimozione della Svizzera dalle cosiddette “black list” italiane, il Sottosegretario ha riferito che “l’Amministrazione finanziaria fa presente che i relativi decreti sono stati emessi in virtù di disposizioni di legge (artt. 2, 110 e 167 DPR 917/1986, Testo unico delle imposte dirette), che hanno previsto, quali criteri per l’individuazione degli Stati a regime fiscale privilegiato, la mancanza di un adeguato scambio di informazioni, nonché il livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia”.
Assoluta insoddisfazione é stata espressa dall’ on. Franco Narducci per la risposta data dal Sottosegretario alle interrogazioni concernenti il contenzioso tra Italia e Svizzera relativamente alle molteplici questioni riguardanti il lavoro transfrontaliero, i ristorni fiscali ai comuni situati nella fascia di 20 chilometri dal confine con la Svizzera e alla Convenzione contro le doppie imposizioni.
Il rappresentante del Governo anzichè entrare nel merito delle domande poste dagli interroganti onorevoli Narducci e Braga e indicare le soluzioni urgenti che dovrebbero far parte del negoziato con la controparte elvetica, si è limitato a riassumere i concetti ben noti che per altro hanno ispirato le interrogazioni dei due parlamentari del PD. È a tutti noto, infatti, che il Cantone Ticino ha congelato da quasi un anno il 50% dei ristorni fiscali ai comuni italiani, per un’ammontare di quasi 24 milioni di franchi svizzeri. Ed è anche noto che il Parlamento svizzero ha approvato, nella recente sessione primaverile, una mozione che chiede di ridurre al 12,5% l’ ammontare del ristorno attualmente pari al 38,5%.
“Visti i precedenti, si deve ritenere che con il perdurare del muro contro muro che caratterizza le relazioni tra Roma e Berna nel mese di giugno, prossima scadenza per il ristorno fiscale, si arriverà al blocco totale dell’erogazione a favore dei Comuni italiani, indipendentemente dalla mozione sulla percentuale del ristorno” ha sottolineato Narducci in sede di replica al Governo. “Il Governo che anche i parlamentari eletti all’estero sostengono – ha proseguito Narducci – non può ignorare le problematiche dei frontalieri, che non significano unicamente 55 mila posti di lavoro disseminati nelle aree di confine in Svizzera, bensì anche il rilevante numero di imprese che esportano servizi temporanei sulla base degli accordi bilaterali tra la Confederazione e l’UE”. Narducci ha poi ricordato che la Svizzera ha adottato, da tempo, il modello OCSE per le convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali, per cui oltre una quarantina di Paesi hanno rinnovato le convenzioni stesse basandole sul nuovo modello.
“Ritengo incomprensibile l’ostinatezza con cui il Governo italiano rifiuta di sedersi attorno ad un tavolo per negoziare con gli svizzeri la nuova convenzione contro le doppie imposizioni fiscali, un presupposto inderogabile per ripristinare rapporti corretti e affrontare le questioni del lavoro transfrontaliero” ha evidenziato Narducci, ricordando, in conclusione, che sarebbe un grave errore “far dipendere la convenzione contro le doppie imposizioni fiscali dall’accordo sui capitali italiani detenuti in Svizzera, un accordo siglato proprio in questi giorni con il Governo tedesco, poiché oltre alla fuga dei capitali dobbiamo frenare la fuga delle imprese italiane che, in particolare dalla Lombardia, trasferiscono la loro sede nel Cantone Ticino.
E in assenza di accordi, ha concluso Narducci, è davvero difficile frenare tali fenomeni, che accrescono ancora di più le difficoltà economiche dell’Italia”.

Palazzetto dello sport a Gravellona Toce: altro “Giro” altro flop

Il tempo ci ha dato ragione e continuerà a farlo. La decisione del Sindaco Giro, di PDL e Lega di bloccare il progetto di palazzetto con piscine è stato un clamoroso errore, un’imperdonabile leggerezza che ha messo a nudo l’incapacità di previsione ed il presappochismo dell’attuale aministrazione comunale su questo delicato problema.
Non bisognava avere doti speciali per capire che un’opera di queste dimensioni e complessità non doveva essere bloccata ad un punto così avanzato nella costruzione, soprattutto sapendo che le alternative desiderate da Giro e Co. erano totalmente campate in aria (protocollo d’intesa, sala convegni, piscina scoperta), impraticabili sotto diversi punti di vista e mai suffragate da qualche serio studio di fattibilità verificabile dai consigleri di minoranza o da chiunque volesse farsi un’idea chiara sulle alternative. Nella realtà è prevalsa esclusivamente una misera logica di sterile contrapposizione politica che mai ha guardato al benessere e allo sviluppo della Comunità ma solo a soddisfare un’incomprensibile ansia di cancellazione di tutto ciò che di buono aveva fatto l’amministrazione Di Titta (vedi la scuola nuova).
Dispiace constatare che, dopo quasi tre anni di annunci roboanti di soluzioni strabilianti, il prezzo più caro lo pagherà tutto per intero la città e non questi signori che navigando a vista senza meta ci trascineranno a fondo con loro lasciando in eredità agli amministratori futuri un’opera incompleta e tanti grattacapi. Una sola domanda mi sento di porre agli attuali amministratori, a chi ha giovato tutto questo?
Per trovare una soluzione largamente condivisa dalla cittadinanza il circolo del Partito Democratico di Gravellona Toce chiede con forza che si riapra una completa e seria discussione pubblica, con la partecipazione della gente, sul destino di un’opera che non può essere lasciata ancora a lungo in uno stato di abbandono con il rischio di pregiudicare gli sviluppi futuri di una struttura che ha le carte in regola per diventare un’occasione di sviluppo economico, sportivo e culturale non solo per Gravellona Toce ma per il territorio provinciale.

PD Circolo di Gravellona Toce

E’ La SECONDA VOLTA CHE NESSUNA AZIENDA SI PRESENTA
Gravellona, deserto il bando sugli impianti sportivi
La zona del palazzetto dello sport in costruzione a Gravellona
Il Comune chiedeva un investimento di 994 mila euro
Fallisce anche il secondo tentativo e così i nuovi campi sportivi restano una chimera. Gravellona non ha trovato aziende o privati pronti a costruire strutture sportive in città. Il bando è andato deserto anche alla seconda chiamata.
La proposta era di costruire due campi polivalenti di cui uno coperto, per calcetto, basket, tennis e pallavolo, oltre a spazio reception, spogliatoi, uffici e infermeria. Investimento di 944 mila euro per progettazione e costruzione con gestione trentennale per rientrare dei costi sostenuti.
da La Stampa in edicola 3 maggio 2012

Referendum sulla caccia:il nostro No a cancellare le ragioni e i diritti dei referendari.

Abbiamo tentato in ogni modo di trovare una soluzione che da un parte permettesse di risparmiare 22 milioni di euro e dall’altra costruisse una nuova legge sulla caccia capace di andare incontro alla sensibilità espressa attraverso i quesiti referendari, quella di un nuovo rispetto dell’ambiente e degli animali, e insieme a permettere una attività venatoria che aiuti l’equilibrio ambientale, come richiesto anche dalle associazioni animaliste e ambientaliste nazionali.
Non ce l’abbiamo fatta. La volontà oltranzista di Cota e della maggioranza in regione Piemonte, che avrebbe addirittura preferito andare al referendum per regolare una volta per tutte i conti con gli “anticaccia”, l’ha impedito. Il no alle nostre proposte ha partorito un ordine del giorno che ripropone di fatto la legge vigente con qualche minima modifica.
Abbiamo posto un dilemma particolarmente delicato: da una parte c’è il diritto di partecipazione della comunità piemontese alle decisioni legislative, attraverso un referendum legittimo. Dall’altra una situazione economica talmente grave da rendere particolarmente importante il tentativo di risparmiare 22 milioni.
Bisognava trovare una soluzione che traducesse in una nuova legge entrambe queste esigenze. La maggioranza ha utilizzato la necessità del risparmio per cancellare le ragioni e il diritto dei referendari. Per questo non potevamo che votare contro le scelte compiute dal centrodestra.

DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA
PD VCO

Contro i tagli ai servizi sociali manifestazione sabato a Verbania

Segnaliamo la manifestazione organizzata dal comitato Art. 38 del VCo sul tema dei pesantissimi tagli ai servi i sociali.
La manifestazione si svolgerà sabato 5 maggio alle ore 14.30 in piazza ranzoni a Verbania Intra.

Informazioni su Anzianidisabiliminori
Costituzione del “COMITATO Art. 38” – per la difesa dei Servizi Sociali
Art. 38 della Costituzione Italiana
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha
diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle
loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia,
disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o
integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.

I cittadini riunitisi il 2 marzo 2012 a Gravellona Toce hanno deciso di costituire il “Comitato Art.38” con l’obiettivo di impegnarsi nella difesa e nello sviluppo dei Servizi Socio Assistenziali del VCO oggetto attualmente di pesanti ridimensionamenti a seguito delle scelte politiche a livello nazionale che hanno massicciamente ridotto i finanziamenti per questo settore della vita civile. Per il 2012 la Regione prevede (a quanto si è riusciti a sapere, informalmente, sino ad oggi) un finanziamento inferiore del 62% rispetto al 2011!
Le prime conseguenze pratiche saranno: meno assistenza e meno interventi per i cittadini in condizioni di difficoltà e perdita di posti di lavoro. Tutto questo non è accettabile e vìola, a nostro giudizio, in maniera evidente le Leggi e la Costituzione della Repubblica.

Il “Comitato” è composto da cittadini, lavoratrici e lavoratori dei Servizi sociali, dei CISS e delle Cooperative, da famigliari di assistiti e da cittadini utenti dei Servizi, da rappresentanti di Associazioni.

Il “Comitato Art.38” si relazionerà con tutte le istanze istituzionali, sociali e locali allo scopo di:

 Informare capillarmente sulla situazione dei Servizi sociali
 Coinvolgere il maggior numero di cittadini e di Istituzioni
 Coinvolgere e seguire gli Amministratori locali – Sindaci, Consiglieri regionali, Parlamentari e Amm.ri dei
CISS

Il “Comitato Art.38” si impegna per allargare il più possibile la rete di alleanze sul territorio, collegandosi anche a quelle realtà finora estranee al dibattito sui Servizi sociali. Ugualmente prenderà contatto con altre analoghe iniziative attivate in Piemonte che si battono per la difesa del sistema dei Servizi sociali pubblici.

Per raggiungere i propri obiettivi il “Comitato Art. 38” prenderà in esame ogni forma di comunicazione per dare visibilità al problema e al proprio agire nello spirito delle battaglie civili, nonviolente e convinte dell’efficacia del confronto. Chiede agli Organi di informazione un impegno particolare nel seguire il lavoro e le iniziative che verranno proposte.

Il “Comitato Art.38” nel condividere i punti esposti dai rappresentanti degli Enti gestori dei servizi Socio Assistenziali del Piemonte al sottosegretario al welfare, Prof.ssa Guerra, nel recente incontro tenutosi a Roma fa propria la seguente piattaforma:

1. Richiesta di ripristino urgente e completo dei finanziamenti statali (spazzati via con “tagli” dell’83% dal 2008 ad oggi!) al settore dei Servizi sociali rivolti alle famiglie, agli anziani, alle persone con disabilità, ai minori. Senza però togliere ad altri comparti del “sociale” (Scuola, Sanità etc.).
2. Richiesta di mantenere l’organizzazione attuale con la gestione affidata ai Consorzi dei Servizi sociali che ha dimostrato di ben funzionare negli ultimi 15 anni in Piemonte;
3. Richiesta che la Regione Piemonte si attivi finalmente, come altre Regioni hanno fatto, a livello di Governo centrale, per la difesa del settore ed il ripristino delle condizioni precedenti e garantisca i fondi necessari all’operatività piena di tutti i Servizi piemontesi.

ESORTIAMO I CITTADINI TUTTI A SOSTENERE IL “COMITATO ART. 38”, E A PORTARE IN OGNI SEDE I TEMI CHE TRATTIAMO. PER IMPEDIRE CHE DECENNI DI STUDI, DI LAVORO E DI CIVILTA’ VENGANO CANCELLATI DA DECISIONI POLITICHE INACCETTABILI E IRRESPONSABILI CHE CONDANNANO MIGLIAIA DI CITTADINI SVANTAGGIATI ALLA SOLITUDINE E ALL’ABBANDONO.
NOI NON CI STIAMO!