Ai delusi leghisti solo il Pd può assicurare la voce delle terre montane

Inaugurata sabato mattina a Vogogna, alla presenza di molti cittadini (circostanza che ha reso necessario poi lo spostamento della cerimonia nella vicina sala di Palazzo Pretorio per contenere tutti gli intervenuti), la sede del comitato elettorale di Enrico Borghi, candidato alla Camera per il Partito Democratico.
Intervenendo, il candidato Enrico Borghi ha voluto lanciare due precisi messaggi politici.
Il primo è stato sui costi della politica. “Bisogna essere estremamente trasparenti e tracciabili su questi temi –ha osservato Borghi- perché i cittadini giustamente non accettano sprechi o sfarzi. La nostra sarà una campagna elettorale sobria e contenuta, e soprattutto sarà trasparente. Pubblicheremo sul web tutti i costi da noi sostenuti, rendiconteremo pubblicamente tutte le spese fino all’ultimo centesimo. Chiedo a tutti gli altri candidati di fare altrettanto”.
Il secondo è stato un messaggio agli elettori delusi della Lega Nord. “ Con la mancata candidatura del senatore Montani –ha commentato Borghi-, eliminato a favore dei lombardi Tremonti e Calderoli, la Lega Nord completa il tradimento delle sue promesse, dopo gli anni delle favole irrealizzate (zone franche, province autonome, federalismo) che ci lasciano un paese dove la pressione fiscale è aumentata e il centralismo è alle stelle. Agli elettori leghisti delusi diciamo che solo il Pd può assicurare la presenza di una voce delle nostre zone a Roma, e che sui temi dell’autonomismo, del territorio e della difesa delle prerogative delle zone montane il mio curriculum è noto. Pensateci!”.
Annunciate poi le prime iniziative “di cartello” del Pd. Assicurata la presenza del senatore Ignazio Marino, capolista della circoscrizione Piemonte al Senato, che verrà nel VCO a parlare di sanità, e del vicepresidente del Senato Vannino Chiti, che sarà presente a Verbania ad un incontro sui temi della riforma delle istituzioni e dei costi della politica.

Vogogna, 19 gennaio 2013

Agenzia delle entrate: la presa di posizione del pd

Pubblichiamo i comunicati stampa di Enrico Borghi e Aldo Reschigna sul tema.
Sulla vicenda dell’Ufficio delle Entrate di Domodossola, il sindaco di Vogogna e candidato Pd alla Camera interviene come segue:
“Va innanzitutto verificato attraverso un incontro col Prefetto se i criteri di riorganizzazione degli uffici periferici, seguiti dall’Agenzia delle Entrate, siano stati oggettivi su tutto il territorio nazionale. Non si comprende, infatti, per quale motivo tali provvedimenti riguardino solo realta’ piemontesi e venete.
In secondo luogo, a mio avviso e’ possibile coinvolgere la neonata Unione Montana dei Comuni delle Valli Ossolane, affinche’ si possa studiare un meccanismo analogo a quello che abbiamo messo in pratica in occasione della paventata soppressione del servizio del Giudice di Pace. Dobbiamo infatti garantire la permanenza del servizio, soprattutto a sostegno delle fasce più’ deboli della cittadinanza che ricorrono a tali uffici per risolvere numerose problematiche connesse con le problematiche di natura finanziaria”.
Enrico Borghi 

 

In relazione all’informazione della direzione centrale dell’agenzia delle entrate, che prevede la chiusura di sei uffici territoriali in Piemonte nella prossima primavera, questa mattina ho incontrato la direttrice regionale dell’agenzia dell’entrate in merito alla chiusura dell’ufficio di Domodossola, prevista per il 4 marzo prossimo.
Nel corso dell’incontro ho manifestato la forte preoccupazione per il progetto di chiusura di sei uffici territoriali delle entrate in tutto il Piemonte. Su questo tema torneremo la prossima settimana in Consiglio regionale con un apposito ordine del giorno. Non c’è stata disponibilità a riguardo.
Nel caso specifico di Domodossola, è stata confermata la chiusura di tutte le attività di back office (controllo e gestione attività) ed è stata manifestata la disponibilità a garantire attraverso un accordo con le amministrazioni locali tutti i servizi di front office direttamente rivolti alla popolazione.
Su questo tema ritengo opportuno che gli amministratori locali si facciano promotori di una iniziativa con la direzione regionale, anche perché la vicenda dell’ufficio di Domodossola ripropone l’esigenza di ritornare a lavorare nel VCO attorno al mantenimento degli uffici statali, in questo momento assolutamente incerto.
La mancata approvazione da parte del Parlamento dei provvedimenti tesi alla riorganizzazione delle Province non può determinare una interruzione del confronto nel VCO, cosa che purtroppo è invece avvenuta in sede di amministrazione provinciale a partire dai mesi scorsi.
Non possiamo aspettare che il nuovo Parlamento riprenda a discutere di riorganizzazione delle Province per poi magari scoprire conseguenze fortemente negative sul mantenimento degli uffici statali a livello locale. Non possiamo arrivare a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Da qui il mio forte appello alla Provincia del VCO perché riprenda il lavoro incautamente interrotto.

Aldo Reschigna 

 

Risposta a Zanetta sulla questione Fondazione Cariplo.

Illustre Dottoressa Zanetta, da componente della segreteria del PD Le rispondo sulla questione “Fondazione Cariplo”, semplicemente perché chiamato in causa dal suo comunicato stampa.
Premetto due cose:
la prima è che non ero presente nel momento in cui è stato stilato il documento della Segreteria PD che l’ha citata. Posso comunque dire , dopo averlo letto, di non averci trovato tutte queste “dichiarazioni infamanti” a cui Lei fa riferimento. Però, si sa, fare un po’ gli offesi fa diventare simpatici e, quindi, capisco il Suo atteggiamento.
La seconda è che, personalmente, non considero avere un padre “illustre” un demerito. I genitori non si scelgono. Tantomeno, però, deve essere un trampolino di lancio che altri non hanno, perché, in questo caso diventa un privilegio, non concesso al cittadino comune. E i privilegi, al giorno d’oggi, non possono essere più tollerati.
Importante sarebbe avere delle risposte sulle scelte fatte, sul perché certi nomi si e certi altri scartati, forse senza essere presi in considerazione perché “il nome non è giusto”. In mancanza queste semplici spiegazioni tutto diventa nebuloso e le scelte fatte dalla politica aumentano quella distanza (e soprattutto la rabbia) che i cittadini provano per quelle che considerano “faccende politiche della casta”.
Mi permetta, Dottoressa Zanetta, ma una nomina, dove un “mio amico” (in senso politico) mi mette in una determinata posizione privilegiata, deve essere ben spiegata alla gente. In assenza di spiegazioni chiare e convincenti la cosa diventa sospetta. Non basta dire che ha presentato un curriculum. La politica dovrebbe portare trasparenza: quanti ne sono stati presentati? Dove sono? Su che base sono stati selezionati i candidati? Immagino ci sia stata una griglia di valutazione delle qualità dei candidati e che questa fosse dichiarata a tutti prima della presentazione delle domande.
Mi perdoni Dottoressa, ma senza tutto questo, che è il minimo per dare credibilità a qualsiasi tipo di nomina che la politica fa, la sua presa di posizione lascia il tempo che trova e non fa che aumentare i sospetti.
Non attribuisco a lei nessuna colpa, ma chi ha l’onere di fare queste scelte ha anche l’obbligo morale di giustificarle in modo chiaro. Questo chiede la gente e questo deve essere fatto per tornare a dare dignità alla politica.
Purtroppo dubito che queste spiegazioni arriveranno mai.
Le auguro comunque buon lavoro, con la speranza che, prima o poi, ad occupare posizioni privilegiate arrivino anche normali cittadini, che non abbiano genitori “trampolino”.

Gian Maria Giani
componente segreteria pd VCO

 

Risposta all’interrogazione del senatore Zanetta

L’evidente nervosismo del senatore Zanetta lo induce (clicca qui e qui) a costruire un castello di sabbia su clamorose menzogne, circostanze datate e palesi forzature.
Non abbiamo problemi a fornire a chiunque tutti gli atti, i dati e i documenti che comprovano l’assoluta correttezza dell’amministrazione comunale di Vogogna che nella circostanza sta operando per valorizzare un patrimonio pubblico e collettivo anziché regalarlo a qualche privato.
Forse il senatore Zanetta è stato distratto da qualche altra attività negli ultimi mesi, al punto da essere indotto da un lato a non seguire l’evoluzione della vicenda dal 2006 in poi ( che ha visto il comune di Vogogna vincere al Consiglio di Stato e realizzare l’opera che collega funzionalmente tre cave a fondovalle e a costituire uno specifico consorzio per la sua gestione, attualmente operante), dall’altro a ricopiare integralmente ampi stralci di una precedente interrogazione parlamentare a cui è stata fornita in tutte le sedi competenti ampio riscontro.
Prendo atto che per lui fare il parlamentare locale significa operare per far revocare contributi nei confronti dei comuni guidati da avversari politici, danneggiando l’economia locale e gli sforzi per la valorizzazione delle proprietà pubbliche.
Anche in questo, e ne sono ben lieto, siamo decisamente alternativi!

Enrico Borghi

Valerio Cattaneo se ne va in Fratelli D’Italia: ma a Berlusconi non deve molto?

La notizia era nell’aria già da qualche giorno ora è arrivata la conferma ufficiale.Valerio Cattaneo se ne va dal PDL per approdare in Fratelli D’Italia
La cosa davvero incredibile è che nemmeno un mese fa lo stesso Valerio Cattaneo aveva aspramente criticato il sindaco di Verbania Marco Zacchera che aveva annunciato di voler abbandonare il PDL: “ho molto stima di Zacchera ma mi sembra che ogni giorno ne tiri fuori una nuova per non perdere la scena. Credo che a Berlusconi dobbiamo molto tutti”. Così aveva tuonato Valerio Cattaneo ai giornali locali contro il sindaco “traditore” (esattamente domenica 9 dicembre 2012 su La Stampa, pagina del VCO).
Che nel centro destra ci sia il caos è cosa risaputa con PDL e Lega Nord che hanno fatto un accordo per governare senza avere un candidato a premier condiviso. Ed è quindi di questo caos che il presidente del Consiglio Regionale approfitta per saltare agilmente sul carro della nuova formazione politica, dopo aver affermato nemmeno un mese fa di essere fedele al capo (“a Berlusconi dobbiamo molto tutti”) ed aver rimbrottato in “pubblico” la scelta di Zacchera.
Il paradosso è che ora Marco Zacchera, criticato da Cattaneo per essere uscito dal PDL, si ritrovi magari nello stesso partito con chi l’ha rimproverato per quella scelta.
E chissà mai se scopriremo quale ideale programmatico avrà mai convinto il buon Cattaneo a cambiar partito.
O forse con l’avvicinarsi delle elezioni politiche è stata la scelta del PDL, di non candidare al parlamento consiglieri regionali, a far decidere di conseguenza Valerio Cattaneo? 

Maligni noi?
Aspettiamo le liste dei candidati.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Enrico Borghi aderisce alla campagna per la legalità “Riparte il futuro”

Il candidato alle elezioni politiche del Partito Democratico Enrico Borghi ha aderito, nella giornata di oggi, all’iniziativa “Riparte il futuro” (clicca qui), la più grande campagna digitale per combattere la corruzione in Italia organizzata da Libera.
Borghi ha sottoscritto cinque impegni. Quattro di questi sono impegni di trasparenza e integrità, da adempiere nell’immediato durante la fase di candidatura alle prossime elezioni; il quinto consiste in una promessa di responsabilità, da assumere esplicitamente come punto della campagna elettorale e da attuare nel ruolo di parlamentare nei primi cento giorni di governo.

Primo impegno

Inserire la riforma della norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) tra i punti urgenti della propria campagna elettorale.
L’articolo 416 ter del Codice Penale persegue lo scambio elettorale politico-mafioso e recita: “La pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della erogazione di denaro”.
La petizione on line chiede che la norma venga riformulata con l’aggiunta della voce “altra utilità” tra le ragioni dello scambio, con l’effetto di allargare l’applicazione della legge stessa.
La dazione di denaro infatti non è l’unica controprestazione che il politico mette in campo nello scambio corruttivo. Può infatti utilizzare promesse di informazioni su appalti permettendo l’infiltrazione criminale nell’economia, posti di lavoro da garantire ai clan presenti sul territorio, salvaguardia dall’azione repressiva ostacolando in diversi modi il lavoro delle forze di polizia. In occasione delle elezioni politiche del 2013 vogliamo ribadire la necessità di rompere il legame che unisce il mondo della politica a quello della criminalità organizzata, uno dei punti non affrontati dalla nuova norma.
Impegnandosi fin dalla fase iniziale delle elezioni politiche del 2013, le chiediamo di inserire questo punto nella sua campagna elettorale al fine poi di intervenire in seguito, nelle vesti di parlamentare o membro di governo, con la riformulazione dell’articolo 416 ter entro i primi cento giorni del mandato

Secondo impegno
Rendere pubblico il proprio Curriculum Vitae. Grazie a questo documento, che sarà pubblicato sul sito www.enricoborghi.it , ciascun elettore potrà valutare la competenza, la professionalità e l’esperienza del candidato, nei vari settori in cui è coinvolto.

Terzo impegno
Rendere pubblica la storia giudiziaria personale
Il candidato Enrico Borghi ha chiarito di non avere in essere e non aver avuto in passato procedimenti giudiziari conclusisi con condanne. L’intento è aiutare l’elettorato a scegliere in maniera più consapevole i propri rappresentanti in Parlamento in linea con il principio di trasparenza e a garanzia della vita istituzionale italiana.

Quarto impegno
Rendere pubblica la propria situazione reddituale e patrimoniale
Il candidato Enrico Borghi si è impegnato a rendere pubblica sul web e sulla piattaforma digitale Riparte il futuro o sul loro sito la propria condizione reddituale e patrimoniale entro venti giorni dall’inizio della legislatura, qualora eletto.

Quinto impegno
Dichiarare i potenziali conflitti d’interesse
In Italia non esiste una legge sul conflitto d’interessi. Per questo , con un atto volontario, il candidato Enrico Borghi ha reso pubblico di non avere situazioni di conflitto tra il proprio interesse e quello pubblico, che sarà chiamato a rappresentare, né per sé né per congiunti e familiari.
“Occorre –ha dichiarato Enrico Borghi nel sottoscrivere la petizione on line- favorire il riavvicinamento fra politica e cittadinanza, contribuendo a ricomporre la sfiducia generata dai fenomeni corruttivi che logorano la vita istituzionale e sociale dell’Italia.In questo modo l’elettore potrà esprimere un voto pienamente consapevole.Insieme possiamo contribuire a fare dell’anticorruzione una priorità nel calendario politico e sociale del nostro Paese.”

Vogogna, 14 gennaio 2012