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Senza parole

image Pubblichiamo i due comunicati stampa sulla questione elezione Paolo Marchioni a Presidente FinPiemonte
Senza parole: due.
La risposta piccata e sopra le righe di Paolo Marchioni (clicca qui per leggerla) lascia intendere che abbiamo colpito nel segno.
Innanzitutto afferma che lui fa tutto e bene. Che è bravissimo a districarsi tra Torino, Roma e la provincia. Insomma è un “superman” della cosa pubblica, un top manager e non capisce perché lo critichiamo.
Permettiamo di continuare a dubitare, a sostenere che fare bene tre incarichi di prima rilevanza è davvero impossibile, che ci vuole tempo e non solo porzioni di esso e, soprattutto, che eticamente siamo per una testa un incarico.
Sulle indennità abbiamo capito che con la nuova carica di FinPiemonte, da questo mese, supererà tranquillamente i 200 mila euro. Il “poverino” si difende affermando che sono lordi, che su quelli deve pagare le tasse. Beh, ci mancherebbe altro!
Ovviamente Marchioni non si pone nessun problema e scarica bile contro altri. (segue)Ad esempio attacca in maniera sconclusionata Aldo Reschigna, “accusato” di ricevere un’indennità alta come consigliere regionale.
Primo: lui ha solo quell’incarico (essendosi dimesso da consigliere comunale di Verbania). Secondo: è stato eletto dai cittadini (lui no, è stato nominato). Terzo, l’indennità è uguale a quella di Marinello e De Magistris leghisti come lui.
Assurdo è un po’ avvilente accostare questa indennità al compenso che riceve da Saia. Per Reschigna è il suo lavoro da oltre vent’anni come per lui fare l’avvocato.
E scambiare il lavoro con un incarico è davvero inammissibile.
Il problema rimane: tre incarichi e 200 mila di euro di indennità.
I cittadini ne traggano le conclusioni.
Senza parole:
La nomina di Paolo Marchioni a Presidente di FinPiemonte lascia a dir poco perplessi.
Non entriamo nel merito delle competenze.
Rimaniamo senza parole perché su un’unica persona ricadono incarichi di enorme responsabilità, sia a livello amministrativo, economico e politico.
Essere nel consiglio d’amministrazione dell’ENI dovrebbe essere già una mansione totalizzante, visto che stiamo parlando della più grande azienda italiana (tra i primi cinque gruppi petroliferi del mondo), ed a questo sommare la carica di Vicepresidente della Provincia del Vco e la nuova carica di Presidente FinPiemonte partecipazione s.p.a. (il principale strumento di azione della Regione Piemonte con oltre 33 società controllate) ci sembra davvero troppo.
Come si fa a ricoprire, e bene, tre incarichi così importanti? Come si fa a districarsi tra consigli d’amministrazione a Torino, a Roma e sedute ed impegni istituzionali della Provincia? Ovviamente non si può. Ogni cittadino sa che questo è impossibile, qualunque giustificazione verrà data.
C’è il rischio innanzitutto di far male o dedicare poco tempo a tutte e tre le cose, come l’esempio dell’assenza di Zacchera all’ultimo consiglio comunale o la cancellazione dell’assemblea dei sindaci sulla sanità (per impegni a Roma) testimonia.
C’è il rischio che il sovrapporsi di competenze limiti la libertà d’azione nei singoli incarichi. C’è la nostra convinzione che in ambito pubblico bisognerebbe evitare il sovrapporsi di incarichi.
Oltre tutto responsabilità ben remunerate dal punto di visto economico.
E’ vero che sia più di 200 mila euro l’anno la cifra percepita da Marchioni?
Se fosse vero ci scapperebbe la battuta “alla faccia di Roma ladrona”.
Non era proprio possibile individuare altre figure?
Nella Lega Nord c’è solo Marchioni che può ricoprire tutti questi incarichi?
Noi pensiamo che altre scelte potessero essere fatte, perseguendo l’idea di una “testa un incarico” (soprattutto di questo livello).

Lilliana Graziobelli

PD VCO
Ufficio stampa

L’Expo 2015 è ferma al palo. Anche il VCO ne pagherà il prezzo.

image l’Expo, grande esposizione universale, è in se un evento della modernità. Lo è stato fin dalla prima edizione londinese del 1851, toccano l’apice con quelle di Parigi del 1889 – quando fu costruita la Torre Eiffel – e del 1900, che superò i 50 milioni di visitatori e che vide l’inaugurazione della metropolitana.
Milano ospitò l’evento nel 1906 e l’immagine simbolo di quell’esposizione – dedicata ai trasporti – era il traforo del Sempione, completato proprio in quell’anno , rendendo possibile la prima linea ferroviaria diretta tra Milano e Parigi. Quando, nella primavera del 2008, è stata assegnata a Milano l’edizione del 2015 ( battendo la concorrenza di Smirne) l’entusiasmo fu grande. Si apriva una speranza di rilancio la metropoli lombarda e per tutte le aree contigue, tra le quali il VCO. l’Expo ha rappresentato, e rappresenta, una delle più rilevanti fonti d’ispirazione per gli scenari futuri. Ma, a distanza di due anni, come stanno le cose? Leggendo le cronache c’è di che preoccuparsi. Tutto appare fermo, immobile. Il clima di collaborazione tra le istituzioni che aveva consentito di vincere la sfida della “nomination” ? Sfumato tra le polemiche. Con il rischio (serio) di pregiudicare l’immagine di Milano capitale dell’efficienza. Si parlava di cifre iperboliche: venti miliardi di euro di investimenti fra quartiere fieristico e infrastrutture; 70.000 nuovi posti di lavoro; 29 milioni di turisti nei sei mesi dell’esposizione; 44 miliardi di euro in più per il fatturato del mondo imprenditoriale locale e una ricaduta sui territori limitrofi ( il VCO, tra questi).
Tutto bene?In teoria, sì. In pratica, dopo due anni la «macchina Expo» non è ancora partita. è successo che sull’ affare “Expo 2015” è scoppiata una guerra fra i vari potentati locali, e questa guerra è in gran parte la responsabile della paralisi. La colpa di chi è? Chi sono quelli che litigano, rinviano, modificano? Gli amministratori del centrodestra al Comune di Milano e in Regione Lombardia.
Intanto il finanziamento statale è stato ridotto da 4 a 1,4 miliardi di euro, da centellinare in cinque anni. Pare che i terreni dello spazio espositivo non siano ancora stati comperati. Manca ancora, per molti, un vero e proprio progetto: il tema proposto è «Nutrire il pianeta. Energia per la vita». Non pochi, negli ambienti dell’economia e della finanza, nutrono perplessità per la sua genericità: non si capisce bene quale prodotto verrà proposto ai visitatori. l’Expo non avrà introiti fino alla fine del 2014, e i soldi in cassa sono sempre meno. Bene che vada, sarà un’Expo molto ridimensionata. Che dire? Molti anche nel VCO avevano riposto grandi speranze in quest’evento. Resteranno appese ad un chiodo malfermo?. Mi auguro di no.

Marco Travaglini, esecutivo PD VCO

PIANO DI RIENTRO PER LA SANITA’ NEL VCO: RIDERE O PIANGERE?

image La Regione Piemonte (Lega Nord e PDL) ha approvato il Piano di Rientro predisposto dal direttore generale Robotti ed esaminato dalla Rappresentanza dei Sindaci, l’organo collegiale di consultazione di cui fanno parte i sindaci dei Comuni di Verbania, Omegna e Domodossola. Tutto bene, tutto normale? No.  E non perché questo Piano di Rientro (leggi: tagli generalizzati di investimenti e servizi) e la logica che da Torino lo impone siano largamente contestabili.
Non c’è nulla di normale perché a Torino Roberto Cota e la Giunta di Destra e Lega Nord impongono tagli e, di conseguenza, scelte dolorosissime (e criticabilissime) alla sanità provinciale, mentre nel Verbano Cusio Ossola il consigliere regionale Pdl Valerio Cattaneo dirama alla stampa un alluvionale comunicato nel quale dichiara tutta la sua contrarietà al Piano di Rientro e invita (o intima?) Cota e la sua Giunta a non approvarlo. Con quale risultato? Che in Piano di Rientro viene approvato a tamburo battente, a conferma dell’autorevolezza di Cattaneo, Presidente del Consiglio Regionale! Delle due, l’una: o Cattaneo non conta nulla e a Torino Cota fa quello che vuole; o Cattaneo gioca a fare la maggioranza a Torino (dove il suo partito, il Pdl, sostiene il Piano tanto avversato) e l’opposizione nel VCO.
 Se prevale (come credo) la seconda ipotesi, allora la sceneggiata deve essere fatta con il botto. E infatti parte l’ordine di Cattaneo a Zacchera (ormai una consolidata abitudine) affinché quest’ultimo convochi l’Assemblea degli 84 sindaci dell’Asl Vco, per fare sentire alta e forte la disapprovazione del territorio. Poco importa che Zacchera abbia già dato il via libera consultivo al Piano di Rientro qualche settimana fa: il contrordine è contrordine! E infatti in un batter di ciglia il sindaco di Verbania obbedisce al capopartito e convoca l’Assemblea dei sindaci sul Piano di Rientro. Per far che? Evidentemente per contestare un Piano che la Regione ha prima imposto e poi approvato. Non contento, Cattaneo fa presentare alla Giunta Regionale un’interrogazione per avere rassicurazioni sulla temporaneità dell’accorpamento di Nefrologia e Cardiologia al “Castelli” di Verbania. E a chiudere, la dichiarazione-capolavoro di Gallina, neo-capogruppo Pdl in Provincia: “Ora, col nuovo Piano di Rientro, il Dottor Robotti propone ulteriori tagli. Cosa che non potrà che tradursi in uno scadimento aggiuntivo dei servizi ai cittadini del VCO.”. Ma qualcuno a Gallina gliel’ha spiegato che questo vituperato Piano di Rientro dell’Asl, proposto da Robotti, è stato approvato da Cota e dall’assessore Ferrero, e cioè da Lega Nord e Pdl?
Voler fare la maggioranza a Torino e l’opposizione a Verbania è un giochetto che suppone un elevato tasso di dabbenaggine nei cittadini. Cattaneo e Zacchera si assumano per intero le loro responsabilità, tra le quali c’è quella di avere voluto per il Vco un Piano di tagli, drammatiche riduzioni di servizi (attenzione a quello che sta succedendo all’Eremo di Miazzina e all’Auxologico di Piancavallo!) e rinuncia ad attività indispensabili (rinviata a chissà quando l’apertura di un centinaio di posti per anziani e di una ventina di “ricovero temporaneo”). E le interrogazioni il Presidente del Consiglio Regionale le lasci fare ad altri.

PD Ufficio stampa

A Verbania consiglio comunale senza maggioranza. Il doppio incarico di Zacchera è insostenibile.

I Gruppi consiliari di Minoranza durante la seduta di Consiglio Comunale del 29 luglio hanno responsabilmente garantito il numero legale per  l’approvazione dei soli punti di carattere amministrativo, a fronte delle numerose assenze tra i banchi della maggioranza.
I Gruppi di Minoranza stigmatizzano in particolare l’assenza del sindaco Zacchera, evidentemente impegnato a Roma per le fibrillazioni politiche e parlamentari del PDL.
Ancora una volta lo scandaloso istituto del "doppio incarico", che solo l’arroganza di una Commissione formata da parlamentari direttamente interessati ha reso possibile pur in presenza di espresso divieto di legge, rivela tutta la sua insostenibilità e irrazionalità, dando ragione al severo giudizio espresso qualche mese  fa dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini: "fare insieme il presidente della provincia, il sindaco e il parlamentare significa abusare della fiducia degli italiani. Che non hanno l’anello al naso". Parole forti, che hanno purtroppo trovato a Verbania ulteriore conferma. Partito Democratico, Italia dei Valori, Cittadini Con Voi

PDL CANCELLARE LA PAROLA RESISTENZA

image “E’ una scelta particolarmente grave quella fatta da alcuni esponenti del centrodestra di presentare una proposta di legge per cancellare la parola Resistenza dal Comitato regionale, lo stesso che dal 1976 si batte per affermare i valori democratici che con la Resistenza trovarono forza, tanto da incarnarsi poi nella Costituzione repubblicana”.
Questo è il commento del capogruppo regionale PD Aldo Reschigna alla pdl presentata da Marco Motta e da altri esponenti del pdl piemontese.
“Sull’onda dell’idea di pacificazione nazionale, ma questa è oramai avvenuta da decenni”, sostiene Reschigna, “c’é chi cerca di cancellare il significato politico e storico della Resistenza, per equiparare chi combatté contro l’invasore tedesco e l’alleato repubblichino agli stessi repubblichini alleati dei tedeschi per restituire l’Italia alla dittatura nazifascista”:
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

Sanità: Cota taglia 50 milioni, la sanità nel VCO ne soffre.

image L’approvazione da parte della regione guidata da Cota del Piano di rientro discusso con l’Asl 14 e le reazioni da parte di esponenti politici del centro destra (Valerio Cattaneo in testa) meritano alcune riflessioni.
1. L’assessore regionale Caterina Ferrero nei giorni scorsi ha fatto approvare un emendamento alla legge di assestamento di Bilancio che riduce per 4 anni di 50 milioni di euro all’anno la spesa sanitaria da parte della regione, dichiarando che quei soldi verranno ridestinati alla Sanità. All’assessore Caterina  Ferrero voglio solo dire che bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e che se si tolgono risorse alle ASL non si può poi affermare che quelle risorse verranno ridestinate alla sanità.
2. Il Presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo in extremis (come tentativo postumo di prendere le distanze da un piano di tagli voluto ed imposto dalla Giunta regionale) scrive al Presidente Cota chiedendo di bloccare l’approvazione del piano di rientro dell’ASL 14. “Peccato” che il piano dei tagli va avanti, con il Presidente Cota che non ha tenuto in nessun conto la lettera di Cattaneo al quale vorrei solo dire che, anche in questo caso, non si può pensare di essere allo stesso tempo maggioranza ed opposizione, visto che di quel piano lui è corresponsabile.
3. Il piano regionale, è bene ricordarlo, non opera alcun intervento strutturale o compie scelte di programmazione in nessuna ASL: la logica del Piano, nel VCO e in Piemonte, è quella del risparmio immediato e questo viene ottenuto solamente attraverso la tecnica del rinvio ad altra data di scelte già fatte o ponendo obiettivi che non potranno essere ottenuti .
Un esempio.
Si rinvia, e non si sa fino a quando, l’apertura di 90 posti letto nelle RSA e di 30 posti letto nei ricoveri di sollievo; questa scelta peserà tantissimo sui bisogni della comunità del VCO perché verranno date meno risposte. Un rinvio che diventerà permanente visto il taglio di 50 milioni di Euro previsto nel Piano.
4. In merito all’eventuale assunzione di quattro dirigenti infermieristici, il PD ritiene necessario prima rispondere all’esigenza della carenza di infermieri nei reparti.
Vi è però un tema ancor più rilevante per il nostro territorio che bussa alla porta.
In questi giorni vi è attenzione alle problematiche occupazionali dell’Eremo di Miazzina; è una preoccupazione giusta e duplice perché da un lato vi è il problema del lavoro e dall’altro vi è il problema che, senza risposte locali, ricomincia l’emigrazione verso altri territori.
Ma le prospettive su questo fronte sono ancora più preoccupanti perché la discussione tra governo nazionale e governo regionale porterà ad una riduzione di quasi 2000 posti letto in Piemonte, in gran parte sul versante della riabilitazione.
Il nostro territorio ha una grande presenza di strutture riabilitative, Eremo di Miazzina e Piancavallo, e la sanità "privata" nel VCO è un pezzo importante della nostra economia; se guardiamo all’orizzonte rischiamo qualcosa di più rilevante della già preoccupante prospettiva di riduzione di personale e servizi all’Eremo di Miazzina.
Sono temi importanti che vanno affrontati con politiche che non sono quelle del rinvio, dell’inganno mediatico o dell’opportunismo politico.

Aldo Reschigna
Presidente gruppo PD in consiglio regionale

PD Ufficio stampa