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Sul nuovo Ospedale la Lega fa mancare il numero legale in Consiglio Regionale

🟢 Quello che è successo ieri in Consiglio regionale è inaccettabile. I consiglieri della Lega hanno fatto mancare il numero legale per evitare la discussione della delibera – approvata all’unanimità in commissione – che avrebbe sospeso per un anno il progetto di mantenimento dei due presidi ospedalieri nel territorio del VCO, riaprendo così il percorso verso la realizzazione dell’ospedale unico e baricentrico.


Il quadro è ormai chiaro a tutti, la maggioranza fa come Penelope: da un lato l’assessore alla Sanità, insieme a Fratelli d’Italia propone la soluzione dell’ospedale unico baricentrico come già definito dalla Giunta Chiamparino nel 2018; dall’altro, la Lega, che continua a lavorare per tenere il doppio ospedale.

Una scelta incomprensibile che ricadrà sui cittadini del VCO. Il Presidente Cirio non può più far finta di nulla. Deve intervenire e garantire che il percorso messo in campo sia serio e orientato davvero a trovare una soluzione.
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Maestranze Barry Callebaut. Situazione ancora difficile per moltissimi lavoratori.

Il Partito Democratico di Verbania ha presentato una interpellanza, per il prossimo consiglio Comunale, sul problema del ricollocamento delle maestranze di Barry Callebaut, che vede una situazione ancora difficile per moltissimi lavoratori.
La drammatica vicenda della Barry Callebaut ha occupato meritatamente le prime pagine degli organi di informazione locali a partire dall’estate del 2024, durante la quale – come è noto – la dirigenza della multinazionale belga comunicò in maniera unilaterale l’intenzione di cessare le attività produttive nello stabilimento di Verbania.
Se in un primo momento la rilevanza della vicenda ha saputo attrarre l’attenzione della Città, in uno sforzo unitario delle diverse parti sociali teso a salvaguardare il futuro di circa 130 lavoratrici e lavoratori, tra lavoratori diretti e indotto, impiegati nell’ecosistema della fabbrica, nel corso dei mesi la concentrazione sulle vicende della Barry è apparsa molto diluita, rischiando di far passare in secondo piano la difficile situazione delle ex maestranze della fabbrica.
In questo momento infatti ci risulta che 31 dei circa 90 dipendenti diretti dell’azienda si trovino ancora in Cassa Integrazione: una percentuale importante, il cui destino appare al momento incerto, appeso alla scadenza dei termini dell’ammortizzatore sociale.
Ci risulta altresì che, dei restanti 60 ex dipendenti Barry che hanno deciso di rinunciare alla CIG , solo una minima parte abbia trovato lavoro e spesso in condizioni di oggettiva difficoltà (sedi lontane che costringono a lunghe trasferte quotidiane, incompatibili con una professione tarata su turnazioni anche notturne) che costringeranno molte e molti di loro a dover rinunciare anche a questo piccolo spiraglio di serenità.
Ci risulta altresì che nei primi giorni di ottobre si sia tenuta a Torino una riunione del Tavolo Tecnico aperto per la crisi, presenti l’assessora regionale Chiorino, le rappresentanze sindacali e l’assessore Tacchini, durante la quale l’assessora medesima avrebbe sottolineato la necessità da parte della città di insistere sul mantenimento del vincolo ad uso industriale dell’area dove sorge lo stabilimento: esattamente ciò che le minoranze consiliari, in primis i gruppi che rappresentiamo, avevano proposto nel corso dei consigli comunali dedicati alla vicenda Barry sentendosi rispondere dalla vostra Amministrazione che il mantenimento del suddetto vincolo avrebbe rappresentato una forzatura nei confronti dell’azienda, pregiudicando una trattativa che si auspicava avrebbe avuto esito positivo.
Una posizione sconfessata nei fatti, che ha esposto la città e le maestranze della fabbrica ad una condizione di oggettiva fragilità nei confronti della proprietà, concorrendo a determinare l’esito negativo delle trattative e l’attuale situazione di incertezza vissuta da decine di lavoratori.
Visto il perdurante silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale sulla vicenda più dolorosa che abbia caratterizzato questa consiliatura finora, con la presente interpellanza siamo a richiedere:
– Quali siano stati i provvedimenti adottati in questi mesi da parte dell’Amministrazione per cercare di intervenire sulla situazione delle maestranze ex Barry Callebaut e perché non siano stati forniti aggiornamenti in merito durante le sedute del Consiglio Comunale, ne si sia pensato di convocare una assemblea pubblica per condividere con la Città il percorso avviato, se avviato, in tutela di lavoratrici e lavoratori.
– Cosa sia stato risposto alle sollecitazioni dell’assessora Chiorino nel corso della menzionata riunione del Tavolo Tecnico e se, viste le indicazioni ricevute, si stia lavorando ad una proposta che vincoli l’area dello stabilimento Barry ad uso industriale/produttivo.
– Se l’assessorato alle attività produttive abbia ipotizzato di avviare un dialogo con altri operatori economici della città, per ipotizzare percorsi di accoglienza e assunzione – anche temporanea – delle maestranze Barry e se il suddetto assessorato si sia attivato con gli Enti competenti per offrire a lavoratrici e lavoratori percorsi di accompagnamento e formazione tesi a garantire un ricollocamento lavorativo.
– Che esito abbia avuto il percorso di individuazione di nuovi investitori industriali per l’area e quali condizioni favorevoli siano state ipotizzate e programmate dall’Amministrazione per cercare di attrarre sul territorio investitori privati e partner industriali.
Cordialmente
Gruppo PD
Giacomo Molinari, Riccardo Brezza, Raffaele Allevi, Anna Bozzuto, Vincenzo Mondino
Gruppo Verbania Si Prende Cura
Simone Martoccia
Foto La Stampa VCO
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Il finto civico Albertella si candida per la destra a Presidente della Provincia. Un eventuale doppio incarico per chi aveva promesso di “dedicarsi solo alla propria città”!

Quando, più di un anno fa, mi sono candidato a Sindaco di Verbania, avevo chiare due cose sopra tutte le altre: il grande carico di lavoro che quell’impegno avrebbe comportato e la certezza assoluta che avrei dedicato il cento per cento di me stesso, del mio tempo e delle mie energie alla mia comunità.
Lo ritenevo giusto, e non concepisco altro modo di servire una causa nobile come quella di amministrare la propria città.
La notizia — attesa da tempo ma ora ufficiale — che il Sindaco di Verbania, Albertella, intenda candidarsi anche alla Presidenza della Provincia mi lascia sinceramente basito.
Pur nel pieno rispetto della legittimità di questa scelta, mi chiedo come possa pensare di svolgere entrambi gli incarichi con la necessaria qualità e serietà: quello di Sindaco di una città complessa come Verbania e, insieme, il delicato ruolo di Presidente della Provincia.
Non è un caso che, da quando è in vigore la Legge Delrio, nel VCO nessun Sindaco delle tre città maggiori — Verbania, Domodossola e Omegna — abbia mai pensato di candidarsi contemporaneamente alla guida della Provincia.
Servire Verbania è una cosa seria.
Non può essere ridotto a una logica di potere o di spartizione territoriale.
Chi sceglie di guidare la propria città deve mettere questo impegno sopra ogni altro, riconoscendo la sacralità civile che deriva da un incarico tanto importante.
Evidentemente, per Albertella, fare il Sindaco di Verbania rappresentava solo un tassello dentro un disegno partitico di controllo della destra locale.
Noi lo avevamo capito da tempo; speriamo che ora sia chiaro a tutti.
I cittadini di Verbania sapranno giudicare, e quando ne avranno l’occasione faranno capire chi ha davvero a cuore la città e chi, invece, l’ha solo usata come mezzo per altri fini.
Riccardo Brezza
Segretario Provinciale PD
Consigliere Comunale Verbania

 

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Incidente sul lavoro a Crevola. Non basta il cordoglio.

Il Partito Democratico del Vco e della regione Piemonte intervengono sul tema della sicurezza sul lavoro, a poche ore dall’ennesimo incidente costato la vita ad un lavoratore.
La tragedia è avvenuta questa mattina, lunedì 3 novembre, a Crevoladossola: “La notizia della morte di Tarcisio Valci, lavoratore di 56 anni a Crevoladossola, ci colpisce profondamente – le parole di Riccardo Brezza, segretario provinciale, e Domenico Rossi, segretario regionale del Pd -.
A nome del Partito Democratico del Piemonte e del Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro cordoglio alla famiglia, ai colleghi e a tutta la comunità colpita da questa tragedia”.
Proseguono i dem: “Non conosciamo ancora l’esatta dinamica dell’incidente, ma di fronte all’ennesima vita spezzata sul lavoro non possiamo limitarci al dolore o alla cronaca. Nei primi otto mesi del 2025 in Italia sono state più di 680 le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano: un numero che racconta una vera e propria emergenza nazionale. Ogni volta che accade una tragedia del genere non perdiamo solo un lavoratore. Viene colpito il valore stesso del lavoro, che dovrebbe essere sinonimo di dignità, sicurezza e futuro. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a pensare che tutto questo sia inevitabile. Non lo è”.
“Servono più controlli – sottolineano Brezza e Rossi – più formazione, più investimenti e una cultura diffusa della sicurezza, che coinvolga istituzioni, imprese, lavoratori e sindacati. La sicurezza non può essere considerata un costo, ma il punto di partenza per dare pieno significato all’articolo 1 della nostra Costituzione. Dobbiamo costruire insieme un Paese in cui nessuno perda la vita mentre lavora. È una responsabilità collettiva, ma soprattutto un dovere morale e politico a cui non possiamo più sottrarci”.
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Scalo ferroviario Domo2: le annunciate chiusure mostrano un quadro preoccupante. A fianco dei lavoratori!

Il Partito Democratico della zona Ossola negli scorsi giorni ha incontrato unitariamente le organizzazioni sindacali del settore trasporti in merito alle notizie di chiusure di attività per aziende operanti nel trasporto merci allo scalo di Domo2.

Le annunciate chiusure mostrano un quadro preoccupante, innanzitutto per il risvolto occupazionale: ancora una volta su questo territorio si perdono posti di lavoro e i lavoratori si trovano a casa senza prospettive.

E’ indispensabile ed urgente l’impegno per trovare un impiego a questi lavoratori e, nel frattempo, attivare tutti gli ammortizzatori per garantire la percezione di un minimo di reddito.

Durante l’incontro con le OOSS siamo anche venuti a conoscenza sia delle carenze di gestione dello scalo di Domo 2, sia delle problematiche strutturali sulla rete di collegamento. Le prime riguardano, sull’ area dello scalo, il penoso stato di abbandono – praticamente l’assenza – dei minimi servizi di accoglienza per gli autisti dei camion causa, tra gli altri, di evidenti problemi igienici, così come l’assenza di servizi di guardiania all’ ingresso, con problemi di sicurezza.

Altrettanto gravi i problemi strutturali sulla rete di collegamento, come la mancanza di un doppio binario tra lo scalo e la stazione di Domodossola e, nella tratta tra Domodossola e Varzo, l’impossibilità di utilizzare entrambi i binari per quei convogli merci formati dai carri più performanti.

Come Coordinamento del Partito Democratico, oltre alla preoccupazione per la sorte immediata dei lavoratori coinvolti per la quale attiveremo i nostri rappresentanti presenti nelle Istituzioni, ci colpisce il silenzio che regna attorno alle politiche per il trasporto merci in generale ed in particolare sulla funzione e sul futuro dello scalo di Domo 2.

Ormai da tempo non si fanno più interventi a livello politico o istituzionale che mettano al centro le scelte e, soprattutto, indichino quegli interventi necessari a  garantire un maggior trasporto delle merci su treno anziché su gomma. Sicuramente questo coinvolge l’adeguatezza delle strutture e l’utilizzo, in generale, di  tutti gli scali ed, in particolare, quello di Domo 2, per la movimentazione delle merci.

Crediamo sia indispensabile, a partire dalle amministrazioni locali e poi da Provincia e Regione Piemonte, una azione per rimettere al centro le criticità qui evidenziate.

In questa doverosa azione è pure indispensabile coinvolgere anche RFI, società certamente coinvolta sulle problematiche occupazionali, ma primariamente responsabile delle infrastrutture della rete e degli scali, per le quali si rende necessaria una visione di prospettiva per il necessario sviluppo del trasporto su rotaia.

Il Coordinamento Ossola del Partito Democratico.

Foto La Stampa VCO

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Cirio conferma l’ospedale unico del VCO: ora servono atti concreti e definitivi,

Finalmente abbiamo avuto modo di apprendere direttamente dalla voce del presidente della Regione Piemonte Cirio che l’Ospedale Nuovo del VCO è la soluzione più corretta per garantire il diritto alla salute dei nostri cittadini.
Come coalizione di centrosinistra della provincia, siamo sempre stati convinti che questa fosse la strada giusta da percorrere. Ora, però, urge avere un atteggiamento corretto anche nei tempi, cosa che fino ad oggi non è avvenuta.
Inutile indugiare ulteriormente in considerazioni ormai stucchevoli e inutili, non proattive all’evoluzione del progetto, visto e considerato che anche i più scettici si sono finalmente convinti della necessità di un ospedale unico baricentrico.
Bisogna procedere alla fase operativa. Qualcuno ci ha accusato di utilizzare il termine baricentrico in modo fumoso, respingiamo con forza questa accusa. Per noi la collocazione dell’ospedale deve presupporre una precisa scelta geografica che garantisca gli stessi diritti a tutti i cittadini del Verbano Cusio Ossola e che sia rispettosa della distribuzione demografica della popolazione e del suo bacino di utenza. Una scelta sì politica, ma fondata su criteri oggettivi, fra i quali anche la presenza di infrastrutture e collegamenti.
Quello che vogliamo rimarcare – e che è l’unico argomento che oggi ha senso sottolineare – è la necessità di dare tempestività a un’azione che per troppo tempo è stata rinviata.
Chiediamo che la popolazione e le amministrazioni del nostro territorio siano messe al corrente di un cronoprogramma e che, senza più perdere tempo, si proceda immediatamente con un atto regionale specifico e ufficiale che sancisca in maniera definitiva la scelta sull’Ospedale Nuovo del VCO. Ad oggi, infatti, gli ultimi atti regionali ufficiali dispongono ancora la ristrutturazione dei due vecchi presidi ospedalieri. È necessario, per serietà politica e rispetto verso questa provincia, che venga fatto un atto regionale chiaro, da recepire poi nel Piano Socio-Sanitario in fase di stesura e prossima approvazione.
Ad oggi, nella bozza di questo documento – il più importante per la programmazione sanitaria regionale – l’Ospedale del VCO è indicato solo con un asterisco, con ancora il dubbio su uno o due DEA. Bene: vista la risposta del Ministero, che ha sciolto all’origine quel dubbio, rimarchiamo unanimi la richiesta di non perdere più tempo prezioso e di arrivare subito a una soluzione concreta.
Nel frattempo auspichiamo che non si abbassi il livello di attenzione sulla medicina territoriale, con particolare riferimento alla realizzazione e gestione delle Case di Comunità, per sopperire alla grave carenza di medici di medicina generale e ai disservizi causati dalle lunghe liste di attesa per visite diagnostiche e specialistiche, ancora oggi non risolti.

Coalizione di centrosinistra del VCO
Michela De Nicola – Vice Segretaria Partito Democratico del VCO, Coordinatrice Tavolo Sanità
Roberto Campana – Referente Gruppo Sanità Movimento 5 Stelle VCO
Laura Sau – Verbania Civica / Volt
Chiara Tosi – Verbania si Prende Cura
Maria Rosa Gnocchi – Baveno in Comune

Partito Democratico
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