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Comuni montani: esclusi dal Governo Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa, e Vignone.
Comuni montani: esclusi dal Governo Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa, e Vignone. Brezza (PD):”Calderoli, la Lega e la destra dividono i territori. A rischio la specificità montana del VCO. Preioni si attivi subito.
Il nuovo DPCM, sulla classificazione dei comuni montani, conferma la visione miope e divisiva del Governo Meloni e del Ministro Calderoli. Dietro la retorica dei “criteri oggettivi” si consuma una scelta profondamente politica: ridurre la platea dei territori riconosciuti come montani, scaricando sui territori più fragili il costo sociale di questa operazione.
Nel Verbano Cusio Ossola la nuova classificazione include 67 comuni ma ne esclude 7: Arizzano, Baveno, Belgirate, Cambiasca, Ghiffa, Verbania e Vignone.
È necessario essere chiari per non alimentare confusione: Verbania e Belgirate non erano formalmente comuni montani nemmeno prima del DPCM. Ma questo non assolve il Governo. Con questo provvedimento, una distinzione amministrativa viene trasformata in una barriera rigida e punitiva, che rischia di escludere interi territori e migliaia di cittadini dalle future politiche statali senza alcuna misura di accompagnamento o compensazione. È invece ancora più grave che alcuni comuni riconosciuti come montani dalla Regione Piemonte – Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa e Vignone – vengano ora esclusi dall’elenco statale, spezzando artificialmente una provincia che condivide le stesse fragilità strutturali: carenza di servizi, difficoltà nei collegamenti, spopolamento, presidi sanitari e scolastici in difficoltà.
Questo DPCM non rappresenta solo una revisione tecnica degli elenchi, ma apre anche al potenziale superamento della concezione di “specificità montana” del vco costruita negli anni dal centrosinistra. Una deriva che rischia di produrre effetti concreti nel tempo, incidendo anche su meccanismi fondamentali per il VCO come il trasferimento e la redistribuzione dei canoni idrici all’Ente Provincia.
Ancora più inaccettabili sono le parole del Ministro Calderoli, che in Parlamento ha parlato di presunti “vantaggi impropri”. Un linguaggio offensivo e irresponsabile, che umilia amministratori e cittadini e rivela una concezione punitiva delle politiche territoriali. Qui non ci sono privilegi da smascherare, ma comunità che tengono in piedi territori difficili con risorse sempre più scarse.
Questa scelta si inserisce coerentemente nella linea del Governo: autonomia differenziata per i territori forti, tagli e rigidità per quelli fragili, accentuando i divari territoriali anziché ridurli.
Per questo chiediamo con forza alla Regione Piemonte di intervenire immediatamente.
In particolare al Sottosegretario regionale Alberto Preioni, che ha il dovere politico e istituzionale di attivarsi subito a tutela del Verbano Cusio Ossola.
Il Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola chiede:
• la revisione della classificazione,
• l’introduzione di criteri socio-economici integrativi,
• clausole di salvaguardia per province interamente montane come il VCO.
La montagna non è un costo da ridurre né un’eccezione da tollerare. È una risorsa strategica nazionale. La Regione Piemonte non può restare spettatrice mentre il Governo divide e indebolisce i territori.
Riccardo Brezza
Segretario Partito Democratico del VCO
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Hotel Il Chiostro, Sala Monastero, Verbania
Venerdì 5 dicembre, ore 20.45
– Andrea Giorgis, Senatore capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali
– Davide Mattiello, responsabile Dipartimento Legalità PD Piemonte
– Flavia Panzano, Magistrata e coordinatrice territoriale del Comitato per il NO Piemonte
Introduce e modera: Riccardo Brezza Segretario PD VCO
“Con il voto sulla separazione delle carriere dei magistrati è stata certificata tutta l’arroganza politica e la protervia di una maggioranza che, in spregio al fondamentale carattere pattizio della Costituzione, ritiene di poterne riscrivere unilateralmente parti anche molto significative”. Lo ha denunciato Andrea Giorgis, senatore Pd.
Ma soprattutto sarebbe stato necessario spiegare come le disposizioni contenute in questa riforma possano ridurre i tempi dei processi, potenziare le dotazioni amministrative e digitali degli uffici, possano rafforzare la formazione dei magistrati, possano in qualche misura contribuire a ridurre il sovraffollamento carcerario e scongiurare il dramma dei suicidi nelle carceri. Possano insomma migliorare la qualità del servizio giustizia”.
“La risposta – ha concluso Giorgis – è stata la blindatura di una riforma sconclusionata, dagli effetti contradditori e pericolosa per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e, quindi, per la garanzia dei diritti dei cittadini”.
Partito Democratico Piemonte
Coordinamento Provinciale VCO
Circolo Verbania
