Sulla sanità da Cirio e Preioni una proposta irricevibile e senza alcuna certezza. Servizi ospedalieri e territoriali in enorme difficoltà.

Comunicato Stampa

Sulla sanità da Cirio e Preioni una proposta irricevibile e senza alcuna certezza. Servizi ospedalieri e territoriali in enorme difficoltà.

L’unico dato emerso dalla riunione di ieri, tra il Presidente Alberto Cirio e la rappresentanza dei Sindaci della ASL VCO, è che ancora non ci sono certezze sul futuro della Sanità ospedaliera nel VCO.
Dopo quattro anni di immobilismo assoluto, con la caduta libera della qualità dei servizi sanitari nel VCO, il percorso amministrativo prospettato ai Sindaci è una delibera di Giunta regionale che contiene sia l’opzione di un nuovo e unico ospedale sia l’opzione di una ipotetica demolizione e ricostruzione dei due presidi attuali. La decisione sarebbe però demandata al Consiglio Regionale.
Insomma, si butta ancora la palla in tribuna per tirare a campare e arrivare a fine legislatura senza di fatto aver mosso un dito.
Tra l’altro la seconda proposta, quella di mantenere i due ospedali (perseguita da Cirio e Preioni) dovrebbe passare attraverso una richiesta di deroga al ministero per avere i due DEA. Insomma, un percorso burocratico molto lungo e che vedrebbe l’ipotetica operazione di demolizione e ricostruzione dei due complessi, passare attraverso difficili fasi progettuali, come ammesso anche dalla Direzione Generale dell’ASL, con la difficoltà legata al fatto che dovrebbe avvenire senza pregiudicare il funzionamento dei reparti.
E si prospettano molti anni, almeno sette o otto per vedere questo progetto eventualmente realizzato. Un’eternità.
Una proposta, quella dei due ospedali, senza che sia minimamente chiaro (non c’è infatti uno straccio di documento in proposito) quali reparti si manterranno, oltre ai 150 posti letto per presidio genericamente indicati.
Ed è proprio su questi contenuti che durante la riunione di ieri si sono “ascoltati” i silenzi più imbarazzati dalla Giunta regionale di destra: saranno mantenuti due veri Dea con tutti i reparti che devono avere per poter funzionare? O sarà mantenuto il modello dell’ospedale unico plurisede con mezzo Dea a Verbania e mezzo a Domodossola, come sta avvenendo da anni, con tutte le difficoltà ben note?
A giudicare dal silenzio a queste domande vi è il rischio concreto di ritrovarsi ad un certo punto a dover scegliere se rinunciare al Dea di Verbania o a quello di Domo. Non  solo per una questione normativa, bisogna ottenere una deroga nazionale che ancora non c’è, ma di funzionalità perché tutti sanno che non basta mettere un’insegna recante la dicitura DEA per averne l’operatività; devono esserci tutta una serie di reparti con personale e attrezzature idonee che al di sotto di certi bacini di utenza perdono di capacità di risposta, non solo in termini di costi, ma purtroppo anche di qualità.
Per questo ribadiamo che la scelta della destra di Cirio e Preioni, di abbandonare la strada della costruzione di un nuovo ospedale baricentrico (richiesto a gran voce dalla maggioranza dei Sindaci, operatori sanitari ecc.), affiancato da una forte presenza della medicina territoriale e delle Case della Salute, per noi è un clamoroso errore.
I servizi disastrosi (nonostante il generoso impegno di chi ci lavora), le visite per cui si aspettano mesi se non anni, l’impiego massiccio e sempre più forte dei medici gettonisti sono l’allarme che ormai da anni suona forte e chiaro.
Cirio e Preioni fanno finta di niente e presentano un progetto senza contenuti!

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale PD e Segreteria Provinciale

? www.stoplisteattesa.it

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Così si affossa la sanità del Vco: dalla rappresentanza dei Sindaci Asl un coro unanime.

Marchionini, Pizzi, Quaretta, Archetti e Morandi, critici su quanto prospettato dalla Regione

Non sono mancati gli scontri a distanza nella riunione in videoconferenza con i vertici della Regione ed i tecnici nella seduta della rappresentanza dei sindaci Asl che si è riunita a Palazzo Beltrami.

Botta e risposta acceso prima tra il sindaco di Quarna Sopra Augusto Quaretta e il presidente Cirio e poi tra lo stesso governatore e la sindaca di Verbania Silvia Marchionini. Sostanzialmente è stato annunciato quanto si sapeva: sarà il consiglio regionale che dovrà esprimersi sulla delibera di giunta che prevede la rigenerazione degli ospedali di Verbania e Domodossola, con 200 milioni di euro complessivi e 150 posti letto per ciascun nosocomio.

“Un passaggio francamente che si potrebbe anche evitare, dall’esito scontato” hanno ironizzato sia Marchionini che Pizzi, sottolineando che sia impossibile come il consiglio regionale voti contro la soluzione esposta dalla maggioranza.

“Sono risorse certe quelle che mettiamo in campo, non promesse e demagogia: 190 milioni dallo Stato a fondo perduto e la restante parte in carico alla Regione. Bisogna capire e rendersi conto che il Covid ha cambiato il mondo e di riflesso anche la sanità, specialmente nei territori più periferici. Il Dea? Chiederemo una deroga, anche perchè possiamo utilizzare i 15 milioni risparmiati” ha spiegato Cirio.
“E’ una soluzione quella che viene prospettata – così la direttrice dell’Asl Chiara Serpieri – che avrebbe dei tempi più lunghi rispetto ad una realizzazione ex novo ma che ha delle ragioni d’essere. Nello specifico ci sarebbero due edifici più grandi rispetto a quelli attuali, ma senza ulteriore consumo di suolo. Si andrebbe a demolire e ricostruire gli esistenti, senza pregiudicare però i servizi”.

Un coro di critiche però si è levato subito dopo la presentazione da parte dei tecnici. “Io rispetto il lavoro che è stato fatto- così il sindaco di Gravellona Gianni Morandi- ma questa non è la soluzione giusta per il Vco. Si sceglie di non decidere, si sceglie di affossare la sanità nel nostro territorio”.

Duro il commento di Silvia Marchionini. “Tante belle parole, ma concretezza e risposte certe sono assenti. Non si sa nulla, al di là di promesse che offendono la nostra intelligenza, dei Dea, non si quali reparti andrebbero dove e come, non di dicono nulla della organizzazione ospedaliera. Siamo nel classico binario morto, proprio a un anno dalle elezioni regionali- ha tuonato la sindaca di Verbania. Ironico il sindaco di Quarna Sopra Quaretta.

“Ci dicono che ci vorranno dieci anni per queste rigenerazioni, ma nel frattempo ne sono passati più di venti. Non si ascolta chi sta in trincea tutti i giorni, medici, infermieri, operatori, che da sempre urlano la necessità di una struttura nuova”

Duro anche il commento del primo cittadino domese: “Ho ascoltato senza pregiudizi. Sono arrivato che il San Biagio doveva chiudere e ora ci spendono 100 milioni di euro. Ma chiedo: i 200 milioni di euro potrebbero essere usati per un ospedale nuovo? Si. Con circa 150 milioni di euro potremmo farlo, con 300 posti. La spesa governativa per la sanità sarà in discesa. Risparmieremmo 50 milioni. Ma al di là delle deroghe DEA quello che noi non abbiamo sentito è cosa ci va in questi ospedali. Per un DEA la normativa prevede una serie di requisiti. Significa avere due doppioni, due ospedali veri e non due mezzi ospedali come quelli prospettati. Personale compreso. Dove lo troviamo? E poi c’è il problema della tempistica. Con le difficoltà logistiche di lavorare in quelle aree. Non ci credo che si possa fare in 6 anni”.

Articolo da VCO NEWS  https://www.vconews.it