Legge elettorale: tutelata la specificita’ del VCO alla Camera, al Senato nasce il collegio alpino

Salvaguardata la specificità territoriale della provincia del Verbano Cusio Ossola nella riforma elettorale in discussione in queste ore alla Camera.

Nel testo finale presentato dal relatore del provvedimento, on. Emanuele Fiano (Pd) si prevede infatti per l’elezione della nuova Camera dei Deputati l’inserimento nella circoscrizione Piemonte 2 del Collegio n° 1, che ricomprende tutti i 76 comuni della Provincia del Verbano Cusio Ossola. Ciò significa che gli elettori, nelle prossime elezioni politiche, si ritroveranno sulla scheda elettorale per la parte del collegio uninominale candidati che faranno esplicito riferimento al territorio provinciale del VCO. In virtù del particolare meccanismo di elezione dei parlamentari, che sarà proporzionale e non maggioritario, ciò non assicurerà in automatico l’elezione di un rappresentante del VCO alla Camera, in quanto essa sarà decisa dalla percentuale di voto raccolta nel collegio in rapporto al numero di seggi attribuiti a ciascun singolo partito. Ma in ogni caso, assicura sulla carta la tutela della specificità in termini di principio. Un risultato non scontato, visto che la popolazione media dei collegi uninominali della nuova legge elettorale è di 200.000 abitanti, mentre il VCO ne conta solo 160.114, e quindi sulla carta avrebbe dovuto vedersi agganciato ad altri territori, cosa in realtà non fatta.

Discorso diverso al Senato, dove per effetto del dimezzamento dei seggi attribuiti si ha come conseguenza il raddoppio della popolazione di ciascun singolo collegio. Ciò ha determinato un vero e proprio “puzzle” per il Piemonte, come per le altre regioni italiane, composto facendo ricorso alle dimensioni territoriali della vecchia legge maggioritaria del 1993, il cosidetto  “Mattarellum”.

Per effetto di questa composizione, nell’Alto Piemonte nasce un vero e proprio “Collegio Alpino” che metterà insieme il Verbano, l’Ossola, la Valsesia e le valli del Biellese. Il Cusio, invece, seguirà il destino del vecchio collegio di Borgomanero, finendo agganciato ai collegi di Trecate e di Novara per comporre il collegio Senatoriale del Sud.

La seconda parte del Parlamento verrà composta da liste proporzionali composte con nomi scritti sulle schede, da due fino a sei nomi. In questo caso, il Verbano Cusio Ossola rientrerà nella circoscrizione Piemonte 2 che comprenderà tutte le province piemontesi esclusa Torino.

Con un unico voto, esprimibile sia siglando la croce sul simbolo del partito sia siglando il nome del candidato nel collegio uninominale, si determinerà  l’espressione della rappresentanza.  Il voto unico, in altri termini, varrà sia per il candidato uninominale del collegio del VCO sia per il listino bloccato corto di sei nomi  del Piemonte 2. Ad essere eletto per primo sarà il capolista del listino bloccato, seguito dai candidati che hanno vinto i rispettivi collegi sulla base del maggior numero dei suffragi ottenuti. Seguiranno poi gli altri candidati del listino bloccato e infine i candidati che nei collegi non hanno vinto (i cosidetti “migliori perdenti”).

La legge andrà in aula alla Camera la prossima settimana, e a differenza del passato dove i collegi venivano definiti con decreto a parte dopo l’approvazione della norma, conterrà direttamente nel testo la definizione dei  collegi e delle circoscrizioni.

Soddisfazione sulla definizione territoriale dei collegi viene espressa dall’onorevole Enrico Borghi, che si è battuto per la salvaguardia della rappresentanza territoriale del VCO: “inizialmente circolavano bozze diverse –commenta l’on. Borghi- che prevedevano l’annacquamento totale del VCO in varie dimensioni territoriali, e con un lavoro di confronto intenso con il relatore Emanuele Fiano e con il nostro capogruppo Ettore Rosato –in accordo con il segretario regionale del Pd, Davide Gariglio- siamo riusciti a cogliere questo importante risultato in termini di principio. Il collegio 1 della Camera si chiamerà Verbano Cusio Ossola, conterrà tutti i comuni della nostra provincia e quindi i nostri cittadini si troveranno sulla scheda nomi del loro territorio, naturalmente per i  partiti che avranno l’accortezza di selezionarli, ed esisterà uno stretto raccordo tra eletto ed elettori. A mio avviso importante anche la definizione del collegio senatoriale, perché consentirà di esprimere comunque una rappresentanza parlamentare di un territorio tutto montano, evitando ciò che accadeva in passato, quando i montanari dell’Alto Piemonte risultavano tributari di voti per una rappresentanza parlamentare che alla fine risultava solo cittadina e addirittura metropolitana. Con questa definizione territoriale, ciò non avverrà più”.

 

Roma, 1 giugno 2017