Di VERBANIA e della montagna

L’escursionismo è sicuramente il tipo di turismo più idoneo al territorio dell’entroterra verbanese.

Pur non costituendo un ambito particolarmente ricco, avendo i frequentatori della montagna abitudini e comportamenti sobri, esso rientra nel turismo sostenibile che può accompagnare lo sviluppo economico del delicato territorio affidato alle cure del Parco Nazionale Val Grande risolvendo, finalmente, anche a favore delle popolazioni che lo abitano, qualcuna delle attese che la sua costituzione (ormai vent’anni fa) aveva suscitato.

Una giornata è organizzata, con il patrocinio dell’Unesco, dal Parco Nazionale Val Grande, con il Museo del Paesaggio, il Comune di Verbania il prossimo 23 novembre all’Acquamondo di Cossogno per fare il punto sulle iniziative che sono state attuate e che sono ancora in programma per dare un senso alle possibilità attrattive “del sud del Parco” (il Verbano) a cui unire le potenzialità delle aree Sic-Zps dell’asta del Toce (Ossola). Si tratta di una proposta relativa, non solamente all’ampliamento territoriale (il Monterosso, il Motto di Unchio), ma soprattutto di un’iniziativa per associare le capacità organizzative del Municipio di Verbania allo sviluppo del settore imprenditoriale-turistico che riguarda la città (che possono rilanciare anche l’attuale Riserva di Fondotoce). Una organizzazione comune può utilizzare meglio il territorio che circonda Verbania ai fini della vacanza e del “loisir”.

Un ruolo che solo una città come Verbania (circa 830.000 presenze annue, oltre 9500 posti letto complessivi nei 25 alberghi e nelle 28 strutture extraricettive[1]) può proporsi di propagandare unendo, all’evidenza scientifica e naturalistica della Val Grande, l’incentivo di un’economia possibile. Per gli abitanti dei comuni montani e per le guide escursionistiche si tratta di un reddito limitato ma disponibile; per gli operatori turistici (i campeggi per iniziare) e mercantili della città è uno spazio originale richiesto, soprattutto, dalla clientela straniera (l’85% degli arrivi).

La Provincia e il capofila Verbania hanno inserito nel Piano Integrato Territoriale (fondi europei), approvato recentemente dalla Regione, seppure con riduzioni, che corrisponde ad un’esigenza turistica prioritaria, che può anticipare un “percorso ciclabile del lago”. Nello stesso finanziamento vi è la costruzione di un “Albergo diffuso” a Cicogna per recuperare alcune case abbandonate e pericolanti della capitale della Val Grande, secondo un’esperienza di ospitalità innovativa.

Siamo in presenza di un disegno ambizioso che può dimostrare come l’opinione pubblica, che si è costituita attorno a questi progetti, ha il sostegno dei comuni e dell’associazionismo della montagna (Cai, Gruppo Escursionisti Val Grande ecc).

Occorre individuare il maggior ruolo possibile per Verbania. Il turismo cittadino attua verso il lago la sua maggiore attrazione: le categorie (commercianti, albergatori, artigiani) possono diventare protagonisti del turismo integrato, nel convincimento che si tratti di iniziative fattibili e capaci di promuovere sviluppi successivi.

Silvia Marchionini; candidata alle primarie PD per Verbania 2014

[1] Dati 2011, O.Pastore,“Il turismo nel Vco”, Alberti, 2012

 

I VERI CONTI DELLA PROVINCIA DEL VCO E IL GOVERNO LETTA

“In una dichiarazione resa a “La Stampa” di sabato, il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, on. Valerio Cattaneo, con riferimento alla vicenda della crisi di bilancio della Provincia del VCO mi chiama in causa adombrando una assenza di impegno sul tema.
Non intendo aprire polemiche con il Presidente Cattaneo, ma solo chiarire i termini della questione a beneficio del diritto dei cittadini alla effettiva conoscenza della situazione.
Il governo Monti, con la “spending rewiew” realizzata dal commissario Bondi, aveva determinato una serie di tagli ai trasferimenti statali a favore della Provincia del VCO, in data 8 aprile 2013 con il decreto legge 35 riducendo il fondo sperimentale di riequilibrio di € 10.970.522 nei confronti della nostra provincia.
Immediatamente, in data 16 aprile 2013 con interpellanza n° AC-20130416120514 il sottoscritto segnalava al Ministro dell’Economia in ordine la sproporzione del tagli, sottolineando come il sistema dei consumi intermedi adottato dal Governo ai fini della determinazione del quantum delle riduzioni non teneva in considerazione i costi di gran lunga maggiori che una Provincia come il VCO, interamente montana, deve sopportare rispetto ad altre province territorialmente più favorite, oltre ad esser sperequato avendo inserito nella previsione delle voce condivisibili alcune tipologie (formazione professionale, trasporti, rifiuti) dimenticandone altre che avrebbero inciso diversamente (quali le spese per l’edilizia scolastica, il sociale, l’agricoltura).
In data 28 aprile il governo Letta entrava in carica, subentrando al gabinetto Monti, e questo aspetto del taglio eccessivo e sproporzionato al VCO veniva dal sottoscritto segnalato direttamente al nuovo premier Letta e al ministro Delrio.
Ciò portava in data 30 ottobre 2013 all’emanazione da parte del governo del Decreto n. 125 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. (13G00169) (GU Serie Generale n.255 del 30-10-2013)”
Tale decreto ridetermina il taglio alla Provincia del VCO, stabilito nella cifra di 6.737.000 €, con una riduzione di taglio pertanto di 4.233.522 €.
Le cose successivamente emerse a seguito di ciò non possono riguardare lo scrivente, ma la responsabilità di altre amministrazioni.
E’ emerso, infatti, che la Provincia del VCO non aveva (a mio avviso inspiegabilmente) considerato l’entità del taglio già disposto dal DL 35/2013, e cifrava “zero” la voce “tagli trasferimenti statali” e pertanto non sono giustificati gli attacchi di chi sostiene che il taglio sia giunto all’ultimo minuto e senza alcun preavviso.
E’ emerso, altresì, che i tagli disposti dalla Regione Piemonte alla Provincia del VCO sono di dimensioni rilevanti e decisive, si pensi solo al settore del trasporto pubblico locale e o della formazione professionale.
E’ emerso, infine, che addirittura sembrerebbero essere iscritte nel bilancio come residui attivi della Provincia del VCO le risorse finanziarie del ristorno dei canoni idrici (quelli delle famose magliette “Cota 4- Bresso 0”) che non risultano nei residui passivi del bilancio della Regione Piemonte.
Se solo sommassimo quest’ultima voce (8 milioni) ai tre milioni di taglio quest’anno sulla formazione professionale, avremmo la cifra di taglio da Torino nei confronti di Verbania di 11 milioni.
Avendo premesso che non è mia intenzione fare polemiche, non esprimo in questa sede giudizi sulla vicenda, se non il fatto che come si può facilmente constatare il sottoscritto non si è sottratto dal fare la propria parte e non giova a nessuno aprire fronti polemici per tentare di distogliere l’attenzione da una realtà oggettiva che è sotto gli occhi di chi la vuole vedere fatta di disimpegno netto ed evidente da parte dell’amministrazione regionale nei confronti della Provincia del VCO alla quale occorre urgentemente porre rimedio”.

On. Enrico Borghi