PROVINCIA: SI ORGANIZZI UN MOMENTO DI CONFRONTO

E’ di martedì la presa di posizione netta del Presidente della provincia Nobili, nonché Presidente dell’Upi Regione Piemonte, sulla concreta possibilità di autoriforma delle province che porterebbe la nostra ad unirsi con quella di Biella, Vercelli e Novara.
Già nell’agosto scorso, personalmente, ho sostenuto che quando si parla di riforme tutte le ipotesi hanno una loro legittimità e che bisognava ragionare su tutti gli scenari, anche sulla possibilità che questa provincia cambiasse la sua delimitazione geografica. Nel contempo sostenni la necessità di avviare fin da subito una riflessione istituzionale che ci vedesse coprotagonisti del cambiamento, non solo come forze politiche ma come comunità territoriale. Oggi si profila non solo la modifica dei confini ma la natura dell’ente stesso. Mi trovo personalmente d’accordo con il Consigliere regionale Reschigna quando sostiene che un ente di questa grandezza non può essere governato come ente di secondo grado, ma che deve rimanere espressione diretta dei cittadini attraverso libere elezioni.
Questa prospettiva deve essere un punto di partenza e non di arrivo.
A partire da oggi, tutti insieme dobbiamo lavorare per fare in modo che i cittadini di questo territorio non vengano penalizzati da questa unificazione, ma che ne possano trarre benefici sia in termini di risparmi di spesa che di ottimizzazione dei servizi offerti.
Credo che le preoccupazioni manifestate da quasi tutte le categorie economiche e sindacali del Vco ieri in conferenza stampa, siano fondate e per questo vadano approfondite.
Il Presidente Cattaneo ha lanciato l’ipotesi di un polo del Welfare per il Vco anche questa è un ipotesi che va approfondita e discussa insieme.
Stiamo vivendo un momento di cambiamento, non permettiamo che lo sia solo a parole. Ogni processo di trasformazione comporta discontinuità che raramente avviene in modo indolore. Questo territorio deve cogliere l’occasione per darsi un nuovo slancio.

Abbiamo, tuttavia, una responsabilità che non è e non può essere solo locale. Abbiamo il dovere come cittadini italiani e piemontesi anche di comprendere il difficile momento che stiamo attraversando e non dobbiamo assolutamente perdere d’occhio l’interesse generale che è e deve essere quello di un profondo processo di riforma del nostro paese al fine di renderlo più agile e in linea con quello che dovranno essere le sfide del futuro. Tutta l’architettura istituzionale ne sarà coinvolta: dal piccolo comune, alla metropoli fino al Parlamento, attraverso tutti gli enti intermedi.
L’assetto organizzativo che ci siamo dati anni fa, deve essere sottoposto a un completo e profondo check-up. Dobbiamo, in sintesi, verificare ciò che effettivamente è indispensabile che rimanga sul territorio e ciò che, invece, non lo è. Insomma, non possiamo difendere tutto a prescindere: non si riforma uno stato e un territorio se partiamo da questo presupposto. Il centro della discussione deve essere il cittadino e su di lui costruire un sistema che garantisca il massimo e il migliore dei servizi.
Capisco che questo può comportare anche la messa in discussione dei luoghi di lavoro di impiegati e operatori, come mette in discussione anche l’esistenza di federazioni provinciali politiche, sindacali, di categoria e per questo dobbiamo ragionare con calma e sangue freddo perché ne saremo tutti coinvolti.
Sappiamo fin d’ora che, legittimamente, tutti quando sono messi in discussione affermano la propria indispensabilità. Lo abbiamo già più volte visto e lo vedremo certamente anche in futuro. E’ doveroso che le categorie sindacali sottolineino queste preoccupazioni, ma la politica ha l’obbligo di costruire il futuro, diversamente perderebbe la visione complessiva e farebbe, come a volte ha fatto, un danno.
Per questo propongo al Presidente della Provincia di organizzare in tempi brevi un momento di riflessione e di studio, magari in più incontri, con tutti gli attori di questa provincia e con i suoi cittadini in modo da capire quello che è indispensabile mantenere sul territorio e quello che può essere accorpato.
Non sono una tuttologa, né possiedo la sfera di cristallo per vedere il futuro. Sono abituata per formazione a recepire i dati, a elaborare i problemi, a condividere proposte e poi ad individuare le possibili soluzioni. Credo che questo metodo debba essere fatto nostro.
Abbiamo perso un anno, nel frattempo molto è successo ed è ora che questa provincia discuta seriamente delle scelte future perché si tratta dell’eredità dei nostri figli, del loro futuro.

Antonella Trapani
Segretaria Pd Vco

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