Rifiuti: provincia azzurra= provincia verde? Con l’amministrazione PDL-Lega Nord non sarà possibile!

Conferenza stampa organizzata oggi dal Partito Democratico del VCO sul tema rifiuti e chiusura del forno inceneritore di Mergozzo. Presenti il segretario provinciale Antonella Trapani, il responsabile ambiente Sauro Zani e il capogruppo al comune di Verbania Claudio Zanotti.
Questo il testo del documento presentato alla conferenza.
Abiamo letto le dichiarazioni del Presidente della provincia Nobili e dell’Assessore Pizzi in merito all’annunciata chiusura del forno di Mergozzo e di come venga affermato che l’amministrazione provinciale non abbia in questi anni navigato a vista rispetto alla questione rifiuti. La nostra sensazione, invece, è proprio questa: nessun progetto.
Perché se è assolutamente vero, e per questo crediamo di averne anche il merito, che di chiusura del forno se ne parlava già nella citata delibera del 5 novembre del 2008 dell’amministrazione Ravaioli, oltre che nel programma elettorale del centro sinistra nel 2009 e nel documento presentato alla stampa dal Pd provinciale nel 2010, è altrettanto vero che la Provincia non ha mai predisposto un vero progetto. Eppure di tempo, ne ha avuto parecchio.
Per questo crediamo e condividiamo in pieno le preoccupazioni di Claudio Zanotti che chiede a ConSer Vco, ai suoi Comuni-azionisti e alla Provincia prima di tutto  di chiarire dove si vuole arrivare.
Il partito democratico da anni sostiene che  gli obiettivi strategici in materia di gestione del ciclo dei rifiuti sono:
•    proseguire nella politica della raccolta differenziata “porta a porta” che ha portato la nostra Provincia a livelli di eccellenza nazionale e regionale, con percentuali medie oltre il 60%, per portare a breve la percentuale al 70% (modello Verbania, Vogogna, Pieve Vergonte ecc.) e puntare nei successivi 5/7 anni all’80/85%, in modo da ridurre progressivamente lo smaltimento delle frazioni residue a quantità assolutamente marginali da collocare in modo coerente con le scelte di programmazione regionale e sovra provinciali, quando venissero assunte;
•    realizzare, in sinergia con i privati, di un sistema impiantistico di valorizzazione “a freddo” della frazione “nobile” (carta, cartone, vetro, plastica, metallo) e di smaltimento della frazione umida con la realizzazione di un impianto di bio-gas al posto dell’attuale forno, fondato sulla valorizzazione delle risorse umane e delle capacità organizzative;
•    garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali anche dopo la dismissione del forno di Mergozzo, attraverso ricollocazioni del personale nelle attività sopra indicate e la valorizzazione del notevole patrimonio di esperienze tecniche e organizzative, in una prospettiva realistica di ulteriore sviluppo;
Di tutto questo non c’è alcuna traccia nell’operato del presidente Nobili e dell’assessore Pizzi. Il centro destra si limita a chiudere il forno di Mergozzo per portare i nostri rifiuti altrove, senza una sola proposta per diminuire la quantità di trentamila tonnellate annue di rifiuto “nero” che produciamo nel VCO.
Per questo, la ricerca del partner privato va fatta non consegnandosi mani e piedi a chi “offre di più”, ma costruendo un bando di gara che permetta – ovviamente nel rispetto dell’evidenza pubblica – di selezionare il socio (o i soci) più idonei e affidabili per il conseguimento di un obiettivo (rifiuti tendenti “a zero”, autonomia e autosufficienza nelle varie fasi del trattamento/smaltimento, impiego della manodopera locale) che deve restare saldamente in mano al socio “pubblico”.
Aggiungiamo che proprio perché la chiusura del forno era praticamente obbligata e la si sosteneva da tempo, si doveva procedere con velocità alla costruzione della piattaforma polifunzionale di trattamento dei rifiuti, come proposto mesi fa dal Coub, oltre che a comunicare ai comuni la destinazione finale della frazione indifferenziata, mentre ancora oggi si parla con estrema leggerezza di 2 o 3 opzioni diverse, non ancora chiare e definitive (Parona? Vergiate? Vercelli?).
Quindi, la realtà è che si navighi veramente a vista e non vorremo tra qualche mese trovarci in balia di una tempesta.
Esprimiamo quindi una forte preoccupazione per quella che riteniamo una generale sottovalutazione tendente e mistificare le problematiche del ciclo dei rifiuti e sottrarsi alle proprie responsabilità. In questo senso, risulta emblematica proprio la vicenda della dismissione del forno di Mergozzo, che si pretende di affrontare e risolvere con il ricorso all’esportazione dei rifiuti presso gli inceneritori di Parona o Vergiate (fuori regione!) o magari Vercelli: è di tutta evidenza come una soluzione di questo tipo (ormai inevitabile), affidandosi a processi fuori dal controllo delle amministrazioni locali, comporti l’assunzione di tutta una serie di rischi che vanno dall’aumento delle tariffe alla saturazione della capacità di assorbimento (specie nel periodi di picco estivo). Affermare che il problema della dismissione del forno di Mergozzo si risolve esportando i rifiuti indifferenziati fuori Provincia, e che i costi finali rimarranno inalterati pur includendo il trasporto, risulta un goffo tentativo di minimizzare e rimuovere le gravi responsabilità delle “non  scelte” operate in questo ambito.
I numeri del business del ciclo dei rifiuti sono significativi: 80.000 tonnellate all’anno di materiale raccolto (30.000 di rifiuto indifferenziato e 50.000 di differenziato) per 20 milioni di fatturato (7,5 da trattamento e smaltimento e 12,5 dalla raccolta). E’ chiaro quindi come nella partita sui rifiuti si stiano giocando interessi molto grandi, ci siano in ballo grandi capitali e grandi investimenti impiantistici; interessi che stanno tutti fuori da questo territorio, dove i numeri e le persone di questa provincia sono briciole e dove rischiamo veramente di essere fagocitati perdendo molte delle ricadute positive (ambientali, economiche e occupazionali) che in questi anni l’esperienza della gestione del ciclo dei rifiuti ha comunque fatto registrare.
Per concludere:  l’ambizioso obiettivo che potremmo e dovremmo porci a livello locale (forze politiche e amministratori) è quello di ottenere una certificazione ambientale di piena sostenibilità del territorio provinciale in materia di gestione del ciclo dei rifiuti, spendibile anche in termini di attrazione turistica, oltre che rappresentare un evidente elemento di miglioramento della qualità della vita per i cittadini residenti.
ll Partito Democratico del Vco aveva ed ha le idee chiare in materia di gestione del ciclo dei rifiuti, vorremmo che anche l’Amministrazione Provinciale, al di là della chiusura del Forno, ci dicesse cosa vuole fare.

PD VCO
Ufficio stampa
5 aprile 2012

Personale: interpellanza del Pd in provincia. Si faccia chiarezza

Nei giorni scorsi il Partito Democratico in consiglio provinciale, con il suo consigliere Lilliana Graziobelli, ha presentato una interrogazione al Presidente Nobili in merito alla questione personale ed assunzioni.
Interpellanza nel pieno delle polemiche in merito apparse sugli organi  di stampa: si va dall’inchiesta sulle «timbrature facili» ai due ricorsi al Tar, dall’attenzione della magistratura sul concorso per istruttore direttivo amministrativo sino ad scicolo aperto in procura dopo la selezione che ha portato all’assunzione della fidanzata del vice presidente!
La gestione del personale in un ente locale è indubbiamente complessa e fonte di contrasti e ricorsi: anche in passato qualche polemica è sorta in materia. Ma è innegabile come l’attuale Amministrazione si stia distinguendo per il numero di ricorsi, lettere anonime, inchieste giornalistiche, a nostro avviso suscitate da una conduzione delle risorse umane improntata a “superficialità”
Abbiamo già parlato della  vicenda che  ha visto  susseguirsi graduatorie “aperte” e “chiuse” in base alla necessità di  chi assumere, concorsi con modalità di espletamento originali  ricorsi al giudice del lavoro da parte di personale convinto di essere vittima di soprusi, assunzioni e promozioni in settori finalizzati esclusivamente a favorire l’immagine  mentre altri, di reale servizio ai cittadini, restano sguarniti.
Sono sintomi di una politica del personale  di corto respiro,  mentre sulla Provincia e sui suoi dipendenti incombono questioni gravi.
A fronte di questo scenario che, in ogni caso, porterà alla trasformazione della Provincia del VCO in modo molto diverso dall’attuale configurazione, non si appalesa una strategia concreta e indiscutibile su come affrontare, dal punto di vista della gestione del personale, questo passaggio. Tanto per fare un esempio, sembra  che i dirigenti provinciali si muovano in ordine sparso: in alcuni casi concedono il nulla-osta alla mobilità ai dipendenti che hanno già autonomamente trovato sistemazione presso un altro ente, in altri casi negano tale nulla-osta.
L’interrogazione chiede di  sapere quali azioni concrete intenda porre in essere per gestire questa delicato passaggio che rischia di incidere pesantemente sul personale attualmente impiegato in Provincia.
In particolare si chiede di sapere, anche per evitare un “fuggi fuggi” caotico in cui trovino sistemazione in pochi a scapito della maggioranza dei dipendenti, se
1.    sia in progetto di compiere una valutazione sulla disponibilità delle pubbliche amministrazioni di ogni ordine e grado presenti nel VCO ad accogliere gli eventuali dipendenti della Provincia posti in esubero, soprattutto verificando quali ruoli e/o livelli siano di più difficile collocazione;
2.    sia in progetto l’elaborazione di linee guida comuni a tutti i Settori provinciali che, sulla base della disponibilità , vincolino i dirigenti a tenere un unico comportamento a fronte di richieste di mobilità interna e/o esterna.

PD VCO
Ufficio stampa