MARTEDI’ 15 LUGLIO ORE 22: LE COMUNITA’ MONTANE DEVONO MORIRE

image Cronaca di una seduta parlamentare che colpisce la montagna italiana.
Ricordate il titolo di un libro di Giulio Andreotti? "Ore 13: il ministro deve morire".
Parafrasando l’opera andreottiana, l’altra sera alla Camera è andata in onda una piece che potrebbe intitolarsi: "ore 22 di martedì 15 luglio: le comunità montane devono morire".
A quell’ora, infatti, il relatore al disegno di legge 112 (la cosiddetta finanziaria anticipata), l’onorevole Marino Zorzato (Forza Italia-Pdl) da Padova, presenta in commissione bilancio un sub-emendamento a sorpresa con il quale si stabilisce che "sono ridotti dell’importo di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 i trasferimenti erariali a favore delle comunità montane. Alla riduzione si procede iniziando prioritariamente dalle comunità montane il cui territorio si trovi a un’altitudine media inferiore a 750 metri sul livello del mare".
Immediatamente il presidente dell’Uncem, Enrico Borghi, accompagnato dal direttore generale Tommaso Dal Bosco raggiunge palazzo Montecitorio.
La posta in gioco, infatti, è alta: si sa che ciò che uscirà dalla commissione bilancio verrà trasferito automaticamente nel maxiemendamento che il governo sta predisponendo, e sul quale metterà la fiducia. Come dire: possibilità di modifica in aula pari a zero. La proposta del relatore riceve il parere favorevole del governo, presente in commissione con il sottosegretario all’economia Giuseppe Vegas.
È una sconfessione dell’impegno che lo stesso Vegas, unitamente al ministro Fitto, si era assunto con l’Uncem in conferenza unificata. "Non si toccherà nulla fino a settembre" era stato l’accordo fatto appena due settimane fa in via della Stamperia.

Invece si tocca, e si tocca eccome: al taglio di 33,4 milioni per il 2008 e di 66,8 per il 2009 già operato dal governo Prodi se ne aggiungono ora altri 30 per lo stesso anno, più altrettanti per gli altri due anni a seguire.
Se si considera che il fondo ordinario nel 2007 era di 190 milioni di euro, i conti sono presto fatti: 100 milioni di euro azzerati in due anni, e fondo portato a circa 30 milioni di euro alla fine della "cura".

Soldi che lo Stato reincamera, visto che il taglio viene assorbito nel mega fondo per lo sviluppo economico istituito presso il ministero dell’economia, fondo che i beneinformati sostengono sia stato istituito dal ministro Tremonti per far cassa sugli enti locali per poi arrivare al tavolo del federalismo fiscale con risorse finanziarie "fresche".

Il relatore presenta laconico e succinto l’emendamento, e subito la discussione in commissione bilancio si accende.
Parte il deputato del Pd Antonio Misiani, bergamasco, che subito bolla il provvedimento come "inaccettabile", ricordando come "le comunità montane hanno fatto fino in fondo la loro parte e sono stati una delle poche realtà che hanno prodotto risultati effettivi sui costi della politica" e per questo chiede il ritiro del subemendamento.
Incalza anche un altro parlamentare democratico, il marchigiano Vannucci: "Questo emendamento è un boomerang, perché condurrà al dissesto numerose comunità montane e aumenterà i costi dello Stato. Lo dico al sottosegretario Vegas che ne è responsabile: è una norma sbagliata e pericolosa".
Anche Francesco Boccia (Pd) chiede il ritiro: "non possiamo sostituirci alle regioni che stanno legiferando in materia, e colpendo tra l’altro gli unici livelli istituzionali che fanno il loro dovere sul contenimento dei costi della politica. Le comunità montane sostituiscono i comuni laddove essi non ce la fanno, e se penso alla Lombardia mi chiedo cosa accadrà in alta Valtellina o nel Luinese senza l’opera delle comunità montane".

Anche nelle file della maggioranza affiora qualche dubbio. "Non possiamo fare il gioco al massacro sugli amministratori locali" dice Marco Marsilio del Pdl, seguito a ruota da Maria Teresa Armosino, già sottosegretario all’economia e ora presidente della Provincia di Asti oltre che esponente del Pdl: "ho forti perplessità su questa proposta".

Ma la sorpresa arriva dall’intervento di Antonio Borghesi, portavoce dell’Italia dei Valori in commissione bilancio che dimentico dell’intemerata di Antonio Di Pietro del pomeriggio ("noi non faremo mai pappa e ciccia con Berlusconi, come fa il Pd") arriva in soccorso al governo: "Come Idv avremmo preferito l’abolizione delle Comunità Montane, ma in ogni caso voteremo a favore visto che si raggiunge comunque l’obiettivo".
L’ex presidente della provincia di Varese, il leghista Reguzzoni, prova a mitigare: "è una norma ponte verso il federalismo fiscale, poi saranno i cittadini a decidere come finanziare e se finanziare i livelli di governo locali", ma non convince l’ex presidente della commissione Duilio (Pd) che parla di "norma poco lungimirante" né il democratico modenese Maino Marchi, che attacca: "Qui non ci saranno risparmi effettivi, ma si apre la strada al dissesto delle comunità montane. Oltre tutto non rispettando le competenze costituzionali, e si realizza un intervento centralistico in modo non condivisibile e grave".

Il dibattito ormai scivola verso la conclusione, e il presidente della commissione Giorgetti (Lega Nord) mette ai voti.
"È approvato" dice sbrigativamente. Urla in sala. Si procede ad una nuova votazione.
"È approvato". Mancano 24 minuti alle due del mattino.

Un’altra pagina buia della politica italiana sulla montagna è andata in scena.

Enrico Borghi, Presidente nazionale UNCEM

Parte il tesseramento nazionale 2008/2009 al PD

image "Ci rivolgiamo a tutti coloro che pensano sia necessaria un’alternativa riformista in questo Paese. Lo facciamo con la convinzione che il Partito Democratico rappresenti l’unica alternativa alla destra e a Berlusconi”. Con queste parole il segretario del PD Walter Veltroni ha presentato ieri a Roma la prima campagna di tesseramento del Partito Democratico.
Nel VCO a febbraio, con la nascita dei circoli, era già partita una campagna di preadesione che aveva portato ad oltre mille pre-iscritti.
Da ieri sono aperte le iscrizioni al partito che comprenderà i mesi restanti del 2008 e tutto il 2009. Il tesseramento arriva in una fase definita e ormai consolidata del partito. Non è un atto totalizzante come era per i partiti di un tempo, ma rappresenta un impegno che il cittadino si prende nell’ottica di proseguire il cammino di costruzione di un partito nuovo.
Nel VCO la campagna di iscrizione partirà di fatto dal 1 settembre insieme alla campagna per la raccolta delle firme contro il Governo, come potete leggere qui sotto. A presentare insieme a Veltroni la prima tessera del Pd, che recherà proprio la firma del segretario, ci sono il coordinatore dell’area Organizzazione Giuseppe Fioroni e il responsabile Andrea Orlando. “Si apre – afferma Fioroni – un percorso importante di radicamento del partito. Dopo diversi scatti da centometristi, ora passiamo passare alla maratona”.

La tessera riproduce semplicemente il logo del Pd, con a fianco la scritta 2008 – 2009. “La tessera coprirà infatti quel che rimane del 2008 – spiega Andrea Orlando – e tutto il 2009. Dal 2010 riprenderà la tradizionale iscrizione annuale”. La tessera risponde anche a un preciso bisogno di finanziamento del partito: la quota minima d’iscrizione è di 15 euro, “però – osserva Orlando – chi volesse contribuire con una quota maggiore è ben accetto”.

Il Pd non si pone limiti né obiettivi in termini di quantità di iscritti, assicura Fioroni. Ciò che è certo, invece è che “l’intento del Pd è quello di creare un circolo territoriale in ogni comune d’Italia, in modo da offrire una prospettiva sociale ai cittadini e un luogo dove poter portare avanti il dibattito interno”. Circoli aperti, luoghi di confronto e di dibattito. “Ora – conclude Fioroni – chi discute tramite le pagine dei giornali e le fondazioni avrà un luogo dedicato per farlo, i circoli appunto”.

Tornando al tesseramento, sia Fioroni che Orlando tengono a ribadire che dal regolamento è stata abrogata la parola “consegna”. “La tessera – spiegano – sarà individuale, recante la firma e potrà essere solo ritirata presso il circolo territoriale”.
Sia Fioroni che Orlando tengono a ribadire che dal regolamento è stata abrogata la parola “consegna”. “La tessera – spiegano – sarà individuale, recante la firma e potrà essere solo ritirata presso il circolo territoriale”.