Archivi tag: Teatro

Bartolucci: teatro a Verbania? No ai doppioni, esiste già La Fabbrica.

Marzio Bartolucci

Pubblichiamo una lettera aperta di Marzio Bartolucci, sindaco di Villadossola.
E’ notizia recente che la Regione Piemonte ha stanziato 12 milioni di euro, provenienti da fondi europei, per finanziare il Pisu della città di Verbania e che una parte consistente di questi soldi, circa 10 milioni, verrà probabilmente utilizzata per finanziare il nuovo centro polifunzionale di Verbania. Questi primi 10 milioni non saranno però sufficienti e l’amministrazione verbanese si sta muovendo per reperire altri soldi (ce ne vorranno circa altrettanti) attraverso la Provincia del VCO, le fondazioni bancarie e altri canali.
Le risorse stanziate per la città di Verbania potranno quindi contribuire alla realizzazione dell’opera preventivata, ma questa scelta rischia di diventare devastante per l’attuale unica grande realtà teatrale della Provincia: il Centro culturale la Fabbrica di Villadossola. Questo centro culturale è stato costruito su un’area ex industriale con fondi reperiti attraverso la partecipazione ad un bando europeo per il recupero di aree urbane dimesse dall’industria, ed inaugurato nel settembre del 1997.
A partire da quella data nel teatro di Villadossola si sono sempre organizzate stagioni teatrali di ottimo livello e concerti musicali prestigiosi; gli spazi interni hanno dato ospitalità ad ogni tipo di iniziativa culturale. L’utenza del centro culturale proviene da tutti i comuni della provincia, anche se risulta più marcata la presenza di persone provenienti da comuni ossolani.
Da diversi anni viene organizzato il “Teatro Scuola”, una serie di eventi di ottimo livello indirizzata a bambini delle scuole materne, delle scuole elementari e delle scuole medie; a queste iniziative aderiscono la maggior parte delle scuole ossolane con un’affluenza di circa 5000 bimbi ogni anno. Nel centro culturale di Villadossola la Provincia   realizza da quattordici edizioni “La Fabbrica di Carta”, importantissima vetrina della editoria locale: per 10 giorni il centro culturale diventa la sede delle manifestazioni letterarie e culturali di tutta la provincia. Nello stesso centro culturale si realizzano, ogni anno, innumerevoli serate a scopo benefico che le varie associazioni possono organizzare grazie alla disponibilità de “La Fabbrica” e ai suoi 650 posti a sedere.
Nei 14 anni di vita del centro culturale si sono succedute diverse amministrazioni comunali e si sono sperimentati metodi diversi di gestione: inizialmente la gestione fu affidata ad un’associazione culturale in collaborazione con l’assessorato alla cultura, ma le difficoltà nella gestione economica convinsero il sindaco Sarazzi, nel 2004, a portare la gestione direttamente in capo alla struttura comunale. Nel 2006 venne stipulata una convenzione triennale con la Regione Piemonte che prevedeva un contributo di 40 mila euro all’anno a condizione che la stagione teatrale fosse realizzata in collaborazione con il Circuito Teatrale del Piemonte. Anche la Provincia del VCO, nello stesso anno, stipulò con il Comune di Villadossola una convenzione triennale che prevedeva un contributo di 20 mila euro l’anno, comprendendo in quel contributo l’affitto dovuto dalla Provincia per l’utilizzo della struttura come location per la rassegna libraria “La Fabbrica di Carta”; si inserì inoltre, tra le clausole, la possibilità di utilizzo della sala teatro per l’organizzazione diretta da parte della Provincia di un massimo di 10 eventi all’anno. Nonostante tutto però, la gestione complessiva della struttura ha continuato a produrre bilanci deficitari, sempre naturalmente ripianati dall’amministrazione comunale con fondi propri.
L’amministrazione attuale, in carica dal 2008, ha continuato nel solco della gestione iniziata dalla precedente amministrazione, cercando ulteriori modi per ridurre il deficit globale della struttura, in cui il peso delle utenze e delle spese generali connesse alle attività incidono in maniera consistente. L’impegno finanziario dell’amministrazione comunale è ragguardevole sia in termini di personale (due posti in organico) sia in termini di gestione complessiva della struttura. L’azione dell’assessore alla cultura, Perugini, ha preservato la qualità degli spettacoli offerti potenziando la ricerca di sponsor privati con l’obiettivo di abbattere lo sbilancio finale.
Le decisioni assunte dalla giunta, inoltre, hanno prodotto apprezzabili risparmi sulle varie voci di spesa. Nel 2009 è stata rinnovata la convenzione con la Provincia a pari condizioni, mentre il rinnovo triennale della convenzione con la regione Piemonte ha portato 10 mila euro in più all’anno. Grazie ad una vincente selezione degli spettacoli teatrali in cartellone si è progressivamente passati dai 300 abbonati del 2007 ai quasi 550 di quest’anno (su 650 posti disponibili).
Negli ultimi due anni, in via sperimentale, sono stati organizzati due pullman navetta, uno da Verbania e uno da Omegna, pagati dal Circuito Teatrale, che hanno portato gli abbonati a teatro e a partire da quest’anno il medesimo servizio verrà reso a pagamento. Infine, anche la politica del prezzo del biglietto/abbonamento ha prodotto maggiori entrate; grazie alla buona gestione e all’elevatissima affluenza (che hanno fatto de “La Fabbrica” il primo teatro in Piemonte tra quelli gestiti attraverso la collaborazione del Circuito Teatrale del Piemonte), siamo giunti quest’anno alla stipula di una convenzione con il Circuito Teatrale decisamente più vantaggiosa, per il Comune, rispetto a quelle stipulate negli anni precedenti. Sono stati fatti recentemente altri tentativi per cercare ulteriori fonti di reddito connesse alle attività del Centro Culturale che potessero contribuire a ridurre il deficit e sono ancora in corso trattative con la Comunità Montana delle Valli dell’Ossola per la stipula di una convenzione. Nonostante tutto questo, la previsione economica per la stagione teatrale appena iniziata vede ancora uno sbilancio che peserà sulle casse comunali. In questa situazione ci troviamo, oltretutto, a dover affrontare i tagli da finanziarie combinate che per Villadossola significano una riduzione delle entrate correnti di circa 500.000 euro annui.
Non è più pensabile dunque che il Centro culturale la Fabbrica, nel suo insieme, continui a pesare sul bilancio comunale in maniera così consistente. La riflessione al nostro interno è in atto e al momento stiamo esplorando le soluzioni più disparate, ma nel frattempo non si può non notare l’incongruenza, oggi resa evidente dalle mutate condizioni economiche dell’intero territorio, di voler dotare a tutti i costi la Provincia di un altro teatro di respiro sovracomunale.
Il centro polifunzionale che la città di Verbania ha in progetto da diversi anni, trasformandosi in realtà, rischia di decretare, suo malgrado, la chiusura de “La Fabbrica”. Già per il futuro prossimo Provincia e Regione faticheranno a confermare le risorse economiche attuali, risorse assolutamente fondamentali per la sopravvivenza della Fabbrica; per questo motivo non possiamo non chiederci cosa succederà quando i teatri saranno due: raddoppieranno gli stanziamenti o divideranno quelli attuali sui due teatri? Oppure sceglieranno di finanziare quello di Verbania perché sarà diventato, a quel punto, il teatro di riferimento Provinciale?
Sappiamo bene che il teatro è seguito da una percentuale di popolazione minoritaria, ragione per la quale c’è anche da chiedersi cosa succederà all’affluenza della Fabbrica nel momento in cui ci sarà sul territorio un altro teatro in grado di offrire spettacoli che, come minimo, saranno di pari livello qualitativo. Nei giorni scorsi l’assessore alla cultura della Comunità Montana delle Valli dell’Ossola, Gagliardini, aveva dichiarato in merito: “Penso che in questi momenti difficili, in cui i tagli ai bilanci degli enti pubblici sono stati fortissimi, bisogna ripensare a quali siano le priorità.
Penso che sarebbe davvero controproducente investire milioni di euro per creare una struttura che sarebbe comunque in perdita e che produrrebbe solo una concorrenza dannosa al teatro di Villadossola. Peraltro mi chiedo: se la situazione fosse invertita, cosa direbbero gli amministratori del lago (ma anche quelli ossolani) se si intendesse spendere milioni di euro per costruire un centro polifunzionale in concorrenza a quello di Verbania? Mi auguro pertanto un ripensamento e l’assegnazione di quei fondi ad altre più utili destinazioni”.
Si potrebbe dire che la difesa de La Fabbrica da parte nostra, come amministratori villadossolesi, è viziata da “interessi di parte”, ma riteniamo utile che ci si domandi, oltre a tutto il resto, se ci sia coerenza nell’utilizzare per due volte fondi europei, a distanza di non molti anni, per costruire strutture in concorrenza tra loro e votate ad elidersi l’una con l’altra.
Riteniamo inoltre che non basteranno le buone intenzioni a trasformare il futuro centro polifunzionale di Verbania in un punto di riferimento per l’organizzazione di eventi a livello interregionale o addirittura internazionale nonché volano per l’economia verbanese. In conclusione: non ci vuole un veggente per intravedere un futuro nel quale la gestione dei due teatri potrà generare gli stessi laceranti scontri che oggi viviamo in merito alla sanità.
Dopodichè cosa ci inventeremo: il centro culturale unico-plurisede? Si parla spesso di un passato nel quale hanno prevalso campanilismo e localismo, di una politica che non ha saputo mettersi in rete ed evitare i doppioni. I
n un momento drammatico come quello che stiamo attraversando dal punto di vista economico, occupazionale e sociale credo che noi, come amministratori e politici del territorio, abbiamo il dovere di trovare il modo di dialogare, al fine di indirizzare al meglio le risorse economiche disponibili.
Lungi da me il pensare che le risorse che Verbania ha ottenuto in quanto Comune Capoluogo debbano essere destinate altrove: mi auguro solamente che si possano trovare, per quei fondi, destinazioni che non vadano a discapito di altre realtà territoriali e che siano più utili per la stessa Città di Verbania . Avere il privilegio di essere il Comune Capoluogo credo voglia dire anche questo.
Marzio Bartolucci

sindaco di Villadossola

Teatro: le mistificazioni di Zacchera

L’ intervento di Zacchera ieri su La Stampa (lo trovate alla fine dell’articolo ) reclama almeno il ristabilimento della verità.
L’idea, il progetto e i finanziamenti per una grande struttura culturale a servizio della città sono frutto del lavoro del centrosinistra: il nuovo teatro cittadino in piazza Fratelli Bandiera, il concorso internazionale, il progetto Cook-Arroyo.
Destra e Lega l’hanno sempre avversato e nel 2009 l’hanno «vampirizzato» prima con la «traslazione» all’arena, poi con la modifica radicale del progetto e l’aumento dei costi, infine con il cambio di nome.
Il centrosinistra ha motivatamente contestato questa scelta (cementificazione di un’area naturale con vocazione a parco; struttura progettata senza parcheggi; inesistenza di un vero piano di gestione; presenza tra Stresa, Baveno, Gravellona e Verbania di quattro strutture fieristico- congressuali in competizione; assenza di strutture alberghiere d’appoggio; illegittimità della progettazione).
Si tratta di normale fisiologia della democrazia: la maggioranza propone, la minoranza controlla e si oppone alle scelte considerate sbagliate. Se Zacchera avesse proseguito e non demolito il lavoro fatto, i lavori del nuovo teatro sarebbero oggi vicini alla metà e al più tardi nel 2013 avremmo potuto avere quello che serve alla città: due sale per spettacoli per complessivi 700 posti, spazi adeguati per la musica e l’orchestra, un polo culturale e sociale in grado di rigenerare non solo la Sassonia, ma tutto il centro storico di Intra, il recupero funzionale e integrato della cadente ex Camera del lavoro.
Così non è stato: a ciascuno le sue responsabilità.
Adesso ci si aggrappa per disperazione ai soldi del Pisu, confidando che per ragioni solo politiche vengano concessi a un’opera incoerente con il bando, sbagliata e dannosa.
Eppure quei soldi avrebbero potuto essere impiegati per progetti di vera riqualificazione urbana: ma Zacchera si è ben guardati di convocare il Consiglio comunale per coinvolgere maggioranza e minoranza su un progetto condiviso e compartecipato. Anche in questo caso, a ciascuno le sue responsabilità.
Claudio Zanotti
consigliere PD

Un noto quotidiano nazionale sabato ha dedicato le due pagine centrali a Lucerna in occasione del debutto del festival di musica classica che porterà centoventimila spettatori al «Kultur und Kongresszentrum», teatro e centro congressi realizzato tra il 1995 ed il 2000 proprio in riva al lago dall’architetto francese Jean Nouvel.
Il progetto è un tetto proteso sul lago di 40 metri e il complesso (la sala è di 1.800 posti) è sede per tutto ’anno di concerti, manifestazioni culturali e ospita anche il museo d’arte.
La scorsa settimana analogo spazio a Locarno per il festival del cinema, ad Ascona per il jazz, mentre a Bregenz – località austriaca sul Lago di Costanza – l’arena scoperta di 6.000 posti (il palcoscenico è su un’“isola” davanti al lungolago) raccoglie la più importante stagione operistica estiva d’Europa. Bregenz è grande la metà di Verbania e sicuramente l’ambiente è molto meno bello del Golfo Borromeo, ma in quell’arena hanno perfino girato l’ultimo film di
James Bond.
Successi evidenti grazie ad amministratori locali che qualche anno fa colsero i segni del futuro,ma da noi c’è una sinistra che quotidianamente si mette di traverso
per impedire di realizzare l’unica struttura che potrebbe marcare un futuro diverso per Verbania trascinandosi dietro il riscatto di tutta la zona.
Ma possibile essere così miopi e mediocri? Da noi siamo solo capaci di non osare, di criticare sempre, di piangerci addosso, di lamentarci su tutto e quando abbiamo l’occasione di raccogliere un finanziamento unico, gratuito e irripetibile di circa 12 milioni per realizzare il Centro eventi all’Arena, per invidia e assoluto autolesionismo, si cerca di farlo perdere alla città.
Non posso che denunciare questa mentalità da terzo mondo, degno specchio della rovina economica di un Vco che non ha più un ruolo, una prospettiva e sembra divertirsi solo a litigare tra le sue piccolezze.
Non si dica e non si scriva che manca una strategia turistica, culturale ed economica: la strategia c’è ed è chiara, ma non la si vuole scegliere, non la si vuol vedere, ci si ferma alle polemiche di vicinato (o di pollaio) senza cogliere le opportunità d’insieme, gli obiettivi strategici.
Ma come possiamo rilanciare Verbania se quando piove (quest’anno tutte le sere!) non sappiamo dove andare, dove mandare la gente? Non c’è neppure una sala da 200 posti adeguatamente attrezzata perché in passato si sono perse e voluto perdere tutte le occasioni, dal Vip al vecchio teatro. E’ desolante dover denunciare
tutto questo, ma purtroppo è l’amara e quotidiana realtà dovendo lavorare sempre controcorrente, ma soprattutto contro i pregiudizi.
Marco Zacchera
Sindaco verbania

CINEMA SOCIALE DI PALLANZA. TEATRO, NON CONDOMINIO

Destinare l’intero volume dell’ex Sociale di Pallanza a teatro/auditorium di 400 posti: aggiungendo 3 o 4 milioni ai 5 milioni di euro che la Giunta di Centrosinistra ha lasciato in eredità per il nuovo teatro si darebbe alla città una struttura funzionale e dignitosa, con molti vantaggi per la collettività.
Sta maturando velocemente in città l’idea di destinare lo stabile dell’ex cinema Sociale di Pallanza a struttura culturale (teatro, cinema, sala conferenze, auditorium) in alternativa all’ibrido (teatro, sala congressi, polo espositiva, paradiscoteca e chissà che altro..) dell’arena.
E’ un’idea che ci convince e che sosterremo. Per molte ragioni. In primo luogo, consentirebbe di preservare l’area dell’arena e di Villa Maioni da ogni cementificazione, che ne snaturerebbe la vocazione ad essere area aperta, balneare, di libera fruizione, inserita in un contesto naturale irripetibile e preziosissimo; seconda, importantissima ragione: si eviterebbe di dilapidare una somma tra i 18 e i 20 milioni di euro in tempi in cui la gravissima crisi socio-economica e occupazionale richiede l’impiego di ogni risorsa finanziaria disponibile per creare occasioni di lavoro e di insediamento produttivo; terza ragione: impedire la realizzazione di una struttura incompleta (l’assenza di parcheggi è un limite enorme!) dagli astronomici costi di gestione, che sinora non si è neppure tentato di ipotizzare; infine, il recupero a fini culturali, artistici e sociali del volume dell’ex Sociale stornerebbe il rischio di una nuova e inutile edificazione condominiale e assicurerebbe alla frazione di Pallanza (e a tutta la città) una struttura compatibile con le esigenze e i bisogni essenziali delle associazioni teatrali, artistiche, cinematografie e musicali di Verbania, recuperando uno stabile esistente ed evitando cementificazioni devastanti come quelle che s’annunciano con il progetto Arroyo 2 all’arena.
Questo obiettivo non è però compatibile con destinazioni “ibride” dello stabile ex Sociale. Dunque, niente residenza condominiale (magari con qualche spazio commerciale, tanto per gradire) in cambio di una sala pubblica da 100/150 posti, ma acquisizione dell’intero stabile da parte del Comune e realizzazione, sfruttando il volume esistente, di una sala da 400 posti, con ampio palcoscenico, alcuni spazi logistici e attrezzature di scena.
L’Amministrazione di Centrosinistra ha lasciato in eredità a quella attuale qualcosa come 5 milioni di euro di denaro fresco finalizzato al teatro 2,8 milioni da Fondazione Cariplo e 2,4 milioni dalla gara del gas metano). Aggiungendo altri 3 o 4 milioni si potrebbe agevolmente comprare lo stabile attuale e fare ciò che abbiamo appena descritto. La città avrebbe un auditorium/teatro dignitoso e risparmierebbe 10 milioni di euro rispetto alla sconsiderata soluzione Arroyo2/Arena. Bisognerebbe cominciare a pensarci.

Articolo di Claudio Zanotti e Corrado De Ambrogi tratto da VERBANIASETTANTA, foglio virtuale di informazione prodotto da Claudio Zanotti, consigliere comunale di Verbania. All’indirizzo info@verbaniasettanta.it possono essere inviati contributi, riflessioni, testi, nuovi indirizzi di posta elettronica. Gli arretrati possono essere letti sul sito www.verbaniasettanta.it