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Il PD del VCO aderisce alla giornata “Sveglia – E’ ora di essere civili”

sveglia italia  unioni civiliIl Partito Democratico Provinciale del Verbano Cusio Ossola ed il circolo di Verbania, come avvenuto per il PD regionale del Piemonte, aderiscono all’iniziativa nazionale di sabato 23 gennaio 2016 “Sveglia- e’ ora di essere civili”, che vede un appuntamento nel nostro territorio in piazza Ranzoni a Verbania Intra; iniziativa promossa dalle associazioni lgbt nazionali (Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Mit).

Riteniamo necessario porre l’attenzione sull’urgenza dell’ampliamento di diritti fondamentali a chi, fino ad adesso, ne è rimasto privo. Sulla base della Costituzione e dei principi ispiratori della Repubblica, riteniamo necessario e non più rinviabile il disegno di legge sulle Unioni civili che verrà discusso in Parlamento nei prossimi giorni. La riforma si pone come necessaria, secondo quel principio di eguaglianza, non solo espresso nella Carta fondamentale all’articolo 3, ma che deve sottendere all’azione di ogni amministrazione democratica.

Essendo un punto del programma del nostro partito, l’adesione è anche coerente con le scelte nazionali di portare in aula il disegno di legge voluto dal gruppo parlamentare del PD, e con quelle locali visto il voto favorevole del PD al registro delle Unioni Civili istituito pochi mesi fa dal Comune di Verbania.

Ricordiamo che L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede un riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso, ed è necessario compiere un passo in avanti verso l’estensione dei diritti.

Invitiamo gli iscritti ed i militanti del PD ad essere presenti all’iniziativa di piazza Ranzoni che si svolgerà dalle 10 alle 18 di sabato 23 gennaio a intra.

Antonella Trapani
Segretario provinciale

Riccardo Brezza
Segretario circolo Verbania

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO
Via Roma 24, 28921 Verbania
Tel. 0323 401272

“Compagni”, il libro in cui rivive la storia dei Pajetta

compagni pajettaS’intitola “ Compagni” il libro scritto da Elvira Pajetta , pubblicato dall’editore Macchione . Il racconto di una “giovinezza tenace” e coraggiosa, vissuta nel desiderio di una libertànegata dal fascismo e nell’impegno politico comunista, un riferimento ideale mai venuto meno nella famiglia Pajetta e incarnato nei giovani Gian Carlo, Giuliano e Gaspare, i tre figli di Elvira Berrini (la nonna dell’autrice) e Carlo Pajetta, avvocato del banco San Paolo di Torino, emarginato per non aver voluto prendere la tessera del Partito nazionale fascista.
A loro si aggiunge il ritratto, al tempo stesso forte e delicato, della madre di Elvira, Claudia Banchieri. “ Come si poteva tenere vivo nel ricordo quel mondo di persone generose, attive che avevano ispirato la loro vita a ideali forti e vi erano rimaste sempre coerenti?”, scrive Elvira Pajetta. Aggiungendo: “Questi fogli rappresentano i giorni di un calendario che per me era necessario comporre”.
Quella raccontata in “Compagni” è una storia intima e pubblica allo stesso tempo che si gioca su più scenari. Sullo sfondo ci sono la Francia, pronta ad accogliere i tanti rifugiati politici italiani, la guerra civile in Spagna, l‘Unione Sovietica e l‘Italia di Benito Mussolini.
Una storia che in parte si svolge anche a Taino, in provincia di Varese, sulla sponda lombarda del lago Maggiore, dove Elvira Berrini e Carlo Pajetta hanno abitato fin dagli anni ’20 e luogo che terrà a battesimo la militanza comunista dell’adolescente Giuliano. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale mise a dura prova i destini dei giovani Pajetta. Giuliano ,che si trovava Oltralpe, venne arrestato dai gendarmi francesi e trasferito, dopo la condanna, al carcere di Nimes da dove evase con un’azione degna di un romanzo di Dumas.
La figlia Elvira ripercorre molti anni dopo lo stesso cammino fatto dal padre verso l’Italia, un vero pellegrinaggio dove antiche ferite si riaprono per far scorrere la storia. Gaspare e il cugino Piero ( Nedo) cadono in combattimento: il primo il 13 febbraio del ’44 , al Cortavolo di Megolo, con altri undici partigiani guidati dal Capitano Beltrami ; il secondo un mese dopo in uno scontro in montagna con i fascisti. A sua volta Giuliano, dopo essere rientrato in Italia per partecipare alla Resistenza, conoscerà sia il carcere di San Vittore che il lager di Mauthausen, dove verranno internati migliaia di italiani.Nel racconto di Elvira c’è posto anche per molto altro: la felicità del 25 Aprile, giorno della liberazione dall’occupazione nazifascista, l’impegno di Giuliano Pajetta e del figlio Gian Carlo nel Pci del dopoguerraaccanto a Enrico Berlinguer, i rapporti con l’Urss, i fatti tragici di Ungheria, i ricordi di Roma e Firenze. Belle foto, in parte inedite, e un nutrito numero di documenti testimoniano tutti questi passaggi pubblici e privati. Un lavoro lungo, non facile, durato ben otto anni. “Negli ultimi anni tutto il mio mondo si era modificato”, dice Elvira Pajetta. “ Molte cose erano sparite del tutto e molte avevano cambiato posto o dimensione. Mio padre Giulianoera morto nel 1988. Il muro di Berlino, smantellato nell’anno successivo, era diventato un monumento alla Germania unificata. Il Partito Comunista Italiano, dove avevo abitato da sempre, aveva cambiato nome e ora avrebbe dovuto cambiare forma. Mi rendevo conto, certo, che da vent’anni le crepe nei muri di “casa mia” erano diventate sempre più visibili. La mia famiglia, “I Pajetta”, non era più quella che, come in un disegno infantile, mi ero tenuta dentro per tanto tempo: mia nonna Elvira e i suoi tre figli, Giancarlo, Giuliano e Gaspare, i comunisti. Raccontarla era necessario”.

Marco Travaglini

Gestione profughi ad Omegna: no a scontri, risolviamo i problemi

Omegna 1GESTIONE PROFUGHI: NON DEVONO VINCERE LA DEMAGOGIA E LO SCONTRO SOCIALE, MA LA VOGLIA DI RISOLVERE I PROBLEMI E DI MIGLIORARE.

La questione dei profughi a Omegna, dopo l’emissione di un bando pubblico per la gestione completa del centro di Crusinallo da parte dell’ amministrazione Comunale, tra Gennaio e Febbraio subirà una nuova modifica.
Come sappiamo, il bando è stato vinto, in maniera trasparente, da una cooperativa diversa da quella che oggi ha in carico il centro e questo, se da una lato porterà nelle casse comunali un canone fisso di circa € 85.000 / anno, dall’altro comporterà una serie di cambiamenti sui quali crediamo si debba ragionare:

la gestione del centro di Crusinallo passerà di mano, facendo scendere il numero dagli attuali 68 profughi a 50;

il centro in via De Angeli continuerà con l’attuale gestione privata dei 30 profughi, dove il Comune non può dire alcunché, visto che gli accordi sono diretti tra Cooperativa e Prefetto;

Da Gennaio ha aperto un nuovo centro gestito da privati presso l’Ex albergo Vittoria, dove, anche qui, il Comune non avrà diritto di parola e dove si prenderanno in carico altri 40 profughi.

Di fronte a queste novità il Centro Destra Cittadino si è mobilitato per fomentare demagogia e scontro sociale invitando una televisione nazionale sul tema e dando della Nostra Città un’impressione del tutto distorta, danneggiando quel rilancio d’immagine e anche turistico, che chi governa, insieme ai propri cittadini, sta portando avanti da tempo. Per qualcuno forse quanto visto è stato un successo personale: noi diciamo che vedere infangare Omegna è stato un dolore, anche perché, oltre alle falsità che gli hanno permesso di dire, si sono sfruttate persone con grosse difficoltà, che il Comune e gli enti Sociali seguono e conoscono da tempo.

Il Partito Democratico vuole invece essere attore di concreto miglioramento e intende esprimere alcune preoccupazioni e proporre alcune soluzioni.

Assodato che la gestione di 120 Profughi in una città di 16.000 abitanti non deve e non può spaventare nessuno e convinti del fatto che anche altri Comuni della Provincia dovrebbero essere più solidali con quanto sta accadendo, come Partito Democratico Circolo di Omegna confermiamo l’appoggio alla scelta dell’amministrazione di contribuire ad aiutare chi oggi scappa da guerre e fame, evidenziando peraltro come sia assurdo che una Città non possa avere potere decisionale sulla scelta dell’utilizzo di un edificio (anche privato) nel suo centro storico.

Dall’altra parte però pensiamo anche che quest’ultima fase poteva essere gestita in maniera diversa, sforzandosi di trovare una soluzione che non compromettesse un importante opportunità di sviluppo come di fatto è avvenuto, così come pensiamo di debba fare uno sforzo più incisivo per favorire nuovi insediamenti turistici in Città.

E per questo chiediamo:
che l’amministrazione continui a mantenere un presidio attento e presente sulle gestioni dei 3 centri, pur se gestiti integralmente dai privati con rapporto diretto con la Prefettura: per la sicurezza dei nostri cittadini e per rispetto dei profughi stessi;
creando condizioni sempre più agevoli e semplici affinché i richiedenti asilo possano eventualmente essere abilitati come volontari a favore di interventi di decoro pubblico;
collaborando fin d’ora insieme ai soggetti privati coinvolti nella gestione dei profughi, sulla possibilità di trovare strade utili allo sviluppo Turistico di Omegna, questo perché una struttura strategica come l’Ex Hotel Vittoria, non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione di farla diventare una struttura recettiva non appena possibile;
che si sensibilizzi il Prefetto a cercare, per quanto difficile, soluzioni che portino per il futuro a una più equa distribuzione dell’accoglienza sul territorio Provinciale nel rispetto di una Città, la nostra, che ha già dato molto sul tema;
che si destinino gli 85.000 euro annui che il Comune incasserà grazie all’accoglienza dei profughi: in parte ad ulteriori interventi di sostegno a cittadini bisognosi, in collaborazione col mondo del volontariato e come tanti peraltro già sono svolti dalle varie associazioni cittadine e dal CISS come le risorse destinate dal Comune;
in parte per iniziare un percorso di agevolazioni fiscali cospicuo a favore dei nuovi insediamenti turistico ricettivi che volessero costituirsi in Città.

Dobbiamo incentivare gli investimenti privati nella Nostra Città e per farlo l’utilizzo di queste risorse deve essere sono l’inizio di quella che riteniamo debba essere una priorità assoluta di quest’amministrazione!

Per quanto riguarda le notizie di questi giorni sulla possibilità di avere un’università islamica a Omegna,crediamo che questo tipo di argomenti devono essere affrontati senza barriere ideologiche, ma è altrettanto vero, che trattandosi di progetti sul futuro di Omegna, nulla può essere dato per certo, senza prima aver condiviso l’idea con la Città e in particolar modo con chi governa.

Dalle prime indiscrezioni che abbiamo avuto modo di leggere e reperire con i Nostri contatti, siamo ben lontani da una presa d’atto e quindi, restiamo in attesa di sapere quale può essere l’opportunità per Omegna, al fine di valutare la bontà del progetto o meno.

Segreteria PD Omegna

Il senatore del PD Ichino a Domodossola lunedì 18 gennaio

Sen. Pietro ichino
Sen. Pietro ichino

Lunedì 18 gennaio alle ore 17,30 preso l’Hotel Corona a Domodossola,  incontro con il senatore del gruppo PD Pietro Ichino. L’occasione sarà la presentazione del libro “Il lavoro ritrovato” e si discuterà della riforma del mercato del lavoro”.
“Incontro per cogliere la portata riformista che sta connotando l’azione del governo Renzi e sta conducendo il Paese attraverso una stagione di profonda trasformazione- spiegano Roberto Munizza e Davide Pozzo – per cogliere le ragioni del cambiamento e comprendere la necessità delle riforme in atto, riteniamo importante creare occasioni che permettano di ascoltare e confrontarsi sui temi del rinnovamento politico e culturale di cui il Paese crediamo abbia bisogno.
Organizzano l’associazione “Adesso!PerDomo” insieme all’associazione “Cittadini per Domodossola”.

Ulteriori tagli ai costi della politica in Piemonte

tagliLa Regione Piemonte taglia ancora i costi della politica approvando una proposta di legge del Pd che produrrà risparmi per quasi 11 milioni. Il via libera questa sera in Commissione Bilancio, riunita in aula in sede legislativa.
“Era un impegno che ci eravamo assunti come maggioranza e lo abbiamo mantenuto”, commenta il segretario regionale del Pd e capigruppo a Palazzo Lascaris, Davide Gariglio, primo firmatario del provvedimento. “Il Piemonte – rimarca Gariglio – è tra le prime Regioni ad approvare una legge che anticipa la riforma costituzionale in discussione in Parlamento, che equipara il trattamento economico del consigliere regionale a quello del sindaco del capoluogo”.
Il risparmio sarà di 10 milioni e 891.750 euro a legislatura, di cui 5 milioni e 949.600 sul trattamento economico dei consiglieri, un milione e 20 mila sul funzionamento dei gruppi consiliari, tre milioni e 922.150 sugli staff di Giunta e Consiglio regionale.
Dal testo originariamente proposto dal Pd è stata stralciata la parte relativa al trattamento previdenziale dei consiglieri. La legge riduce l’indennità di carica del consigliere regionale da 5.940 a 5000 euro (lordi) a cui si aggiunge il rimborso, che passa da 4.050 a 3.500 euro. Quanto alla previdenza, tema oggetto di trattativa con l’opposizione, “la maggioranza – afferma Gariglio – riconosce il problema per coloro a cui non viene riconosciuto alcun contributo”. Ma per il momento, sottolinea, è stato deciso di approfondire con gli uffici tecnici regionali e con l’Inps, rinviando le scelte. Il provvedimento, conclude Gariglio, “è stato approvato in tempi brevi, raggiungendo l’obiettivo di risparmio prefissato, con un lavoro serio e approfondito, grazie alla collaborazione di tutti i gruppi”.

REFERENDUM, COSTRUIAMO I COMITATI PER IL SÌ PER UN’ITALIA PIÙ SEMPLICE E PIÙ FORTE

costituzione“Con il voto di ieri della Camera, è stato completato il primo dei due passaggi parlamentari previsti per le modifiche costituzionali.
Si tratta di un rilevante processo di riforma, che modifica diversi articoli della seconda parte della Costituzione e che tornerà in Parlamento per l’ultima lettura per essere poi sottoposto al referendum popolare. In questa direzione, credo che tutte le forze autenticamente riformiste, di varia estrazione ed ispirazione, e i mondi della società civile che credono ad un Paese più moderno, si debbano unire per costruire i Comitati per il Si’ in vista dell’appuntamento elettorale diottobre nel quale i cittadini i saranno chiamati ad esprimersi sulla più importante riforma della nostra Carta Costituzionale dal varo della Repubblica.Sono a disposizione di tutti i cittadini, singoli ed organizzati, che fossero interessati a far parte del Comitato per il Sì e che invito sin d’ora a segnalarmi la loro eventuale disponibilità via mail ainfoenricoborghi@gmail.com. Dobbiamo aprire una grande discussione nel Paese, perché le scelte che stiamo facendo sono importanti per il nostro futuro, e ogni cittadino deve essere informato e consapevole per esercitare il proprio diritto fondamentale di voto su un argomento così delicato. Riforma e partecipazione devono essere i nostri obiettivi“.
Lo dichiara in una nota l’onorevole Enrico Borghi, capogruppo del Pd in commissione ambiente, territorio e lavori pubblici a Montecitorio, che ieri in aula ha votato a favore della riforma costituzionale che ha raccolto 367 voti favorevoli, 194 contrari  e 5 astenuti.

Ecco una sintesi della principale modifiche, sulle quali sarà chiamato ad esprimersi il corpo elettorale.

Fine del bicameralismo paritario. Una sola Camera, quella dei deputati, darà la fiducia al Governo e, salvo alcune materie, svolgerà la funzione legislativa esclusiva. Il Senato sarà più snello e avrà competenze solo su leggi costituzionali, leggi sugli Enti locali e trattati internazionali.

Iter legislativo semplificato. L’iter di approvazione di una legge avrà tempi certi e ridotti. Meno decreti legge e priorità ai disegni di legge del Governo considerati essenziali per attuare il programma.

Il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori (contro i 315 attuali), di cui 95 eletti e 5 nominati dal Presidente della repubblica. Tra i 95 senatori eletti, 74 saranno votati da parte dei consiglieri regionali e provinciali tra i consiglieri stessi, mentre 21 saranno votati, sempre dai consiglieri regionali e provinciali, trai i sindaci. I 100 senatori non  avranno indennità

Nuovo rapporto tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda le rispettive competenze legislative. L’autonomia delle Regioni sarà legata alla correttezza dei bilanci: sarà maggiore per quelle con i conti a posto mentre in caso di accertato grave dissesto finanziario, Regioni ed enti locali potranno essere commissariati dallo Stato centrale.

Aboliti Cnel e Provincie. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e le Provincie vengono definitivamente cancellati dalla carta costituzionale.
Novità sui referendum.  Modificati i quorum di validità del voto per i referendum abrogativi: il quorum resta la maggioranza degli aventi diritto se la proposta di abrogazione è presentata da 500.000 firme, mentre scende alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei Deputati se la proposta è presentata da 800.000 firme. Introdotta anche la possibilità di indire referendum popolari propositivi e d’indirizzo e altre forme di consultazione popolari oggi non previsti costituzionalmente. La legge ne indicherà poi i metodi concreti di attuazione.

Leggi di iniziativa popolare. I regolamenti parlamentari dovranno garantire forme e tempi certi sia della discussione che della deliberazione sulle proposte di legge di iniziativa popolare, che dovranno essere presentate da 150.000 elettori.

Vincolo di trasparenza in costituzione. Inserito nell’articolo 97 della Costituzione l’obbligo di assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell’amministrazione.

Elezione Presidente della Repubblica. Modificato il quorum per la sua elezione:  è richiesta la maggioranza dei due/terzi del parlamento in seduta comune (ma senza i delegati regionali) nei primi tre scrutini, dei tre/quinti dal quarto al sesto scrutinio e la maggioranza dei tre/quinti dei votanti dal settimo scrutinio in poi.

Corte Costituzionale. Introdotto il giudizio preventivo di costituzionalità per le leggi elettorali e modificata la modalità di nomina dei giudici costituzionali: tre saranno eletti dalla Camera e due dal Senato.

Tagli ai costi della politica. Eliminati i rimborsi pubblici ai gruppi politici regionali e stabilito un tetto agli stipendi di Presidenti e consiglieri regionali, che dovranno essere pari o inferiori a quello dei sindaci dei Comuni capoluogo di Regione.