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PD Omegna: un nuovo gruppo dirigente per ripartire con più slancio

Alessandro Buzio, Assessore Comune di Omegna
Alessandro Buzio, Assessore Comune di Omegna

Alessandro Buzio spiega come è nata la decisione di azzerare le cariche interne al Pd di Omegna.
Manca ormai un anno e mezzo alle prossime elezioni comunali ad Omegna ed è tempo di bilanci. Da parte nostra, come Pd, dopo aver duramente lavorato per mettere in ordine e in sicurezza i conti del Comune, è ora di concretizzare tutto quello che abbiamo messo in cantiere.
Siamo consapevoli della estrema delicatezza di questo passaggio politico-amministrativo, è la prova più alta ed ardua del quinquennio e abbiamo il dovere di non mancare il bersaglio.
D’altro canto, però, non si può negare il fatto che in questo partito plurale esistano molti punti di vista diversi tra loro (in questa sede ogni riferimento al livello politico nazionale, regionale o provinciale, sarebbe fuorviante rispetto ad una corretta analisi politica che riguarda la nostra comunità) che, in quanto segretario, ho cercato in questi anni di mediare, non senza notevoli difficoltà, sia per tenere insieme il partito che la maggioranza. Questo compito di mediazione, col passare del tempo, è però diventato sempre più gravoso e preferisco ora avere la possibilità di esprimermi sul piano politico più liberamente.
Per questo motivo nell’ultima assemblea di circolo del 1 ottobre abbiamo deciso, concordemente, di azzerare ogni incarico di partito e di intraprendere la strada di un confronto sereno e ragionato al fine di giungere alla formazione di  un nuovo gruppo dirigente in grado di pilotare il partito e l’amministrazione comunale al meglio fino alla primavera 2017.
Penso sia giusto rimanere a disposizione di amministrazione e partito ben sapendo che, più che per i problemi interni al partito o alla maggioranza, saremo giudicati sui fatti dagli omegnesi.
Credo in ogni caso che il PD omegnese dovrà dimostrarsi in grado di salvaguardare la propria autonomia rispetto all’amministrazione comunale e che comunque dipenderà solo da quest’ultima e dalla maggioranza che la sostiene portare a compimento gli obiettivi che ci siamo proposti. Esemplifico alcuni obiettivi, tra i tanti, per necessità di sintesi e priorità d’agenda:
1.    Personale comunale: ridurre la conflittualità con l’amministrazione e chiudere la partita della produttività
2.    Emblematico Cariplo: attuazione ragionata e condivisa a livello esecutivo
3.    Caso TERNA: interramento elettrodotto di Agrano
4.    Implementazione ricettività turistica (campeggio, ostello etc…)
5.    Lavori pubblici (illuminazione pubblica, pulizia, manutenzione di strade e piazze con particolare riferimento al centro urbano particolarmente degradato: es.: piazza Beltrami, via tito speri etc..)
6.    Unione Montana dei Comuni tra Omegna, Casale CC, Gravellona e Baveno: necessità di unificare i servizi comunali come esempio del ruolo che vuole e può avere Omegna sulle tematiche dell’area cusiana e provinciale
Alessandro Buzio
Segretario pro tempore PD Omegna Cusio

Rispetto al Consiglio Comunale di ieri sera

palazzo FlaimRispetto ai fatti del Consiglio Comunale di ieri sera è importante fare alcune precisazioni.

Una maggioranza deve sempre garantire il numero legale in Consiglio Comunale e quanto accaduto ieri segnala un problema che va affrontato e risolto con prontezza e decisione. Il gruppo e la segreteria che rappresento dovranno al più presto prendere decisioni in merito per evitare che situazioni spiacevoli come quella di ieri sera accadano nuovamente.

La minoranza ha giocato il proprio ruolo mettendo in scena il più antico tra i “teatrini” della politica. Far mancare il numero legale per fermare i lavori del Consiglio: nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Paladini della nuova politica che utilizzano metodi dal sapore antico. Qualcuno potrebbe dire che ognuno gioca la sua parte in Consiglio; è certo però che i rappresentanti della città non dovrebbero giocare.

I temi all’ordine del giorno erano importanti: il futuro di Casa Ceretti, interventi a sostegno del reddito, progetti a sostegno delle politiche giovanili in città, ristrutturazioni di scuole ed altre importanti iniziative. La minoranza con la sua assenza ha impedito il procedere di queste azioni, configurando così più un danno alla città che al nostro gruppo politico.

L’assenza di alcuni Consiglieri del Partito Democratico è da imputare a mere ragioni organizzative e non vi è alcuna logica politica alla spalle o assenza strategica per segnalare un dissenso, è comunque un fatto rilevante, che capita in ogni ciclo amministrativo, e che come ho già detto, non dovrà ripetersi.

Su alcuni giornali locali sono state attribuite al Sindaco dichiarazioni nelle quali si addosserebbe la colpa di quelle assenze al Capogruppo Lo Duca e al sottoscritto. Avendo affrontato con la stessa la questione sono certo che non si tratti di dichiarazioni autentiche ma di libere interpretazioni, ma so invece che né io né Lo Duca avremmo potuto evitare quanto accaduto poiché non siamo stati avvisati da alcuni Consiglieri rispetto alla loro assenza avvenuta per ragioni personali all’ultimo momento.

Detto ciò è sicuramente vero che la responsabilità politica della conduzione del gruppo PD e del Partito in città ricade sulle nostre spalle e su nessun altro, ed è quindi evidente che useremo questa responsabilità per prendere tutte le decisioni che riterremo opportune per superare questa situazione, in piena condivisione con il gruppo e con la segreteria che rappresento, ma anche nella piena autonomia che i nostri ruoli ci garantiscono.

Riccardo Brezza
Segretario PD Verbania

Bosnia,l’Europa di mezzo…..l’ultimo libro di Marco Travaglini

travaglini marcoBosnia,l’Europa di mezzo.Viaggio tra guerra e pace, tra Oriente e Occidente” è il titolo dell’ultimo libro di Marco Travaglini, da qualche giorno nelle librerie.
Il volume è edito da Infinito, con la prefazione degli storici Gianni Oliva  e Donatella Sasso. Infinito edizioni è ormai la realtà editoriale italiana più attenta ai Balcani, e in particolare alla Bosnia Erzegovina. Per dimostrarlo, la casa editrice ha preparato un autunno/inverno ad altissimo livello per i lettori appassionati di vicende balcaniche e per chi voglia finalmente avvicinarsi all’argomento.
Il libro di Travaglini è il primo di questa nuova fase. Vent’anni fa finiva la guerra in Bosnia, lasciando cumuli di macerie e tanti, troppi morti. Questo reportage racconta la pace che ha fatto seguito alla guerra in Bosnia Erzegovina. Una pace imperfetta, fatta di prevaricazione e di giustizia negata, di dolore e di speranze strappate via dal disastro di una quotidianità spesso fatta di umiliazioni e privazioni.
Ma narra anche la vicenda di tante persone e la storia di un innamoramento, quello dell’autore per la Bosnia, e di un profondo desiderio di capire non solo le ragioni del conflitto, ma anche la forza enorme che permette al popolo bosniaco di non scomparire.
Marco Travaglini ha scritto un taccuino di viaggio pieno di partecipazione emotiva, attento a cogliere i luoghi, i personaggi, le storie individuali e collettive; ma ha anche scritto un libro pieno di spunti per riflettere sul presente, per comprendere che ogni crisi ha le sue specificità e, insieme, i suoi denominatori comuni. Un bel modo – secondo Gianni Oliva, uno dei più autorevoli studiosi del Novecento –  per fare ‘storia del passato’ facendo contemporaneamente ‘educazione al presente’”. Anche per Donatella Sasso, scrittrice e storica dell’Istituto Salvemini “questo libro costituisce una narrazione unitaria in grado di raccordare il tempo di guerra con il presente, gettando semi di speranza e rinsaldando frammenti di memoria”. Discorso importante perché la guerra di Bosnia ci ha lasciato tante lezioni ma due, attualissime, vanno ricordate. La prima riguarda l’atteggiamento della comunità internazionale: la pace non si mantiene inviando truppe di peace enforcing a occupare un Paese in fiamme; la pace si mantiene intervenendo prima dell’irreparabile, aiutando i Paesi in difficoltà a risollevarsi, disinnescando le tensioni che generano conflitti. La seconda lezione è la propaganda.
Va prestata grande attenzione alle parole e al loro uso, soprattutto da parte di chi ha responsabilità e visibilità pubblica. Gli odi etnici hanno trovato alimento nell’uso disinvolto delle accuse e delle ingiurie. Ci sono analogie inquietanti con i linguaggi dei nostri giornali. Anche per questo “Bosnia, l’Europa di mezzo” è un libro utile, importante che, oltre a  far conoscere e riflettere, aiuta a non dimenticare che vent’anni fa tornavano nel cuore dell’Europa, a qualche chilometro da casa nostra, i campi di concentramento, gli assedi alle città, il genocidio e i profughi. Molte domande sollevate da quelle guerre sono rimaste aperte, e molte lezioni rimangono ancora da capire. Perché le guerre in ex-Jugoslavia non parlavano del loro passato nei Balcani ma del nostro futuro in Europa.

Esternalizzazione del forno crematorio

flaimIl via libera di mercoledì 23 settembre del Consiglio Comunale alla esternalizzazione del forno crematorio ubicato al cimitero di Pallanza è la conclusione di un ragionamento che prende atto da un lato della necessità di investire in maniera importante su una seconda linea, tecnologicamente avanzata, destinata a sostituire quella esistente (avviata a fine servizio e con crescenti problemi di tenuta tecnica e ambientale) nonché dell’opportunità di migliorare in maniera significativa l’offerta di spazi deputati ai servizi annessi al forno (sala commiato, camera delle celle frigorifere, ecc..); dall’altro della difficoltà di reperire fondi attraverso l’indebitamento per effettuare investimenti (causa un patto di stabilità fortemente limitante).

In funzione della scelta del Consiglio, la Giunta valuterà l’affidamento tramite project financing.

Attraverso questo strumento del Codice degli Appalti sarà selezionata la proposta di finanza effettuata dal soggetto privato che avrà convinto di più in termini di: investimento nella realizzazione dell’opera; proposta di gestione della stessa; riconoscimento al Comune di entrate attraverso il versamento di parte dei ricavi effettuati; contenimento dell’impatto ambientale; mantenimento, nonché eventuale incremento, della forza lavorativa coinvolta attualmente nel servizio.

Oggi il forno crematorio è  un’opera che funziona in parte (problemi tecnici ne hanno ridotto fortemente le attività) producendo oltre i suoi costi  ma andando a trovarsi  avanti ad un deterioramento progressivo e un impatto ambientale crescente mentre l’offerta privata dei forni crematori si modifica e fa della specializzazione e di alte competenze tecniche i pilastri per resistere nel tempo.

Quindi la domanda è: il Comune deve investire direttamente in opere ad alto impatto tecnologico (con i limiti dettati dalla difficoltà ad indebitarsi) e nel reclutamento e nella formazione di personale specializzato, o sapere mettere le condizioni perché le imprese investano da noi dando in cambio ritorni di natura sociale (lavoro)  ed economica (pagamento dei diritti sui ricavi)?

Entrambe le possibilità meritano attenzione e considerazione.

La prima soffre di un punto di partenza svantaggiato: i rischi legati alla finanza pubblica messa alle strette e la necessità di sviluppare un settore che si modifica fortemente nel tempo senza avere, al momento, le stesse competenze del privato. La seconda ci convince perché offre la visione di un Comune che, delegando la gestione alle imprese, libera risorse (soprattutto umane) per la programmazione ed il controllo delle attività sul territorio.

Su questo vogliamo concentrare l’attenzione e plasmare quella che potrà essere la macchina comunale del futuro. Un soggetto che investe nei processi organizzativi e informatici nonché nel reclutamento e nella formazione di personale specializzato allo scopo di divenire un organismo amministrativo sempre più capace di sviluppare opportunità nel rispetto di regole condivise e verificate.

Quello del forno crematorio, storicamente assicurato ai cittadini verbanesi e non solo, riteniamo sia un servizio di cui non dovere privarci. La gara dovrà porre paletti favorevoli alla migliore collocazione sul mercato. Da qui partono la programmazione ed il controllo e qui, insieme all’amministrazione, vogliamo contribuire ad assicurare il processo migliore possibile.

Davide Lo Duca
Capogruppo Pd Verbania

Unificazione delle Prefetture: no alla difesa delle “poltrone”, sì al miglioramento dei servizi

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

La riforma degli uffici decentrati dello Stato è una riforma che, come tante altre in questo paese, è oggetto di discussione da anni ma che, per un motivo o per un altro, non si è mai concretizzata.
Le articolazioni periferiche dello Stato in questi decenni sono aumentate anche a causa dell’istituzione di nuove province. E’ evidente che nel momento in cui lo Stato rimette mano alle amministrazioni provinciali, alla loro natura, questo porti come logica conseguenza a un ridisegno anche degli uffici statali.
E’ utile ricordare la storia delle prefetture nate con Napoleone e finalizzate a garantire la presenza dello Stato centrale e del Governo in tutte periferie e in tutti i territori anche i più lontani.
Nell’epoca di internet, dove gli spazi e i tempi si sono ristretti, dove la pubblica amministrazione sta, se pur a fatica, digitalizzandosi, pensare di consolidare una rete statale organizzata con la stessa logica di quella ottocentesca, sarebbe un grosso errore e un conseguente disservizio per i cittadini.
In questi anni, tutte le istituzioni locali sono state oggetto di riforme, molte delle quali sono ancora in via di definizione, come quelle riguardanti i comuni, le comunità montane e le province.
Siamo convinti che sia naturale e doveroso che anche lo Stato e gli uffici statali decentrati affrontino il tema di una loro ristrutturazione.
Detto ciò, capiamo le preoccupazioni dei lavoratori, ma è evidente che si parla di posti di lavoro che non saranno soppressi, nessuno perderà il lavoro, pur comprendendo gli eventuali disagi per chi cambierà posto di lavoro, e garantendo l’impegno di tutti affinché sia trovata una soluzione idonea e meno problematica possibile.
Rileviamo inoltre che la “specificità montana” del VCO, richiamata da alcuni per difendere la Prefettura, non può essere sempre usata nel tentativo di preservare sempre e comunque la struttura dei servizi così come sono.

Crediamo che la “specificità montana” debba diventare uno strumento utile per il territorio se questa ci permetterà di avere più autonomia decisionale e risorse da investire per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani e le imprese. Se, invece, diventa il grimaldello per salvaguardare tutti gli uffici statali e parastatali dislocati sul territorio, la specificità si trasformerebbe solo in uno strumento di assistenzialismo stile prima repubblica.
In questo momento di trasformazione crediamo sia necessario concentrarsi non sulla difesa di ogni cosa, a partire dalla Prefettura, ma su ciò che maggiormente serve a questo territorio, ricordando che l’opinione pubblica in questi anni ha sempre spinto nella direzione di una riforma che oltre a portare a un risparmio, fosse finalizzata al miglioramento del servizio.
Come ha scritto l’On. Enrico Borghi, per questo territorio montano è forse più importante mantenere il comando dei Vigili del Fuoco e, magari, battersi per quei servizi e “sportelli” di alcuni uffici della prefettura che hanno più contatto con i cittadini.
Non possiamo continuare a invocare le riforme e poi, quando queste toccano noi in prima persona, chiedere una deroga.

La responsabilità del Governo e del Partito Democratico che oggi è guida nel paese è di avere come obiettivo il bene comune e di trasformare un paese che per troppo tempo è stato immobile nella speranza che poi le cose tornassero come prima.

Antonella Trapani
Segretario provinciale PD VCO

Corsi universitari a distanza per Fare Politica

fare-politica-locandinaContinua l’impegno del Partito democratico nel campo della formazione politica: prende ora il via un’importante e innovativa iniziativa nel campo della formazione a distanza.
Per la prima volta in Italia un partito politico, il nostro, ha deciso di collaborare con una università, per varare un programma di formazione a distanza per dirigenti, amministratori, iscritti, militanti e appassionati di politica.

www.partitodemocratico.it/formazione/fare-politica/

La formazione delle classi dirigenti, a ogni livello, è una esigenza urgente della politica di oggi. Per il PD è da sempre una priorità. Certo, strumenti e modalità devono essere ripensati e messi al passo coi tempi, ma la politica contemporanea ha più che mai bisogno di cultura e competenze quanto più possibile diffuse e profonde.

Grazie all’interesse e alla disponibilità di Unitelma, università telematica de La Sapienza, è stato possibile per il PD stipulare una Convenzione che permetterà agli iscritti al partito di partecipare, a condizioni vantaggiose, a percorsi formativi di alto livello pensati per fornire competenze e conoscenze specifiche per chi già svolge o vuole avvicinarsi all’attività politica.

All’inizio del 2016 prenderanno il via due corsi di formazione a distanza.

Il primo corso di formazione, dal titolo “Conoscere la politica. Cultura e organizzazione”, è aperto a tutti i diplomati, ha la durata di un quadrimestre e prevede il conseguimento di 15 Crediti Universitari Formativi.

Il secondo percorso, dal titolo “Fare politica. Cultura, democrazia, partecipazione”, è un Master di primo livello, riservato dunque ai laureati in qualunque disciplina. Di durata annuale, prevede il riconoscimento di 60 Crediti Universitari Formativi.

È importante sottolineare il carattere sperimentale e innovativo di questa iniziativa, che non ha precedenti nel panorama dell’offerta formativa degli Atenei italiani.

Il programma è infatti articolato in moduli tematici che accanto alle questioni teoriche analizzano esperienze e best practices, usufruendo di contributi e testimonianze politiche di riconosciuta competenza.

Sul sito web di Unitelma Sapienza, è già possibile effettuare una preiscrizione sia al corso di formazione (http://www.unitelmasapienza.it/fai-la-tua-scelta/corso-di-formazione/conoscere-la-politica) che al master (http://www.unitelmasapienza.it/fai-la-tua-scelta/master/fare-politica-cultura-democrazia-e-partecipazione) e usufruire di particolari agevolazioni in caso di iscrizioni di gruppo (minimo 3 persone). Tutti i preiscritti riceveranno comunicazione della data di inizio dei corsi.

L’iscrizione va effettuata esclusivamente online sul sito dell’Università e, per chi lo desidera, si può darne comunicazione scrivendo aformazione@partitodemocratico.it

Speriamo davvero che questa iniziativa possa incontrare l’interesse di tante democratiche e democratici e che possa rappresentare sempre più in futuro un valido strumento per una formazione continua, diffusa e qualificata.

Link al volantino di Unitelma http://www.partitodemocratico.it/gCloud-dispatcher/4213c18a-5fbf-4e27-babd-798aa4beaa8a