Comunità montane: le proposte sconcertanti del Governo. La Lega tace.

image Gli sconcertanti annunci circa la volontà del Governo nazionale di voler sopprimere le Comunità Montane sono per noi inaccettabili e non ci stupiscono più di tanto.
Vogliamo ricordare, infatti, che l’anno scorso durante la discussione della legge finanziaria quando è stato posto il tema della riduzione del numero delle Comunità Montane il centro-destra, allora all’opposizione, aveva presentato un emendamento che ne indicava la totale soppressione.
Come centro-sinistra ed in particolare come Partito Democratico ci siamo opposti e battuti anche contro un “governo amico” ed abbiamo sostenuto il progetto che la riduzione di questi enti non possa essere imposta nella legge finanziaria ma con una legge regionale che entrasse nel merito delle tante “diversità” e che riformasse non solo gli ambiti, ma anche funzioni e modalità di elezione.
Abbiamo anche presentato una proposta coraggiosa di riforma mentre altri, il centro-destra, non ha fatto altro che tentare di cavalcare i tanti particolarismi pensando in questo modo di costruire consenso. (continua)
 Oggi mentre nella commissione regionale si lavora per una legge che faccia risparmiare ma che riformi il sistema assegnando funzioni e spingendo verso l’associazionismo tra i Comuni, affinchè il sistema locale recuperi efficienza ed efficacia, il governo nazionale spara nel mucchio.
Noi ci opponiamo e chiediamo coerenza, almeno la stessa che noi abbiamo dimostrato nei mesi scorsi.
Sorprende soprattutto il “silenzio” della Lega Nord e del suo parlamentare locale Montani che non rilascia dichiarazioni ma rinvia all’On Cota.
Sorprende perché dove sta tutto il coraggio della Lega nel difendere la marginalità territoriale e il federalismo?
E che dire del senatore Montani che dimostra di non avere idee o poco coraggio?
Ognuno giudichi i fatti.

Aldo Reschigna e Marco Travaglini (consiglieri regionali PD)
ed Esecutivo PD VCO
 
 

Incontro tra Borghi e Berlusconi

image Incontro ieri a Palazzo Chigi tra il premier Berlusconi e il presidente dell’Unione Nazionale Comuni e Comunità Montane, l’ossolano Borghi. Un colloquio per sottoporre al Presidente del Consiglio la richiesta dell’Uncem di istituire un tavolo di coordinamento con Governo e Regioni, “per garantire – dichiara Borghi – omogeneità al processo in corso di riordino delle comunità montane, banco di prova di un federalismo solidale e responsabile nel pieno rispetto del ruolo delle autonomie locali”. Alle regioni è stata delegata la riforma delle comunità montane attraverso una normativa che dovrà passare il vaglio dei consigli regionali entro fine mese se si vuole evitare l’applicazione di criteri più restrittivi. Si mira a una riduzione nel numero delle comunità montane per agire un taglio sui costi della politica. l’Uncem valuta positivamente il riordino che vede impegnate le regioni, seppure con una quadro di luci ed ombre sulle quali “occorre – dice Borghi – ancora lavorare”. Nel VCO e Novarese la bozza di disegno di legge regionale, ancora lontana da una forma definitiva, le ridurrebbe da 10 a 6, con degli accorpamenti – come sapete – da molti contestati. (da Tele Vco).