Massimo Nobili: con CESA srl, meno due. Subito un tavolo per verificare la situazione di tutte le partecipate pubbliche.

La messa in liquidazione di Cesa srl (società al 95% pubblica, controllata da Saia) con il pericolo che ventisei dipendenti perdano il lavoro è l’ennesimo segnale inequivocabile delle enormi difficoltà in cui versano le società e le aziende controllate da soggetti pubblici nel nostro territorio.
Cesa srl è la seconda società messa in liquidazione guidata per più anni dal presidente della Provincia Massimo Nobili. Infatti, oltre a questa (Nobili era presidente di Cesa sino a poco tempo fa) quella da Lui amministrata nella sua città (la SPL a Omegna) è colata a picco nel Lago già qualche tempo fa (e con la società i dipendenti).
Con largo anticipo avevamo segnalato la difficoltà in cui versava l’azienda ma a nulla sono valse le nostre parole e le nostre richieste. Ovviamente ci domandiamo: in un altro paese “civile” un presidente della provincia che contribuisce alla messa in liquidazione di due società pubbliche che fine fa? Rimane Presidente o prende atto del suo clamoroso fallimento?
Questo ennesimo grido di allarme- afferma Antonella Trapani segretario provinciale PD VCO – deve portare immediatamente alla costituzione di un tavolo provinciale in cui tutti i soggetti proprietari di società pubbliche nel VCO, assieme ai partner privati e alle parti sindacali, discutano velocemente e alla luce del sole della situazione economica delle diverse società, della verifica della loro “mission”, della necessità della loro esistenza e degli interventi necessari per una loro razionalizzazione. Troppo tempo si è perso. Ed il rischio che altre società seguano questo destino è reale.”

Ufficio Stampa

Bartolucci vince le primarie di Villadossola

Marzio Bartolucci vince le primarie civiche e così a fine maggio si presenterà davanti a tutti gli elettori per chiedere la conferma alla carica di sindaco di Villadossola anche per i prossimi cinque anni.
Finisce 68.5% a 31.5%, ma soprattutto segna una grande, anzi grandissima partecipazione. Sono stati ,infatti, 928 i cittadini di Villa che hanno sfidato la pioggia per esprimersi sul prossimo candidato a sindaco, segno che anche in un momento molto complicato della vita politica, i cittadini quando sono chiamati ad esprimersi, rispondo in modo massiccio.  Tanto per capire la dimensione, alle primarie del 25 novembre avevano partecipato 328 cittadini, mentre alle passate elezioni comunali nel 2008, votarono 4844 cittadini.
Infine, la percentuale ottenuta dal sindaco Bartolucci testimonia l’ottimo lavoro fin qui svolto dalla sua amministrazione e infonda morale e coraggio per affrontare con la dovuta grinta le elezioni comunali.

Cota vuole vendere ospedali per creare fondo immobiliare. Assurdo.

“La Regione intende vendere gli ospedali per fare cassa e ripianare i debiti della sanità”.
A lanciare l’allarme è il Partito Democratico in una conferenza stampa tenutasi ieri giovedì 22 marzo (guarda il video) “Cota intende creare un fondo immobiliare – denuncia il capogruppo regionale Aldo Reschigna e il segretario provinciale Antonella Trapaniche sia al 60 percento della Regione e al 40 dei privati in cui confluiscano tutte le strutture ospedaliere e i poliambulatori. Una proposta che giudichiamo assurda e antieconomica, perché poi la Regione dovrà pagare l’affitto per usare gli ospedali, oltre ai costi di gestione del fondo. Il che non farà che ricadere sui servizi“.
Sull’argomento la giunta ha assegnato uno studio a un consulente, Ferruccio Lupi, sulla fattibilità del fondo immobiliare, per il quale era stata già approvata l’anno scorso una legge ad hoc. “In questo momento – prosegue Reschigna – stanno cercando l’advisor. Il valore del fondo sarebbe di 650 milioni. Vogliamo fermarli finché siamo in tempo“.
Un’altra iniziativa riguarda l’intenzione di utilizzare 300 milioni dei fondi Fas, destinati a investimenti nelle infrastrutture, per ripianare i debiti di sanità e trasporti: “un’assurdità bloccare lo sviluppo del Piemonte in questo momento – aggiunge Reschinga -. Nei fondi Fas ci sono i 4 milioni per il Pti che l’altro giorno il presidente Nobili ha presentato ma che al momento è bloccato; la funivia del Mottarone e un bando per l’innovazione cui era Interessata la Lagostina“.

Pagamenti della pubblica amministrazione: il PD con Borghi interviene in Parlamento

La situazione dei comuni italiani e’ giunta ad un tale livello di insostenibilita’ che se non vengono trovate subito delle soluzioni il rischio e’ il collasso dell’intero settore. 
L’allarme arriva dal Partito Democratico che ha depositato una proposta di legge in Parlamento, di un solo articolo, con la quale chiede una riduzione della manovra proporzionata alle giacenze di cassa dei comuni. Con essa si chiede di consentire i pagamenti in conto capitale nel limite massimo del 26 per cento dei residui passivi” che corrispondono a 13 miliardi che sono nelle casse dei comuni.
In una conferenza stampa a cui hanno preso parte i 15 firmatari della proposta ( Rughetti, Famiglietti, De Menech, Bonifazi, Guerini, Guerra, Legnini, Lotti, Magorno, Nardella, Pastorino, Richetti, Borghi, Boschi e Fragomeli) il Pd ha ventilato anche la possibilita’ di rendere piu’ spedite queste misure inserendole in un decreto legge.
Contemporaneamente, è stata depositata dagli stessi deputati una mozione con la quale si impegna il governo ad eliminare i comuni sotto i 5000 abitanti dal patto di stabilità.
Le aziende non ce la fanno più -commenta il deputato democratico Enrico Borghi e ora che anche dall’Europa arrivano finalmente segnali di apertura, il governo deve assolutamente procedere con grande speditezza consentendo ai comuni di spendere intanto da subito i fondi che sono già sui bilanci e che sono bloccati per meri motivi contabili. Poi occorrerà intervenire con i titoli di stato per il resto dei crediti, e rimodulare il patto di stabilità. Ma intanto occorre immediatamente intervenire con queste misure, che impattano positivamente sull’economia reale dei territori“.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Le dimissioni di Monferino sono il fallimento della riforma sanitaria e dell’intera politica di Cota.

Le imminenti dimissioni dell’assessore alla sanità regionale Monferrino rappresentano insieme il fallimento della politica sanitaria del centrodestra e dell’intera politica del suo presidente, Roberto Cota.
Monferino non è solo il tecnico cui Cota ha affidato il ridisegno della sanità regionale. E’ soprattutto l’uomo forte della Giunta, il plenipotenziario e braccio destro di Cota che, oltre che gestire in piena autonomia il settore centrale della Regione, decideva anche sul bilancio regionale.
La sua uscita dalla Giunta sancisce la sconfitta e la debolezza di un presidente capace solo di minacciare le dimissioni di fronte alle forti richieste della sua maggioranza di modifica della politica sanitaria.
La crisi della maggioranza è irreversibile. Non sarà un rimpasto di Giunta, senza tagli di assessori per accontentare l’una e l’altra fazione del centrodestra, a rilanciare su basi nuove il governo della Regione. Dal rimpasto uscirà una Giunta per vivacchiare, mentre i gravissimi problemi del bilancio e della sanità richiederebbero proposte forti e squadre determinate.
Le elezioni sono sempre più vicine. L’accanimento terapeutico per tenere in vita la Giunta Cota è la scelta più dannosa per il Piemonte.

Aldo Reschigna, capogruppo PD in consiglio regionale