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Contro la nuova centralina idroelettrica all’Alpe Devero: petizione online.

alpe Devero

Petizione popolare on line e cartacea contro la realizzazione di una centralina idroelettrica all’Alpe Devero da parte di una società di Monza. L’iniziativa è di un gruppo di operatori turistici, proprietari di case e frequentatori della zona, circa 200 persone in tutto, tra cui il consigliere provinciale del PD Stefano Costa. Per firmare la petizione cliccate qui.
<Toglierà acqua ai torrenti Devero e Sangiatto nella piana dell’Alpe, sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale per gli uccelli> denunciano.
<Il 22 settembre è previsto un sopralluogo tecnico> ha spiegato Anna Proletti, una portavoce del comitato <Formalmente non possiamo essere invitati – ha aggiunto – ma non potranno impedirci di essere presenti>.
A lanciare l’allarme con una missiva l’ex sindaco bacenese , oggi capogruppo di minoranza Stefano Costa. <Sono contrario al fatto che un privato possa proporre un progetto di questo tipo, che tra l’altro non ha sollevato alcuna presa di posizione politica> commenta. Ad ora esiste un Piano delle Acque commissionato nel 2006 dall’amministrazione Costa e realizzato e approvato dal Parco Veglia Devero. Il documento stabilisce che nel Parco e nella vicina zona di salvaguardia (questa pero’ è di competenza del Comune)  lo sfruttamento idroelettrico possa essere solo ad uso pubblico. <Per lo piu’ in ottica impianti sciistici e ristrutturazione del Cervadone> spiega Costa. Il documento non è pero’ mai stato approvato dall’amministrazione di Baceno. <Ma si potrebbe fare subito> conclude l’ex primo cittadino.

CO-VER IN CRISI: NON SI STIA A GUARDARE.

Abbiamo appreso che la Co-Ver Industrial ha depositato in tribunale a Verbania il concordato preventivo, il piano di salvataggio nei confronti dei creditori che se approvato consentirà all’azienda di continuare ad operare, altrimenti il rischio di un fallimento sarà reale.
Un’azienda, la Co-Ver Industrial, che non solo ha 226 lavoratori in pericolo, ma altre centinaia rischiano tra le aziende satellite del gruppo e le numerose aziende dell’indotto. Numeri enormi: infatti, la Co-Ver di fatto è tra le principali aziende di questo territorio.
La domanda che ci facciamo, data l’importanza occupazionale diretta ed indiretta che la Co-Ver ha sul nostro territorio, è: riusciremo a reggere ad un altro eventuale tracollo?
Quali conseguenze potrebbe avere sull’economia del Vco?
Negli ultimi anni abbiamo perso migliaia di posti di lavoro, moltissimi sono in cassa integrazione, migliaia di persone lavorano fuori provincia; insomma se le istituzioni economiche e sociali non affronteranno subito nel merito della situazione di Co-Ver i rischi di una ripercussione negativa sul territorio possono seriamente aumentare.
Bene fanno i sindaci di Vogogna, Pieve Vergonte e Premosello a voler discutere domani per comprendere la situazione generale dell’azienda, dei fornitori, delle collaborazioni che hanno nel corso degli anni generato economia nel Vco.
Ci aspettiamo però una maggiore presenza di tutte le altre istituzioni e categorie economiche e sociali: a partire dal comune di Verbania, dalla Provincia e dall’Unione Industriali che per ora è stata in silenzio.
Speriamo che l’incontro richiesto dai sindacati di settimana prossima con la Provincia sia solo il primo passo per uno sforzo comune che non si limiti però alle parole e alle “cabine di regia”.
Se Massimo Nobili crede fermamente nell’utilità dell’ente provincia questa è l’occasione per dimostrare che il territorio nel suo complesso è in grado di dare risposte ai bisogni dell’imprenditoria locale, delle istanze dei lavori e delle generazioni che si affacciano in questo momento di crisi nel mondo del lavoro.
Il VCO non può sopportare il peso economico e sociale di un’altra azienda di queste dimensioni che chiude.

Segreteria
PD VCO

SANITA: ADESSO BASTA! IL CENTRO DESTRA HA FATTO LA SCELTA PER L’OSPEDALE PROVINCIALE SU UN’UNICA SEDE? LO DICANO!

L’incredibile lettera del sindaco Zacchera di oggi (clicca qui) segnala, se ma ce ne fosse bisogno, il grave dilettantismo del centro destra regionale e locale nel (non) governare un tema così importante e delicato come quello della sanità pubblica. (Clicca qui per le dichiarazioni sul fatto di cattrini)
Il piano regionale per la sanità del VCO invocato da tutti (compreso il PD) non è mai stato presentato dalla giunta Cota: in compenso abbiamo visto solo i tagli che hanno portato la sanità pubblica del VCO a livelli inaccettabili.
Ora, sembra, che questo fantomatico piano sia apparso “magicamente” in una cena riservata.
A parte il fatto che si son dimenticati il sindaco Quaretta di Omegna (ma sappiamo che Quaretta conta poco…) troviamo questo modo di operare assolutamente fuori luogo da parte del centro destra.
E’ ora che i cittadini del VCO conoscano quali siano le reali intenzioni di Cota, dell’assessore regionale Monferrino e dei consiglieri regionali del centro destra Marinello, De Magistrs, Cattaneo e dello stesso onorevole Zacchera loro collega di coalizione.
Basta riunioni più o meno riservate.
Zacchera scrive che il centro destra in regione, con l’assessore Monferrino, avrebbe deciso per avere una sola sede provinciale dell’Ospedale, chiudendo uno dei Due DEA, come noi del PD denunciamo da tempo!
Vogliamo sapere dalla regione se questo corrisponde al vero perché non si possono riaprire guerre di territorio, pena la sconfitta di tutti.
Infatti, per noi rimane invece valida e percorribile l’idea di un ospedale unico plurisede.

Adesso Basta.

Dicano e scrivano nero su bianco cosa hanno in mente.
Tutto questo sarà oggetto della conferenza stampa di domani a Intra (ore 10.30) del caporuppo del PD in regione Aldo Reschigna.

PD VCO
Ufficio stampa

“ART.16, NORMA PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE. PROMUOVEREMO RICORSO”

“Nonostante gli appelli di tutto il fronte unitario degli enti locali, si procede con sordità all’approvazione dell’articolo 16 della manovra che presenta evidentissimi profili di incostituzionalità, oltre che apparire insostenibile (per la creazione della nuova categoria dei “comuni ghetto” sotto i 1000 abitanti) e di difficilissima attuazione.
Appare chiarissima la violazione dell’articolo 114 della Costituzione, che annovera i Comuni tra gli enti autonomi e pari ordinati allo Stato, senza alcun vincolo gerarchico, costitutivi della Repubblica, con propri statuti, poteri e funzioni. Se l’articolo 16 diventerà legge, il Comune sotto i 1000 abitanti resta totalmente privo di funzioni e di proprio bilancio, e non si capisce che fine faranno i beni e il patrimonio dello stesso ente né dove saranno convogliati i proventi derivanti dall’impiego del patrimonio medesimo.
Appare evidente, inoltre, la violazione dell’art. 133, secondo comma, della Costituzione, a seguito della fusione impropria alla procedura stabilita in tale articolo, che non solo affida alla Regione la competenza legislativa in materia, ma che prevede l’obbligatoria consultazione delle popolazioni interessate. Con la creazione di questa strana “Unione dei Comuni ghetto” si finisce per istituire un ulteriore ente locale, che viene a sovrapporsi e a sfasciare senza alcun coordinamento all’attuale assetto delle forme associative intercomunali (in particolare, le Unioni di Comuni e le Comunità Montane) e della relativa legislazione regionale.
Infine, è evidente la violazione del principio costituzionale di sussidiarietà, che si concretizza ogni qualvolta lo Stato pretenda dal centro di articolare il mondo delle autonomie locali, unilateralmente e in maniera imperiosa senza rispetto del principio di leale collaborazione.
Per questo motivo insistiamo per lo stralcio. In caso contrario, promuoveremo il ricorso alla Corte Costituzionale, e per i Comuni si aprirà una stagione confusissima sotto il profilo normativo e ordinamentali in cui non sarà più chiaro chi fa cosa”.
Enrico Borghi

MANOVRA ECONOMICA: IL SEN ZANETTA VIVE IN UN ALTRO PIANETA

Sen. Valter Zanetta (PDL)

In queste ore difficili, tra Banca centrale europea e Banca d’Italia, non c’è un solo interlocutore che non esprima “grandissima preoccupazione” per quello che sta accadendo nel nostro Paese.
Il “caos totale” nel quale il governo è precipitato in questi ultimi due mesi, cambiando radicalmente per ben quattro volte il menu delle misure di risanamento per assicurare il pareggio di bilancio nel 2013, è una miccia accesa nel cuore della moneta unica. Il Governo fa una mezza marcia indietro sulle norme antievasione eliminando l’obbligo di indicare i rapporti bancari nella dichiarazione dei redditi, attenuando le norme penali e complessivamente indebolendo la portata delle misure che erano state proposte ed il sen. locale Valter Zanetta dichiara soddisfazione per il lavoro svolto in commissione bilancio.
Riassumendo: la manovra è nei fatti bocciata dai mercati, dall’unione europea, dai sindacati, dalla Confidustria, dalla Bce, ma il senatore Zanetta è soddisfatto e sbandiera ai quattro venti risultati che in realtà rendono insoddisfatti anche suoi illustri colleghi di partito a partire dal Presidente della Regione Lombardia Formigoni fino al sindaco di Roma Alemanno. Certo, il sistema elettorale ancora vigente spinge il sen. Zanetta a prostrarsi ai capi corrente in vista di una possibile riconferma parlamentare, tradendo, nei fatti le volontà e i bisogni dei cittadini.
Riprendendo gli argomenti delle dichiarazioni del senatore Pdl sugli enti locali, il fatto che il patto di stabilità sarà allargato a tutti i comuni, anche quelli sotto i 5000 abitanti, toglie ogni possibilità di intervento a questi stessi enti, alimentando una recessione economica che ci colpisce sempre più severamente (forse Zanetta non se ne sta ancora accorgendo). La nostra denuncia e contrarietà a questa manovra rimane intatta, anzi, semmai le preoccupazioni aumentano. Il taglio economico per i Comuni, significherà mandare in default il loro sistema gestionale. E il ruolo del Comune nei servizi è centrale per gli asili come per i centri anziani, assistenza sociale e lotta alle tossicodipendenze, servizi di trasporto per i disabili e altri assistiti, manutenzione delle scuole (fino alle medie) ma queste non sono questioni che preoccupano il senatore Pdl Zanetta … almeno ci sarà la provincia.
Ribadiamo come questa manovra avrà effetti devastanti su tutte le categorie, in particolare quelle più deboli e meno tutelate, e ribadiamo come il Pd del Vco sarà vicino a tutti coloro che autonomamente manifesteranno contro questa infausta manovra nelle forme che decideranno.
PD VCO
Ufficio stampa

Le modifiche alla manovra sono peggio dell’originale”

«Il senatore Walter Zanetta non ci venga a dire che ha salvato Province e Comuni. Le modifiche che stanno apportando alla manovra sono peggio del testo originale». Enrico Borghi, vice presidente dell’Anci e sindaco di Vogogna esterna le perplessità agli emendamenti presentati dal Governo e approvati in Commissione Bilancio al Senato.
«I Comuni più piccoli non avranno più un loro bilancio, se non quello dell’Unione spiega Borghi -. E’ stato esteso a tutti il rispetto del patto di stabilità, precludendo così ogni di investimento. Poi non hanno modificato nulla ai tagli dei trasferimenti agli enti locali». C’è poi un articolo degli emendamenti che proprio non va giù a Borghi: «I Comuni avranno l’obbligo di convocare la giunta solo in orario serale. Non ho remore a definirla una disposizione fascista: vogliono togliere ai sindaci anche la libertà di riunirsi quando preferiscono».
(da La Stampa)