Marzio Bartolucci vince le primarie civiche e così a fine maggio si presenterà davanti a tutti gli elettori per chiedere la conferma alla carica di sindaco di Villadossola anche per i prossimi cinque anni.
Finisce 68.5% a 31.5%, ma soprattutto segna una grande, anzi grandissima partecipazione. Sono stati ,infatti, 928 i cittadini di Villa che hanno sfidato la pioggia per esprimersi sul prossimo candidato a sindaco, segno che anche in un momento molto complicato della vita politica, i cittadini quando sono chiamati ad esprimersi, rispondo in modo massiccio. Tanto per capire la dimensione, alle primarie del 25 novembre avevano partecipato 328 cittadini, mentre alle passate elezioni comunali nel 2008, votarono 4844 cittadini.
Infine, la percentuale ottenuta dal sindaco Bartolucci testimonia l’ottimo lavoro fin qui svolto dalla sua amministrazione e infonda morale e coraggio per affrontare con la dovuta grinta le elezioni comunali.
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Il dopo voto: speciale Eco Risveglio
Segnaliamo l’articolo pubblicato oggi dal settimanale Eco Risveglio (per visionarlo clicca qui) in merito alla discussione nata nel VCO dopo il risultato elettorale delle elezioni politiche.
Articolo che ha preso spunto sull’assemblea provinciale svoltasi a Pieve Vergonte a metà marzo (aperta ai giornalisti) e su alcuni interventi apaprsi nei blog e in rete.
Buona lettura.
Primarie a Villadossola: domenica 24 marzo, un voto per Marzio Bartolucci, “obiettivo 2018”.
Si chiama “Obiettivo 2018” e mira a riportare Marzio Bartolucci, alla testa dell’amministrazione di Villadossola.
Il programma (clicca qui per leggere la versione integrale) con cui il sindaco uscente sfida Paolo Riva alle Primarie si compone di 16 punti. E se il lavoro è la questione prioritaria a cui Bartolucci intende far fronte, parte integrante del progetto amministrativo sono anche le politiche sociali, l’ambiente, la sicurezza, la cultura e la fiscalità. “ Non un libro dei sogni ma la prosecuzione del lavoro iniziato 5 anni fa “ ha spiegato il primo cittadino uscente. Gruppo su facebook cliccando qui
CHI PUÒ VOTARE
– La partecipazione alle primarie è APERTA A TUTTE LE ELETTRICI E GLI ELETTORI RESIDENTI A VILLADOSSOLA in possesso dei requisiti previsti dalla legge;
– Possono partecipare al voto i giovani che compiono 18 anni entro il 26/05/2013, giorno di svolgimento delle elezioni comunali.
DOVE SI VOTA
Seggio 1 presso la sala consiliare del comune di Villadossola, via Marconi 21 potranno votare gli elettori iscritti alle circoscrizioni elettorali 1 – 2 – 3 – 4;
Seggio 2 presso il locale del comitato di quartiere Villaggio sotto i portici in piazza Motta potranno votare gli elettori iscritti alle circoscrizioni elettorali 7 – 8;
Seggio 3 presso la scuola elementare della Noga, in via C. Battisti, 8 potranno votare gli elettori iscritti alle circoscrizioni elettorale 9;
Seggio 4 presso la palestra del PEEP in via Puglia, 2 potranno votare gli elettori iscritti alle circoscrizioni elettorali 5 – 6.
Tutti e quattro i seggi saranno aperti domenica 24 marzo 2013 dalle 9.00 alle 20.00.
COME SI VOTA
– Il voto prevede l’espressione di un’unica preferenza e viene espressa tracciando un segno qualsiasi in corrispondenza del candidato prescelto;
– Per essere ammessi al voto occorre essere in possesso di un documento di identità e della tessera elettorale e sottoscrivere il consenso al trattamento dei dati personali;
– Ogni elettore, salvo casi particolari che dovranno essere autorizzati dai garanti, può votare solo nel seggio che include la propria sezione elettorale;
NESSUN CONTRIBUTO ECONOMICO è richiesto per poter essere ammessi al voto.
Dopo il voto (2): responsabilità (per cambiare).
Responsabilità. È stata la parola “chiave” della campagna elettorale del Partito Democratico e di Bersani.
L’abbiamo usata in questi mesi, usiamola anche ora per costruire il nostro percorso nei mesi futuri.
Credo che un gruppo dirigente responsabile avrebbe ammesso le proprie colpe e i propri limiti, lavorando da subito per un ricambio netto di classi dirigente e di contenuti. Così non è stato.
Come non sono convinto della bontà della linea uscita dall’ultima direzione nazionale del PD.
Non mi riferisco ai famosi otto punti per “stanare” il movimento 5 Stelle, ma sul come costruire una proposta di governo che questi otto punti li faccia vivere sul serio.
Appare miope pensare che il movimento 5 Stelle accetterà un governo Bersani: sembra di voler sbattere contro un muro, senza capire cosa è successo, senza analizzare davvero il voto.
E’ evidente a tutti una cosa: a meno di fatti straordinari Bersani non sarà presidente del consiglio.
E in direzione nazionale di fronte ad un Bersani che ha affermato “non esiste un piano B”, la vera discussione che è partita tra i “capi corrente” è dentro il partito a tutti i livelli è stata invece proprio quella. Un paradosso evidente delle nostre difficoltà a parlare chiaro di fronte all’evidenza dei fatti.
Questo è il PD oggi. Ne abbiamo avuta una rappresentazione plastica alcuni giorni fa: dove a decidere la linea non è stata, come dovrebbe essere, la segreteria nazionale del partito con i suoi eletti (giovani), ma l’ennesimo caminetto dei “capi corrente” (i nomi li sapete).
Mi sarebbe piaciuto un Bersani responsabile che prendesse atto che questo gruppo dirigente non può essere il protagonista di una fase nuova, di un governo che metta assieme un asse dei parlamentari del movimento 5 Stelle e del PD (se queste sono le intenzioni vere). Bisognava fare un passo indietro e pensare e lavorare per altre soluzioni (magari esterne al PD).
Una mancanza di responsabilità che si lega all’altro elemento che in direzione nazionale è mancato clamorosamente: una vera analisi del voto e un’autocritica sul perché il PD ha avuto un magrissimo 25% dei voti, pur con il centro destra nel suo peggior momento e con il movimento 5 Stelle a pochi voti da noi.
Appare evidente che il PD si è mostrato come partito responsabile si, ma assolutamente conservatore.
In questi anni e in questi ultimi mesi serviva altro; un partito responsabile ma innovatore e deciso a cambiare lo status quo. Siamo apparsi, e per molti versi lo siamo anche nei fatti, come un partito non in grado di rispondere con convinzione alla necessità di un profondo e radicale cambiamento del Paese.
Non è fallita la campagna elettorale del PD in quanto tale, è fallita la proposta generale che il PD ha prospettato al paese.
E il cambiamento l’ha interpretato Grillo con un mix di populismo ma anche di necessarie verità.
Ora se si è responsabili si deve cambiare, davvero.
(sintesi dell’intervento di Alberto Nobili all’assemblea provinciale degli iscritti PD del VCO del 7 marzo 2013)
Dopo il voto (1): ripartire dai fondamentali della politica
L’ultima nevicata di febbraio ha “imbiancato” i partiti (si pensi al crollo del più “antico”, la Lega nord, che dimezza i consensi) e stiamo vivendo una fase imprevedibile (gli italiani sono divisi in 4 parti quasi uguali: gli astenuti, i grillini, i fedeli del centro destra, e i democratici) in cui anche le istituzioni della democrazia rappresentativa sono messe in discussione.
Questa situazione, oltre a destare la legittima preoccupazione per l’ingovernabilità, ha il merito di risvegliare negli italiani l’interesse (e la partecipazione) sugli esiti possibili.
Come tanti provo a mettere insieme le idee (dal punto di vista dei democratici).
Le elezioni hanno determinato una crisi politica che si aggiunge a quella economica e sociale. La grande coalizione (governo Monti) è stata bocciata dall’elettorato e dunque ogni ipotesi di accordo Pdl-Pd non è praticabile. Pur nelle difficoltà occorre immaginare un percorso completo, seppur a tempo, sulle 2 questioni che si sono fuse nel voto: rilancio dell’economia e credibilità della classe politica.
Da raccontare chiaramente, con la compattezza del partito, e l’obiettivo di appassionare: questo è possibile se il PD (che è nato nel 2007, un anno prima del movimento 5 stelle) unisce alla serietà della proposta, l’ascolto (senza complessi di superiorità) cercando l’empatia con i cittadini, delusi e arrabbiati (come potrebbe non esserlo un giovane disoccupato o un malato che attende mesi per una visita ospedaliera e chi vede poi pensioni d’oro e uno Stato disinteressato se la sua impresa chiude?)
Ci si deve confrontare con i nuovi bisogni politici (il cittadino da “sostenere” e non più da “educare”) con gli strumenti classici (che Grillo ha dimostrato di ben padroneggiare): fare quello che si dice e dire quello che si fa! Ritornano di moda “i fondamentali” degli eletti del popolo: onestà (la politica non è una forma di arricchimento ma il servizio alla comunità che si impara come una professione), competenza (non basta elencare i problemi ma occorrono proposte), concretezza (fatti e non giustificazioni).
Questi obiettivi non si raggiungono con lo spettacolo carismatico in piazza, o con lezioni intensive sul funzionamento del Parlamento, o con la speranza fideistica nella Rete come versione moderna della democrazia diretta (come sa bene ognuno di noi che ricorda la sterilità di una qualsiasi discussione assembleare) ma sono il risultato di un impegno vero che richiede tempo, passione, studio, gradualità, risorse, merito: prima di correre una maratona ci si allena e arriva al traguardo chi ha resistenza…
Il PD deve rispondere alla sfida per divenire una forza popolare che “si sbrana” i populismi: è tempo di destrutturare, attaccare i privilegi, aprire ai giovanissimi (rilanciamo il voto ai sedicenni e candidiamo alle elezioni amministrative del 2014 dei consiglieri ventenni che possano fare apprendistato nei comuni), dando esempi autentici e perseguendo con tenacia le soluzioni utili con un orizzonte ampio, sulle questioni di fondo di tasse, lavoro, Stato sociale, semplificazione, visione del futuro: il Partito Democratico non ha forse il sogno, da realizzare, di modernizzare l’Italia?
Se Bersani riceve il mandato dovrebbe proporre un governo a termine che faccia una legge elettorale che premi la governabilità e preveda qualche intervento sociale ed economico rivolto ai lavoratori (dipendenti ed autonomi) e alle imprese; interventi finanziari (contenimento della Tares e niente aumento dell’Iva a luglio). Tutti noi guardiamo con fiducia alle decisioni del Presidente Giorgio Napolitano, un “sempre giovane” di 87 anni, che si dedica alla politica dal 1945!
Dunque…coraggio democratici!
Silvia Marchionini,
Sindaco di Cossogno
Come si vota. Il fac-simile, le proposte Pd locali e nazionali
Segnaliamo l’ultima iniziativa provinciale di campagna elettorale dei Democratici del VCO: venerdì 22 febbraio ore 20 chiusura campagna elettorale con una cena elettorale a Domodossola, presso il Centro Sociale (per prenotare 0323 401272).
Ecco i link al materiale per sapere tutto su come votare e sulle proposte del PD locali e nazionali.
Si vota, lo ricordiamo, domenica 24 febbraio dalle 0re 8 alle 22 e lunedì 25 dalle ore 7 alle 15.
Potete visionare innanzitutto il fac-simile delle schede elettorali: quella del Senato cliccando qui, e quella della Camera cliccando qui.
Inoltre a questo link (cliccate qui) trovate il depliant con le proposte del PD per il VCOe i curriculum dei nostri due candidati locali.
Infine a questo link (cliccate qui) trovate le proposte del PD nazionale per la guida del governo del paese.