Tutti gli articoli di master

L’IMPEGNO DEL PD SULLE POLITICHE PER LA SALUTE NEL VCO

sanitaPubblichiamo il documento approvato dall’assemblea Provinciale del PD del VCO giovedì 13 novembre a Pieve Vergonte, con un voto all’unanimità (un solo astenuto).

L’IMPEGNO DEL PD SULLE POLITICHE PER LA SALUTE NEL VCO

Premesso che:

– la Regione Piemonte deve “ringraziare” Cota e i suoi alleati del centro destra per aver portato la sanità regionale in uno stato di difficoltà che non si trova in nessun’altra regione del centro-nord;

–  di fatto, la politica regionale in campo sanitario è “commissariata”, dovendo obbedire ai vincoli posti dal Piano di rientro ancor prima di quelli del Patto per la Salute firmato tra il governo e le regioni a luglio;

– dentro questo quadro, la situazione della sanità nel VCO mostra diverse criticità (la riduzione dei finanziamenti e il blocco delle assunzioni e del turn-over limitano la capacità operativa dell’ASL, influenzano negativamente il lavoro degli operatori, producono riduzioni delle prestazioni offerte e aumentano il forte saldo negativo della mobilità fuori regione);

– non è più accettabile la presenza di primari a scavalco, turni del personale ben oltre la soglia contrattuale necessari però, nella situazione attuale, a garantire i servizi primari ai cittadini;

Valutato che:

– non è più rinviabile anche un cambiamento organizzativo e strutturale del sistema sanitario regionale;

– la proposta di revisione della rete ospedaliera avanzata dall’assessorato regionale è del tutto conforme alle prescrizioni del Patto per la Salute: la trasformazione dei presidi di Verbania e Domodossola in un ospedale di I livello, dotato di DEA di I livello e collegato come “spoke” ad un “hub” di II livello, e un ospedale territoriale dotato di pronto soccorso h24 e potenziato con alcune specialità con l’aggiuntivo impegno dell’assessore Saitta affinché questa revisione permetta l’assunzione di nuovo personale (primari e infermieri, innanzitutto) e un potenziamento dei servizi domiciliari, residenziali e territoriali;

–  i criteri del Regolamento per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, sia pure differenziati per tener conto di aree più deboli, appaiono comunque molto stringenti per un territorio complesso come il VCO (purtroppo si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto poco il legislatore nazionale e le strutture ministeriali tengano in considerazione le aree montane. Aree meno popolate e quindi più deboli dal punto di vista economico ed elettorale, ma nelle quali l’offerta di servizi di qualità richiede inevitabilmente strutture e organizzazioni più complesse rispetto alle aree di pianura e metropolitane);

– peraltro i tagli operati su queste aree disagiate danneggiano i cittadini, senza incidere in modo significativo sui risparmi di spesa globali di una Regione e dello Stato ma devo esser finalizzati al miglioramento dell’offerta e della sue efficienza;

Considerato che:

– sarebbe facile usare questi argomenti per una battaglia “campanilistica” o “difensiva” alla quale non si assocerebbe un reale miglioramento dell’offerta sanitaria generale di questo territorio;

–  tutto il territorio regionale è soggetto alla revisione sanitaria con scelte difficili;

ll PD Vco non si sottrae alla sfida per un salto di qualità nelle politiche per la salute dei cittadini del VCO, anzi ne è promotore.
Non si può però assolutamente accettare una diversità di trattamento: è nostra convinzione che anche le realtà di pianura o metropolitane debbano condividere lo sforzo di rendere più efficiente la nostra sanità e contribuire alla riduzione delle spese e degli sprechi.
Riteniamo inoltre che non si possano chiudere dei servizi senza che simultaneamente vengano istituiti servizi alternativi che garantiscano il diritto alla salute di tutti i cittadini del territorio con maggiore efficienza, ma con massima efficacia.

Per il raggiungimento di questo obiettivo si propone di attuare una serie di azioni in modo sincrono:

  1. riorganizzare la medicina ospedaliera, per: a) tenere conto delle caratteristiche geografiche, demografiche, socio-economiche e dei dati epidemiologici per il territorio; b) preservare strutture esistenti e operanti nel VCO (ad esempio, l’oncologia, la radioterapia, l’emodialisi e l’emodinamica); c) promuovere la crescita qualitativa dei servizi, anche attraverso la nomina di primari stabili;
  2. rafforzare i servizi di medicina territoriale, con una concreta attuazione delle dichiarazioni che nei decenni passati sono state ripetute tante volte senza risultati pratici e valorizzando le professionalità dei medici di medicina generale;
  3. realizzare una rete per l’emergenza e l’urgenza che garantisca velocità e qualità negli interventi su tutto il territorio, comprese le aree più lontane dai centri urbani principali, attraverso la presenza di un adeguato numero di mezzi di soccorso avanzato e l’utilizzo di basi operative di elisoccorso;
  4. rivedere il rapporto tra pubblico e privato, rilanciando uno slogan ben noto, cioè respingere l’idea che i costi delle politiche sanitarie e sociali siano pubblici, ma i profitti privati;
  5. completare l’integrazione tra assistenza sanitaria e sociale, inclusi i protocolli per la continuità assistenziale ospedale-domicilio-residenze, e inserire il VCO nel “Patto sociale per il Piemonte”, attivato dall’Assessorato regionale ai servizi sociali, anche per rafforzare la prevenzione di comportamenti a rischio sanitario e sociale;
  6. valorizzare e rafforzare le professionalità (mediche e infermieristiche) presenti nel VCO, perché qualunque proposta è destinata al fallimento senza l’impegno di tutti gli operatori del settore, dai dirigenti, ai medici ospedalieri, agli infermieri, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, al personale amministrativo;
  7. firmare un “Patto per la salute locale” con le amministrazioni locali, che fissi in modo chiaro e condiviso gli obiettivi assegnati alla dirigenza dell’ASL assieme a modalità e tempi con cui procedere ad una verifica dei risultati.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO
Via Roma 24, 28921 Verbania
Tel. 0323 401272
web: www.partitodemocratico.vb.it
mail: info@partitodemocratico.vb.it
skype: partito.democratico.vco
twitter: Democratici vco

Il PD ad Omegna si riorganizza

Alessandro Buzio, segretario circolo PD Omegna
Alessandro Buzio, segretario circolo PD Omegna

Nei prossimi giorni il circolo del Partito Democratico di Omegna, ha organizzato una serie di appuntamenti per rilanciare la propria presenza sul territorio e tra i cittadini, attraverso due conferenze d’organizzazione e una cena che si svolgeranno tutte presso il Circolo F.Ferraris in via Manzoni 38, ad Omegna .
Cena Democratica, aperta a tutti, VENERDì 4 Novembre alle ore 20:00 .
Martedì 18 Novembre ore 20:45: conferenza d’organizzazione del PD Omegna sulle questioni dell’amministrazione comunale: “Metà mandato, il bilancio del lavoro svolto e l’orizzonte verso il 2017“.
Venerdì 28 Novembre alle ore 20:45: conferenza d’organizzazione del PD Omegna sul partito cittadino.

Per info e prenotazioni Alessandro Buzio: ale.buzio (chiocciola) gmail.com,  cellu. 3485218316.

PD Verbania: al servizio del bene comune

Riccardo Brezza, segretario PD Verbania
Riccardo Brezza, segretario PD Verbania

Nella serata di ieri si è riunita l’assemblea degli iscritti del PD di Verbania per discutere sulla situazione della giunta e dell’amministrazione a seguito delle dimissioni dell’assessore Damiano Tradigo.
Prima di tutto a Damiano va la mia personale vicinanza e il ringraziamento sentito per il lavoro svolto. Tradigo è un iscritto al nostro partito e quindi la sua scelta ha generato ovviamente una profonda riflessione sullo stato della giunta e sul ruolo del PD in questa maggioranza di governo.
Dall’assemblea è emersa la necessità di un maggiore coinvolgimento del gruppo consiliare e del partito nelle scelte dell’amministrazione. Questa necessità si deve tradurre in una vicinanza più puntuale tra tutte le persone che compongono questa amministrazione: a partire dal sindaco e dalla giunta, passando per il gruppo PD per arrivare al partito nella sua segreteria e nella sua assemblea.
Le scelte devono essere condivise e il partito s’impegna oltre a sostenere quest’amministrazione anche ad essere motore di proposte e fucina d’idee a servizio della città.
Il ruolo dei partiti è messo oggi in grave crisi dai tempi che viviamo, ma noi vogliamo osare e cogliere questa sfida facendo del PD una grande comunità che sappia intercettare le istanze di questa nostra città.
Rispondiamo alle critiche ricevute in questi giorni, che ci hanno disegnati come silenti e assenti, con la forza delle proposte e non facendo polemica. Perché crediamo profondamente che il nostro ruolo sia quello di governare questa città, capirne i bisogni profondi, rappresentare i cittadini con spirito di servizio.
Siamo un grande partito, con la schiena dritta e che merita rispetto. Lo stesso rispetto che meritano le istituzioni, come il Comune e il Consiglio comunale, troppo spesso in questi mesi bersaglio di attacchi violenti e atti a delegittimarle.
Questo siamo noi, una grande comunità democratica di donne e uomini che s’impegnano e cercano di fare il proprio meglio. Con tutti i limiti e gli errori che si possono commettere decidendo di camminare piuttosto che stare fermi. Su questi errori si è soffermata l’assemblea si ieri sera, aprendo una riflessione franca e sincera, sottoponendo al sindaco e alla giunta i modi di superarli ed evitarli in futuro. Riflessione fatta nelle sedi opportune perché non sentiamo il bisogno di fare del conflitto politico interno, anche del più aspro, occasione di visibilità pubblica, attraverso i blog, i social network o i giornali.
Per quanto riguarda il futuro della giunta comunale, preso atto dell’irreversibilità della scelta di Tradigo, l’assemblea ha ritenuto di non fare nomi né “rose” di nomi. Abbiamo privilegiato il confronto interno sul merito e sui temi. Al Sindaco abbiamo data mandato di scegliere il prossimo assessore. Responsabilità e onere che gli riconosce la legge.
A quanti si chiedono dove sia finito il PD rispondiamo con forza che siamo qui, a servizio del bene comune. Un passo dopo l’altro, ogni volta un passo, per migliorare e cambiare la nostra Verbania, la nostra “grande bellezza”.

Riccardo Brezza
Segretario PD Verbania

Sgombero neve salvo. Dirottati i 2 milioni destinati al personale

strada con neveIl Vco riceverà quasi due milioni di euro dalla Regione entro dicembre e prenderà da lì quello che serve per far muovere i mezzi per lo sgombero neve, anche se sono fondi vincolati e destinati ad altre spese già a bilancio.
Soldi in più per far fronte all’emergenza non ce ne sono e così è questa la decisione proposta, votata anche dai sindaci riuniti ieri
sera al Tecnoparco alla ricerca di una soluzione.
Un confronto a tratti teso visto il rischio incombente delle nevicate, anche con la proposta-provocazione messa sul tavolo da più voci di consegnare tutti assieme le fasce tricolori in prefettura per farsi ascoltare.
«Se vengono lasciate le cose da fare ma non i soldi allora è giusto prendere una posizione netta, per dire che così non si può davvero andare avanti e forse chi di dovere se ne accorgerebbe » ha sottolineato il sindaco di Loreglia Paolo Marchesa Grandi, riscontrando il sostegno di diversi sindaci.
Tante le voci, dalla necessità di garantire le strade verso servizi essenziali, ai rischi connessi anche alla mobilità di scuolabus e mezzi pubblici per i prossimi mesi.
Alla fine l’invito a tutti i sindaci che lo volessero ad andare domani
a consegnare il prefettura il documento votato ieri. «Già questa è una forte presa di posizione » hanno sottolineato sia il presidente
della Provincia Stefano Costa che il vicepresidente regionale Aldo
Reschigna.
«Abbiamo messo 25 milioni di euro nel fondo per le funzioni e deleghe delle province piemontesi nell’assestamento di bilancio che voteremo entro una decina di giorni – ha spiegato Reschigna – al Vco vanno 920 mila euro riferiti al 2013 e almeno un altro milione di euro, con l’impegno a girarli concretamente entro dicembre
quindi a farli arrivare subito nelle casse ».
I soldi in realtà «sono già a bilancio come spese per la copertura di
personale e altre funzioni delegate che l’ente svolge in diversi settori» come ha spiegato la responsabile del servizio finanziario della Provincia Delfina Pappadà.
Ed è qui che arriva la «forzatura». «Se non ci sono altri soldi dobbiamo usare per forza questi per pulire la neve, non vedo alternative concrete – ha proposto il sindaco di Cannobio
Giandomenico Albertella – usiamoli per questo anche se dovrebbero andare ad altro, ne va della sicurezza delle persone che è la priorità». «Non vedo altre soluzioni per l’immediato – ha poi sottolineato anche il presidente della Provincia Costa – ci assumiamo l’impegno come Provincia e come assemblea dei sindaci anche se formalmente non ancora costituita a compiere questo passo. Aumenterà il deficit ma siamo già in una situazione che va verso il dissesto. Almeno ci consentirà di attivare le
procedure con le aziende e lavorare per tenere in piedi i servizi».

Articolo da La Stampa del 6.11.2014

L’ORDINANZA DEL SINDACO CARIGI E’ ILLEGITTIMA, INTERVENGA CHI E’ PREPOSTO

On. Enrico Borghi
On. Enrico Borghi

L’ordinanza n° 20/2014 emanata dal Sindaco di Beura Cardezza in data 23 ottobre 2014 è con ogni evidenza illegittima, e lede alcuni principi fondamentali sanciti dalla Costituzione.
Come noto, l’esercizio del potere di emanare ordinanze contingibili ed urgenti è permeato dal carattere dell’eccezionalità e sottintende al fatto che, per proteggere le esigenze della popolazione locale (in questo caso i cittadini del Comune di Beura Cardezza) non possano essere usati gli strumenti ordinari per sconfiggere la situazione di pericolo imminente e attuale che si è venuta a creare. Infatti, il presupposto della contingibilità ricorre quando si è in presenza di un evento inconsueto, accidentale, eccezionale e del tutto inaspettato da parte dei cittadini.
Nella propria ordinanza, il Sindaco di Beura Cardezza asserisce di esercitare la propria funzione “ai fini della tutela della salute della collettività locale”, e dispone erga omnes “il divieto di dimora e di stazionamento, anche occasionale, presso qualsiasi struttura di accoglienza, per persone prive di regolare documento di identità e di regolare certificato medico rilasciato dalla competente Unità Locale Socio Sanitaria attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare” .
Il tutto partendo dalla premessa del “dilagare del virus dell’Ebola”, messo in connessione dal Sindaco nelle premesse dell’ordinanza con “il perdurare dell’operazione Mare Nostrum”. Come sostiene la giurisprudenza amministrativa, è ammissibile che il Sindaco possa emettere un’ordinanza con la finalità di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini, ma è altrettanto vero che in queste condizioni, peraltro eccezionali, il pericolo deve presentare una consistenza e una evidenza univoche e rilevanti, in modo che non è consentita neppure la prosecuzione dell’uso o dell’abitazione dello spazio.
Il Consiglio di Stato (sentenza n. 2109, del giorno 8 maggio 2007) ha precisato che è illegittima un’ordinanza contingibile e urgente con la quale il sindaco ordina di provvedere alla tempestiva esecuzione di tutti i necessari interventi, volti all’eliminazione dello stato di pericolo,” nel caso in cui l’amministrazione non abbiam condotto accertamenti istruttori idonei a comprovare l’effettiva sussistenza dei presupposti per adottare l’anzidetta ordinanza, non essendo stato dimostrato, in carenza di idonei atti istruttori, il reale ed effettivo pericolo per la pubblica incolumità”. Il potere del sindaco di emanare ordinanze contingibili ed urgenti permette anche l’imposizione di obblighi a fare carico dei destinatari, e in questo caso vi è l’obbligo NEI CONFRONTI DI TUTTI I CITTADINI –ivi compresi quelli di Beura Cardezza- di entrare, dimorare, stazionare e circolare sul territorio del comune medesimo muniti di “regolare certificato medico”, pena l’obbligo di doversi sottoporre entro 3 giorni a visite mediche che attestino che i soggetti in questione non siano affetti da “malattie infettive, quali ad
esempio la TBC, l’Ebola, la scabbia, l’epatite” .
L’esercizio di questo potere non può prescindere dalla sussistenza di un effettivo e concreto pericolo per l’incolumità pubblica, che deve essere opportunamente motivato con una istruttoria approfondita (T.A.R. Campania, Napoli, sezione V, sentenza n. 4992 del 11.05.2007). Anche il T.A.R. del Lazio, intervenuto sul punto, ha asserito che il quadro fattuale di riferimento deve sempre essere asseritamente conosciuto dall’Amministrazione, anche nei casi che richiedano un intervento immediato, tenuto conto che i pur brevi tempi imposti dall’esigenza di provvedere non esonerano l’Amministrazione (e in questo caso il Sindaco di Beura Cardezza) dall’attenta valutazione di tutte le circostanze comunque apprese nel corso dell’istruttoria (T.A.R. Lazio, Roma, Sezione II, sentenza 28.11.2007, n.11914. A proposito vedasi anche Consiglio di Stato, Sezione V, sentenza 28.06.2004, n. 4767).
Alla luce di tutto ciò, appare di tutta evidenza l’illegittimità dell’ordinanza del Sindaco di Beura Cardezza in quanto: 1. Non sussiste alcun rischio per la cittadinanza del Comune di Beura Cardezza, in quanto né in quel Comune né in tutto il territorio nazionale è in atto alcuna situazione di “dilagare del virus dell’Ebola” come nelle premesse asserite, né si registrano fenomeni di diffusione di malattie infettive quali quelle citate nell’ordinanza n° 20/2014 2. Non è stata compiuta dall’Amministrazione Comunale di Beura Cardezza nessuna istruttoria finalizzata alla dimostrazione di tale assunto, presupposto essenziale e fondamentale per la dimostrazione e la verifica dei requisiti di contingibilità ed urgenza; 3.
Per altri versi, tale ordinanza cagiona un danno evidente sia alla cittadinanza di Beura Cardezza che in generale alla collettività, che viene impedita nei propri diritti fondamentali di libera circolazione, subordinata dal Sindaco al possesso di un certificato medico che evidentemente ciascun cittadino deve dotarsi se ritiene di dimorare e stazionare nel territorio comunale di Beura Cardezza. Non sussistendo alcun requisito di urgenza e di indifferibilità, e non essendo stata compiuta nessuna istruttoria finalizzata a dimostrare le tesi circa la necessità di adozione di misure urgenti per il contrasto alla diffusione delle malattie infettive poste all’oggetto dell’ordinanza n° 20/2014 del Sindaco di Beura Cardezza, la predetta ordinanza si pone in evidente contrato con i precetti dell’articolo 16 della Costituzione, la quale assicura a ciascun cittadino italiano il diritto di “circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza” e che “nessuna restrizione può essere determinata per ragioni politiche”.
La Costituzione, infatti, ha inteso chiaramente ripudiare l’uso indiscriminato –fatto a suo tempo dal regime fascista- delle misure di prevenzione personale, che potevano essere adottate in via discrezionale dall’autorità costituita, anche in base a semplici indizi o sospetti. Qualora si creasse il precedente, sulla base del quale ciascun Sindaco in maniera discrezionale, priva di alcun fondamento oggettivo scientifico, oggettivo, adottasse provvedimenti simili in qualità di ufficiale di governo, verrebbe lesa sull’intero territorio nazionale una garanzia essenziale per la cittadinanza.
Essendo l’ordinanza emessa dal Sindaco, quale ufficiale del Governo, essa appare certamente sindacabile dal giudice amministrativo con riferimento non solo a tutti gli aspetti concernenti la legittimità, ma anche i profili relativi alla sufficienza ed alla attendibilità istruttoria ovvero alla convenienza, opportunità ed equità delle determinazioni adottate, e nel caso di danno cagionato alla collettività ed alle persone destinatarie del provvedimento, unico responsabile risulta essere lo Stato, poiché il Sindaco agisce in qualità di ufficiale del Governo.
Alla luce di ciò, chiedo al Prefetto del Verbano Cusio Ossola e al Ministro dell’Interno di intervenire nella questione. In ogni caso, comunico pubblicamente che nei prossimi giorni mi recherò più volte all’interno del Comune di Beura Cardezza, e vi dimorerò, soggiornerò e stazionerò, PRIVO di qualsivoglia certificato medico. Attendo con ansia che la Polizia Locale di tale Comune mi si presenti di fronte e mi accompagni con la forza a sottopormi “a visite mediche presso la competente Unità Locale Socio Sanitaria allo scopo di verificarne le condizioni sanitarie, soprattutto in relazione all’eventuale presenza di malattie infettive, quali ad esempio la TBC, l’Ebola, la scabbia, l’epatite”, ovviamente a carico del bilancio del Comune medesimo vista la attuale pessima condizione delle finanze regionali sulle quali non è il caso di scaricare ulteriori oneri per inesistenti epidemie evidentemente presenti solo nella fantasia di qualcuno. Vogogna, 31 ottobre 2014

Enrico Borghi -Deputato della Repubblica-