LE LISTE DI ATTESA IN PIEMONTE, PRESENTATI OGGI I DATI.

“Con il blocco del personale la situazione delle liste di attesa in sanità è peggiorata drasticamente, tanto da segnare una netta inversione della tendenza che fino a qualche anno fa aveva visto la sanità piemontese in grado rispondere positivamente alla richiesta di salute che viene dai cittadini. Oggi non è più così”.
Il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna è secco nel presentare la ricerca “la salute può attendere”, un dossier ricco di dati e di proposte sulle liste di attesa nel servizio sanitario piemontese, oggetto di una conferenza stampa oggi nella sede torinese del gruppo PD.
“La gravità del fenomeno è tale che oggi, complice anche il peso del ticket su ogni prestazione, il cittadino si sta allontanando dall’utilizzo delle strutture sanitarie pubbliche per rivolgersi al privato”, aggiunge Reschigna.
“Le liste di attesa in molti casi sono triplicate o quadruplicate”, ha spiegato introducendo il dossier che ha raccolto i dati delle liste di attesa superiori ai tre mesi, facendo anche confronti tra le diverse Asl per alcune prestazioni e confrontando le attese con quelle del 2011.
“Siamo consapevoli delle difficoltà della Regione, ma su questo tema l’assessorato non fa nulla, quasi il problema non ci fosse. Attese di sei mesi, un anno, non possono essere considerate un servizio accettabile, questo oggettivamente porta i pazienti a rivolgersi al privato”, aggiunge Reschigna.
Il capogruppo PD ha sottolineato i dati che riguardano il VCO, “dove, come nel caso della neuropsichiatria infantile, le attese sono di 180 giorni per una visita sia a Domodossola che a Verbania. Per una visita ematologica a Domodossola occorre aspettare 124 giorni, 110 per un ecocardiogramma prediatrico, 98 per interventi di piccola chirurgia, 97 per una visita reumatologica. Questo, pur considerando che di fronte ai dati regionali quelli del VCO non sono tra i peggiori, non può essere di conforto. La situazione, già pesante, appare destinata a peggiorare con la continuazione del blocco del turn over”.
Reschigna ha ricordato le proposte per ridurre le liste di attesa, che “configurano un quadro in cui la possibilità di curarsi appare fortemente compromessa, soprattutto per le fasce di reddito più modeste. Questa situazione non può che produrre un forte incremento della attività dei laboratori privati”. Per tagliare le attese secondo il PD è necessario intervenire sulla appropriatezza delle richieste dei medici, in modo da ridurre al necessario gli esami di laboratorio e radiologici.
Occorre anche inserire nel CUP i centri privati accreditati, chiedendo loro di fornire non esami di laboratorio, cui la sanità pubblica è in grado di provvedere, ma le prestazioni specialistiche in cui il sistema sanitario pubblico è più debole. Infine sono necessarie anche prestazioni aggiuntive da parte degli ospedali per le attese maggiori e le patologie più gravi, l’utilizzo da parte degli specialisti ospedalieri della possibilità di prescrivere direttamente gli esami, senza ricorrere al medico di famiglia, la pulizia periodica delle liste di attesa.

UNA DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA